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L' Artiglieria Italiana Tra Le 2 Guerre Mondiali


Tuco

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Consiglio la lettura di questo bell articolo

 

Artiglieria italiana

 

concernente lo stato dell artiglieria nostrana tra le 2 guerre mondiali .

 

Spesso si leggono articoli denuncianti le mediocri prestazioni dei cannoni ( e relativi proietti ) della Regia Marina , bhe' la situazione dei cannoni terrestri era molto peggiore

 

Un breve estratto dell articolo in questione , assai illuminante :s12:

 

Il napoletano Odorisio Piscicelli Taeggi, capitano e poi maggiore di artiglieria, il quale dirigeva il tiro del suo gruppo nel deserto marmarico dall'alto di una scala a pioli fissata a un trattore, racconta: "Allora mi accorsi che i miei cannoni, costruiti 35 anni prima, non erano più pezzi di artiglieria. Colpi sparati con gli stessi dati dallo stesso cannone avevano scarti di distanza paurosi. Se poi si passava agli altri, succedeva l'inverosimile. Non ce ne erano due che sparassero nello stesso modo. Con ognuno si doveva cominciare daccapo. Impossibile fare un aggiustamento. Impossibile un tiro preciso, artiglieresco. Era quasi uno sparare a casaccio.

 

Enrico Serra, ufficiale carrista, così lo descrive: "Abbiamo è vero in appoggio un gruppo d'artiglieria al comando del capitano in SPE Odorisio Piscicelli, un nobile napoletano tutto pepe e verve. Ma egli dispone dei pezzi da 75 mm. della prima guerra mondiale, anzi dell'anno 1906, che ben poco possono fare contro gli 88 inglesi che hanno una gittata quasi doppia. Il guaio è che Piscicelli non si arrende. Caracolla il deserto a bordo di un trattore di artiglieria, su cui ha sistemato una scala, sulla quale si arrampica per fare dell'osservazione. L'abbiamo battezzato 'il principe della Scala' con riferimento alla sua origine nobiliare. Lui scruta il nemico e io, con il binocolo inglese che mi hanno regalato i motociclisti, scruto lui. Poi porta i cannoni di una batteria ad una cinquantina di metri più avanti dei carri, per guadagnare gittata e nello stesso tempo rimanere sotto la nostra protezione. Sistemati i cannoni con apposite buche per dare il maggiore alzo possibile, cominciò il tiro con tripla carica. Al momento dello sparo, i cannoni facevano un vero e proprio balzo in alto per ricadere pesantemente. […] Purtroppo mentre il loro tiro era, in questi casi, del tutto inefficace, serviva in compenso a tirarci addosso quello d'interdizione del nemico. Dopo qualche minuto, cannoni ed artiglieri sparivano in un nugolo di sabbia sollevato dalle cannonate inglesi. Dissipata la nebbia, vedevamo gli artiglieri alzarsi in piedi ed affrettarsi a ricaricare e a sparare i loro vetusti 75/27. Non potevo non ammirare il coraggio e l'abnegazione di questi magnifici artiglieri

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Si, avevo letto il pezzo. In sostanza non aggiunge nulla di nuovo sul riconosciuto stato di inadeguatezza della nostra artiglieria. Uno dei punti del promemoria di Mussolini del 1939 era proprio il "rinnovo del parco delle artiglierie dell'esercito".

 

Di moderno non avevamo che un migliaio di pezzi controcarro da 47/32, un centinaio di pezzi da 75/18 mod. 34 e 35, una cinquantina da 149/40 mm, oltre ai 75/46 contraerei.

 

Di vecchio avevamo i pezzi da 75/13, 100/17, 149/35, 105/28. Oltre agli immortali 75/27 Krupp.

 

C'è da ricordare inoltre che nel marzo del 1940 venne avviata la modernizzazione del parco artiglierie, attraverso la produzione dei pezzi moderni pezzi da 75/18, 149/40, 210/22, 105/40, 149/19, 90/53, programma che riuscì anche se tardi (1942-1943) a dare discreti risulati.

Modificato da brin
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Il problema nacque proprio dalla decisione di rinnovare il parco delle artiglierie ....

Trovare le risorse industriali , le materie prime , i soldi ed il tempo necessari a costruire non so quante migliaia di cannoni era un impresa palesemente impossibile sin dall inizio

Una soluzione assai piu' ragionevole sarebbe stata quella di limitarsi a modificare il munizionamento dei pezzi incrementandone la gittata , la potenza e pure l' affidabilita' ( molte delle vecchie granate non esplodevano :s06: )

Il nuovo munizionamento ( modello 32 ) diede risultati interessanti , il vecchio Deport passava da una gittata di ( circa ) 8.000 metri ad oltre 10.000 , seguendo questa strada si sarebbero ottenuti risultati notevoli .

Da notare che l' esercito francese si preoccupo' di modificare il munizionamento dei suoi 75 giungendo a gittate nell ordine degli 11000 metri

 

Personalmente avrei seguito questa strada limitando la costruzione di nuovo materiale ai pezzi antiaerei ( che potevano pure servire come pezzi anticarro )

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Trovare le risorse industriali , le materie prime , i soldi ed il tempo necessari a costruire non so quante migliaia di cannoni era un impresa palesemente impossibile sin dall inizio

 

Personalmente avrei seguito questa strada limitando la costruzione di nuovo materiale ai pezzi antiaerei ( che potevano pure servire come pezzi anticarro )

 

Mussolini si basava (finchè non aprì gli occhi) sull'errata premessa (o sulla falsa promessa) che la guerra non sarebbe scoppiata prima del 1943. Il tempo ci sarebbe anche stato, volendo. Certo sono d'accordo con te nel dire che l'impegno tecnico-industriale si rivelò di notevole mole. In ogni caso il programma avviato diede i suoi frutti, anche se ne diede pochi e tardi.

 

Si, quelli da 90/53 si rivelarono ottimi...

Modificato da brin
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Una buona idea sarebbe stata la distribuzione dei pezzi da 105/28 a livello di divisioni e non tenerli come artiglierie di CdA .

Il 105 era un pezzo non troppo inferiore al 25 pound inglese e distribuirlo alle Grandi Unita' impegnate in Libia sarebbe stata un ottima idea

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Se non sbaglio alcune divisioni avevano in dotazione il previsto gruppo da 100/17 mm. Inferiore per gittata 8.000 contro 11.000, aveva però un peso di circa 1/3 inferiore al 105, ragione principale per cui era ritenuto più idoneo.

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  • 2 weeks later...
Sul 105/28 c'è da segnalare l'interessante articolo di Nicola Pignato sul numero di questo mese di "Storia Militare".

 

 

L' ho letto , quello che stupisce è vedere che la maggior parte dei 105 / 28 venne trattenuta in Italia mentre sarebbero stati utilissimi in nord africa contro i 25 libbre inglesi

L' inviare i mezzi migliori alle truppe combattenti non dovrebbe essere un concetto troppo difficile ....

Misteri del Regio Esercito :s12:

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La disponibilità numerica era alta (956 esemplari nel giugno '40, 839 nell'aprile '42, 588 nel settembre dello stesso anno, più di 324 nel giugno '43), mai troppo elevata quella dei pezzi con ruote gommate, 108 nell'aprile '42 e 95 nel settembre dello stesso anno, la metà dei quali disponibili in A.S.I.

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La disponibilità numerica era alta (956 esemplari nel giugno '40, 839 nell'aprile '42, 588 nel settembre dello stesso anno, più di 324 nel giugno '43), mai troppo elevata quella dei pezzi con ruote gommate, 108 nell'aprile '42 e 95 nel settembre dello stesso anno, la metà dei quali disponibili in A.S.I.

 

Avevo letto anche io questo particolare ma mi risulta impssibile credere che un Paese come il nostro non fosse in grado di modificare / sostituire delle semplici ruote in breve tempo .

Probablmente non c' era nessuna voglia di inviare detti mezzi in Africa

Modificato da Tuco
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Avevo letto anche io questo particolare ma mi risulta impssibile credere che un Paese come il nostro non fosse in grado di modificare / sostituire delle semplici ruote in breve tempo .

Probablmente non c' era nessuna voglia di inviare detti mezzi in Africa

 

Non credo; probabilmente si trattò solo di mancanza di organizzazione; magari ciò avvenne nell'ultima fase della campagna d'Africa, quando si pensava alle difesa del suolo europeo. Altri motivi: primo era considerato pezzo di corpo d'armata e pertanto in dotazione a molti dei gruppi d'artiglieria di Corpo d'Armata; secondo un certo numero di pezzi era in dotazione ai reparti e nelle fortificazioni della GAF; terzo probabilmente (e sicuramente fino all'estate '41) era ancora considerato pezzo di una certa pesantezza; quarto il numero dei pezzi disponibili andò rapidamente decrescendo: dai 956 del giugno '40 ai 324 circa (27 gruppi) del giugno '43.

 

Una cosa è certa: non si riuscì a ripianare le tremende perdite dovute all'offensiva inglese del '40-41.

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Non credo; probabilmente si trattò solo di mancanza di organizzazione

 

O di buon senso :s03:

Dove si trova il nemico piu' importante ?

In Africa

Dove si dovevano mandare i mezzi migliori ?

In Africa :s20:

 

Del resto anche riguardo ai mezzi di trasporto si preferi' inviarli in russia o trattenerli in Italia

 

 

Le perdite di mezzi durante l' offensiva inglese del 1940/41 furono notevoli * ma perlomeno dimostrarono che la maggior parte dei nostri pezzi non reggevano il confronto con il 25 libbre inglese e che quindi era il caso di usare contro gli inglesi il meglio che c' era'

 

* al 10 giugno 1940 in Libia dovevano esserci un centinaio di 105 mm , non so se nel corso dell anno ne furono inviati altri

numericamente si potevano rimpiazzare ( volendo ! )

Modificato da Tuco
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O di buon senso :s03:

Dove si trova il nemico piu' importante ?

In Africa

Dove si dovevano mandare i mezzi migliori ?

In Africa :s20:

 

:s03: Mi sono alzato col piede giusto: te lo concedo. Mancò forse il buonsenso, cosa che non mi stupisce troppo. Di sicuro non ci fu la volontà intenzionale di sabotare le operazioni in A.S.I., e restano peraltro valide, a mio modesto avviso, le motivazioni elencate ieri sera.

 

 

* al 10 giugno 1940 in Libia dovevano esserci un centinaio di 105 mm ,

 

non so se nel corso dell anno ne furono inviati altri numericamente si potevano rimpiazzare ( volendo ! )

 

Saran stati poco meno di 100...fai conto 6 gruppi da 12 e 3 batterie da 4, fanno 84.

 

Lo ignoro anche io.

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Una piccola considerazione pero' dobbiamo farla .

Nel corso della guerra i vertici romani si dedicarono non al miglioramento ualitativo dell esercito ( addestramento e mezzi ) ma all espansione quantitativa dello stesso .

Vennero sfornate un gran numero di mediocrissime unita' di fanteria ( stanziate perlopiu' inItalia ) che dimostrarono tutta la loro inutilita' tra luglio e settembre del 1943

Forse la decisione di non inviare i 105 in Africa dipese da questo strano modo di vedere le cose .

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Una piccola considerazione pero' dobbiamo farla .

Nel corso della guerra i vertici romani si dedicarono non al miglioramento ualitativo dell esercito ( addestramento e mezzi ) ma all espansione quantitativa dello stesso .

Vennero sfornate un gran numero di mediocrissime unita' di fanteria ( stanziate perlopiu' in Italia ) che dimostrarono tutta la loro inutilita' tra luglio e settembre del 1943

 

Non credo si possa condividere il tuo ragionamento. Non prendi infatti in considerazione che quell'Esercito non fu addestrato alla guerra nel deserto stile Desert Force di O Connor o DAK di Rommel. Quell'Esercito fu addestrato per combattere un conflitto convenzionale, la riedizione del 15-18 sulla frontiera francese.

 

Non è vero che quelle mediocricissime unità di fanteria fossero stanziate perlopiù in Italia: la gran parte era di guarnigione all'estero, da Tolone a Lubiana, da Cattaro a Valona, dal Pelopponneso a Rodi.

 

La deludente prova delle nostre Divisioni nel settembre '43 è perfettamente spiegabile collo scarso numero di repartio disponibili (a parte il concentramento attorno a Roma), col fatto che molte di esse erano in affluenza o in riordinamento dopo le precedenti campagne (Pasubio in Campania, Sforzesca in Lombardia, Livorno ed Aosta in Trentino, et similia), col fatto che gran parte delle truppe erano reparti di deposito/addestramento/complemento, col fatto che vi fu una grave crisi "morale" provocata dall'improvviso armistizio. A ciò bisogna aggiungere che i tedeschi avevano divisioni ben equipaggiate, dislocate in punti strategici e dotate di ordini precisi. Ed in più dettero prova della loro straordinaria capacità di reazione e di raddrizzamento di una situazione all'apparenza a loro sfavorevole.

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Non credo si possa condividere il tuo ragionamento. Non prendi infatti in considerazione che quell'Esercito non fu addestrato alla guerra nel deserto stile Desert Force di O Connor o DAK di Rommel. Quell'Esercito fu addestrato per combattere un conflitto convenzionale, la riedizione del 15-18 sulla frontiera francese.

 

 

Una riedizione della guerra del 1915-18 venne combattuta in Albania con i risultati che tutti sappiamo :s01:

Nel deserto o sui monti l' esercito italiano se la cavo' ugualmente assai male nell inverno 1940 / 41

 

 

 

Non è vero che quelle mediocricissime unità di fanteria fossero stanziate perlopiù in Italia: la gran parte era di guarnigione all'estero, da Tolone a Lubiana, da Cattaro a Valona, dal Pelopponneso a Rodi.

 

 

veramente ho scritto che

 

Nel corso della guerra i vertici romani si dedicarono non al miglioramento ualitativo dell esercito ( addestramento e mezzi ) ma all espansione quantitativa dello stesso .

 

Tra il 1941 ed il 1943 vennero costituite la bellezza di 20 divisoni ... costiere e pure 10 brigate, sempre costiere .

queste unita' vennero schierate prevalentemente in Italia .

 

Ti faccio inoltre presente che il numero di soldati presenti sul territorio nazionale aumento' nel corso del conflitto

da ( circa ) un milione e mezzo del dicembre 1941 ad un milione e 600.000 nel dicembre del 42 per arrivare a 2.100.000 nel maggio del 1943

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veramente ho scritto che

 

Nel corso della guerra i vertici romani si dedicarono non al miglioramento ualitativo dell esercito ( addestramento e mezzi ) ma all espansione quantitativa dello stesso .

 

Si, scusa; avevo letto male.

 

Tra il 1941 ed il 1943 vennero costituite la bellezza di 20 divisoni ... costiere e pure 10 brigate, sempre costiere .

queste unita' vennero schierate prevalentemente in Italia .

 

Si, in effetti furono costituite 23 Divisioni e 11 Brigate Costiere, credo tutte dislocate in Italia, a parte un certo numero di unità che si trovavano in Corsica e Provenza.

 

 

 

Comunque dal "Programma di potenziamento dell'Esercito del settembre 1941", tratto da uno dei volumi di De Felice si prevedeva di aggiungere alle 64 Divisioni esistenti, ovvero:

 

· 5 alpine;

· 3 celeri;

· 3 corazzate;

· 48 fanteria normale (comprese le tre autotrasportabili Piave, Pasubio, Torino);

· 3 fanteria autotrasportabile tipo A.S.;

· 2 autotrasportabili (ovvero Trento e Trieste).

 

altre 16 Divisioni:

 

· 1 alpina (Alpi Graje);

· 2 corazzate (costituite solo più tardi, con Ariete ed M), ed in più trasformazione di una celere in corazzata (ovvero la 2aEmanuele Filiberto, convertita nella primavera 1942);

· 3 fanteria autotrasportabile (tutte costituite: Mantova, Rovigo, Piacenza);

· 8 fanteria da occupazione (tutte costituite: Perugia, Piceno, Macerata, Murge, Emilia, Vicenza, Novara, Zara, Veneto);

· 1 paracadutisti (Folgore);

· 1 aviatotrasportabile (La Spezia).

 

in modo da raggiungere per fine aprile 1942 (in realtà la data slittò un po'), un totale di 80 Divisioni

 

· 5 alpine;

· 2 celeri;

· 6 corazzate; (in realtà solo 4)

· 39 fanteria normale;

· 12 fanteria motorizzata tipo A.S.;

· 5 autotrasportabili;

· 8 fanteria da occupazione;

· 1 paracadutisti;

· 1 aviotrasportabile.

 

A me pare che tale programma tentò di fare il possibile, cercando di convertire il maggior numero di divisioni di fanteria normale in fanteria tipo A.S., procedendo col rafforzamento della componente corazzata e costituendo unità interessanti come la Divisione paracadutisti e quella aviotrasportata. Nel contempo si procedette alla costituzione di un certo numero di divisioni con compiti presidiari e di controllo del territorio, cosa perfettamente logica visti i notevoli impegni che avevamo nei Balcani.

 

Ti faccio inoltre presente che il numero di soldati presenti sul territorio nazionale aumento' nel corso del conflitto

da ( circa ) un milione e mezzo del dicembre 1941 ad un milione e 600.000 nel dicembre del 42 per arrivare a 2.100.000 nel maggio del 1943

 

Sicuro? A me ne risultano 1 milione al settembre 1943 in Italia e Sardegna (di cui 400.000 circa in Divisioni operative), più un altro milione circa tra Corsica, Provenza, Balcani.

Modificato da brin
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A me pare che tale programma tentò di fare il possibile, cercando di convertire il maggior numero di divisioni di fanteria normale in fanteria tipo A.S., procedendo col rafforzamento della componente corazzata

 

In Africa settentrionale ( per fare un esempio ) servivano carri armati , autoveicoli e artiglierie efficenti .

Com' era possibile immaginare di costituire nuove divisioni corazzate quando la produzione industriale era talmente scarsa che bastava appena a rifornire le unita' blindate schierate in quel teatro ?

Stesso discorso per automezzi e artiglierie ....

Inoltre costruire nuove unita' significava arruolare altri soldati togliendoli dalle attivita' produttive ( agricoltura , servizi , etc ) e danneggiando quindi un economia gia' malmessa

Un atto di buonsenso sarebbe stato cercare di addestrare , armare e rifonire al meglio quelle poche unita' presenti sul fronte africano cosa che NON venne fatta ( eccetto che per i carri armati )

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Ho detto che quel programma "tentò di fare il possibile", non ho affermato che risolse tutti i problemi. In quanto alla costituzione dei reparti corazzati, in sostanza concordo, difatti la situazione non permise la costituzione di nessuna divisione corazzata aggiuntiva fino alla fine (o quasi) della lotta in Africa.

Modificato da brin
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