Red* Inviato 3 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 3 Maggio, 2010 (modificato) INCREDIBILE MA VERO. Un racconto tratto da "Illustrazione del Popolo"-N°25 del 21 giugno 1942- TUBI ESPLOSIVI NEI RETICOLATI Nell'agosto del 1915,il 24° battaglione del 3° Bersaglieri era schierato di fronte a Santa Maria di Tolmino trasfor- mata dagli austriaci in fortilizio con numerose trincee ma- scherate e protette da diverse file di reticolati di filo spi- nato.Ero stato incaricato di aprire in esso dei varchi con il mio plotone-ero sottotente-con tubi esplosivi lunghi 5 o 6 metri,del diametro di circa 5 cm.,che preparavo in precedenza riempiendoli di cartucce di gelatina. Una estremità veniva otturata e l'altra veniva innescata con con una cartuccia detonante alla quale,dopo che i tubi erano collocati,applicavo personalmente una miccia a lenta combustione lunga 70 cm.,lunghezza colcolata in modo da dare il tempo di ritirarci per non essere investiti dall'esplo- sione.Avevo eseguito il giorno prima lo stesso incarico con successo.Il mattino del 29 agosto,compiute le consuete ope- razioni e dato fuoco alla miccia,mi ritirai-come al solito-a qualche decina di metri in attesa dello scoppio. Ma passarono i minuti e lo scoppio non venne. Meravigliato ed allarmato,mi riavvicinai ai reticolati e la mic- cia pareva spenta. Rifeci in fretta il consueto taglio a "becco di flauto" e diedi nuovamente fuoco con lo stesso risutato. Ero disperato ! Non potevo nè dovevo lasciare i tubi inesplosi e ritornare dove li avevo collocati costituiva per me un pericolo grave,poichè la vigilanza del nemico-sino allora elusa-poteva essere destata dal mio va e vieni,e non era neppure da escludersi uno scop- pio ritardato. Col cuore in gola, dovetti tornare per la terza volta ed esami- nando attentamente la miccia scopersi la causa della mancata esplosione :a circa metà di essa ,vi era una brusca piega,non avvertita prima,che aveva causato una soluzione di continuità nella polvere d'accensione che ne costituisce l'anima. Tagliai la miccia in quel punto lasciando così circa una spanna, diedi fuoco e mi precipitai con tutto il vigore dei miei vent'anni. Lo scoppio fragoroso e micidiale avvenne subito dopo e prima ancora che la mia volontà mi ci avesse gettato,mi ritrovai in terra,miracolasamente incolume. Cigno-Savona. Aggiungo un mio un'altro incredibile ma vero : m'accorgo che non di rado vengo corretto a causa di articoli che riportano dati errati;ebbene questo è uno di quelli : infatti il 24° battaglione Bersaglieri non faceva parte del 3°Reggimento ma bensì del 5°. Il 3° in quel periodo trovavasi a " riposo " in zona Col di Lana (Dolomiti), mentre il 5° si trovava nella zona isontina slovena di Santa Maria e Santa Lucia di Tolmino che erano due potentissimi baluardi austriaci collinari attraversati dall'Isonzo. Il 5° Regg. sostenne disperati combattimenti per prendere le due fortissime posizioni ma,preso d'infilata dai cannoni e dalle mitragliatrici austriche poste sulle colline venne quasi decimato !!! RED Modificato 17 Aprile, 2012 da Alagi Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lefa Inviato 3 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 3 Maggio, 2010 Interessante, grazie Gianni. Il tubo demolitore per il filo spinato della prima guerra si chiamava Bangalore Torpedo, qui puoi vedere un video. Anche oggi si demolisce il filo spinato con cariche cave inserite in lunghe barre. Talvolta mi capita di vedere in tv il Dott. Alford della Alford Technologies, un professore universitario Inglese con barba bianca e pelo sullo stromaco. La Alford Technologies si è distinta nel mercato degli esplosivi per la creatività con la quale sfruttano le cariche cave e per l'ingegno nella progettazione di ordigni da demolizione sempre più utili (famoso l'uso dell'acqua, sia per contenere e direzionare l'esplosione dal lato oppsto sia sfruttandola direttamente per demolire). Credo che la barra demolitrice per filo spinato a cariche cave brevettata da loro si chiama Bangalore Blade, qui si può vedere un video con qualche gustosissimo gingillo del Dott. Alford e di suo figlio. http://www.youtube.com/watch?v=9-V7787T1DM&translated=1 Ps: quando andiamo a buscar per bunker assieme? :s10: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 3 Maggio, 2010 Autore Segnala Share Inviato 3 Maggio, 2010 Caro Lefa, molto interessanti i due filmati- Non conoscevo i nuovi tubi ed il nuovo filo spinato !!! Del resto sono americani e sono argomenti dei quali poco si parla. Una volta o l'altra ci metteremo d'accordo per andar a buscar ed in serata ritornar ! :s02: :s03: Ciao RED Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lefa Inviato 3 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 3 Maggio, 2010 Il filo spinato di tipo "Americano" Razor Wire (marchio registrato) del tipo a lama è un'evoluzione del filo normale a speroni, creato per tagliare, materiali e carne umana. E' installato come deterrente psicologico nei luoghi confinati come le carceri o i campi mentre è un vero e proprio "tyres killer" se usato negli sbarramenti. Il Bangalore Torpedo/Blade non è 'mericano ma Inglese. Ps: ho contattato l'ANAIM, c'è un pacco on his way per casa mia... :s20: :s10: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 3 Maggio, 2010 Autore Segnala Share Inviato 3 Maggio, 2010 Grazie per le spiegazioni !!! Per il resto sono contento per te !!! Ciao RED Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rich93 Inviato 4 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 4 Maggio, 2010 C'è parecchia letteratura sull'argomento dei reticolati, se per caso vi interessa, potete farvi un giro sul forum di cimeetrincee, dove se ne parla diffusamente. Ricordo di avere letto (non chiedetemi in quale libro...) anche di aggeggi più o meno infernali inventati in trincea, come una specie di carriola con corazza, che serviva per portare avanti l'esplosivo. Altro grave problema erano le pinze tagliafili, che i soldati odiavano perchè dicevano che erano spesso delle comuni forbici da giardinaggio; essere spediti a tagliare i reticolati, era una delle cose peggiori che gli si poteva chiedere. Alla fine, il rimedio più sicuro per eliminare i reticolati erano le bombarde; a dire il vero ci sarebbero stati anche i grossi pezzi di artigleria, ma le bombarde avevano un uso locale più diretto ed immediato. Il Regio Esercito cominciò ad usare diffusamente nel 1917, sempre nel 1917 apparvero nell'attacco di Caporetto, dove operavano intere divisioni di bombarde tedesche. Il dr. Killian, che ha scritto uno dei più bei libri su Caporetto, era ufficiale di una divisione di bombarde di montagna, mandati espressamente per debellare i reticolati, dopo l'esperienza maturata sul fronte occidentale. A me non risulta che il Regio Esercito usasse i tubi Bangalore, almeno nei primi due anni di guerra. So che usavano cariche di gelignite, ed anche in questo dimostravano un fegataccio, perchè la gelignite è uno degli esplosivi più potenti ma più pestiferi... basta una differenza di umidità per farla esplodere. E' lo stesso esplosivo che fu usato a Piazza Fontana, e questo fu un indizio che fece escludere agli inquirenti la pista dei "professionisti". Infatti, si diceva che nessun "professionista" avrebbe mai rischiato la vita con un materiale simile. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rich93 Inviato 4 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 4 Maggio, 2010 ho trovato uno dei link dei quali vi parlavo... http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/TUBI...A/D8605343.html (famoso l'uso dell'acqua, sia per contenere e direzionare l'esplosione dal lato oppsto sia sfruttandola direttamente per demolire). Lefa, hai qualche riferimento su questo argomento? Mi sembra interessantissimo e non ne avevo mai sentito parlare... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lefa Inviato 6 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 6 Maggio, 2010 Ultimamente alcune cariche sfruttano l'incomprimibilità dei liquidi sia per direzionare e contenere che per offendere. Per direzionare si intende ottimizzare la trasmissione di energia in un dato senso voluto, senza sprechi, nel caso dell'offesa si usa il liquido stesso per demolire. Facciamo un esempio del primo caso: se attacco una carica ad un muro e la faccio saltare l'energia si propagherà a 360°, anche se la parte interessata alla demolizione copre solo 180°. Questa è un'azione sconveniente per due motivi: l'energia non viene direzionata e il fatto che non ci sia nulla a contenerla implica che la velocità di espansione dei gas avverrà più velocemente nei 180° dove c'è aria rispetto ai 180° dove c'è materia. Ricordi la famosa irruzione della SAS nell'ambasciata Iraniana dalla finestra sulla facciata? una gran botta sia verso l'esterno che verso l’interno, pericolosa per gli operatori/ostaggi e sconveniente da un punto di vista energetico. Se invece prendiamo la medesima carica e la attacchiamo allo stesso muro, ma la copriamo (ovviamente sono progetti ad hoc, si tratta di cariche già composte con la struttura di contenimento pronta) con uno strato di acqua opportunamente dimensionato in ragione della carica installata e del muro da tirar giù avremo una demolizione molto più efficiente e sicura, sia perchè la direzione sarà controllata e indirizzata in un dato angolo, sia perchè la velocità di espansione dei gas a questo punto sarà inversa, più veloce nei 180° dove si trova materia rispetto ai 180° dove si trova il liquido. Agendo in questa maniera si può usare meno esplosivo con tutti i vantaggi tattici che ne conseguono, è un modo molto intelligente per ottimizzare il rapporto esplosivo impiegato/danno. Nel secondo caso viene sfruttato il principio della carica cava. Se in una forma di esplosivo pratichiamo una cavità o una depressione dalle giuste geometrie, l’energia verrà proiettata nel senso inverso alla cavità/depressione. In questo modo si direziona l’energia, di solito la cavità di una carica cava cilindrica è conica e la stessa è chiusa da un cono di rame delle stesse dimensioni che viene usato come offesa, al momento dell’esplosione infatti si estroflette sciogliendosi e creando un dardo concentrato che buca tutto. Su questo principio hanno sviluppato cariche cave per il disinnesco di IED e simili che al posto del rame utilizzano l’acqua per distruggere, sfruttando ancora le proprietà dei liquidi. Al posto del dardo di rame viene proiettata una distruttiva massa d’acqua che disinnesca l’esplosivo senza farlo detonare. Qualche esempio dei casi sopra citati: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rich93 Inviato 6 Maggio, 2010 Segnala Share Inviato 6 Maggio, 2010 Veramente interessante, sapevo delle cariche cave ma non dell'uso dell'acqua. E' vero, i liquidi non sono comprimibili... non ci avevo mai pensato. Grazie! Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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