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Il Mitico Com.te Grossi


Marco U-78 Scirè

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Visitatore Kashin
Per quello che ne sò la cassa può averla portata alla X M.A.S., ma può anche essersela tenuta. Come vedete stiamo entrando in una parte di discussione molto antipatica. Atteniamoci ai fatti delle due presunte corazzate, e agli errori del Comandante Grossi nelle manovre di attacco. Chiunque di notte può sbagliare, anche Gazzana che nell'imminenza dell'alba del 23 maggio 1942, trovandosi al comando dell'ARCHIMEDE al largo di Capo San Rocco, ritenne di aver colpito, con due siluri, un incrociatore pesante statunitense della classe "Pensacola", mentre invece attaccò anch'esso l'incrociatore MILWAUKEE senza colpirlo. Però Gazzana, a differenza di Grossi, prima di affondare con il DA VINCI, riuscì a colare a picco 17 navi mercantili per 120.243 t.s.l., che rappresenta il maggior successo di una nave italiana nella storia della Regia Marina.

 

Se lei è d'accordo chiuderei la nostra amichevole diatriba con una sua parziale vittoria. L'affare cassa lo chiuderei perche la discussione diventa antipatica(non me ne voglia ma se ci sono dei dubbi si dovrebbe evitare di esternare ), il comandante Gazzana è in dubbio un grande Comandante di battelli e il C.te Grossi molto meno ......un caro saluto e sempre grazie per i suoi magnifici scritti .-

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nessuna animosità, solo stupore nell'espressione di concetti che forse non comprendo.

 

ha detto che la storia del Barbarigo è verità assoluta. in altri post, credo tra quelli scomparsi, evidenziava un revisionismo degli atti della Regia Marina in funzione di nuovi carteggi. mi sembrava una contraddizione.

 

non saprei giudicare il fatto della cassa, esistono le malelingue e le gelosie, anche tra ufficiali di Marina che pure sono esseri umani. con questo non scuso o scagiono, semplicemente prendo con le molle quella che è una affermazione non suffragata da prove sulle quali gli storici si basano.

 

Tornando al nostro post, che è stato portato leggermente OT, si diceva che Grossi fu giudicato bugiardo dalla 1^ commissione e rivisto dalla seconda in funzione di fatti precisi. che abbia sbagliato la valutazione come tanti altri comandanti di tutte le Marine del mondo non mi stupisce (magari mi stupisce che tra i tanti stranieri le nomini un'altro italiano).

 

Vorrei invece invitare Mizar a non scendere in una ironia che può facilmente sfociare in polemica. per contro invito anche chi non ha mai passato mesi in mare a bordo di un sommergibile e guardando da un periscopio o un binocolo a valutare altre opportunità oltre alle bellissime foto che ha postato.

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Condivido pienamente quanto scritto qui sopra da Totiano.

Sull'episodio della "cassa", sarebbe molto più sospetto se il Cmte. Grossi fosse sparito subito dopo, ma non sparì.

Mi viene in mente che forse, come comandante di Betasom, sentì come sua precisa responsabilità portarsi dietro i soldi.

Per quanto riguarda gli avvenimenti davanti a Capo San Rocco,resta il fatto che attaccare una forza navale in superficie, è un atto di indubbio valore,ma prima dicendo che un comandante tedesco non avrebbe osato tanto, mi sbagliavo: c'è il caso del Cmte. Otto Kretschmer, che affrontò in superficie due incrociatori ausiliari inglesi e li affondò (!!!!!!!!! Come caspita ha fatto????!!!!!).

Ad ogni modo cercherò il libro del Sig. Mattesini,perchè mi è venuta una gran voglia di leggerlo.

Saluti e Cordialità,

Francesco.

Modificato da Francesco
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Visitatore Mattesini

Vorrei fare soltanto una puntualizzazione, per rispondere a Francesco. Tutti i comandanti di sommergibili italiani effettuavano, come da dottrina di guerra, attacchi notturni in superficie, sempre che le condizioni lo permettessero. La prima nave affondata dai sommergibili italiani nella seconda guerra mondiale, l'incrociatore leggero britannico "CALYPSO", fu colpito di notte dal "BAGNOLINI" di Franco Tosoni Pittoni, con un siluro lanciato in superficie da distanza ravvicinata. Lo stesso avvenne per l'"AMBRA" di Arillo, nei confronti dell'affondamento dell'incrociatore britannico BONAVENTURE, e per il MARCONI nell'affondamento del cacciatorpediniere ESCORT. Potrei continuare. Comunque, in questo tipo di tattica di attacco notturno in superficie erano addestrati i sommergibilisti di tutte le Marine, in particolare quella tedesca, che sfruttavano l'oscurità per i loro attacchi ai convogli secondo la tattica del "Branco di Lupi".

Gli attacchi di Grossi alle due presunte corazzate non avevano nulla di speciale, tranne il fatto che sbagliò l'individuazione dei bersagli, la lioro velocità, e nel regolare la profondità dei siluri, e pertanto sbagliò la mira. Capitava spesso anche ad altri comandanti, che però furono meno fortunati nel ricevere onori, medaglie, incarichi prestigiosi.

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.........Vorrei invece invitare Mizar a non scendere in una ironia che può facilmente sfociare in polemica. per contro invito anche chi non ha mai passato mesi in mare a bordo di un sommergibile e guardando da un periscopio o un binocolo a valutare altre opportunità oltre alle bellissime foto che ha postato.

Perdonami Totiano, ma la mia ERA gia' polemica...

Se poi, per far capire che un comandante di sommergibili era una cippa, si chiama reiteratamente il suo battello Barbarico (fine questa :s10: ), "onorando" in tal modo anche i componenti del suo equipaggio, e si citano i successi di assi dei sommergibili, mettendoli a confronto con gli insuccessi della cippa, si puo' anche fare.., come del resto si puo' "urlare" nel forum per indicare l'immagine di una corvetta o di una corazzata..

Magari non si potrebbe fare, per correttezza, e nel dubbio, propendere piu' per il dolo (parlo della cassa di Betasom e fare 50 e 50, riferito ad un comandante di marina e'suppergiu' un'accusa di furto) che nella buona e "sbagliata" fede..Siccome si dice che l'Italia e' la culla del diritto... :s43:

Modificato da Mizar X
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Per quanto riguarda il termine "Barbarico" usata da Mattesini, vediamo di non ricamarci sopra più di tanto, perchè, come lo stesso ha dichiarato( e ritengo sia degno di indubbia fiducia e credibilità) si tratta di un banalissimo errore di battitura, anche se reiterato.

 

Riguardo le discrepanze e contraddizioni riscontrate a posteriori tra dichiarazioni dei diretti interessati e dati oggettivi documentali , credo si debba assumere un atteggiamento distaccato. Mi spiego: come è stato ripetutamente affermato e documentato(in tutte le marine), comuni, per i mezzi tecnologici dell'epoca,sono stati gli errori di identificazione di unità nemiche(quindi anche della derivata profondità di "lavoro" del siluro),della distanza, della rotta e velocità, dei relativi angoli. Credo che su questo tutti possiamo convenire. Le cose si complicano , permettetemi di dire si "inquinano" , quando le nostre capacità di giudizio e di interpretazione, non sono supportate da una visione asettica degli eventi. In altre parole il processo valutativo è condizionato dalle personali valutazioni storico-politiche, portandoci magari a fare assurgere o viceversa a negare , ruoli, responsabilità, qualità , di uomini che così facendo vengono posti o sull'altare o nella polvere, senza che ciò sia il risultato di una valutazione realmente critica. Nel caso in questione è difficile pensare a una "menzogna"collettiva organizzata o alla malafede generalizzata degli uomini del Barbarigo: loro hanno vissuto(per ciò che compete i propri ruoli) in prima persona le fasi degli attacchi. La loro verità non fu e non è supportata da dati oggettività documentale, che invece dimostrano(possiamo dire ormai "senza ombra di dubbi?? ) l'errore di valutazione.

La figura di Grossi va vista , secondo me, sotto il profilo dell'uomo, del marinaio (oggi forse diremmo del professionista) e delle sue scelte "politiche". Sull'uomo , la valutazione potrebbe essere fuorviante, in relazione alle simpatie-antipatie considerato che forse si è detto tutto e il contrario di tutto dei suoi atteggiamenti. Ritengo pertanto valga la pena metterle da parte. Anche la valutazione "politica" è inficiata da considerazioni il più spesso soggettive e probabilmente può essere limitata alla scelta di campo effettuata da Grossi( sul perché anche qui potremmo passare intere serate a discutere senza trovare un accordo valutativo o semplicemente oggettivo) :quindi o persona da mitizzare o viceversa da "criminalizzare". Vale la pena , forse, mettere da parte anche quest'aspetto. Rimane la valutazione professionale. Scartando tutte le considerazioni derivanti dai precedenti aspetti e da considerazioni più simili alla soggettività(quindi inquinanti) rimangono i fatti nudi e crudi verificati a distanza di tempo. Su questi ultimi vi è ben poco da aggiungere alla loro disarmante evidenza: le navi da battaglia non furono affondate( al riguardo gli USA negarono da subito gli affondamenti delle due corazzate), gli attacchi furono realmente eseguiti,vi furono errori "tecnici" di valutazione personali e/o dello stato maggiore del Barbarigo, le valutazioni collettive sono state inficiate dalle particolari condizioni climatiche-cinematiche. I professionisti del settore potrebbero entrare nel merito; forse ancor di più chi visse , sui nostri battelli, quel periodo tecnologico-operativo e quella dimensione storica, militare ed emotiva. All’epoca (ma certamente anche oggi) , nel merito si entrava, come dimostrano i documenti di Betasom pubblicati , che mettono in evidenza i giudizi spesso fortemente critici sull’operato dei comandanti. Nei confronti di Grossi ciò non poté avvenire sia per impossibilità all’epoca di oggettivare le affermazioni ( rimangono gli iniziali dubbi emersi gia allora nei vertici ) sia per le note opportunità mediatiche tipiche in ogni evento bellico. Vale la pena quindi , particolarmente per una figura così controversa come fu e rimane Grossi, limitarsi ai fatti nudi e crudi, non per nascondere la testa come lo struzzo, ma per evitare valutazioni personalistiche per nulla oggettive e ridare dignità storica all’argomento.

 

 

Sandro

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