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Il Regio Esercito E Il Fascismo Negli Anni Venti


Tuco

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Bhè alcune considerazioni sono un po' discutibili.

 

In particolare non sono per niente d’accordo sulle figure di Bonzani e Gazzera: che fossero esponenti della fazione badogliana è noto, ma non sarei così drastico nei giudizi. Entrambi generali della vecchia scuola e forse di vedute piuttosto limitate, ma anche competenti ed onesti, si dedicarono a mettere in atto l’ordinamento del 1926, a migliorare l’addestramento delle truppe e a iniziare l’acquisizione di nuovi armamenti, oltre a cercare di preservare l’Esercito da influenze del partito. L’unico torto che ebbero Gazzera e Bonzani fu quello di non credere alla capacità del Regio Esercito di condurre operazioni offensive (peraltro assolutamente in linea con le direttive politiche che prevedevano un confronto con le sole Francia e Jugoslavia, con un Inghilterra neutrale e non ostile), e furono per questo attaccati vivacemente dalla parte più “modernista” ed “offensivista”, rappresentata da ufficiali come Grazioli, Canevari e Baistrocchi che, grazie anche all’appoggio di ampi settori del partito fascista, riuscirono alla fine ad ottenerne la testa prima di Gazzera, poi di Bonzani.

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