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Aereosilurante Regia Aereonautica


Visitatore Kashin

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Nella versione militare S.79K il primo impiego operativo avviene con l'intervento italiano nella guerra civile spagnola come "Aviazione Legionaria". Vengono impiegati 99 esemplari di S.M.79 che dimostra ottime capacità in bombardamento e combattimento e buone doti di "incassatore", tanto che dopo due anni di operazioni belliche vengono ceduti all'aviazione spagnola 80 velivoli in perfetto stato di efficienza.

Nel 1939, sempre in configurazione S.79K, viene ampiamente utilizzato nell'occupazione dell'Albania e resta pressoché invariato fino all'entrata in guerra nel 1940.

Anche se il S.79K era dotato di stiva per le bombe (inusualmente posizionate in posizione verticale a causa del forzato adattamento dall'originario impiego da trasporto), nonché di attacchi per i siluri, venne commissionata alla fine del 1940 una speciale versione destinata esclusivamente al siluramento, con la sigla S.79S.

Un'altra versione per impieghi specifici a lungo raggio, come l'attacco a Gibilterra, viene denominata S.79GA (Grande Autonomia), dotata di serbatoio ausiliario in fusoliera e prodotto su licenza dalle O.M. Reggiane, che peraltro costruirono buona parte della versione "K" fino dal 1937.

Le ultime versioni militari furono l' S.79bis e l' S.79 III serie. Realizzati nel 1942 e 1943, in gran parte negli stabilimenti AUSA (Aeronautica Umbra) di Foligno e dotati il primo di motori Alfa Romeo AR.128 RC.18 da 930 cv., e il secondo di motori Piaggio P XI RC40. Il vano bombe venne eliminato e sostituito con un serbatoio supplementare che aumentò notevolmente l'autonomia.Entrambe le versioni avevano scarichi schermati da parafiamma per l'impiego notturno. La gondola ventrale del puntatore era stata eliminata con grandi vantaggi aerodinamici. L'S.79 III poteva raggiungere i 475 km/h. Questi apparecchi vennero ancora impiegati in azione come aerosiluranti dai reparti dell'A.N.R., nel Gruppo Buscaglia, poi Gruppo Faggioni.

 

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Le missioni su Malta e nel Mediterraneo

L'isola di Malta rappresentava un punto strategico fondamentale nello scacchiere del Mediterraneo. Infatti si trovava sulle rotte che per gli Italiani conducevano alla Libia e per i Britannici all'Egitto.

 

 

Febbraio 1941. S.M.79 verso MaltaL'errore tattico dell'Asse fu la mancata invasione dell'isola, mentre le incursioni aeree, sia terrestri che ai convogli navali, furono pesantissime.

 

 

 

SM79 attacca motosilurante inglese - Aprile 1941In queste quotidiane missioni, ad iniziare dal 1941, il S.M.79 trovò il suo più largo impiego, come bombardiere, come ricognitore e come silurante. In particolare fu attivo il 30° Stormo, 87° Gruppo, di base a Sciacca, con la 192^ e 193^ squadriglia, oltre al 90°, 108°, e 109° gruppo.

 

 

Convoglio inglese bombardato da SM79Nell'Agosto 1942 scatta l'operazione navale alleata "Pedestal", che vede impegnati anche gli S.M.79 in una grande offensiva ai convogli inglesi diretti verso l'isola, con i gruppi 30° e 32° dalla Sicilia e i siluranti del 132° dall'isola di Pantelleria e 105° e 130° dalla Sardegna.

Contro le navi inglesi del convoglio Pedestal un S.M.79 si rende protagonista del primo tentativo italiano di attacco con aereo senza pilota, nota come "Operazione Canarino". Il 12 Agosto del 1942 un S.M.79 radiocomandato e carico di 1.000 kg. di esplosivo decolla regolarmente dall'aeroporto di Villacidro in Sardegna. Una volta raggiunta la quota stabilita il pilota si lancia con il paracadute e i comandi vengono presi dal Col. Ferdinando Raffaelli, ideatore del sistema, il quale si trova su di un CANT Z.1007 che lo segue debita distanza; per essere meglio visibile il "79" era stato colorato di giallo, da cui il nome dell'operazione. Fino a buon punto del volo tutto funziona perfettamente, ma improvvisamente, a causa di un banale guasto della trasmittente, il 79 non risponde più ai comandi e, invece che colpire le navi inglesi, pur rimanendo in assetto e in quota e dopo una lunga e ampia deviazione verso sud-ovest, si va a schiantare a 1.800 m. sulle montagne dell'Algeria.

 

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Il dopoguerra

La lunghissima vita del Savoia-Marchetti S.M.79 si conclude nel 1959 in Libano, a ben 25 anni dal primo volo. In Italia, dopo essere stato utilizzato in vari impieghi, viene radiato nel 1953.

Nel 1946 il Libano commissionò 4 apparecchi, denominati S.79L, in versione bombardiere. Revisionati dalla SIAI, vennero consegnati nel 1949 ed in seguito riconvertiti ad uso civile da trasporto. Volarono ancora per dieci anni senza mai avere importanti problemi. Uno dei due rimasti di questi esemplari, costruito dalle Officine Reggiane nel 1942, è conservato al museo Caproni di Trento; il secondo, dopo un lungo restauro che lo ha riportato alla versione militare con la livrea dell'apparecchio di Carlo Emanuele Buscaglia, si trova al museo di Vigna di Valle

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Savoia-Marchetti_S.M.79

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