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Adelfi


GM Andrea

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Titolo: ADELFI

Autore: Paolo Mastrolilli

Casa editrice: Rizzoli

Anno di edizione: 2007

Pagine: 238

Prezzo originale: euro 17,00

Reperibilità  : facile

 

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A volte la sera capita di perdere il bus e di bighellonare nella libreria di fronte alla fermata in attesa del successivo. La consueta panoramica, con speciale attenzione alla sezione storica, ed ecco che casca l'occhio su un libro fresco-fresco, Adelfi. Nulla di marinaresco a prima vista. Diamogli una chance. Immediata scansione del risvolto, ed ecco una (sola) parolina: Matapan. Apperò. Si va alla prima pagina e si parla di Accademia Navale. Perfetto, è mio.

 

Segnalo quindi l'uscita nelle librerie del romanzo di Paolo Mastrolilli Adelfi, Rizzoli, €.17,00.

Qui si trova anche il risvolto di copertina.

 

In realtà  più che un romanzo è la storia di due fratelli (padre e zio dell'autore), l'uno Ufficiale di Marina (Tenente Commissario) l'altro nell'esercito, e di come le loro strade si "divisero" all'armistizio: il primo aderisce al fronte clandestino di liberazione, il secondo subisce la prigionia del nemico-alleato in India.

 

Comprato stasera, l'ho solo leggiucchiato qua e là .

Appena smaltisco quel che sto leggendo lo divoro.

Attendo anche vostre opinioni-recensioni!

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  • 2 weeks later...

Finito di leggere il volume in questione, il giudizio non può essere ahimè dei più positivi.
La storia è quella del padre dell’Autore, Vittorio, Ufficiale dei Bersaglieri, combattente in Africa, deportato in India e strenuo non collaboratore. Ma è anche la storia del fratello Alberto, Ufficiale Commissario della R. Marina, attivo nel fronte di resistenza clandestino nella Roma del ’43-’44.

Di seguito evidenzio quelle che - a mio modo di vedere – sono inesattezze/incongruenze, registrando con rammarico come alcuni svarioni si sarebbero potuti evitare facendo leggere le bozze a un qualunque esperto. Per la serie: non è sufficiente reperire il materiale all’Ufficio Storico della Marina, se poi lo si utilizza così…

Pag. 2: si dice che Alberto, laureato in legge, nel 1936 è “ammesso ai corsi regolari della Regia Accademia Navale…”. Non erano i corsi regolari, erano i corsi per Ufficiali Commissari (oggi diremmo “a nomina diretta”). Dal racconto sembra che Alberto fosse un allievo dei corsi normali, allora riservati solo ai Corpi di Stato Maggiore, Genio Navale e Armi Navali.


Pag. 12: all’arrivo in Accademia “l’Ammiraglio Malceri vuole stringere la mano a tutti i cadetti”.
Ora, a parte che di “cadetti” proprio non poteva parlarsi per le ragioni di cui sopra, si nota che l’Amm. Malceri è palesemente l’Amm. Maugeri, personaggio di una certa rilevanza nel romanzo.
E’ evidente che si tratta di un espediente romanzesco. Infatti per tutto il periodo in cui Alberto fu in Accademia (ottobre 1936-giugno 1937) l’Ammiraglio Comandante fu Giuseppe Romagna Manoja.
Nel frattempo Maugeri non era nemmeno Ammiraglio (lo sarà solo nel ’41). Proprio nell’ottobre ’36 fu promosso CV, e da quell’anno al ’38 insegnò all’Istituto di Guerra dell’Esercito di Torino.
Ma al di là di questo, alzi la mano chi, appena entrato in una qualunque Accademia militare, viene fatto posizionare ancora in borghese nel piazzale per ricevere la stretta di mano dell’Ammiraglio/Generale comandante. Di solito si viene presi a calci da un sottufficiale.

Pag. 13: nell’occasione l’Amm. Malceri fa un discorsetto ai neo-arrivati dicendo che “la Marina Militare italiana ha un storia breve…etc”. Semmai avrebbe detto “la Regia Marina”.

Ibidem: Alberto è qualificato “aspirante Allievo Ufficiale”. O era Allievo, o era aspirante, che è tutta un’altra cosa.

Pag. 14: descrizione della vita in Accademia. “Poi ore di studio: trigonometria, navigazione astronomica, tiro navale, chimica degli esplosivi, termodinamica”. Vale a dire che un Ufficiale Commissario in fieri studiava da Ufficiale di Rotta, Direttore di Tiro, Direttore di Macchina…Non credo proprio che vi fossero queste materie in programma.
Nella stessa pagina si usa il termine “caserma”, che nessuno dal 1881 ha mai utilizzato per indicare l’Accademia Navale.

Pag. 16: “Non si sente un fiato, nel colonnato gotico che sorregge le antiche aule dell’Accademia”. L’Autore per scrivere il libro è stato in Africa e in India. Ma Livorno, no? Avrebbe scoperto che l’Accademia non è un ex convento, ma è stata costruita ex novo a fine ‘800. Sicchè, oltre a non essere gotica, nel ’36 non era certo antica.

Ibidem: Alberto compone un tema e “scopre che l’Amm. Malceri ha apprezzato: “Buon lavoro,” diciotto ventesimi”. Ma com’è paterno l’Ammiraglio Comandante! Addirittura corregge personalmente i compiti degli allievi…

Pag. 17: una banalità , ma il Lanzerotto Malocello non era “pesante 2380 tonnellate”, semmai le dislocava.
Nella stessa pagina Alberto, imbarcato sullo Zara, scrive a casa indicando papale papale tutti i dati della nave: lunghezza, dislocamento, armamento, velocità massima e membri dell’equipaggio. Non sono proprio convinto che nel ’37 fosse consentito, seppure in privato, scrivere dati comunque riservati. Ufficialmente non c’era la censura, ma certe informazioni (come oggi) non devono trapelare. Tanto più che nella lettera Alberto afferma spavaldamente che lo Zara è stato costruito in spregio delle convenzioni internazionali.

Pag. 29: dopo aver lasciato lo Zara, Alberto è sul Cavour e “ha fatto pure carriera, più rapidamente di quanto si aspettasse. Lo hanno promosso Tenente Commissario…”. Ora, gli Ufficiali Commissari nel ’36 dopo qualche mese in Accademia iniziavano il tirocinio pratico di 5 mesi, alla fine del quale erano tutti promossi Tenenti. Quindi, nessun carriera fulminea e inaspettata.

Pag. 30: alla vigilia dello sbarco in Albania (1939) un marinaio dice ad Alberto: “Paura, Signor Tenente?”. Due osservazioni. In primo luogo, e vale per il libro, il marò avrebbe dovuto dire “Signor” e il cognome, non “Signor Tenente”. In secondo luogo, quando mai un marinaio si sarebbe permesso di fare una domanda simile a un Ufficiale???

Pag. 40: la “fascia azzurra da Ufficiale” si chiama sciarpa.

Pag. 56: su un molo a Taranto, Alberto è in compagnia del fratello Federico (pure lui Ufficiale di Marina). Incontrano un marinaio semplice (quello di prima). Alberto presenta il fratello al marinaio (!), il quale dice “molto onorato, marinaio Arturo Solustri”. E Federico “allunga la mano per stringere quella del giovane”. Ma scherziamo??? Doveva essere il marinaio a salutare militarmente e presentarsi, senza nessuna stretta di mano, e basta. In ogni caso, si presenta sempre la persona meno importante: quindi semmai il marinaio all’Ufficiale, non viceversa.

Pag. 56: episodio chiave del libro. Alberto è al “comando” (quale?) di Taranto. Presumo sia Maridipart, ma di più non si sa. Da lì assiste in una specie di teleconferenza a Gaudo e Matapan.

Pag. 57: Alberto sente in diretta (non si sa come e perchè) la conferenza degli Ammiragli a Supermarina. In questa, Riccardi descrive la situazione in un modo assolutamente didascalico e inveritiero. Es.: “Questo è quanto sappiamo. L’Ammiraglio Iachino, Comandante dell’intera operazione, è partito il 26 da Napoli a bordo della Corazzata Vittorio Veneto. Da Messina è salpata la 3^ Divisione del Trieste, comandata dall’Ammiraglio Sansonetti” etc etc. Un tono del tutto inverosimile. Riccardi in una riunione Ammiragli avrebbe detto semplicemente : “Iachino è partito il 26 da Napoli col Veneto”.

Ibidem: si dice “il” Duca degli Abruzzi, non “la”.

Pag. 58: si dice che Iachino il mattino 28 marzo inverte la rotta verso Taranto “perchè sa di non avere copertura aerea”. Non mi pare proprio; fu una scelta dettata da diverse esigenze tattiche contingenti.

Pag. 60: già nelle pagine precedenti Alberto (a Taranto!) nell’imprecisata “sala comando” segue praticamente in diretta quanto avviene. Ma se pure Supermarina ci metteva un’eternità a conoscere la situazione…Addirittura Alberto viene scosso “alle 23” dalla “prima comunicazione in molte ore”: “Unità attaccate al largo di Capo Matapan”. Vale a dire che dopo 20 minuti dallo scontro a Taranto erano già informati? Completamente inverosimile.

Pag. 62: la sera del 29 marzo un Ammiraglio a Taranto, parlando con Alberto, gli descrive minuziosamente come è andata la sera precedente a Matapan. Gli dice perfino con esattezza quanti morti ci sono stati con l’elenco preciso per ogni nave (“sarebbero morti 2303 marinai italiani: 782 dello Zara, 813 del Fiume” etc.), e che è morto pure l’Amm. Cattaneo. Impossibile. L’episodio venne ricostruito tempo dopo, e comunque la sera del 29 marzo c’erano ancora parecchi naufraghi da recuperare.

Pag. 69: si dice che “gli Ammiragli vogliono trovare il traditore di Matapan e fucilarlo”. Questa non l’ho mai sentita. Non mi pare che dopo Matapan vi furono Ammiragli decisi a trovare un “traditore” per fucilarlo. Nel libro poi non si specifica che il disastro fu conseguenza immediata della discutibile scelta di Iachino, oltre che dei tanti fattori che conosciamo.
Non si capisce poi perchè, nella trama del libro, i sospetti di “tradimento” si addensino su Alberto. Non si spiega da nessuna parte per quale motivo. Malceri dice ad Alberto: “il vostro ufficio è il sospettato numero uno” e che “vi trovavate nella posizione ideale per passare informazioni” Ma quale ufficio, di grazia? Quale posizione? Stava al SIS, a Maridipart…???

Pag. 71: Malceri dice ad Alberto: “Voi sapete che l’Ammiraglio Iachino è convinto che qualcuno abbia fatto la spia agli inglesi”. Ne siamo sicuri???

Pag. 72: Malceri dice ad Alberto che si ricorda di quando gli correggeva i temi in Accademia (!).

Pag. 75: Malceri è perfettamente informato di ULTRA (sa pure che sta a Bletchley Park). Ne parla ad Alberto, il quale dice “E’ roba da dipartimento dell’intelligence”. Semmai avrebbe detto “da servizi segreti” o “da SIS”.à
Pagg. 107 ss: Malceri si mostra stupito dagli eventi dell’8 settembre; quando in realtà (Maugeri) ne fu uno dei principali artefici.

Pag. 110: si indicano tra le navi perdute il 9 settembre gli incrociatori Gorizia, Bolzano e Taranto. In che senso, “perduti”?

Pagg. 195 ss.: Alberto, alla fine della guerra, si occupa dell’epurazione all’interno della Regia Marina. Vorrebbe fare piazza pulita di tutti gli alti Ufficiali filo-fascisti che ancora non sono stati cacciati. I marinai semplici no, si possono perdonare, “tranne quelli che hanno appartenuto alle brigate nere, alla X flottiglia MAS e ai mezzi d’assalto, partecipando ad azioni contro le forze armate italiane e i partigiani”. Il furore epuratorio di Alberto gli fa dire che “nelle alte gerarchie della Marina si annidava e si annida una forma mimetizzata e violenta di fascismo” e che parecchi Ammiragli (quali???) dopo aver aderito alla RSI “calati dal Nord sono tutti ai loro posti”.
Nel libro sono riportati appunti relativi ad alcuni Ammiragli e altri Ufficiali da epurarsi senza pietà , che l’Autore afferma di avere rinvenuto nelle carte di Alberto. Il punto è che si fanno nomi e cognomi, con accuse pesantissime a:
- Bruno Brivonesi, “l’esempio più sfacciato di vigliaccheria e collaborazionismo prestato per paura”
- Gaetano Catalano Gonzaga di Cirella, “il più gran ladro che vi sia in Marina”

- Emilio Legnani, MOVM, e in proposito del quale si parla della “bluffistica avventura dei mezzi navali in Mar Nero”.
La cosa più assurda è che Alberto di dispera per il fatto che le sue accuse cadono nel vuoto e la sospirata epurazione di massa non avviene, anche per colpa dell’ex Ministro De Courten.
Magari si poteva accennare al minimale ruolo che aveva all’epoca l’amicissimo Malceri (alias Maugeri)…Capo di SM della Marina….

Pag. 220: si cita l’episodio dei piani operativi italiani visti dal comandante in 2^ del Pola nel quadrato ufficiali del CT Jervis a Matapan. Quell’Ufficiale si chiamava Brengola, non “Bregnola”

Conclusione: con tutto il rispetto per l’Autore e per la tragica fine del Capitano Commissario Alberto Mastrolilli, che si suicidò, il libro andrebbe radicalmente rivisto per le notevoli incongruenze che ho evidenziato. Errori di stile e di sostanza.
La vicenda-base poi non regge: perchè Alberto doveva essere accusato di tradimento da non identificati Ammiragli? Quale era il suo ruolo?
E infine, siccome uno degli eroi della storia è l’Amm. Malceri-Maugeri, la cui autobiografia Ricordi di un marinaio è citata in bibliografia, mi sentirei di consigliare all’Autore il mai dimenticato From the ashes of disgrace, pregevole opera del medesimo. Forse cambierebbe idea.

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Spettacolare recensione, GM Andrea, spettacolare...

Saltando di palo in frasca, hai mai letto la traduzione italiana de "La grande fuga dell'ottobre rosso", edizioni Rizzoli? Io, ahimè, sì, e dopo aver letto l'originale in inglese...

Tra i tanti, si legge che un sottomarino ha una grande "vela nera" (falsatorre...) e che una nave statuntense tipo LPD è una "chiatta da sbarco".

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Si, l'ho letta... :s68:...ma trattandosi di errori di traduzione è sempre meno grave dei peccati originali degli autori

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Ecco un libro che non entrerà  nella mia piccola biblioteca.

Grazie C.te GM Andrea; ottima recensione per un libro "storico".

ad majora

xtgold

:s07: :s20:

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  • 4 weeks later...

Segnalo che l'Autore, Paolo Mastrolilli, pur essendosi iscritto ieri al forum non riesce al momento a inserire una risposta in questa discussione.

Molto cortesemente mi ha quindi contattato in privato, chiedendomi di inserire le sue osservazioni in merito. Cosa che faccio più che volentieri, sicuro che sarà  l'occasione per dare il la a approfondimenti di sicuro interesse.

 

I suoi appunti critici sono in grande maggioranza giusti, ma erano anche voluti. "Adelfi" racconta la storia vera di due fratelli che l'8 settembre del 1943 fecero scelte opposte. Tuttavia ho deciso di scriverlo come romanzo anche per avere la libertà  di concedermi le licenze letterarie che ritenevo necessarie alla narrazione, e che lei ha correttamente notato.

 

Le faccio qualche esempio. Ho servito come ufficiale nell'esercito, e so bene che il comandante dell'Accademia non va a salutare i cadetti appena arrivati, ma avevo bisogno di introdurre subito il personaggio dell'ammiraglio Malceri e stabilire le basi per il suo rapporto di futuro mentore di Alberto. So che Maugeri non era comandante dell'Accademia di Livorno all'epoca, ma nella postfazione chiarisco che Malceri è un personaggio fittizio, solo lontanamente ispirato a Maugeri, proprio perchè ci sono chiare discrepanze tra il personaggio fittizio del libro e Maugeri. E' altrettanto giusto che Alberto non potesse seguire in diretta i fatti di Capo Matapan dal comando di Taranto, ma ne avevo bisogno per raccontare l'azione avvenuta al lettore ignaro.

Potrei darle altre spiegazioni simili per molti altri dettagli narrativi contestati, ma sono certo che lei ormai abbia capito cosa intendo dire.

 

Quello che non è sbagliato, perchè non è stato oggetto di licenze letterarie, è la realtà  di fondo della storia. Purtroppo Alberto fu davvero accusato ingiustamente di aver passato agli inglesi informazioni sull'operazione che portò alla tragedia di Capo Matapan. Le critiche fatte ad alcuni ammiragli sono davvero contenute nei rapporti scritti da Alberto che, per la sua esperienza personale e il ruolo avuto nella resistenza militare clandestina, aveva evidentemente motivo di nutrire quei sospetti.

Naturalmente ognuno ha diritto di obiettare ai suoi giudizi, ma ciò non toglie che tali erano e tali li ho riportati.

Capisco che per ogni esperto di Marina certi dettagli sono importanti: anche io, come ex cavaliere, inorridisco quando qualcuno confonde le fiamme con le mostrine. Tuttavia spero che lei, e tutti gli altri esperti di Marina, possiate capire come certe inesattezze sono licenze letterarie volute, che ho ritenuto necessarie per la narrazione. Altrimenti avrei scelto di scrivere un saggio. Lei può obiettare che al mio posto non si sarebbe preso certe libertà , ma deve accettare che ciò rientra nella soggettività  dei punti di vista letterari e romanzeschi, e non nell'oggettività  dei fatti.

I fatti raccontati nel romanzo, e presentati come veri fatti di fondo, sono autentici. Invece i dettagli che lei ha criticato sono stati appositamente ritoccati per esigenze narrative. Sono cose che ho scritto esplicitamente anche nella postfazione, proprio per evitare equivoci di sorta.

La ringrazio ancora dell'attenzione e spero che avremo occasione di discutere i temi di fondo.

 

Inserisco anche la sua replica alla mia risposta:

 

Sulla questione del verosimile sono d'accordo con lei, ma in certi casi i romanzi hanno bisogno di allontanarsi un poco dalla realtà .

Prendiamo ad esempio il passaggio dell'incontro tra il marinaio Lispi e Alberto. Sono stato ufficiale e addestratore di allievi ufficiali, quindi conosco bene le regole. In quel passaggio però le ho infrante per due ragioni: primo, volevo dipingere il carattere di Alberto come persona pronta a compiere gesti dirompenti; secondo, volevo creare un legame umano tra lui e il marinaio semplice che andasse oltre la formalità  abituale, perchè poco dopo il marinaio semplice sarebbe morto a Capo Matapan, e questo serviva ad accentuare il significato emotivo e personale della sconfitta per Alberto.

Quasi ogni passaggio dove lei ha correttamente individuato discrepanze ha una spiegazione letteraria di questo genere.

Mio zio prestava servizio nel Sis. I sospetti su Capo Matapan di alcuni ammiragli, o di certi ambienti della Marina, sono abbastanza noti, e in famiglia chi aveva conosciuto Alberto aveva raccolto il suo dispiacere per essere stato chiamato in causa.

Quanto a Maugeri, conosco bene le polemiche che lo riguardano e il volume pubblicato negli Usa. Proprio per questo Malceri è un personaggio fittizio. Ho preso lontanamente spunto da Maugeri perchè mio zio aveva lavorato nel Sis. Per esempio, il lasciapassare per la sua missione in Grecia alla fine del 1941 esiste davvero ed è firmato da Maugeri. Malceri però è un personaggio inventato, proprio perchè volevo evitare le polemiche inevitabilmente legate alla figura di Maugeri, e ho tenuto a specificarlo nella postfazione.

Quanto a Brivonesi, Legnani e gli altri, capisco che ognuno avrà  la sua opinione su di loro, ma io non li ho presi di mira deliberatamente per qualche ragione recondita: Alberto ne aveva parlato in quei toni nei suoi rapporti, che io mi sono limitato a trascrivere, come ho specificato nella postfazione. Ho riportato quei documenti in maniera integrale perchè chiaramente dimostrano il disagio di Alberto e hanno avuto un peso sui suoi comportamenti.

Grazie ancora dello scambio di opinioni, spero avremo ancora modo di approfondirlo.

Modificato da GM Andrea
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confesso che personalmente mi troverei in difficoltà... non riesco a mandare a memoria i libri e spesso confondo romanzi con saggi. Le licenze letterarie che ha impiegato si rivelerebbero molto pericoloso al sottoscritto.

ma come ho detto è un problema personale!

 

PS Andrea mandami o manda a Eric un pm con il nick con il quale il sig. Caporilli si è iscritto che cerchiamo il problema!

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