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Dandolo a Venezia


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ecco di seguito l'articolo del C.V Rudy Guastadisegni pubblicato sul Notiziario della Marina, anno L nr. 2/3 Febbraio Marzo 2003

 

VENEZIA - IL SOMMERGIBILE CON L'ANIMA

 

L'attaccamento del marinaio alla propria nave e' tale per cui il mezzo meccanico assume un'identita' particolare; non solo e' un complesso galleggiante, e' la casa, e' l'amico, e' il compagno di tanta parte della vita dell'equipaggio, e' il simbolo dello spirito di gruppo, e' l'immagine del luogo sicuro e pieno di amici.....quel corpo metallico ha un Anima.

 

Se quel corpo venisse esposto in un museo a pezzi, risulterebbe agli occhi di un sommergibilista soltanto un insieme di tecnologia sparsa senza piu' un anima, un ammasso di pezzi di ferro freddi e anonimi, una banale esposizione da ossevare, punto e basta!

 

Diverso invece sarebbe poterlo vedere intero, maestoso, nella sua forma che richiama le numerose avventure viste al cinema per il pubblico e realmente vissute per gli addetti ai lavori.

 

Allora sarebbe veramente un Sommergibile con tutto il suo fascino di mistero e avventura, con tutto cio' che si puo' immaginare girando per i locali cosi' come erano durante l'attivita' operativa, emozionarsi davanti al periscopio o i comandi di immersioni, riassaporare quel vago odore misto di sentina, gasolio acqua di mare e sudore che tutti i sommergibilisti (e le loro mogli) saprebbero riconoscere ovunque, .......sarebbe un Sommergibile, anche se in disarmo e museizzato, ma pur sempre un Sommergibile. E con tutta la sua Anima.

 

Ebbene, il Dandolo assolve ora questa ultima missione, intero, integro, originale e con tutta la sua Anima e questa, succintamente, e' la sua storia.

 

Il 30 Settembre 1996 il Dandolo va in R.T.D., cioe' viene posto in riserva in una condizione di attesa prima di essere definitivamente radiato dal Quadro del Naviglio Militare dello Stato. Poco dopo viene trasferito a Venezia al traino di un rimorchiatore d'altura della Marina ed ormeggiato nella darsena dell'Arsenale. Il 30 Giugno 1999 va in disarmo e la Marina Militare inizia a pensare come trasformarlo in museo.

 

Dovo vari progetti non praticabili che lo prevedevano a terra in diversi siti arsenalizi all'aperto o nei capannoni, finalmente spunta l'idea di issarlo su uno scalo in pietra d'Istria dell' Arsenale di Venezia.

 

Viene commissionato lo studio di un progetto di fattibilita' ed in seguito viene affidata la realizzazione dell'impresa ad un cantiere navale locale sotto il controllo ed il coordinamento di Navalgenarmi Venezia.

 

L'operazione di posizionamento del sommergibile sull'antico scalo nr. 2 dell Arsenale si presentava delicata e difficile per la cautela che necessariamente bisogna adottare quando si deve lavorare su strutture preziose ed antiche, senza parlare poi delle difficolta' tecniche insite nel sollevamento e trasporto di un oggetto di quasi 250 tonnellate lungo una quaranrina di metri.

 

La ditta aggiuducataria dell'impresa ha adottato il sistema cosiddetto del bruco: in pratica il battello, rigidamente collegato alle sue due selle e' stato trasferito con una chiatta dal bacino di carenaggio (attiguo allo stesso Arsenale), nel quale era stato pulito ed abbellito, fino alla radice dello scalo prescelto.

 

Nel frattempo, sullo scalo e' stato allestito un sistema di binari di legno santo allineati con quelli della chiatta. A fianco dei binari due cremagliere con gradini d'acciaio sui quali il sommergibile si e' spinto in avanti un passetto dopo l'altro grazie a due pistoni idraulici che venivano riposizionati di volta in volta su ciascun gradino.

 

Grande attenzione doveva essere posta nella fase di trasferimento del battello dalla chiatta a terra per compensare di volta in volta la variazione dell'assetto della chiatta stessa provocata dal progressivo spostamento in avanti del baricentro. Un lavoro certosino condotto magistralmente da vecchi operai del mestiere in un coloratissimo linguaggio dialettale veneziano che contribuiva ad evidenziare ulteriormente l'atmosfera da impresa d'altri tempi.

 

Alla fine il risultato e' apparso quantomeno grandioso. Il sommergibile, risalendo sullo scalo, ha percorso in senso inverso la strada che per la prima volta, in quel di Monfalcone, l'aveva portato al mare il giorno del varo; ora appare intero e maestoso nella sua posizione sopraelevata, contornato da antichi edifici pregni di secolare storia navale e perfettamente integrato con il suo colore scuro al centro di un gigantesco Tricolore rappresentato dal bianco della pietra d'Istria, il verde del prato circostante ed il rosso mattone delle costruzioni di contorno.

 

L'anno successivo, con una intelligente operazione no cost proposto dalla Marina, le ditte costruttrici (Fincantieri, Calzoni, Wass, Siemens) hanno provveduto ad eseguire i lavori di museizzazione, sorvegliati e coordinati da sommergibilisti di grande esperienza presenti nella sede quali l'Ammiraglio Paolo Pagnottella, comandante dell'Istituto di Studi Militari Marittimi che fu comandante del Dandolo dal settembre 1976 al settembre 1977 ed il comandante Rudy Guastadisegni, direttore dell'Ufficio Tecnico Territoriale (Navalgenarmi Venezia) che vanta una venticinquennale militanza nella Componente.

 

Alla fine dei lavori il battello si presentava in condizioni decisamente migliori di quando era in servizio, perfettamente ristrutturato, pulito ed allestito, con il periscopio funzionante (a meno dell'impianto idraulico di sollevamento), con i suoi siuri e la centrale di lancio, valvole lucide e quadri splendenti, le tute di salvataggio, brande, stipetti ed effetti di luci e diffusioni sonore tali da riprodurre l'atmosfera di navigazione in modo estremamente suggestivo.......il visitatore ha proprio l'impressione di essere nelle profondita' del mare.

 

In questa nuova veste di museo, il Dandolo si presenta impeccabile ad ogni visitatore, ma la sua anima si illumina soltanto quando a varcare le sue nuove porte e' un marinaio, e meglio ancora essa brilla ed esulta se il marinaio e' un sommergibilista.

 

L'apertura al pubblico e' prossima, il Dandolo e' pronto.

 

Fine articolo

 

dandolo.JPG

 

il Dandolo sullo scalo nr. 2 dell'antico Arsenale di Venezia

 

 

Il Dandolo e' attualmente visitabile presso il Museo Storico navale di Venezia. Il museo e' aperto dal Lunedi' al Venerdi' dalle 08.45 alle 13.30 e il sabato dalle 08.45 alle 13.00. Chiuso domenica e festivi.

IL costo del biglietto e' di 1,55 euro a persona, gratuito per le scuole. Per informazioni dettagliate e certe telefonare allo 041/5200276

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