Alfabravo 59* Posted May 1, 2010 Report Share Posted May 1, 2010 Titolo: QUELLI DI SOTTOCASTELLO. Cronaca di guerra (1940-1943) Autore: Alessandro CALDARA Casa ed: MURSIA Anno: 1978 (1°ediz.) Pag: 191. 18 illustrazioni Dim. (cm): 21 X 14 Prezzo: 17 Euro Reperibilità: buona/ottima Recensione. E' un libro di memorie belliche navali. L' A. fu imbarcato sui Ct. DARDO e FRECCIA, poi sulla Nb. VITTORIO VENETO ed infine riuscì a brevettarsi incursore della X M.A.S. anche se, col tristissimo8settembre, non divenne mai operativo. L' A. descrive la dura vita sui caccia ove, però, c' era un certo cameratismo. Cameratismo che mancava sulla Corazzata sebbene il vitto su quest' ultima fosse migliore. Il CALDARA, pur essendo professionalmente ben preparato (era il "Timoniere di combattimento" del FRECCIA) aveva una certa insofferenza per la disciplina militare. Ce lo dice lui stesso ricordando le numerose e gravi punizioni dovute ad allontanamenti arbitrari dalla propria nave (vere e proprie diserzioni!), cosa tanto più grave se si pensa che eravam in guerra! Una guerra, tuttavia, non "sentita" molto da chi doveva combatterla se si pensa che doveva servire a fare "...qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo della pace." In tale clima l' A. ricorda le vessazioni cui era sottoposto il Personale delle navi nei periodi in cui eran destinati a terra nei depositi (pag. 92-16/10/1942). Leggendo il libro ho saputo che questi Marinai, reduci da estenuanti navigazioni, non solo non eran pagati, ma venivan gravati d' incarichi da parte degl' "imboscati". Un tale sistema non poteva non creare in questi ragazzi dei risentimenti e sviluppare in loro l' arte di arrangiarsi con espedienti più o meno leciti. Nonostante tutto mai viene a mancare quel fondo di solidarietà umana della Gente di mare. A pag. 101 (27/10/1942) il CADARA ricorda che al PIREO ha soccorso un suo coetaneo Greco trovato steso sul marciapiede per fame ed ignorato dai suoi stessi compatrioti. Un altra cosa che non mi è piaciuta leggere è a pag. 124 (6/2/1943) in cui si ricorda che, durante il posto di combattimento, alcuni Sott.li avevan l' ordine di chiudere con catene e lucchetti le porte stagne affinchè il Personale, qualora fosse stato preso dal panico, non abbandonasse il proprio posto. Penso che un simile demoralizzante sistema fosse in voga solo da noi! Strutturalmente l' opera è divisa in 5 capitoli: un pò lunghi per i miei gusti, ma poichè a loro volta son divisi in giornate o settimane, ecco che la lettura ne risulta agevolata. Grazie per l' attenzione. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Reinhard Hardegen Posted March 2, 2011 Report Share Posted March 2, 2011 Alla ottima recensione di Alfabravo agguingerei due ulteriori episodi abbastanza significativi. Il primo, relativo al trasferimento della Nb. Cavour da Taranto a Trieste dopo il recupero dell'unità. La corazzata, seppur priva dell'armamento, riuscì ad eseguire la navigazione con mezzi propri ed ad alta velocità, tanto da far andare in avaria l'apparato motore di una delle torpediniere di scorta a causa del prolungato sforzo delle macchine. Il secondo episodio è relativo al bomardamento alleato del porto di Napoli effettuato il 4 dicembre 1942, dove fu affondato l'incrociatore Attendolo. Le difese antiaeree del porto aprirono il fuoco (per quanto potesse servire) solo quando i velivoli attacanti erano sulla verticale delle navi, perchè non erano stati identificati come nemici! Un episodio scandaloso dopo quasi due anni e mezzo di guerra! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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