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Affondate la "OHIO"


Tritone

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Nell'estate del 1942 Malta si trova in una situazione apparentemente senza speranza: stretta d'assedio dalle forze dell'Asse, senza quasi più viveri e munizioni e con le scorte di combustibili e carburanti esaurite. Per portare aiuti ai difensori dell'isola ma soprattutto per continuare ad avere un importante base aeronavale da cui poter colpire i convogli italo-tedeschi diretti in Africa settentrionale, gli inglesi decidono per l'invio di un grosso convoglio in agosto. La priorità massima dell'operazione consisteva pertanto nell'arrivo a destinazione di almeno una nave cisterna carica di carburanti; se ciò non si fosse verificato, l'obiettivo strategico dell'intera operazione non si sarebbe realizzato, a prescindere da quante navi fossero giunte a Malta.

Dato che i convogli per Malta erano convogli veloci e che la Gran Bretagna non disponeva in quel momento di nessuna nave adatta allo scopo, si ricorse agli americani che cedettero temporaneamente la nave cisterna Ohio, da 9264 tonnellate di stazza lorda e 9000 cavalli di potenza, in grado di sviluppare una velocità massima di 16 nodi. La nave, al comando del capitano Dudley Mason, aveva 77 uomini di equipaggio ed era armata, dato il particolare impiego, con un cannone da 5 pollici (127 mm) a poppa, uno da 3 pollici (76 mm) a prua, una mitragliera Bofors da 40 mm a poppa del fumaiolo e 6 mitragliere da 20 mm singole.

Il 2 agosto 1942 la spedizione, denominata operazione "Pedestal", salpa dalla Gran Bretagna con destinazione Malta e attraversa lo stretto di Gibilterra il 10; è costituita da 14 navi mercantili scortate da 3 portaerei, 2 navi da battaglia, 7 incrociatori e 26 cacciatorpediniere.

Alle 18,55 del 12 agosto la forza navale principale inverte la rotta, lasciando di scorta al convoglio la Forza "X", costituita da 4 incrociatori e 11 cacciatorpediniere. Il convoglio era stato già attaccato da aerei e sommergibili e la Royal Navy aveva perduto la portaerei Eagle e si era vista danneggiare gravemente la portaerei Indomitable e il cacciatorpediniere Foresight (successivamente autoaffondatosi), il mercantile Deucalion, anch'esso danneggiato, lascia il convoglio ma viene affondato successivamente per attacco aereo.

Alle 19,55 dello stesso 12 agosto il convoglio si trova a 60 miglia da Capo Bon (Tunisia) in posizione 37° 40' N, 10° 06' E, quando viene attaccato dal sommergibile italiano Axum, che lancia quattro siluri; si tratta di una delle salve più fortunate di tutta la guerra: due armi colpiscono l'incrociatore HMS Cairo, affondandolo, un terzo siluro danneggia gravemente l'incrociatore HMS Nigeria, che deve abbandonare il convoglio per rientrare a Gibilterra, mentre il quarto colpisce al centro proprio la Ohio, la nave più importante del convoglio. I 270 kg della carica esplosiva del siluro da 533 mm aprono una falla di oltre 5 x 10 metri sulla fiancata sinistra della nave e provocano lo spegnimento delle caldaie; mentre la Ohio è immobilizzata a poppa del convoglio, lo stesso subisce un pesante attacco aereo nel quale viene affondato il mercantile Clan Ferguson e colpite la Empire Hope e il Brisbane Star (poi silurato e affondato dal sommergibile Bronzo). Al termine dell'attacco il caccia di scorta HMS Ledbury raggiunge la Ohio per assisterla. L'equipaggio della nave cisterna riesce a rimettere in funzione le macchine alle 20,45, riprendendo, sia pur con molte difficoltà, la navigazione. Durante la notte il convoglio viene attaccato da Mas e motosiluranti italiane e tedesche; vengono affondati l'incrociatore HMS Manchester (dalle motosiluranti italiane MS 16 e MS 22) e i trasporti Almeria Lykes, Glenorchy, Santa Elisa e Wairangi. La Ohio e il Ledbury, distanziati in coda al convoglio, non vengono avvistate e sfuggono all'attacco.

All'alba del 13 agosto il convoglio, disperso dagli attacchi notturni, riesce a riordinarsi e a venire raggiunto anche dalla Ohio e dal Ledbury. Con la luce del giorno riprendono però gli attacchi aerei e alle 8,10 viene affondato il piroscafo Wairama; alle 9,20 Ju 87 Stuka italiani attaccano la nave cisterna: una bomba esplode in prossimità dello scafo e uno degli aerei abbattuto dal fuoco antiaereo si schianta sulla nave, davanti al ponte di comando. Infine, alle 10,30, durante un altro attacco aereo, sei bombe esplodono vicinissime alla Ohio provocando nuovamente lo spegnimento delle caldaie e immobilizzando la nave; anche il piroscafo Dorset è colpito e verrà affondato da aerei tedeschi alla 18,45. Il riavvio da parte dell'equipaggio è vanificato da una bomba d'aereo caduta molto vicino che mette fuori uso, irrimediabilmente, le macchine.

Definitivamente immobilizzata, con le macchine fuori uso e il timone bloccato, la Ohio si trova in posizione 36° N, 12° 59' E, a 75 miglia dal porto della Valletta, troppo lontana dagli aeroporti maltesi per essere protetta; solo il cacciatorpediniere HMS Penn tenta di prendere la nave a rimorchio quando, alle 13,30, un attacco di aerei tedeschi aggiunge ulteriori danni alla cisterna e provoca il tranciamento del cavo di rimorchio. La Ohio sembra ormai essere solo un facile bersaglio fermo e si decide di abbandonarla, il Penn la affianca e ne trae in salvo l'equipaggio, rimanendo però nelle vicinanze. Intanto quello che rimane del convoglio (i mercantili Rochester Castle, Melbourn Star e Port Chalmers) entra nel porto della Valletta a Malta. L'intera Forza "X" dirigerà verso Biserta per ricongiungersi alle unità maggiori, eccezion fatta per i caccia di scorta HMS Ledbury e HMS Bramham, che appoggeranno il tentativo di recupero della Ohio.

L'equipaggio della cisterna è nel frattempo ritornato a bordo e, con dei paranchi a catena, è riuscito a orientare il timone di 5° a dritta; il Penn riesce a prendere al traino la nave, aiutato dal dragamine HMS Rye giunto da Malta con due motovedette alle 17,45. Alle 18,45, durante un ulteriore, ennesimo, attacco aereo portato da un gruppo di Ju 88 tedeschi, una bomba esplode nel locale macchine della cisterne e la Ohio comincia ad affondare lentamente, abbandonata con le scialuppe dal suo equipaggio. Al termine dell'attacco, incredibilmente, la nave galleggia ancora e, incredibilmente, il suo equipaggio ritorna a bordo riuscendo a ripristinare il rimorchio. L'ultimo attacco aereo della giornata viene sferrato di sorpresa alle 20,42, ma è senza esito. Durante la notte la navigazione procede, sia pur molto lentamente e tra mille difficoltà, incrementata anche dal supporto del cacciatorpediniere HMS Bramham. Al sopraggiungere dell'alba del 14 agosto arriva anche il caccia di scorta HMS Ledbury e, alle 8,55, il dragamine HMS Speedy con due motovedette. La ripresa degli attacchi aerei è fortemente contrastata dal fuoco contraerei che circonda la Ohio Alle 11,20 per ovviare alla continua tendenza della cisterna colpita di accostare a dritta, la Ohio viene presa a rimorchio dal Bramham e dal Penn affiancati a sinistra e a dritta, ed è così che il gruppo si porta dapprima nel raggio d'azione degli Spitfire di Malta, rendendo impossibile ulteriori attacchi aerei, per poi giungere in vista della piazzaforte alle 18,30. Si teme che la nave si spezzi da un momento all'altro, inoltre nonostante l'ausilio di pompe portatili per l'eliminazione dell'acqua imbarcata, l'immersione poppiera è in costante aumento. Notevolmente problematico e rischioso è il transito tra i campi di mine che circondano l'isola, da effettuarsi attraverso un canale dragato largo meno di mille metri ma, anche grazie all'intervento dei rimorchiatori Carbine, Robust e Lady Strickland, la difficile manovra è portata a termine e, alle 8,00 del 15 agosto 1942 la nave cisterna Ohio entra nel porto della Valletta, 60 ore dopo essere stata colpita dal siluro dell'Axum e dopo aver subito numerosi attacchi aerei, con il ponte principale a meno di un metro dalla superficie dell'acqua. Il coraggio e la determinazione degli equipaggi, unitamente ad una certa dose di fortuna, hanno reso possibile il rifornimento dei carburanti indispensabili a Malta per il proseguimento del suo impiego come base strategica.

 

La nave cisterna Ohio, poco dopo le operazioni di scarico, fu rimorchiate in una zona decentrata del porto della Valletta e fatta posare su un basso fondale per impedire che potesse spezzarsi e così rimase fino alla fine della guerra. Nell'estate del 1946 il relitto fu tagliato in due tronconi con la fiamma ossidrica e riportato a galla: il 19 settembre la prua fu portata al largo di Malta e affondata a cannonate, analoga sorte toccò al troncone di poppa affondato con cariche di esplosivo il 2 ottobre.

Nell'agosto del 1997, recatomi a Malta in vacanza, ebbi modo di visitare il War Museum della Valletta che custodisce interessanti reperti del periodo di guerra e fu lì che vidi, e toccai (con un brivido di emozione, lo confesso) una ormai silenziosa campana adagiata su un piedistallo: la campana della Ohio.

 

Tritone

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