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Fremm Alpino


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Invece che le foto, mi è passata per le mani questa "relazione" sulla visita a bordo dell'Alpino (si può trovare anche s FB sulle pagine di R. Briata.visita alla FREMM ALPINO

 

"Dal 27 giugno a 1° luglio a Genova c’è stato un importante evento, il Genoa Shipping Week, con convegni, tavole rotonde e visite. Ho partecipato ad uno di questi, visitando la Fregata Fremm Alpino, della Marina Militare, aperta al pubblico dal 27 al 29 giugno 2017.

L’attuale Fregata Fremm Alpino sostituisce la precedente, sempre con lo stesso nome, in servizio dal 1967 al 2006, che era stata costruita con tipologia completamente differente da quella attuale, dato che aveva molti ponti aperti e non chiusi come lo è ora. Si tratta di una Fregata Antisommergibile, costruita nel 2012 ai Cantieri del Muggiano e a Riva Trigoso, da Fincantieri, e varata nel 2014. Ha un dislocamento di 6.900 t., lunga 144,7 m., larga 19,70 m., e pescaggio 5 m., con 145 membri di equipaggio.

La Fregata Fremm Alpino l’ho visitata il giorno 28. Dalla Stazione FS di Genova Principe scendo verso la Stazione Marittima, che dista pochi metri, e al punto di controllo d’accesso attendo, insieme ad altri visitatori, una mezzoretta l’arrivo degli ufficiali della Fregata che ci hanno accompagnato per tutto il tempo. Tengo a precisare che l’area della Stazione Marittima, a seguito dell’attentato di Parigi di novembre 2015, è off-limits tranne per gli addetti e per chi si reca in crociera.

Arrivati gli ufficiali, inizia il percorso dentro la Stazione Marittima e a Ponte dei Mille, giungendo presso la Fregata Fremm Alpino, dove veniamo sottoposti ai dovuti controlli per motivi di sicurezza. Dopodiché saliamo a bordo della stessa, direttamente sulla pista d’atterraggio dell’elicottero: l’ufficiale ci spiega il suo utilizzo e come viene trainato nell’apposita rimessa tramite carrello teleguidato.

Si entra poi in coperta, con visita all’ingresso vero e proprio della Fregata, dove noto subito la tabella in ottone con i nomi degli ufficiali che sono a bordo o no, indicati da apposite levette; sempre lì, guardo con attenzione le cime degli ormeggi ben allineate e legate. Proseguendo la visita in coperta, ci mostrano i due gommoni in dotazione, di diverse dimensioni, molto imponenti che raggiungono grandi velocità, con tutte le dotazioni di bordo, che vengono calati in acqua tramite gru, ai lati della Fregata, con le aperture a saracinesca che si vedono bene anche fuori.

La visita prosegue nei corridoi, per quello che è consentito fare vedere ai visitatori per motivi di sicurezza, dove noto subito quanto siano migliorate e all’avanguardia le postazioni di primo soccorso con le sue attrezzature, che si conclude presso l’area pranzo e cena dei membri dell’equipaggio con la sala pranzo e le cucine, tutto in acciaio tirato a lucido.

Finalmente si arriva al cuore della nave (è vero che dovrebbe essere la sala macchine) ed è quello della plancia, dove si decidono le sorti della fregata e di quello che la circonda all’esterno. Le plance delle navi, civili e militari, al giorno d’oggi sono completamente diverse da quelle di qualche anno fa. Le precedenti erano in metallo o legno, ricche di ottoni, e con il classico timone al centro. Quelle di oggi sono modernissime e assomigliano a quelle che si vedono nei film di fantascienza, con monitor, computer, tutto all’insegna dell’elettronica e dell’informatica, e il timone è sostituito da una semplice cloche. Sempre in plancia, naturalmente, c’è anche il tavolo per consultare le carte nautiche, utile in caso di black-out, come ha ammesso l’ufficiale che ci ha guidato nella visita, e dietro c’è la sala contenente le carte nautiche.

La visita si conclude sul ponte, che sono solo due, nel quale ci illustrano le casse dove vengono tenute le bandiere segnalatrici e di comunicazione, le mitragliatrici della Breda Meccanica di Brescia, due per lato, e quattro rampe per i siluri.

Nel frattempo ho avuto occasione di ampliare il discorso della storia delle fregate italiane con una donna ufficiale, che si è rivelato molto interessante. Ella mi ha fatto subito notare come sono diverse rispetto a quelle costruite negli anni ’60 del ’900, con la scomparsa degli ottoni, dei ponti che sono stati ridotti al minimo per motivi di sicurezza, e che la forma delle fregate è cambiata diventando più spigolosa.

Conclusa la visita con ringraziamenti per l’accoglienza, l’ufficiale accompagnatore ci riporta all’ingresso della Stazione Marittima, e qui c’è stato un fatto che merita di essere descritto. Al momento dei saluti, un signore che faceva parte del mio gruppo di visitatori ha chiesto all’ufficiale dove andranno quando molleranno gli ormeggi a Ponte dei Mille, e alla risposta che la destinazione erano le coste della Libia, il signore stesso ha avuto un sussulto, dicendo che il compito della Marina Militare è quello di fare i respingimenti, e vedendo l’ufficiale visibilmente imbarazzato, ho posto fine a questa amichevole schermaglia raccontando di come lavorano all’Istituto Idrografico della Marina in merito alle temperature delle acque del Mediterraneo, strettamente collegato all’accoglienza dei presunti profughi, e per tutta risposta l’ufficiale mi ha abbracciato. Al signore in questione ho solamente spiegato che la Marina Militare (purtroppo) deve rispondere al Governo che c’è al potere al momento, e qui si è chiusa o quasi la conversazione.

Postilla finale personale. Grazie alla chiacchierata con la donna ufficiale, parlando di fregate, le avevo anche raccontato la mia breve permanenza alla Spezia, nel 1988-89 (non ricordo bene l’anno), terminata subito perché mi hanno messo in congedo permanente per motivi fisici, e pensando a quelle giornate che ho passato, se non avessi questo problema, dato che mi affascinava moltissimo, probabilmente mi sarei fermato, compiendo ovviamente gli studi, e chissà forse dove sarei. Mettendo bando alla nostalgia, sono orgoglioso della nostra Marina Militare."

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