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La Nostra Marina Da Guerra Nell'anno Xi (1933)


Red

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Posto questo articolo,che credo interessante, tratto dalla rivista "Esercito e Nazione" del Maggio 1933-XI

 

LA NOSTRA MARINA DA GUERRA NELL'ANNO XI

 

La marina italiana entrò nel conflitto mondiale con una poderosa flotta che era stata costruita nel precedente decennio per l'opera illuminata e patriottica svolta dall'ammiraglio Carlo Mirabello,uno dei più grandi Capi che la nostra forza armata del mare abbia mai avuto.

Disponeva di undici corazzate,nove incrociatori corazzati,tre esploratori,trentaquattro cacciatorperdiniere,sessanta torpediniere,una ventina di sommergibili e costituiva un complesso omogeneo,nel quale i diversi tipi di navi erano dosati secondo i criteri allora vigenti in tutte le principali marine.

Il carattere di logoramento assunto dalle operazioni belliche per la definitiva rinunzia delle flotte nemiche al tentativo di infrangere con una decisiva azione il cerchio di ferro del blocco marittimo,lo sviluppo da queste dato,per converso,all'azione dei sommergibili contro il traffico mercantile dell'Intesa,costrinsero la nostra flotta come quelle alleate ad adottare per il naviglio maggiore una condotta di vigile attesa,mentre un alto dinamismo veniva impresso all'azione del naviglio leggero.

Quarantun mesi di guerra combattuta in un mare ristretto come l'Adriatico che ben si prestava all'azione dei mezzi insidiosi,ci apportarono notevoli perdite e logorarono intensamente il rimanente materiale,dimodochè alla fine del 1918 la marina poteva contare soltanto su qualche nave maggiore e su pochi cacciatorpediniere che avevano conservato piena efficienza bellica.

Il grandioso sforzo compiuto dalla nazione per il conseguimento della vittoria,ci aveva fatto raggiungere il rango di grande potenza mondiale e pertanto la rapida ricostruzione di una poderosa marina da guerra assumeva il carattere di imprescendibile necessità.Se tale provvedimento fosse stato preso senza indugio,molto probabilmente l'andamento delle discussioni che condussero ai trattati di pace sarebbe stato nei nostri riguardi assai diverso.

La grande verità,di poi rilevata e segnalata dal Duce,che la gerarchia fra le nazioni in tempo di pace è fissata dalla potenza delle loro marine da guerra non fu compresa dai governanti di allora.

Non soltanto nulla si fece per dare impulso alle nuove costruzioni,ma si fermarono quelle in corso,liquidando,a prezzi fallimentari,costosissimi materiali già preparati e pronti ad essere messi in opera.Una serena valutazione ci induce però ad affermare che più che a singoli uomini,quel triste periodo di rivoluzione fu dovuto alle condizioni generali di smarrimento della nazione.

Il regime fascista trovava così la marina militare in condizioni ancora peggiori di quelle in cui l'aveva il duro e lungo periodo di guerra vittoriosamente combattuta.Il morale del personale rimasto saldissimo era sicura promessa per l'auspicata rinascita,ma i problemi che si dovevano affrontare e risolvere non cessavano per questo di essere estremamente ardui.

L'opera di ricostruzione venne intrapresa senza esitare.

Oggi,a un decennio di distanza la marina può volgersi indietro e guardare con profondo compiacimento il cammino compiuto sotto l'alta direzione del Duce e colla guida sicura dei capi che l'hanno condotta con fede indefettibile e competenza altissima.

In gergo marinaresco le determinazione della propria posizione in mare si chiama "fare il punto".Le navi in navigazione compiono periodicamente questa operazione senza sostare.La marina ha fatto il punto in occasione della celebrazione del Decennale ed ha riportati i risultati di tale determinazione di posizione in un volume che in bella veste tipografica ha visto in questi giorni la luce e che merita la più larga diffusione frail pubblico italiano.

Un breve testo,alcuni diagrammi,molte fotografie ne costituiscono il contenuto e mostrano sinteticamente,ma eloquentemente,il percorso compiuto dalla marina sulla via della rinascita.

Ci proponiamo di dare un rapido sguardo a tanta attività.

 

IL PERSONALE

 

L'affermazione dei sommergibili,degli aerei,lo sviluppo delle armi insidiose,avvenuti durante il conflitto mondiale ci imposero di affrontare nel dopo guerra molti nuovi problemi che furono risolti apportando al meteriale navale profonde e radicali innovazioni che lo perfezionarono notevolmente,ma ne accrebbero anche la complessità e le difficoltà d'impiego.

Fino al 1922 le principali funzioni a bordo erano affidate al corpo degli ufficiali di vascello che assolvevano i compiti di comando e numerosi compiti tecnici e al corpo degli ufficiali macchinisti,esclusivamente destinato alla condotta degli apparati motori.

Lo sviluppo rapidissimo del tecnicismo avvenuto nel dopo guerra richiedeva una più rispondente ripartizione del lavoro.

L'assolvimento dei compiti esclusivamente tecnici costituiva,invero,per gli ufficiali inferiori di vascello una ottima scuola,inquantochè per ben comandare bisogna conoscere i mezzi che si impiegano;protratto però ai gradi ufficiale superiore sviava la mente e l'attività dei comandanti dagli obiettivi più vasti a cui dovevano tendere e che richiedono la conoscenza profonda dell'arte militare.

Come prima riforma si procedette al miglioramento dei corpi tecnici.Gli ufficiali macchinisti furono riuniti al corpo del genio navale e si richiese ad essi la laurea di ingegnere navale o meccanico.

Fu creato il corpo delle armi navali costituito da ufficiali aventi la laurea di ingegnere industriale.

Per evitare che gli appartenenti ai suddetti corpi tecnici destinati a collaborare strettamente con gli ufficiali di vascello si formassero in ambiente diverso,con diversa mentalità,,fu stabilito che essi compissero i tre anni della scuola di reclutamento alla R.Accademia Navale,in comunità di vita con i suddetti e quindi col grado di sottotenente,ultimassero i loro studi nelle scuole degli ingegneri del Regno.

I risultati di tali provvedimenti,già nettamente apprezzabili,possono giudicarsi ottimi.

Scomparse le piccole rivalità fra corpo e corpo e derivanti dalla loro diversa provenienza di coloro che li formavano,fra tutti gli ufficiali della R.Marina esiste oggi la più profonda comprensione e il più sentito cameratismo.

Gli ufficiali dei corpi tecnici vivendo lungamente a bordo sono tratti a seguire il comportamento del materiale nell'impiego e acquistano quindi una completa reale conoscenza dei problemi che ad esso si riferiscono,che tenuta presente nello studio dei nuovi progetti,consente la piena utilizzazione delle esperienze compiute.

La seconda importante riforma effettuata consistette nella elevazione della R.Accademia Navale al grado di scuola universitaria anche per gli ufficiali di vascello.Due diversi criteri esistevano in Italia e altrove (in Inghilterra ancora esistono) sulla migliore formazione degli ufficiali di vascello.

Sostenevano alcuni che per ben abituare i giovani allievi alla vita marinara,convenisse ammetterli alla R.Accademia Navale in giovanissima età,al termine delle scuole secondarie inferiori.

L'ulteriore cultura generale poteva essere da loro acquistata durante i corsi della scuola di reclutamento.

Sostenevano altri che l'insegnamento teorico e pratico delle scienze militari e marittimo proprio delle scuole di reclutamento,non consente il necessario e regolare sviluppo delle altre materie di cultura generale,pur indispensabili a formare un buon ufficiale di marina.

Inoltre,l'età troppo giovane degli allievi al loro ingresso in Accademia non dava sicuro affidamento di una salda vocazione marinara e poneva troppo presto in un ambiente militare,per necessità rigido e formale,giovani caratteri non ancora formati e li indirizzava ad una disciplina intellettuale troppo spinta che negli individui di normale intelligenza poteva condurre al soffocamento di ogni sana iniziativa,di ogni sano spirito di ricerca di ulteriori perfezionamenti.-

La seconda tendenza che già era stata applicata in passato con ottimi risultati dalla R.Accademia Navale,fu rimessa in onore richiedendo agli aspiranti a questo istituto il diploma di maturità classica o scientifica.

Per agevolare la formazione marinara dei giovani ufficiali vennero ripristinate le navi scuola a vela e con tali armonici provvedimenti la spinosa questione,che ancora attende in qualche grande nazione una netta risoluzione,fu da noi brillantemente risolta.

Nè fu trascurata la formazione degli ufficiali del corpo sanitario,di commissariato,delle capitanerie di porto.

A coloro che aspiravano agli ultimi due corpi venne richiesta una laurea universitaria o titolo equipollente;per dare poi ad essi piena conoscenza dell'ambiente militare marittimo fu disposto che seguissero,dopo vinto il concorso di ammissione e prima di iniziare il loro servizio,appositi corsi di cultura marinara svolti nella stessa Accademia Navale.

La nostra marina può quindi oggi contare su un complesso di ufficiali dotati di elevato grado di cultura e soprattutto formati nello stesso ambiente,con unità d'intenti,morale elevatissimo,reciproca profonda comprensione,che elimina dal sano spirito di corpo tutto quanto può considerarsi inutile o anche dannoso.

Le riforme vastissime compiute nel decennio si estesero anche agli ufficiali di complemento.

Prima della guerra mondiale la marina si considerava mobilitata in permanenza e dava poca importanza al problema dei complementi di guerra.

Il grande conflitto dimostrò che contrariamente a quanto si riteneva,anche la marina,nel passare dal piede di pace a quello di guerra,deve ricorrere largamente agli ufficiali di complemento,non soltanto per l'armamento di numerose unità normalmente tenute in riserva,ma anche per provvedere ad una grande quantità di servizi,la necessità dei quali si manifesta appieno soltanto nelle contingenze belliche.

Il problema degli ufficiali di complemento fu risolto col censimento ed inquadramento di quelli esistenti,colla creazione di corsi di formazione per militari di leva forniti di sufficienti titoli di studio o per giovani in possesso di lauree e che svolgono anche essi nella R.Accademia Navale,mettendo così a contatto fin dalla origine gli ufficiali complemento con quelli in S.P.E.

I provvedimenti organici intesi a migliorare la massa degli ufficiali furono completati con quelli riguardanti i militari di bassa forza.

La complessità e delicatezza del nuovo materiale navale richiedeva militari arruolati per lunghe ferme e convenientemente istruiti.

Due delle più importanti marine del mondo hanno infatti sempre avuto gli equipaggi formati da personale volontario arruolato per lunghe ferme.L'adozione integrale di simile criterio urtava nella nostra marina contro difficoltà finanziarie e difficoltà di indole morale,

inquantochè avrebbe potuto trasformare la forza armata del mare in una casta chiusa ed avulsa dalla vita nazionale;ostacolava poi la formazione delle riserve costituite da individui ancora in giovane età.

Fu perciò adottato un sistema misto,consistente nel prelevare una aliquota del personale di bassa forza dalla leva marittima e un'altra (circa il 40%,sottufficiali compresi) dai volontari arruolati per lunghe ferme.

Apposite scuole provvedono oggidì ad impartire ai giovani volontari l'istruzione tecnica e generale ad essi necessaria per l'assolvimento dei loro importanti compiti a bordo e a terra.

Citeremo fra questi istituti il gruppo scuole C.R.E.M. di Pola creato nel primo decennio del regime e che provvede annualmente all'istruzione di più di 2500 giovani che si preparano a servire nelle categorie nocchieri,cannonieri,motoristi,segnalatori,furieri ecc.

I meccanici vengono formati dalla scuola di Venezia,i radiotelegrafisti da quella de La Spezia,ecc.

Le nostre scuole C.R.E.M. destano l'ammirazione di tutti coloro che le visitano per la dignità degli edifici,i mezzi didattici che posseggono,i metodi che vi si adottano e infine per l'altissimo clima spirituale che vi regna.

La marina ha già avuto agio di rilevare con vivo compiacimento i bellissimi risultati ottenuti dalle scuole riorganizzate,nel primo decennio del regime.

 

IL MATERIALE

 

Dal 1922 al 1932 la nostra flotta è stata completamente rinnovata.

Il raggiungimento di tale cospicuo risultato fu reso possibile da una rigida e oculata amministrazione che riducendo o sopprimendo spese superflue concentrò tutti i suoi sforzi nelle nuove costruzioni e dalle assegnazioni di fondi,invero cospicue,che il regime,apprezzando nel suo giusto valore l'importanza della marina da guerra,elargì con notevole larghezza.

Le direttive per la ricostruzione della flotta furono improntate alla più obiettiva e reale visione dei nostri interessi marittimi.

Il problema marittimo di ciascuna nazione è definito dalla importanza degli scmbi via mare,dalla situazione geografica dei territori metropolitani rispetto a quelli posseduti oltremare,dalla potenza delle marine poste in peculiari condizioni strategiche che consentono eventuali temibili azioni.

Più che alla situazione politica contigente,gli elementi del problema marittimo derivano,perciò,dalle caratteristiche dell'economia nazionale e della geografia.

Nel caso specifico dell'Italia che domina il Mediterraneo per essere situata nella parte principale di questo mare,ma che vi è anche racchiusa,la nostre principali comunicazioni marittime possono essere gravemente minacciate soprattutto dalla Francia per l'importanza della sua flotta e la ubicazione del sistema di basi di cui questa dispone.

Nell'intraprendere le nuove costruzioni era quindi necessario commisurare le nostre forze navali a quelle francesi.

Il trattato di Washington del febbraio 1922 ci aveva dato la parità navale con la Francia nella categoria delle corazzate e delle navi portaerei,riconoscendo implicitamente che le necessità derivanti dalla nostra sicurezza non sono inferiori a quelle francesi.

La Francia aveva però intrapreso subito dopo Washington un vasto programma di costruzioni navali comprendente 38 mila tonnellate annue di incrociatori,torpediniere,sommergibili,navi cioè appartenenti a quelle categorie che la conferenza del 1922 non riuscì a limitare.Nel rinnovamento della nostra flotta seguimmo seguimmo perciò-per quanto reso possibile dalle minori nostre disponibilità di fondi-lo sviluppo della marina francese.

Oggidì possediamo pari numero di incrociatori da 10 mila tonnellate-sette per ciascuna nazione-,un gruppo di incrociatori leggeri press'a poco identico-10 francesi da 6 a 7500 tonnellate.

Piuttosto sensibile è la nostra inferiorità nel numero dei grossi cacciatorpediniere ed esploratori-30 francesi contro 15 nostri- mentre siamo all'incirca pari nei cacciatopediniere.

La prevalenza francese nei sommergibili è invece notevolissima:si avvicina al doppio.

La Francia ha poi rimodernato tutte le navi di linea,ed iniziato la costruzione di una grande corazzata veloce da 26.500 tonnellate.

Complessivamente la sua flotta è nell'insieme superiore alla nostra,ma alcune nostre unità hanno dimostrato di possedere requisiti invero eccezionali e non raggiunti da alcuna marina del mondo.

Grandissima è quindi l'importanza del risultato da noi raggiunto spendendo somme di circa un terzo inferiori a quelle che la Francia ha destinato alle sue nuove costruzioni.

Nonostante le diverse condizioni di ricchezza nazionale e lo sforzo cospicuo compiuto dalla Francia,ci siamo avvicinati nel decennio a quella parità navale che ci è necessaria per potere appieno la funzione di potenza mondiale che oggi spetta alla patria nostra.

La ricostruzione della nostra marina è stata compiuta per intero con i mezzi dell'industria nazionale.

I nostri cantieri hanno costruito gli scafi saldi e veloci delle nostre navi,i nostri stabilimenti meccanici le potenti,leggere,perfette loro motrici e caldaie,le nostre acciaierie le corazze che le proteggono,gli elementi dei cannoni che le armano.

Soprattutto rimarchevoli sono però i progressi compiuti nell'ultimo decennio dalle nostre fabbriche d'armi e dagli stabilimenti costruttori dei numerosissimi e complessi istrumenti di precisione che oggidì sono indispensabili per il proficuo impiego delle armi.

Nel 1915,pur disponendo di un ottimo materiale navale e di ottime armi,eravamo quasi del tutto tributari all'estero dei pochi istrumenti

che possedevamo per regolarne l'impiego.

Dal 1922 al 1932,con il valido concorso delle nostre industrie,tutto il complesso problema degli istrumenti misuratori e calcolatori navali è stato ampiamente risolto ed oggi possiamo bene affermare di essere giunti in tal campo ad un grado di perfezione che difficilmente potrà essere sorpassato.

Degno di particolare nota è il progresso realizzato nella costruzione dei siluri.

Ne furono aumentati la carica portandola a 250 chilogrammi di esplosivo,la velocità ed il percorso:questo ha raggiunto e sorpassato i 12 chilometri.

Le numerose ordinazioni che pervengono ai nostri silurifici dalle marine estere,pur nella attuale crisi economica mondiale,dimostrano eloquentemente quali eccellenti requisiti posseggano le armi subacquee costruite in Italia.-

 

I SERVIZI

 

La nuova organizzazione del personale,la ricostruzione del materiale venne accompagnata da un armonico sviluppo di tutti i servizi.

 

SERVIZIO SANITARIO

 

Migliorati gli ospedali,create nuove infermerie e ambulatori a terra,largamente sviluppati i sistemi profilattici;il corpo sanitario marittimo ha rivolto speciali cure allo studio dei problemi dell'igiene a bordo,guidando con competenza gli sforzi a tal uopo compiuti dai costruttori navali.

Compatibilmente con le altre soverchianti esigenze belliche,gli ambienti di bordo sono stati resi maggiormente abitabili;le navi moderne sono state dotate di ottime sistemazioni igieniche,di infermerie,ambulatori,gabinetti odontoiatrici che permettono di assicurare la sanità del personale nei climi e nelle località meno favorevoli.

 

SERVIZI DEL COMMISSARIATO

 

Dal 1922 al 1932 si è riformata tutta l'organizzazione del servizio viveri,sopprimendo abitudini oramai non giustificabili,accentrando tutto il complesso organamento in stabilimenti,magazzini,distributori costruiti secondo i più moderni dettami dell'igiene.

Si è provveduto alla creazione di un corso per militari cuochi,provvedendo così nel modo migliore ad assicurare la buona confezione dei cibi degli equipaggi.

Il corredo del marinaio è stato aumentato e pur realizzando notevoli economie,colla creazione di adatti stabilimenti di produzione,si è migliorata la qualità dei singoli capi di corredo.

La tenuta dei nostri equipaggi comoda,sobria,elegante ha destato e desta l'ammirazione delle popolazioni dei porti esteri che furono visitati dalle nostre navi.

In questi giorni il relatore del bilancio della marina francese ha creduto opportuno fare cenno di tale dettaglio nella sua relazione alla Camera dei deputati.

Né fu trascurato nel decennio il miglioramento delle caserme a terra che offrono oggidì tutto il necessario conforto.

 

SERVIZI DEL GENIO MILITARE DELLA MARINA

 

La mole dei lavori diretti e compiuti nel decennio dai valorosi ufficiali dell'arma del genio,che l'esercito mette a disposizione della R.Marina,è semplicemente imponente.

Astraendo dai lavori di fortificazione,depositi di combustibili protetti,polveriere ecc. che per ovvie ragioni di riservatezza non è opportuno menzionare,il volume " La nostra Marina Militare " mette in evidenza gli altri principali lavori compiuti : caserme,abitazioni per ufficiali e sottufficiali,dighe,pontili,banchine ed infine anche una galleria subacquea.

 

SERVIZI DELLA ILLUMINAZIONE E SEGNALAZIONE SULLE COSTE

 

Dal 1922 al 1932 questo importantissimo servizio ha rapidamente progredito verso la completa organizzazione dell'illuminazione e segnalamento delle coste metrpolitane e coloniali,contribuendo così largamente ad accrescere la sicurezza della navigazione.

Fra le opere più cospicue compiute,va ricordato il Faro di Capo Guardafui,già da alcune decine di anni ritenuto indispensabile dai naviganti e che per diatribe politiche non si era finora potuto costruire.

Oggi sulla estremità di quell'infido promontorio,che per il passato fu tomba di innumerevoli navi,splende un potente faro a cui fu giustamente dato il nome di Francesco Crispi,nobilissimo precursore della nuova Italia.

La multiforme,grandiosa attività svolta dalla nostra marina nel primo decennio dell'era fascista che in questo articolo abbiamo rapidamente riassunta e che il bel volume " La nostra Marina Militare " (1) sobriamente rievoca per intero,può essere appresa con orgoglio da tutti gli Italiani come dimostrazione di ciò che può ottenere la nostra gente col suo tenace e geniale lavoro,quando un altissimo ideale la guida e la sorregga nelle immancabili dure difficoltà della realizzazione.

 

ALCIONE

 

(1) " La nostra Marina Militare ". L.10-Agli abbonati della rivista " Esercito e Nazione " il volume sarà venduto franco di porto al prezzo di L.9.

Per acquisti rivolgersi alla Direzione della rivista.

 

Qualche foto dall'articolo

 

1- Sommergibile " Giorgio Des Geneys "

smg2g.jpg

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2-Cannone da 203/50 per incrociatori (adottato sugli incrociatori " Trento" e " Trieste" )

smg20001.jpg

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3- Una squadriglia di nuovi cacciatorpediniere

cacciator.jpg

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FINE

 

RED

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