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Gli Scacchi Di Mao


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Titolo: Gli scacchi di Mao

Autore: Scott A. BOORMAN

Casa editrice: Guaraldi, Rimini

Anno di edizione: 1973

Pagine: 265 (con 22 diagrammi di scacchiere e 15 carte geografiche)

Dimensioni: 21 X 14 (8°)

Prezzo originario: Lire 2.500

Prezzo: Euro 10

Reperibilità: riedito dall'Editore Luni 2004, Euro 16

Sinossi: Esiste un dato fondamentale mai, almeno a mia cognizione, ponderato circa il “l’aiuto fraterno” dell’URSS a movimenti rivoluzionari nel mondo: dalla Spagna all’Angola il contributo fu totalmente avulso dalle caratteristiche specifiche della nazione o ai movimenti politici si che volevano sostenere. Basti confrontare nella storia della Spagna la vittoriosa guerriglia antinapoleonica e il disastroso decorso della guerra civile del 1936/39. È quindi molto probabile che se Mao si fosse basato sulle strategie e i consiglieri militari dell’URSS la storia del Celeste Impero sarebbe molto differente da quella che conosciamo.

Ugualmente si è fatta astrazione delle effettive basi culturali di Mao. A partire dai suoi apologeti per giungere nel campo opposto si è parlato di “Comunista”, “marxista leninista”, per gli uni in senso elogiativo, spregiativo per gli altri senza porsi la buona domanda se sotto la sottile vernice ideologica vi fosse qualcosa d’altro. E “qualcosa d’altro” c’era dato che sarebbe ben ingenuo credere che un uomo possa completamente astrarsi dalle sue radici culturali, abbracciare un’ideologia politica completamente estranea e farla risultare vincente nella sua terra.

Sulla base di queste osservazioni lo studio di Boorman ha il pregio dell’individuazione di una corrente “culturale” che ha improntato l’azione strategica della presa del potere da parte di Mao in Cina: il wei-ch’i (meglio conosciuto come Go).

Si tratta di uno dei più antichi (se non il più antico in assoluto) gioco da tavolo del mondo. Attraverso lo studio del gioco l’autore verifica (contrappuntando con un’originale lettura degli scritti di Mao) come la lotta contro il Kuomintang per la creazione di zone libere (periodo della Lunga Marcia), poi la lotta di liberazione nazionale (periodo della guerra contro l’invasione giapponese) e infine la guerra per la presa del potere siano dirette filiazioni di questo antichissimo, complesso gioco di strategia.

Una tesi pregna di significati e di largo respiro che Boorman estende alla guerra in sud est asiatico ed alla battaglia di Dien Bien Phu. Per quanti restino scettici sulla circostanza che un gioco possa guidare una strategia politica e bellica rimandiamo alla lettura che Huizinga fa di tale fenomeno nel suo “Homo Ludens”.

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Per rendere la situazione ancor più intrigante propongo il link al sito dell'Associazione Goistica Italiana, sufficentemente articolato per comprendere le basi del gioco.

Ritorneremo sull'intrigante relazione nei prossimi giorni con la recensione delle opere militari di Mao Tse Tung.

Colgo il destro per annunciare che domani e dopodomani appariranno recensioni di volumi dedicati all'Italia e alla prima guerra mondiale, ricorrendo il 92° anniversario della vittoriosa conclusione del conflitto.

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