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In Allestimento La Nuova Nave Da Assalto Anfibio


Totiano

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Ne da notizia, tra gli altri, Analidi Difesa al link http://www.analisidifesa.it/2017/07/al-via-la-costruzione-della-nuova-lhd-della-marina-militare/ con una bella disamina delle prestazioni. eccone un estrtratto:

 

 

Al via la costruzione della nuova LHD della Marina Militare

 

Con il lancio della costruzione della nuova unità multiruolo d’assalto anfibio (LHD), la Marina Militare insieme al team industriale capitanato da Fincantieri con Leonardo, mette in cantiere la più grande piattaforma del programma pluriennale di rinnovamento della Flotta (la cosiddetta ‘Legge Navale’), destinata ad essere consegnata nel giugno 2022.
Con una sobria cerimonia svoltasi in data odierna presso lo stabilimento di Castellammare di Stabia (Napoli) di Fincantieri, si è celebrato il taglio della prima lamiera della più grande unità realizzata nell’ambito del programma di rinnovamento della Flotta della Marina Militare. Si tratta dell’unità anfibia multiruolo tipo LHD (Landing Helicopter Dock), ordinata dal Ministero della Difesa attraverso la Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) al Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) costituito tra Fincantieri, in qualità di capocommessa (e mandataria), e Finmeccanica oggi Leonardo (in qualità di mandante), con l’assegnazione di un contratto divenuto operativo il 3 luglio 2015 del valore complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro. La quota di Fincantieri è stata indicata in circa 853 milioni di euro, mentre quella di Leonardo in circa 273 milioni di euro.
La nuova unità anfibia multiruolo tipo LHD rappresenta l’ultima delle piattaforme ad essere fisicamente realizzata nell’ambito della Legge Navale, in quanto risultano già in fase di costruzione l’unità da supporto logistico (LSS, Logistic Support Ship), la capoclasse dei Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) nonché la prima delle due unità veloci tipo UNPAV (UNità Polifunzionale ad Alta Velocità). Il programma per la realizzazione della nuova unità multiruolo anfibio tipo LHD, che secondo quanto in precedenza divulgato dovrebbe ricevere il nome Trieste, prevede il completamento della seconda importante fase di verifica progettuale rappresentata dalla Critical Design Review (CDR) entro quest’estate, mentre la costruzione avviene interamente presso il cantiere di Castellammare di Stabia (Napoli) del gruppo Fincantieri. Il varo dell’unità è previsto nel luglio 2019, a cui farà seguito il trasferimento presso il cantiere del Muggiano per ultimare l’allestimento ed effettuare le prove d’accettazione a mare. Queste ultime secondo il cronoprogramma divulgato, prevedono quelle di piattaforma a partire dall’ottobre 2020 e quelle del sistema di combattimento dall’agosto 2021, in vista della consegna nel giugno 2022.
La caratteristica fondamentale che accomuna le principali classi di navi (LSS, PPA e LHD) sopra riportate è l’elevato livello di innovazione che le rendono estremamente flessibili nei diversi profili di utilizzo con un elevato grado di efficienza. In particolare queste unità presentano un doppio profilo di impiego (il c.d. dual use), quello tipicamente militare e quello per operazioni di protezione civile e soccorso, con una comunanza modulare dei sistemi di piattaforma e del sistema di combattimento al fine di ridurre i costi di sviluppo e produzione dell’intero programma di rinnovamento della Flotta ed assicurare un comune supporto manutentivo-logistico nel corso della vita operativa.
A questi s’aggiungono il sistema integrato di gestione della piattaforma (IPMS, Integrated Platform Management System) della famiglia SEASNavy fornito dalla controllata Seastema, comune in via modulare e scalata unitamente al pacchetto elettromeccanico di propulsione ibrida fornito da Fincantieri SI, a tutte e tre le tipologie di unità navali (PPA, LSS e LHD). Leonardo avrà invece il ruolo di capocommessa per l’intero sistema di combattimento della nuova unità, con la fornitura dei principali elementi del sistema di combattimento, mentre il gruppo Elettronica sviluppa e fornisce la suite di Guerra Elettronica. Oltre ad avere la responsabilità della fornitura e integrazione di tutti i sistemi, Leonardo sarà anche responsabile del supporto al ciclo di vita nei primi dieci anni, comprensiva del supporto logistico integrato e del supporto in servizio.
Destinata a contribuire al rimpiazzo delle navi anfibie tipo LPD classe “San Giorgio”, la nuova LHD si caratterizza per essere in grado di soddisfare un ampio spettro di missioni, da quelle in supporto alle operazioni militari, nazionali e internazionali, a quelle di sostegno della collettività, attraverso il supporto della Protezione Civile in operazioni di calamità naturali o di concorso in operazioni di evacuazione e/o assistenza sanitaria. Il profilo di impiego militare della LHD prevede il trasporto e lo sbarco, in zone attrezzate e non, di truppe, veicoli militari e attrezzature di varia natura utilizzando i sistemi e i mezzi terrestri ed aeronavali imbarcati (tra cui spiccano mezzi da sbarco tipo LCM con capacità di carico fino a 60 tonnellate, mezzi veloci trasporta truppe e RIHB).
Il profilo di impiego civile prevede invece il supporto sanitario e ospedaliero attraverso estese strutture dedicate e la possibilità di ricoverare personale civile fino a 700 unità (più un numero analogo in unità abitative containerizzate), il trasporto e sbarco anche in zone non attrezzate di personale e mezzi di soccorso ruotati o cingolati, l’impiego della nave quale base per operazioni di soccorso tramite elicotteri e battelli in dotazione organica, la fornitura a terra di acqua potabile tramite dissalatori di bordo o depositi nave, e di corrente elettrica a terra per una potenza di 2.000 Kw e distribuzione della stessa tramite unità di conversione e distribuzione containerizzate.
Per assolvere tali compiti, la nuova LHD presenta una piattaforma con ponte di volo continuo ed un’isola laterale con due distinte sovrastrutture, similarmente alle nuove portaerei della Royal Navy classe Queen Elizabeth, con due elevatori laterali che collegano al sottostante ponte hangar/garage in posizione centro-prodiero e zona ospedale in zona prodiera, bacino allagabile poppiero con connesso ponte garage che si caratterizza per le rampe d’accesso laterale e poppiera destinate rispettivamente ai mezzi terrestri e navali (nonché terrestri). Secondo quanto divulgato nella più recente presentazione offerta dalla Marina Militare, la nuova LHD presenta una lunghezza fuori tutto pari a 245 metri ed una larghezza massima al ponte di volo pari a 36 metri, mentre l’altezza di costruzione è pari a 27,7 metri per un dislocamento a pieno carico pari a 33.000 tonnellate (cioè maggiore della portaerei Cavour) ed una corrispondente immersione pari a 7,2 metri.
La nuova unità si caratterizza per un impianto propulsivo del tipo CODOG (COmbined Diesel Or Gas) su due assi con gruppi eliche a passo variabile e l’aggiunta della propulsione elettrica per ogni asse per l’assetto con basse emissioni dei gas di scarico, mentre per le manovre in acque ristrette sono presenti due thruster prodieri ed altrettanti poppieri. Il sistema propulsivo è incentrato su due turbine a gas (TAG) Rolls-Royce MT30 da 36 MW ciascuna, due motori diesel MAN 20V32/44CR da 12 MW ciascuno e due motori elettrici da 2,25 MW ciascuno, mentre quello di alimentazione della rete elettrica nave e motori elettrici di propulsione comprende quattro diesel-generatori MAN 9L32/44CR da 5,24 MW (@750 rpm) ciascuno.
L’apparato motore e di alimentazione nave è alloggiato in due diversi e non contigui compartimenti che comprendono ciascuno i sistemi propulsivi (rispettivamente una TAG Rolls Royce MT30, un diesel MAN ed un motore diesel) legati mediante gruppo riduttore ad una delle due linea assi e due diesel-generatori. Secondo quanto divulgato, in base alla velocità richiesta e al tipo di missione potranno essere impiegati i seguenti assetti: – due motori elettrici per operazioni anfibie, operazioni di volo, sorveglianza, transito in aree soggette a restrizioni ambientali (velocità massima 10 nodi); – due motori diesel per operazioni di trasferimento e riposizionamento (velocità massima 18 nodi); – due turbine a gas per operazioni di riposizionamento veloce in un’area di interesse (velocità massima di 25 nodi). L’autonomia è pari a 7.000 miglia nautiche a 16 nodi.
Con una lunghezza e larghezza massima rispettivamente di 230 e 36 metri ed una superficie pari a 7.400 mq, il ponte di volo presenta nove spot per decollo ed atterraggio elicotteri (di cui uno SAR e due per emergenze) nonchè due elevatori laterali (14x15m) da 40t per l’accesso al sottostante hangar, ed è in grado di accogliere tutti gli elicotteri in servizio con la Marina Militare (EH101 ed SH90) oltre a velivoli ad ala fissa STOVL non meglio specificati, macchine ad ala rotante tipo CH-47 e CH-53 e convertiplani della classe V22. Come anticipato il complesso dell’isola comprende due distinte sovrastrutture laterali a dritta, destinate ad alloggiare le zone per la conduzione dell’unità e delle operazioni aeree, in aggiunta ai sensori radar, elettro-ottici e passivi che equipaggiano l’unità.
Complessivamente per esigenze legate alle operazioni anfibie e di trasporto, il ponte garage/bacino e quello hangar offrono 4500 mq di spazio (per 750 metri lineari) a cui si può aggiungere anche il ponte di volo (1.500 metri lineari in totale), mentre per esigenze legate al comando e controllo delle medesime operazioni è disponibile un’area da 740 mq. Possono inoltre essere imbarcati fino a 2.600 metri cubi di carburante tipo F76 e 2.000 metri cubi tipo F44, a cui s’aggiungono 600 metri cubi d’acqua e 350t di munizioni.
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