CATTARO:
mondimedievali.net
«La squadriglia ... dal campo di Gioia del Colle sorvolò il mare per 400 km, e a notte alta bombardò il labirinto marino, le fortificazioni, le navi e i depositi. Altissime fiamme si videro nella notte. Compiuta l'operazione, i grossi velivoli italiani nonostante la foschia rifecero la rotta raggiungendo incolumi, dopo sei ore di volo, il campo di partenza. “Secondo me - ebbe a scrivere D'Annunzio che partecipò all'azione - l'impresa di Cattaro è la più straordinaria che sia mai stata tentata da apparecchi attrezzati per volo su terra”. E veramente ancora oggi, fatta ragione al tempo e ai mezzi, quell'impresa ha del leggendario e del sovrumano».
gioiadelcolle.info
“Tutti gi altri aerei raggiungono l'obiettivo, colpiscono sommergibili e siluranti ancorati nelle Bocche di Cattaro, riuscendo a sfuggire all'intensa contraerea nemica”
giovaniveneziani.com
"... il 5 ottobre 1917 piombarono sulla base navale di Cattaro. E' questa una delle imprese di cui D'Annunzio, medaglia d'oro, fu più fiero. Egli rimase miracolosamente illeso nonostante il suo apparecchio riportasse ben 127 fori."
http://www.liceobafile.it/Storia%20di%20A.Bafile/la%20famiglia%20gli%20studi.htm
".. al bombardamento notturno del 4-5 ottobre 1917 sulla munitissima base navale austriaca delle Bocche di Cattaro, in Dalmazia, nel corso del quale alcuni obiettivi nemici presenti nella baia furono sorpresi e distrutti."
cronologia.leonardo.storia.it
“Sgominati, presi alla sprovvista, fulminati da tonnellate di esplosivo, gli austriaci non seppero organizzare che una debole difesa antiaerea. La loro base navale fu gravemente danneggiata. Secondo le prime notizie pervenute, tutte le bombe scoppiarono sugli obiettivi prefissi, producendo terribili stragi”. Da notare che quest'ultimo Sito ha una certa importanza storica e non è sospetto di raccontare balle, presumo si tratti di difetti nelle fonti storiche.
Commento: come dicevo, non ho trovato alcuna traccia nelle cronache di guerra austriache, nelle opere di Sondhaus, Halpern ed altri storici nè in alcun Sito storico internazionale.
BUCCARI:
l'Atlante Storico della Marina che tu citi, è la fonte più equilibrata che ho visto sin'ora; tuttavia nemmeno le scariche di fucileria sarebbero mai avvenute secondo alcune fonti; on line è disponibile questa (a pag. 5): http://www.edit.hr/lavoce/2005/inpiu/storia050507.pdf
Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Regia_Marina)
10 febbraio 1918 - Beffa di Buccari: Costanzo Ciano, Luigi Rizzo e Gabriele d'Annunzio provocarono l'affondamento di quattro piroscafi; l'azione ebbe notevole risonanza e contribuì a risollevare il morale delle truppe per il lancio, da parte di d'Annunzio, di bottiglie contenenti un messaggio ed ornate di nastri tricolori.
http://www.marina.difesa.it/palazzo/percorso/buccari.asp
"...dove sostavano unità nemiche sia mercantili sia militari.
L'audacia dell'impresa trova ragione di essere nel percorso di 50 miglia tra le maglie della difesa costiera nemica, anche se l'attacco non riuscì, dato che i siluri lanciati dalle 3 motosiluranti si impigliarono nelle reti che erano a protezione dei piroscafi alla fonda.
Le unità italiane riuscirono successivamente a riguadagnare il largo tra l'incredulità dei posti di vedetta austriaci che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al porto, e che non reagirono con le armi ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco.
Dal punto di vista propriamente operativo, emerse un elemento importante dalla scorreria dei M.A.S. a Buccari: le facili smagliature ed il mancato coordinamento del sistema di vigilanza costiero austriaco che finiva per prestare il fianco all'intraprendenza dei marinai italiani sempre più audaci."
Incursori: (http://incursori.wordpress.com/2007/06/15/la-beffa-di-buccari/)
"..i siluri furono sì precisi contro i bersagli, quattro piroscafi mercantili, ma, tranne uno che esplose, tutti rimasero impigliati nelle reti parasiluri, senza poter colpire i bastimenti nemici.
http://www.irredentismo.it/Pagine%20web/buccari.htm
Pensavano di trovare una corazzata ma non fu così. Si limitarono a silurare un grosso piroscafo e si allontanarono indisturbati senza danni e senza perdite.
Rivista "Il Carabiniere" (http://www.carabinieri.it/Internet/Editoria/Carabiniere/2004/08-Agosto/Storia/)
un'incursione con tre motosiluranti in una rada sulla costa dalmata, poco a sud di Fiume, dove fu colato a picco un piroscafo austriaco e furono lanciate tre bottiglie con messaggi di propaganda diretti alla popolazione.
FOCI DEL TIMAVO
http://sarcastycon3.wordpress.com/2009/02/...-parte-2%C2%B0/
Il 28 maggio del 1917, truppe della 45a divisione furono lanciate verso Duino. Il 77° reggimento fanteria della brigata “Toscana” stava quasi per raggiungere la mèta quando ricevette ordine di ritirarsi. Il maggiore Giovanni Randaccio, Gabriele d’Annunzio, con pochi fanti, erano in prima linea sotto una pioggia di proiettili nemici. Portavano con loro la grande bandiera che d’Annunzio avrebbe voluto piantare sulla sommità del castello di Duino. Dovendo ripiegare, per l’ordine ricevuto dal comando, Randaccio e d’Annunzio, dopo essersi assicurati che i fanti fossero rientrati, rimasti ultimi, stavano attraversando, su una passerella improvvisata, il Timavo, quando il maggiore fu ferito a morte. Aveva 34 anni.
Thompson, La Guerra Bianca, pag. 269
Una delle ultime operazioni della x° battaglia dell'Isonzo ebbe luogo il 28 maggio, nei pressi di S. Giovanni di Duino. Un batt. del 77° Regg. "Lupi di Toscana" avrebbe dovuto attraversare il fiume su passerelle lanciate sotto la Quota 28 e conquistarla. Le prospettive di successo erano nulle... (segue spiegazione tattica NdR). Questo ridicolo piano era stato concepito da un cinquantaquatrenne Cap. dei Lancierdi di Novara, nientemeno che Gabriele d'Annunzio. Una sola delle passerelle è stata realizzata... gli osservatori hanno individuati filo spinato e mitragliatrici su Quota 28. Le "enormi difficoltà" hanno scoraggiato il magg. Randaccio. Le voci di un rinvio dell'operazione inducono d'Annunzio a precipitarsi al Comando Supremo dove ottiene udienza dal Duca d'Aosta e viene autorizzato a procedere. Partono in fila indiana, il poeta porta la bandiera. Un gruppetto di uomini riesce a percorrere la passerella sotto il fuoco nemico ed alcuni riescono a raggiungere la sommità della collina. Randaccio va a chiamare rinforzi, i mitraglieri austriaci nascosti sul fianco della collina aprono un fuoco di infilata sulla riva e sulla passerella.
Quando le truppe vedono ciò che li aspetta sulla riva opposta, quaranta soldati si ammutinano. Legano camicie bianche alle baionette e rispondono urlando agli ufficiali che li chiamano codardi: "Non vogliamo essere mandati al macello!" Anche i soldati sulla sommità della collina si stanno arrendendo. Randaccio ordina la ritirata, alcuni uomini cadono in acqua. D'Annunzio, che evidentemente non ha attraversato anche se il Bollettino Ufficiale riferirà altrimenti, li aiuta risalire a riva. Randaccio è gravemente ferito. D'Annunzio ordina alla batteria più vicina di fare fuoco sui soldati rimasti al di là del fiume. Fonti citate, col. Angelo Gatti.
Il resto alla prossima puntata, ora è tardi.