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FUORI TUTTI...con calma...fuori tutti


Marco U-78 Scirè

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scusate l'ignoranza ma in che cosa consistono quelle prove??????? ??? ???

 

nella prima devono riuscire ad uscire senza annegare????????

 

Beh qualcosa dovevo pur dire.... Mica mi chiamo Luciano o Gianni.... al massimo Giacomino....

 

salve Giacomino............ :s01:

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Non sono prove, fà parte dell'addestramento specifico dei sommergibilisti.

Un sommergibilista, in caso di emergenza deve essere in grado di fuoriuscire dal sommergibile attraverso la garitta di fuoriuscita.

Per questo si frequenta un corso che ai miei tempi veniva tenuto al Varignano a La Spezia.

Consisteva in una parte teorica, con lezioni tenute un aula concernenti, anatonia, ed effetti, sull'organismo umano dell'apnea, gli effetti della pressione sull'organismo etc etc. ed una parte pratica consistente

in un corso di apnea, allenamento al lavoro in apnea, e per ultimo allenamento alla fuoriuscita, che veniva effettuata attraverso una torre stagna.

Per spiegare era un tubo d'acciaio di un paio di piani di altezza, pieno d'acqua, in fondo c'era una porta stagna che comunicava con una garitta stagna, si apriva la porta stagna che dava verso l'esterno, si entrava nella garitta richiudendo la porta stagna, poi la garitta veniva allagata, appena piena d'acqua, si apriva la porta stagna che dava verso la torre, si entrava nella torre e si usciva risalendo verso l'alto, con il capo reclinato all'indietro e la bocca aperta, per consentire all'aria in pressione presente nei polmoni di fuoriuscire.

Faccio notare che se qualcuno dovesse uscire con la bocca chiusa, per esempio da 100 metri di profondita', appena arrivato in superficie insieme all'aria sputa fuori anche i polmoni, provocandosi la morte istantanea.

Se avete visitato il Toti avete anche visto la sua garitta, posizionata nella vela e si accede attraverso una scaletta dalla camera di manovra.

Prima di congedarmi la Marina pensando che in emergenza qualcuno avrebbe potuto anche perdere la testa, ci aveva dotato tutti di quello speciale salvagente con maschera, che vedete nella foto.

Indossando quello si puo' evitare di risalire con la bocca aperta in quanto dotato di valvola che permetteva di scaricare automaticamente l'eccesso di pressione.

Comunque per noi allora certe cose erano la normalita' di vita!!

Faceva semplicemente parte del nostro modo di vivere cosi come il controllo dei sentimenti e della paura.

Se ti prende la paura basta scacciarla e continuare a ragionare semplice no'.

Se non fossimo stati abituati a questo come pensate che avremmo potuto salvarci quando ci hanno tagliato via timone ed elica a La Spezia?

Ciao

Luciano

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Dalle foto mi sembra la stazione inglese (Forf Blockhouse - Gosport - Portsmouth) E' alta circa 30 metri.

 

E' uno dei migliori centri di addestramento al mondo.

Addestra alla fuoriuscita individuale e collettiva.

 

Ce ne sono altri in Norvegia, Germania e Turchia.

 

La prima volta ... muori di paura .... ma dopo vorresti subito rifarlo .... :s12:

 

Io l'ho fatto un paio di volte ... anni fa. Lo ricordo benissimo !!

 

CIAO

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Ciao Ulan circa l'incidente avevo messo un Post tempo fa' sul forum del sito di Giampiero, dove sono anche registrato con lo stesso nik name, penso che lo abbano letto quasi tutti i Comandanti di Betasom cosi' mi aveva detto Gianpiero.

Comunque cerchero' di postarlo qui' per te' anche se gli altri lo hanno già letto

Ciao e grazie

Luciano

 

P.S. lo metto nel Post seguente se riesco!!

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Spero di riuscire a Postarlo, ero in comunicazione con Gianpiero che e' il Figlio di un Grande "Marinaio" che ho conosciuto da ragazzo e che oggi e' in pensone come Contrammiraglio.

Gianpiero per prima cosa ti citerò il detto di un mio amico "Ricordate gente la Fortuna è cieca però la sfiga ci vede benissimo"

Quella sera stavamo rientrando da una esercitazione a La Spezia erano circa le 20,30 (non ricordo l'ora precisa però era già buio), e il comandante di allora aveva deciso di passare dal canale che esiste tra il Tino e la Palmaria (allora passavamo spesso di li', era piu comodo), entrati in rada il Comandante ha fermato il battello per dare precedenza ad un rimorchiatore con traino, in plancia c'erano il comandante e una vedetta. Questa parte del racconto proviene dai racconti dei miei compagni visto che io ero in sala radio, il battello stava lentamente arretrando per evitare che il moto ondoso lo spingesse avanti,quando all'improvviso ho sentito un urlo"Che fa' quello scemo!!!, quardi comandante ci viene addosso!!!" poi la voce del Comandante" Avanti tutta!!, Tutta la barra a sinista!!!", Ho sentito distintamente L'accellerazione del Bagnolini in avanti e a sinistra, poi di colpo, una botta gigantesca la parete del quadro elettrico diventare pavimento, sono schizzato verso quella, però non sò come la porta della cabina radio si è riaperta, cosi l'ho presa in pieno.Mi sono rialzato perchè nel frattempo il battello si era raddrizzato, ho guardato fuori, erano tutti ammucchiati in manovra uno sull'altro,sotto shock, sembravano impazziti, ho guardato a sinista e ho visto una valanga d'acqua in pressione che entrava da poppa. ricordo di aver pensaro che la mia vita finisse in quel momento. Stavo gia' mentalmente preparandomi al trapasso quando mi sono accorto che il mio amico Edo capo macchina mi stava guardando e con Lui anche un ufficiale di cui non riesco a ricordare il nome, credo che abbiamo pensato tutti e tre alla guarnizione, che,tutti sapevamo posizionata in una nicchia dell'asse dell'elica e siamo corsi verso poppa. Ricordo che non riuscivamo a raggiungerla perchè l'acqua ci respingeva indietro, cosi' siamo passati facendoci schermo delle costole(dietro le costole la pressione era inesistente si trattava poi solo di saltare la costola riparandosi dietro l'altra) Edo era al di la' e quell'ufficiale ed io di qua', incominciando a dare aria, l'ufficiale di cui non ricordo il nome (e pensare che eravamo amici, me ne vergogno) mi disse che ormai c'erano loro e di rientrare in sala radio per dare l'allarme per i soccorsi, cosa che ho fatto regolarmente. (Un giorno quando magari ci vedreno ti darò i dettagli a voce). eravano a galla grazie ad una guarnizione di gomma mai provata prima, senza sapere quanto potesse reggere, senza timone e senza elica in balia del mare che ci ha riportati al largo. Sono venuti a prenderci 2 rimorchiatori, e siamo arrivati in banchina mi sembra alle 4 del mattino. La vedetta mi aveva poi detto che il battello con l'urto vi era quasi rovesciato e lui ed il comandante si erano ritrovati per un istante sottacqua.

Purtroppo il comandante aveva battuto la testa ed era KO al punto che si era dovuto trasportarlo in infermeria.

Tutto questo sembra per un errore di segnalazione da parte del rimorchiatore che trainava quella bettolona, e la mancanza di luci a bordo di questa( probabilmente un guasto avvenuto mentre il traino era già in corso).

Circa l'affondamento del Toti mi sono ricordato,che è vero, non sono stato il primo a dare l'allarme.

Il Toti era ormeggiato nelle banchine dove di solito ormeggiavano i dragamine, mentre il Bagnolini era ormeggiato nel canale, e il corpo di guardia era all'inizio della caserma sommergibili e anche se me la sono fatta tutta di corsa, ho impiegato sicuramente più tempo della sentinella del vesuvio che ha dovuto alzare solo il telefono.

Ricordo che quando sono arrivato erano già tutti agitati ed al corrente, mi hanno chiesto se ero del Toti, ho detto di nò, mi hanno detto di essere già al corrente, che avevano da fare e mi hano chiesto cortesemente di andarmene, cosa che ho fatto regolarmente.

Spero che il racconto ti sia piaciuto, mi piacerebbe ricordare quel giovane Ufficiale, sai alla mia età la memoria fa cilecca,

perche' se sono vivo lo devo al mio amico Edo ,con cui ho contatti, a quell'Ufficiale che non ho mai piu' rivisto, e un pochino anche a me stesso.

Ciao

Luciano

Scusa se ci sono anche le spiegazioni sull'affondamento del Toti in Banchina, era nel Post precedente.!!!

Ciao

Luciano

P.S. il termine "Marinaio" che uso non identifica un grado ma chi siamo a prescindere dal grado, per me' il termine rappresenta una specie di Onoreficenza. Ricordo che il solino lo abbiamo indossato tutti dall'ultimo maro' al Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Viva la Marina Italiana e tutti i Marinai!!!!

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Si' sono esperienze che segnano ma a mio avviso nel bene anche se apparentemente negative.

Il legami tra compagni si risalda ancora di piu'!!!

Senti la morte vicino a te' che ti chiama, ma tu non puoi mollare, devi reagire, perche' sai che se muori tu con te' moriranno tutti i tuoi amici.

Penso che quelli di Voi che abbiano mai provato a salvare qualche persona, dalla morte mi possano capire.

Durante la mia vita fin da bambino, ho salvato tantissima gente, dall'annegamento, dal fuoco, a Taranto da ragazzo un giorno che mi allenavo con mare forza due a Lido Silvana(Quando c'era mare grosso nuotavo sempre per allenamento) mi e' successo di portare a riva una intera famiglia, una bambina di 10 anni suo padre e sua madre, e purtroppo ho dovuto lasciar annegare un ragazzo della mia eta', non potevo portare a riva anche lui, sapevo che se lo avessi fatto, saremmo morti tutti.

Ti racconto come e' andata:

Io stavo nuotando a 100 metri da riva ed ad un tratto ho sentito delle grida che arrivavano dalla spiaggia.

Dato che alla fine della spiaggia c'era un molo di circa 300 metri di lunghezza, le onde rifrangendosi creavano una corrente di ritorno molto forte che portava al largo.

Mi sono fermato ed ho visto una bambina di circa 10 anni dentro un salvagente a ciambella da bambini che veniva spinta dalla corrente verso il largo.

Ho visto suo padre tuffarsi arrivare nuotando vicino a lei, poi fermarsi cominciando ad andare su' e giu' poi ho visto la madre tuffarsi e come per il marito arrivata vicino cominciava ad annaspare, cosi' ho nuotato come non mai verso di loro, quando sono arrivato, mi sono accorto che avrei potuto salvarne solo uno, pero' mi e' venuta un'idea, ho afferrato la ciambella con la bambina dentro ho nuotato fin vicino al padre e l'ho fatto attaccare continuando a nuotare con un braccio solo fino alla madre alla quale ho chiesto di attaccarsi alla ciambella anche lei, poi ho nuotato come un disperato con tutte le forze che avevo verso riva, nuotando ho picchiato la gamba contro la gamba di un ragazzo completamente sommerso, probabilmente ancora vivo( dato che da riva avevano cercato di fare una catenaria tenendosi con le mani, quel ragazzo era il primo della catenaria, e il mare lo aveva portato via). in quel momento anche se l'istinto mi spingeva a raccogliere anche Lui la ragione mi diceva che se lo avessi fatto saremmo morti tutti, cosi' ho continuato a nuotare verso riva finche' l'ho raggiunta. poi anche se ero stanchissimo mi sono ributtato in acqua per cercare di raggiungere anche quel ragazzo, pero' dopo un po' le forze mi sono venute meno.

Allora per non annegare ho preso fiato sono sceso sul fondo e in apnea piano piano attaccandomi ai sassi del fondo sono tornato a riva.

Quel ragazzo lo hanno poi trovato i sommozzatori della Marina due giorni dopo, due miglia al largo, morto.

Nonostante abbia la certezza di aver agito per il meglio ogni tanto ci penso ancora, provo ancora un senso di impotenza.

Non stupirti per quello che ti ho raccontato, ero un buon nuotatore, facevo parte della squadra sportiva della Marina, e gareggiavo per i quattro stili, normalmente nei 100 metri stile libero, sempre equagliavo il record Italiano, ed ero anche portiere della squadra di pallanuoto. Penso che alcuni miei compagni delle Scuole Cemm di allora 1964 se lo ricordino.

Anche se poi per studiare ho lasciato lo sport.

Scusa le mie divagazioni e i miei ricordi.

Ciao

Luciano

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Leggo solo ora.....

Siccome fui imbarcato, nonostante fossi di leva per sostituire d'ugenza un RT che si era ferito, durante le manovre nato in Egeo, non ebbi la possibilità di fare questo tirocinio, ma siccome avevo anche la licenza da sommozzatore civile e che spesso con il gruppo sommozzatori dei carabinieri partecipavo ad esercitazioni come quella dell'uscita da una macchina finita in mare, mi scelsero...

mi insegnarono invece molto bene, la procedura da seguirsi in caso di bisogno.... ricordo che il nostro direttore Totiano in un post che penso si sia arenato, proprio a quella domanda (il post nel quale uno faceva una domanda e chi rispondeva giusto aveva diritto di formularne un altro sella sezione di allora Storia e tecnics)

chiese proprio informazioni sul soggetto... ma per una certa scaramanzia (se ben ricordo da parte di Gotrek) la riposta non venne mai a galla ..... eh si.. proprio cosi... "non venne a galla" forse la risposta non aveva fatto il corso, Gotrek si, ma la risposta no, infatti non venne mai in superficie :s04: :s04: :s04:

 

fly37

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Purtroppo ragazzi non ho avuto modo di sapere chi fosse quel ragazzo, e cosi' non ho neanche potuto, andare a dire alla sua famiglia che per me' rappresentava il Coraggio in prima persona.

Io non credo di essere stato cosi' coraggioso rispetto a Lui. Ero anche se giovanissimo,appena diciottenne, un abile nuotatore, pratico di salvataggi in acqua, visto che per me' e' sempre stata una pratica ricorrente fin da bambino.

Pensate invece alla generosita' di quel ragazzo che pur sapendo di non essere capace a nuotare, non ha pensato alla sua vita, ma solo a quella bambina che se ne stava andando portata dai marosi.

Quello ragazzi e' il vero Coraggio spinto da una generosita' talmente grande da superare perfino l'istinto di sopravvivenza.

Quel ragazzo mio coetaneo e' ancora oggi per me' l'emblema del Coraggio, quello vero che e' sostenuto dall'Amore per il prossimo.!!!!

Avrei voluto potermi trasformarmi in un delfino per raggiungerlo e salvarlo perche' sapevo che lo meritava.

Pero' ho dovuto desistere non ce la facevo piu' non avevo piu' forza.

Ancora oggi pensandoci mi rimane un che' di amaro in bocca, come se avessi assistito ad una ingiustizia, non e' giusto che un ragazzo cosi' sia morto.

Ero talmente arrabbiato per il fatto che dopo, ho poi raggiunto il padre di quella bambina, l'ho chiamato in disparte e gli ho detto di tutto, l'ho accusato di essere stato la causa di quella tragedia dicendogli che se si fosse dedicato a sua figlia senza distrarsi il fatto non sarebbe successo, era un uomo adulto, ricordo che ha abbassato gli occhi senza parlare.

Ora pensandoci so' che non avrei dovuto sgridarlo, non stava a me' giudicare, se lo reincontrassi penso che gli chiederei scusa.

A volte il destino prende strani percorsi.

Ho voluto dirla tutta cosi' come e' andata tanto per liberarmi la coscenza.

Comunque da quella volta non mi sono mai piu' permesso di giudicare nessuno!!!

Ho sempre cercato solo di capire i motivi delle cose immedesimandomi negli altri, e facendo cosi' ho sempre trovato motivi e giustificazioni per qualunque fatto.

Strana vero la vita!!!

Ho ancora tante cose da raccontare piano piano le raccontero'.(Ovviamente quelle non riservate, cercate di capirmi, dentro sono sempre un Marinaio, e il mio affetto e rispetto per la Marina Militare e' immenso)

Ciao a tutti

Luciano

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Luciano complimenti al tuo coraggio e....

incredibile...

 

"facevo parte della squadra sportiva della Marina, e gareggiavo per i quattro stili, normalmente nei 100 metri stile libero, sempre equagliavo il record Italiano, ed ero anche portiere della squadra di pallanuoto."

 

anche io hio fatto parte della squadra sportiva della Marina, giocavo nella squadra di pallanuoto, ed ero istruttore di nuoto.... dovrei avere qualche foto, non so dove...

incredibile quante cose ci avvicinano Luciano...

ma non ho mai avuto il tuo coraggio!!!!i

 

complimenti sinceri...

 

fly37

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Grazie a tutti!!! sicuramente non merito tanti complimenti, perche' so' di aver fatto solo quello che ho sempre ritenuto fosse il dovere.

Ho sempre vissuto fin da piccolo con la convinzione che, anche se gli esseri umani non sono tutti eguali, chi ha avuto qualche cosina in piu' dal Buon Dio, questa l'ha avuta non per se stesso ma per gli altri che hanno avuto meno.

Credetemi ho fatto solo e semplicemente il mio dovere.

Grazie comunque a tutti quanti!!!

Ciao

Luciano

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Per Fly

Gianni a volte non si ha l'occasione di fare ed intervenire.

Dato che ci assomigliano moltissimo sono convinto che se ti si fosse presentata l'occasione come e' successo a me' ,tu avresti fatto quello che ho fatto io, so' che non avresti potuto farne a meno.

E questo so' che vale anche per tutti gli altri!!!

Ciao

Luciano

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Lucianone, tutto il mio sentito rispetto.

Proprio chi conosce il mare sa avvertirne il grande pericolo. Quindi TU sei stato molto coraggioso.

 

Una cosina mi ha interessato, dato che io pesco in apnea, quell'accenno sulle "tecniche" per lavorare in apnea mi intrigano assai. Dove potrei trovare notizie utili?

 

ciao

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"una parte pratica consistente

in un corso di apnea, allenamento al lavoro in apnea, e per ultimo allenamento alla fuoriuscita"

 

preso da Luciano.

 

Forse ho frainteso io, ma quello che mi è sembrato di capire è proprio un'esercizio (o metodo) che permette di risparmiare energie mentre si lavora in apnea. Forse Luciano invece intendeva "lavoro" in maniera generica: tecniche di iperventilazione, decompressione etc...

Fatemi sapere :s01:

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Si intendevo proprio l'allenamento al lavoro in apnea, non la tecnica per risparmiare energia, ma tecniche come l'iperventilazione, per immagazzinare piu' ossigeno, e lavoro in apnea sul fondo della vasca.

Per spiegare: Ci immergevamo in una vasca trasparente accompagnati da due istruttori, sul fondo della vasca (mi sembra fosse lunga sei metri e larga tre) c'erano dei blocchi di cemento quadrati di circa sessanta centimetri per lato con maniglie, dovevamo prendene uno per le maniglie e portarlo dall'altra parte della vasca poi prendere l'altro e portarlo di qua'. cosi' di continuo fino a quando resistevi.

Normalmente tutti superavano i due minuti di lavoro, pero' la durata dipendeva dalla resistenza specifica del soggetto, e dalla sua capacita' di apnea.

Non so' i miei compagni quanto resistessero, in quanto finito il lavoro tutti andavamo subito a cambiarci.

L'unica cosa che so' che personalmente dato che la cosa mi divertiva parecchio, andavo avanti per quattro minuti e piu', e poi l'istruttore ridendo mi diceva sempre " Guarda che ti ho detto di fare piu' di due minuti di lavoro non di viverci la sotto"

Per avere maggiori dettagli sulle tecniche ci vorrebbe il mio amico e compagno Martino di Asti, che e' un ex sommergibilista ed ex incursore e sommozzatore della Marina Militare, e attualmente presidente ed istruttore subacqueo della Gammasub di Asti.

L'altro giorno gli ho chiesto di venire su betasom ma mi ha detto che non trovava piu' il foglio dove aveva scritto il nik-name e la password, gli ho detto eventualmente di rifare l'iscrizione, spero che venga, farebbe felice Marco U-571.

e visto che e' stato uno dei nostri grandi Incursori potrebbe dare spiegazioni ben piu' dettagliate delle mie.

Ciao

Luciano

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Bho io non ho mai calcolato il tempo perchè annullo il pensiero: un compito specifico per volta, tutto il resto è distrazione. Almeno facevo così. Ora che bevo e fumo e mi immergo per lo più ad agosto, se sto sotto 30 secondi è grasso che cola :s01: A 4 minuti comunque son sicuro di non esserci arrivato mai.

 

@Luciano, grazie della spiegazione: la discussione mi affascina sempre di più. Se il tuo amico non può raggiungerci qui, fatti raccontare tutto per filo e per segno :s15:

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Io riuscivo sui due minuti con na buona iperventilazione...

 

quello che invece era molo spettacolare, ma richieva solo calma e non molto fiato era le dimostrazioni di uscita da macchina finita in mare (lago ecct) in effetti prendevamo posto in una vecchia seiceto e una gru la faceva scendere nelle acque di una piscina scoperta ( per la cronaca ad Albisola enrando da Savona di fronte al Ristorante I opesci vivi... come si mangiava bene lì!!!)

il pubblico assisteva alla dimostrazione...

l'acqua poco all volta entrava al'interno, finestrini chiusi... e noi si respirava bene... eravamo anche vestiti normalmente, la gente sopra incominciava a preoccuparsi perché i minuti erano lunghi a passare...

noi in effetti aspettavamo che l'acqua all'interno della macchina ci desse la possibilità di aprire le porte per uscire e sfruttavamo per respistare la bolla d'aria che si creava sotto il tetto della macchina.. in effetti bastava un 3/4 d'acqua all'interno per suoerare la pressione esterna sulle portiere... e poi uscivamo... per il pubblico era passata una eternità, ma noi in apnea forse eravamo rimasti solo un minuto.... comunque so che molti si sono salvati per aver assistito a quelle dimostrazioni che erano organizzate dal Gruppo 4LSP Somozzatori di Savona di cui facevo parte e del Gruppo Carabinieri Somozzatori di Genova... poi facevamo saldature sott'acqua ( ma con respiratore non in apnea) ai quei tempi la mitica Cressi con sacco quadrato alla vita e bombole di ossigeno...

 

quanti ricordi scrivendo....

 

ma 4 minuti caro Luciano... wow sei proprio eccezionale!!!!

 

 

fly37

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Vedete mi ricordo delle spiegazioni teoriche, in cui ci dicevano che l'ossigeno presente nei polmini e nel sangue consente al massimo un'autonomia di sette minuti, ovviamente non e' cosi' per tutti ,dipende dalla persona.

Quelle esercitazioni servivano per portare l'apnea di tutti ad almeno due minuti.

Ci insegnavano a rilassarci in apnea, tenete presente che dopo un minuto, i muscoli dei polmoni incominciano a muoversi da soli alla ricerca di aria, se ci si rilassa si fermano, ed inizia la vera apnea, il cuore da rilassati rallenta i battiti, il consumo di ossigeno diminuisce.

Comunque tenete presente che fin da ragazzino quando d'estate andavo in piscina a nuotare, con il primo tuffo ho sempre percorso la vasca per tutta la sua lunghezza sottacqua (50 metri), ovviamente lo facevo per rendermi piu' interessante agli occhi delle ragazze che guardavano. Ho imparato a nuotare al fiume all'eta' di sei anni, ed ho incominciato da sottacqua trattenendo il fiato. Le mie figlie ho voluto che imparassero anche loro nello stesso modo, per un motivo molto semplice, se sei preso da un crampo, se sei abituato all'apnea, puoi andare sotto sul fondo, e massaggiarti, rilassandoti, e salvandoti cosi' la vita.

Invece ,anche se sei un buon nuotatore ,non sei abituato, in caso di crampi, sei praticamente esposto all'annegamento.

Comunque anche se sembra una cosa eccezzionale, un apnea di quattro minuti, e' abbastanza normale per persone allenate.

Uno di questi giorni chiamo il mio amico Martino e mi faccio dare un po' di tempi statistici, da loro riscontrati nel corso di apnea che fanno alla Gammasub di Asti, poi vi faccio sapere.

Ciao

Luciano

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Sonar

personalmente sono abbastanza contrario all'iperventilazione propratta a lungo, in quanto, mi faceva poi girare la testa, mettendomi in uno stato di malessere generale.

Non credo sia necessario avere un fisico eccezzionale per resistere a lungo in apnea, quanto se mai dalla capacita' polmonare, in rapporto alle dimensioni del soggetto.

Comunque la durata dell'apnea penso dipenda principalmente anche dalla capacita' di controllo e dalla volontà della persona.

Ovviamente penso sia necessario avere la misura dei propri limiti, perche' oltre un certo livello di durata, si puo' anche morire senza accorgersene, pensando magari di addormentarsi.

Come quando si usa l'ossigeno puro al di sotto di una certa quota, non si ha piu' cognizione del pericolo, ci si addormenta e si muore, magari facendo un bellissimo sogno.

Non si hanno piu' segnali di pericolo da parte dell'organismo perche' sono gia' stati superati.

Riguardo a questo vi raccontero' quanto mi e' successo nell'estate del 1963, a Cesenatico.

Ero appena rientrato dagli USA per trascorrere le vacanze estive in Italia con mia mamma, e ho ricevuto una telefonata da parte di un amico di famiglia che mi ha chiesto se volevo andare con Lui e sua Moglie (Non avevano figli) a fungere da assistente insieme a Lui per conto del Comune di Alessandria. Si trattava di dargli una mano a guardare un certo numero di ragazzi poco più giovani di mè mentre Lui e la moglie avrebbero guardato le ragazzine. Non era una colonia ma vacanze pagate dal nostro comune presso una pensione di Cesenatico per un certo numero di ragazzi e ragazze di Alessandria i cui genitori non potevano andare in ferie per motivi di lavoro.

Ovviamente era necessario che qualche adulto li accompagnasse e li seguisse durante le vacanze. Di solito veniva dato questo incarico ad una famiglia che aveva uno o due figli abbastanza grandi da poter prendersi cura dei piu' giovani.

Quell'anno ci sono andato io facente funzione di figlio e assistente, anche se non avevo ancora 17 anni, ero conosciuto come ragazzo molto assennato, e che oltretutto parlava correntemente 4 lingue.

Da parte dei miei amici quasi miei coetanei non ho avuto il minimo problema.

Pero' un giorno che c'era mare grosso e il bagnino ci aveva chiesto di non entrare in acqua(cosa che tutti abbiamo regolarmente fatto) mentre passeggiavo sulla spiaggia chiaccherando con il mio amico Hermes, vedo due ragazze ventenni che entranoin acqua con quei marosi tenendosi tra loro con un fazzoletto.

Allora ricordo di averle chiamate dicendo di tornare indietro che era pericoloso, e quelle per tutta risposta si sono messe a ridere e a prendermi in giro.

Ad un tratto le vedo sparire sottacqua ed annaspare, allora ho proibito ad Hermes di seguirmi dicendogli di correre a chiamare il bagnino, e mi sono buttato in mare per andare a prenderle. Ricordo che una riusciva a stare a galla mentre l'altra continuava ad andare su' e giu'.

Arrivato vicino a quella piu' in difficolta' questa mi ha afferrato e trascinato giu', pur sapendo che avrei dovuto prenderle un dito e girarglielo a rovescio per farla svenire, non ho avuto il coraggio di farlo, cosi essendomi accorto che la buca in cui si trovavano, corrispondeva all'altezza di due persone, le ho preso i piedi, li ho appoggiati sulle mie spalle, e ho incominciato a camminare sul fondo verso riva in apnea.

Sto' raccontando questo fatto realmente accadutomi per spiegare quanto sia pericolosa l'apnea.

Ricordo che dopo un po' ho sentito i polmoni muoversi da soli, mi sono rilassato, i polmoni si sono fermati e intanto continuavo a camminare.

Tenevo volutamente gli occhi aperti anche se non si vedeva niente per tenere desta l'attenzione. Ad un certo momento ho visto tutto nero con tante stelline che mi picchiavano negli occhi, poi dopo, di tutte quelle stelline ne era rimasta una sola che diventava sempre piu' grande come se mi fossi trovato in un tunnel buio e mi stessi avvicinando all'uscita illuminata. Ho avuto la certezza che arrivato a quella luce sarebbe finita la mia vita.

In quel momento ho sentito la ragazza cadere seduta sulle mie spalle(avevo superato la buca), allora sono emerso, e ho visto Hermes a due metri da me' verso riva, ho spinto verso di Lui la ragazza, e mi sono rituffato per andare a prendere l'altra, però quando sono arrivato vicino non riuscivo piu' a nuotare e avevo dolori a tutti i muscoli. Ho visto che li vicino c'era una ragazza su di un materassino che cercava di raggiungere la riva. Mi sono avvicinato, gli ho chiesto di scendere e di aiutarmi, insieme attaccati al materassino siamo andati a prendere l'altra e siamo tornati a riva.

Ricordo poi di essermi addormentato sulla spiaggia, ho dormito tutto il pomeriggio.

Mi ha poi detto Hermes che il bagnino non riusciva a mettere in mare il pattino, cosi' e corso verso di me' per cercare di aiutarmi.

Ho avuto fortuna!!!!

Se vi dovesse capitare una cosa del genere, non fate come me', prendete un dito di quello che sta' per annegare, e giratelo al contrario, non gli farete grosso danno, e' solo una lussazione, ma il dolore fortissimo lo fara' svenire, consentendovi poi di portarlo a riva senza danno ne' per lui ne' per voi.

Ciao

Luciano

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Ecco bravi, vedo che dopo lungo appostamento u purpazzu sta venendo fuori dalla tana :s01:

 

Bene continuate così: è tutto molto interessante.

Per quanto mi riguarda, non mi immergo (immergevo) iperventilato: facevo iperventilazione in superficie; prima della capovolta, invece, riportavo il respiro normale.

Fra apnea dinamica e immota, a me interessa ovviamente qualla dinamica: diciamo che sul fondale un po' ci devo "lavorare" :s01:

Quindi, trucchi, metodi e quant'altro, sono iperbenvenuti.

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Vorrei davvero poterti aiutare Von Skion,

pero' le mie nozioni in fatto di apnea sono limitate a quel corso che ho fatto insieme ai miei compagni, al Varignano, quarant'anni fa'.

Quello che ho descritto sopra sono solo le mie esperienze personali, circa fatti veramente accaduti.

Non sono un sub, pero' visto che ho un caro amico e compagno che e' un ex Incursore e sommergibilista, nonche' Presidente e fondatore della Gamma Sub di Asti,

posso solo sperare che dietro le mie insistenze si decida a farsi un giretto ogni tanto su Betasom, per poter intervenire con consigli in merito.

Ciao

Luciano

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Von Skion

Provo a metterti il link della GammaSub, magari puoi rivolgerti direttamente al mio amico Martino con E-Mail

dicendo che sei di Betasom e che ti ho mandato io

 

/www.atlink.it/aziende/gammasub/

 

Ciao

Luciano

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trattare di apnea ,iperventilazione,tecniche richiede molto spazio e sopratutto nozioni di fisiologia e di fiopatologia

.................troppo semplicistico.....................luciano hai avunto un gran c##o e un grandissimo coraggio e dedizione...........per chi si vuole dedicare all'apnea consiglio conoscenza e non emulazione......sopratutto ai

giovani...................

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Ha ragione Sonar sostanzialmente.

Le due M (Mare e Montagna) non si sfidano mai.

Chi lo fa per forza maggiore, come salvare la pelle agli altri, ha diritto ad un grande rispetto. Ma sfidare solo per il gusto della sfida, bhe si commenta da solo...

E questo lo si dice ai beati giovanissimi che a volte non avvertono il senso del pericolo vero.

Invece noi dai 30 in su iniziamo ad essere più prudentelli.

 

Bha sto dicendo un sacco di ca##ate :

è solo che ho tanta nostalgia del mare :s15:

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Sono molto in sintonia con Sonar e Von Skion, per quanto riguarda l'apnea, come ho detto non sono un esperto, pero' consiglio a tutti di non imitare quello che ho fatto da ragazzino. Oggi ammetto che e' stata una cosa stupida oltre che pericolosa, l'apnea secondo me' va' affrontata sotto la guida di un istruttore capace , e per gradi, altrimenti si rischia la vita come ho fatto io da ragazzo.

E ricordatevi non tutti hanno la stessa fortuna che ho avuto io.

Con quel Post ho voluto evidenziare la pericolosita' della cosa.

Quel corso al Varignano quarant'anni fa' era stato fatto proprio per evitare inutili tragedie.

Ciao

Luciano

 

 

 

 

 

Per Frensinik89

Non mi sembra di aver descritto regole di sorta con il mio Post, visto che non essendo un esperto in materia non ne posso sicuramente dare.

Il Post serve solo a mettere tutti in guardia dal praticare l'apnea da soli senza la guida di un istruttore capace.!!

A causa dell'apnea si puo' morire se inesperti, cosa che a me' da ragazzo e' quasi successa!!!

allora ho avuto solo una grande fortuna!!!!

Ciao e state attenti seguite il mio consiglio!!!

Luciano

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io come regole intendevo quella di tirare il dito ad uno per farlo svenire cos che è più facile aiutarlo e la tecnica di risalita con la testa piegata el la bocca aperta...... :s02:

cmq grazie a te ho appreso veramente il rischio dell'apnea prolungata (se nn abituati); anch'io qualche anno fa provavo a rimanere in apnea il più a lungo possibile, non sapendo i rischi che correvo............ :s10:

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  • 4 weeks later...

Leon ti metto un Link del sito del mio amico e compagno Martino di Asti, ex sommergibilista ed ex Incursore, Attualmente Fondatore ed Insegnante della scuola d'immersione Gammasub di Asti.

Se vai su Portolano troverai anche molte spiegazioni dal lato medico.

 

http://www.atlink.it/aziende/gammasub/

 

Se vorrai potrai contattarlo anche con E-mail

digli che sei di Betasom.

Ciao

Luciano

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  • 3 months later...

Grazie Silvio Bellissima foto!!! hai fatto bene a riproporla, in quanto è la dimostrazione, che le tecniche per le Fuoriuscite, vanno sempre migliorando, come diceva giustamente Totiano, che ha anche detto che l'Italia in questo campo è all'avanguardia.

Ora voglio aggiungere che l'Italia è sempre stata all'avanguardia, nel settore della sicurezza, fin dalla 1° Guerra Mondiale, proprio allora i Sommergibili Italiani erano gli unici al mondo dotati di sistema di sicurezza.

Ma di questo ne avevamo già parlato in altri Post, i nostri coefficenti di sicurezza sono ancora oggi il triplo di quelli degli altri, non c'è da stupirsi, se molte volte durante la IIGM, alcuni Ns. sommergibili collaudati per una profondità massima di 100 metri, per motivi diversi sono andati anche fino a 150 metri di profondità, senza subire alcun danno.

Ciao

Luciano

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