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Il Cavallino Rampante


Visitatore luciano pietri

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Visitatore luciano pietri

Il 4° Stormo Caccia e la Ferrari

 

E’ lo stesso Enzo Ferrari a raccontarne la storia:

“ Il Cavallino era dipinto sulla carlinga del caccia di Francesco Baracca, l’eroico aviatore caduto sul Mombello, l’Asso della prima guerra mondiale.

Quando vinsi nel ’23 il primo circuito del Savio, che si correva a Ravenna, conobbi il conte Enrico Baracca, padre di Francesco; da quell’incontro nacque il successivo con la madre, contessa Paolina.

Fu essa a dirmi un giorno “Ferrari metta sulle sue macchine il cavallino di mio figlio, Le porterà fortuna”.

Conservo ancora la fotografia di Francesco Baracca con la dedica dei genitori, in cui mi affidavano l’emblema. Il cavallino è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena”.

Questo in sintesi quanto detto ma analizziamo il contenuto.

Partiamo dall’eroe e dal suo simbolo.Senza dubbio esso si rifà al suo stallone nero “Nibbio” quando era al Piemonte Reale Cavalleria.

Dopo i primi successi, ottenuti nel 1916, la squadriglia di Baracca riceve Nieuport Ni.17E e con loro la moda di personalizzarli alla pari dei colleghi francesi.

Così alla 91° Squadriglia cominciano ad apparire sui vari aeroplani delle insegne personali: Fulco Russo di Calabria sceglie un teschio, Ferruccio Ranza una scala a pioli,, Poli una stella e il Cavallino Rampante nero per Baracca.

Il pilota si fa realizzare su una tavoletta di legno la matrice e al reparto provvedono a dipingerlo sulla fusoliera ma con direzione verso la prua.

Degli incontri tra la famiglia Baracca ed Enzo Ferrari non vi è dubbio ma per l’utilizzo del simbolo bisogna aspettare alcuni anni.

In disappunto con l’Alfa Romeo, non più intenzionata ad occuparsi delle corse, accresciuta la notorietà, Ferrari crea la propria scuderia ma non utilizza subiro il cavallino mentre sono sempre i colori di Modena a distinguere la nuova scuderia.

Bisogna attendere il 1932 per trovare sulla carta intestata tale distintivo e poco dopo sulle Alfa Romeo portate alla vittoria sul circuito di Spa-Francorchamps.Da quel momento c’è una netta separazione, una nuova identità e la volontà di inalberare quel glorioso simbolo.

In quel momento anche il Quarto Stormo Caccia Terrestre, con sede a Gorizia si danno un nuovo distintivo:comincia ad essere utilizzato il cavallino nero in campo bianco per il X gruppo e il cavallino bianco in campo nero per il IX gruppo, assunto poi come distintivo per lo stormo.

In seguito il cavallino viene personalizzato, dalla forma robusta e grossa si passa a quella più snella ed elegante, di continuo migliorata fino ad assumere l’aspetto definitivo negli anni settanta.

Il cavallino era nero e rimane nero. Ferrari non fa altro che aggiungere il fondo giallo canarino e modificare la coda che diviene alzata.

Chiusa la scuderia nel 1937 da parte dell’Alfa Romeo, ritroviamo il cavallino nel 1939 solo sulla carta intestata quando, lasciata la ditta lombarda ne crea una sua a Modena.

Durante il conflitto ricompare il suo nome a indicare le auto costruite dalla scuderia ma il cavallino sparisce.

Nel primo dopoguerra il “ Cavallino Rampante” riappare sulle auto della scuderia man mano reso famoso da imprese sportive indimenticabili.

Per la cronaca recente bisogna ricordare il gemellaggio avvenuto nel 1989 con la donazione da parte del Quarto di un F104G verniciato di rosso Ferrari cod. 4-27 oggi conservato a Maranello.

Per la riproposizione delle gare di velocità tra aeroplani e auto da corsa, avvenute già nel 1930 e ripetutesi negli anni Settanta, nel 2003 a Grosseto la sfida ha visto di fronte il nuovissimo Eurofighter EF 2000 typhoon e la Ferrari F2003GA.

 

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(Tratto dal fascicolo emesso dal Quarto Stormo nel 2006 per il 75° dalla costituzione)

 

Adesso entra in gioco la memoria personale.

Altre gare furono fatte negli anni 90 tra varie Ferrari e gli F104G sulla distanza del quarto di miglio, mezzo meglio e un miglio.

Sulle distanza più brevi l'auto riusciva a vincere mentre su quella più lunga veniva fuori la potenza!!!

Storia ben diversa con l'Eurofigher che in tratte molto più brevi riesce anche a decollare.

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