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L'affondamento Del Racchia E La Guerra Civile Russa


brin

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Il nostro esploratore Carlo Alberto Racchia affondò il 19 luglio 1920, nei pressi di Odessa, per urto contro una mina.

 

Ciò mi induce a pensare che quindi anche navi italiane presero parte alla operazioni alleate, durante la guerra civile tra bolscevichi e russi bianchi, a sostegno di questi ultimi. Ora, mi chiedo: sarebbe cosa fattibile avere un elenco delle nostre unità che presero parte a quelle operazioni?

 

Ringrazio tutti in anticipo

Luca

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Le unità della classe "Mirabello" furono consegnate alla Regia Marina quando la prima guerra mondiale era già iniziata e quindi furono quasi da subito impegnate in attività operativa. Basate a Brindisi, operarono in Adriatico, partecipando a missioni di interdizione, posa mine, scorta a convogli e a navi maggiori.

Nel periodo tra le due guerre svolsero la normale attività di squadra, con frequenti missioni all'estero, sia di rappresentanza che operative. Durante una di queste fu perso il Racchia che il 19 luglio 1920 presso Odessa durante una scorta, urtò una mina e affondò rapidamente. Le altre due unità svolsero la normale attività e parteciparono tra il 1936 e il 1938 alle operazioni di appoggio durante la guerra civile spagnola.

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Le unità della classe "Mirabello" furono consegnate alla Regia Marina quando la prima guerra mondiale era già iniziata e quindi furono quasi da subito impegnate in attività operativa. Basate a Brindisi, operarono in Adriatico, partecipando a missioni di interdizione, posa mine, scorta a convogli e a navi maggiori.

Nel periodo tra le due guerre svolsero la normale attività di squadra, con frequenti missioni all'estero, sia di rappresentanza che operative. Durante una di queste fu perso il Racchia che il 19 luglio 1920 presso Odessa durante una scorta, urtò una mina e affondò rapidamente. Le altre due unità svolsero la normale attività e parteciparono tra il 1936 e il 1938 alle operazioni di appoggio durante la guerra civile spagnola.

 

Intanto, grazie per avere risposto. No, il mio ragionamento era il seguente: nella guerra civile tra russi "rossi" e "bianchi", si inserirono gli Alleati che inviarono unità terrestri e navali a sostegno di questi ultimi. Ora, io sapevo che noi partecipammo alle operazioni con un battaglione inviato ad Arcangelo ed uno, composto da ex-prigionieri austriaci, in Siberia. L'affondamento del Racchia mi fa ritenere che anche nostre unità navali presero parte a quelle operazioni, e speravo che qualcuno me ne avesse potuto fornire un elenco.

 

Grazie ancora

Luca

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ci posso dare un occhiata, però mi sembra che ti sbagli all'incirca degli ex-prigionieri austriaci, mi sembra di avere letto che erano tedeschi, guarderò!!! :s02:

 

No, non credo.....comunque controlla. Precisamente, si chiamava Battaglione Italiani Irredenti, ed era dislocato in Cina a Tientsin, fino all'arrivo dei 1300 uomini del Corpo di Spedizione destinato alla Manciuria, giunti col Roma....

 

Grazie ancora, attendo fiducioso

Luca

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Qualcosa l'ho reperito grazie al New York Times (al link: http://query.nytimes.com/gst/abstract.html...619C946195D6CF# ). Sembra che la mina che causò l'affondamento fosse turca, e che 19 furono le vittime di quel tremendo evento belico.

 

Se qualcuno avesse ulteriori informazioni, gliene sarei davvero grato

 

Luca

Modificato da brin
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Un gentilissimo Signore che ringrazio ancora, con una mail, mi ha messo a disposizione le seguenti informazioni:

 

L'unità il 20 marzo 1920 salpò da Taranto, dove era dislocata a disposizione dell'Ispettorato Siluranti, per portarsi a Costantinopoli a disposizione del Comando Divisione navale del Levante.

Suo compito era pattugliare nel Bosforo e nel mar nero.

Il 19 luglio 1920 partì da Costantinopoli scortando tre piroscafi carichi di prigionieri russi diretti a Odessa. alle ore 11 del 21 luglio a circa nove miglia a sud ovest di capo Fontana al largo di Odessa urtò una mina, colando a picco di prora dopo quaranta minuti dallo scoppio e adagiandosi su un fondale di 11 metri. Perirono 9 marinai e altri 9 restarono feriti.

Furono effettuati alcuni tentativi di recupero ma fallirono percui la nave l'anno dopo fu radiata dai quadri del naviglio Militare.

a me no risulta che ci fosse un impegno della R. Marina in favore dei "bianchi" durante la guerra civile russa.

 

Ora il quadro è chiaro.

 

Ma la domanda è: perchè c'era l'esigenza di rimpatriare dei prigionieri russi? Erano russi che avevano combattuto in Italia coll'Esercito austriaco?

 

Luca

Modificato da brin
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  • 3 weeks later...

da "base artica" , marco.

forse per l´argomento siberia puo aiutare questo sito:

 

http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=290

http://www.trentinocultura.net/doc/radici/...ioni_neri_h.asp

http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Og...35/1918+-+1920/

saluti e se sento novita vi avviso

marco.

Modificato da bussolino
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  • 3 weeks later...

Mi è ora giunto un bel volume, l'autobiografia dell'Amm. Luciano Bigi, il quale -allora STV - si trovava a bordo del Racchia.

Racconta Bigi che nel corso dell'avanzata in territorio austro-ungarico le truppe italiane avevano catturato parecchi russi sbandati, fatti prigionieri in Galizia e utilizzati dagli austriaci come operai nelle retrovie del fronte italiano.

Furono radunati all'Asinara e lì rimasero due anni, non sapendo il Governo italiano che pesci pigliare (darli ai rossi o ai bianchi?).

Nel '19 la Francia aveva inviato 2000 ex prigionieri al Gen. Denikin, ma appena arrivati questi manifestarono idee bolsceviche, sicchè i bianchi non vollero ricerverne altri.

Darli ai rossi era difficile dal momento che il loro governo non era riconosciuto.

Il Partito Socialista Italiano prese l'iniziativa creando un apposito comitato (On. Dino Rondani) e convinse il Governo a imbarcarli su tre piroscafi (Calvi, Melpomene e Thalia) e inviarli a Odessa.

Arrivati al Bosforo si unì a loro scorta il Racchia, già sul posto. La scorta si rendeva necessaria per evitare eventuali azioni di disturbo da parte della flotta bianca di Sebastopoli. Le istruzioni erano di dare fondo a 10 miglia da Odessa, per poi lasciare proseguire i piroscafi (mantenendo comunque il contatto radio).

A 19 miglia da Odessa il Racchia incappò in una mina a centro nave, affondando dopo 40 minuti su un fondale di 11 m.

I morti furono complessivamente 10.

L'equipaggio del Racchia abbandonò la nave in buon ordine e venne tratto in salvo dal Calvi.

Modificato da GM Andrea
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