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Finalmente identificato il relitto di Punta Salvore


danilo43

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Ritenendo doveroso farlo conoscere agli amici della nostra Base,  a seguire,  riporto il solo testo di un mio recentissimo articolo. Per poterlo visionare integralmente, completo di iconografia e video, vi rimando al sito  http://www.italianshiplover.it/storia/finalmente-identificato-il-relitto-di-punta-salvore/  dove è stato pubblicato in anteprima.

 

Nel novembre 2020, tramite l'associazione AIDMEN (1) - di cui ero, all'epoca, socio - venni contattato da un archeologo e ricercatore subacqueo sloveno di Capodistria: il dr. Danijel Germek, interessato ad avere un mio parere sulla possibile identità di un relitto che presumeva correttamente, come si scoprirà inseguito, essere di origine italiana.

Il dr. Germek è un profondo conoscitore dei fondali e relitti che si trovano sul versante orientale dell'Adriatico, e al contempo, nella sua veste di studioso di storia militare, un vero "topo di biblioteca", assiduo frequentatore di archivi croati e sloveni, tali ultimi fonti inimmaginabili di documenti inediti riguardanti la Regia Marina, introvabili anche negli archivi dell'USMM.

Da allora abbiamo instaurato un nutrito scambio di corrispondenza e una proficua condivisione di dati che ci ha portato, non senza difficoltà, ad identificare l'unità in questione

Si tratta di un rimorchiatore armato, della lunghezza di circa 25 m, affondato al largo di Punta Salvore, conosciuto localmente con il nome fittizio di "Adriana". Il relitto, più volte ispezionato da Germek, presenta in coperta munizionamento tedesco Flak 20 mm, facilmente riconoscibile e bossoli in alluminio del non comune calibro 26,5 x134 mm, sia esplosi che integri, che il comandante Stecol dell'associazione Betasom, esperto del settore e membro del CESIM, sito specifico per lo studio delle munizioni, mi ha confermato essere cartucce per pistole lanciarazzi Leuchtpistole LP 42 o LP 34, normalmente impiegate per richiesta di soccorso. Questo munizionamento mi ha inizialmente spinto a credere che potesse effettivamente trattarsi di un mezzo italiano requisito e, nello specifico, del nostro rimorchiatore per uso locale N.90, ex austroungarico T 106, costruzione n° 688 dello Stabilimento Tecnico Triestino - Cantiere San Marco, del 1918, dichiarato perduto proprio in quelle acque e motorizzato con una macchina alternativa da 400 c.a. (2)

Malgrado Danijel avesse notato al suo interno la presenza di un motore diesel, visibile distintamente in due bellissimi video da lui pubblicati in rete (3),

ritenevo che si potesse trattare di un gruppo elettrogeno ausiliario, imbarcato, a posteriori, sul N. 90, per supplire al fabbisogno di energia elettrica di bordo, qualora l'unità non si trovasse in navigazione, come alternativa a quella generata da una dinamo asse o da una calderina.

Non avendomi però del tutto convinto questa prima identificazione al contempo presi in considerazione anche un altro rimorchiatore, il Romital, impostato nel 1940 per la Società Romital di Bucarest nel cantiere Felszegy, di Trieste-Muggia, requisito all'inizio della guerra, mentre si trovava ancora in fase di allestimento, e varato nel 1944, sotto amministrazione e bandiera tedesca. Non essendo ancora chiare dalle immagini che mi erano state fornite le linee dello scafo e pensando a quelle di un classico rimorchiatore dell'epoca, inizialmente esclusi la possibilità che si potesse trattare di questo mezzo - propulso di due motori diesel Sulzer da 240 hp cadauno - sia per l'aspetto della poppa, di forma squadrata, sia per le diverse circostanze e per il luogo di affondamento (4). Secondo alcune fonti il Romital, dopo essere stato requisito durante l'occupazione tedesca e assegnato all'Armatore Deutsche Mittelmeer Reederei di Amburgo, il 20 dicembre 1944 venne attaccato in Adriatico, a Punta Salvore, da aerei nemici e fatto incagliare per evitarne l'affondamento e quindi distrutto, il giorno seguente, da caccia-bombardieri inglesi. Quando, recentemente, Danijel mi ha inviato un'immagine del relitto realizzata con il suo side scan sonar ho tuttavia avuto la certezza che il relitto di Punta Salvore non potesse essere quello del rimorchiatore N. 90 il quale presentava una classica poppa tondeggiante.

La poppa, inequivocabilmente, quadra del relitto scansionato mi ha fatto quindi riprendere in considerazione il Romital.

Analizzando nuovamente e con maggiore attenzione i due video realizzati da Danijel, esaminando la documentazione, tedesca e britannica, rintracciata - in parte da Danijel negli archivi di Washington (MOK Italien - Triest), Londra (RAF Operations Record Books) e in parte da me presso gli archivi tedeschi (KTB Adria) - siamo quindi giunti alla conclusione che gli elementi disponibili consentono di giungere ad un'identificazione certa del relitto ed una più puntuale ricostruzione degli accadimenti che hanno contrassegnato le ultime ore di vita del Romital.

Il Kriegstagebuch (KTB) n. 0569 Kriegstrasporten Italien - Haupstelle Triest riporta in data 21.12.1944 una versione alquanto diversa da quella comunemente nota che ritengo, vista l'autorevolezza della fonte, la più aderente alla realtà dei fatti, e che qui di seguito propongo tradotta in italiano:

"La notte tra il 20 e il 21.12.[1944 n.d.r.], il rimorchiatore Romital in rotta da Cittanova a Trieste è alla deriva per un'avaria alle macchine. Verso l'alba incappa nel banco di mine all'altezza di Salvore. Alle 1100 l'equipaggio, tramite un imbarcazione della locale Capitaneria di Porto, viene sbarcato a Pirano. Segue alle 1330 un attacco di quattro cacciabombardieri che affondano il rimorchiatore. Per iniziativa del locale comando navale viene messo a disposizione per le operazioni di soccorso il rimorchiatore Bravo III, giunto nel porto di Salvore. Il rimorchiatore Chirone della ditta Tripcovich che era stato incaricato dal Comando Trasporti Marittimi per effettuare le operazioni di soccorso e salvataggio, a causa del maltempo e del forte vento di bora, non fu in grado di arrivare in tempo per condurre tali operazioni".

Il possibile malinteso circa le modalità dell'affondamento del Romital può avere tratto origine dal fatto che, stando a quanto riportato nel KTB tedesco n. 0545 del 30.9.44, il rimorchiatore venne danneggiato, in quella data, da un attacco aereo, e quindi fatto arenare in costa presso Cittanova per evitarne l'affondamento; ma si tratta di due eventi diversi. Il rimorchiatore verrà infatti prontamente ripristinato ed affonderà, come indicato, qualche mese dopo, pochi giorni prima del Natale 1944. Da una più accurata analisi dei filmati ho rilevato che i motori sono due, sicuramente Sulzer 6 cilindri in linea, gli stessi installati sul Romital, ma di minor potenza (270 hp) e dimensioni, ma della stessa geometria rispetto a quello maggiore e più recente da 600 hp della foto allegata. Da notare che questo motore presenta due filtri (nafta o olio?) anziché uno solo, ma sostanzialmente identici a quello singolo ripreso nel video. Allego gli screenshot delle due macchine dove si possono notare gli iniettori e le valvole di spurgo sulla testata, anch'esse dello stesso aspetto di quelle dei motore costruito dalla Fabbrica Macchine Sant'Andrea di Trieste su licenza Sulzer e installato dal cantiere Felszegy nelle M/n Otranto e Brio nel 1952. Nel fermo immagine di seguito riportato si nota un fumaiolo troncato alla base, di forma ovoidale, linea più moderna rispetto a quella classica cilindrica che connotava gli apparati a vapore alimentati da caldaie.

Al suo interno sono visibili due tubi di scarico maggiori, quelli delle macchine principali, più altri di minor dimensione, probabilmente degli ausiliari. La cala indicata come carbonile nel secondo video di Danijel, pubblicato qui sotto, ovviamente non lo è, dato il diverso tipo di combustibile impiegato. La stessa cala è però rilevabile anche nelle poche immagini conosciute del Romital che purtroppo lo ritraggono ancora in fase di allestimento, privo delle sovrastrutture ciò rendendo impossibile altri confronti che, tuttavia, possiamo ritenere ormai non più indispensabili per il riconoscimento del relitto, stante la coincidenza delle linee dello scafo e le certezze acquisite con riferimento agli apparati di propulsione imbarcati. Alla luce di quanto sopra si può quindi ritenere finalmente risolto, grazie alla sinergia di appassionati Ship Lovers, un altro, piccolo, "mistero" che assillava da tempo gli amici e i colleghi che abitano sull'altra sponda del nostro Adriatico. Per una miglior comprensione di quanto ho succintamente esposto vi invito a visionare lo splendido video, che si aggiunge a quello già segnalato, che Danijel Germek ha realizzato il 24 marzo 2022 in condizioni eccezionali di visibilità.

 

Con grande soddisfazione il 28 marzo 2022, alle ore 11.57 ho quindi ricevuto dal Dr. Germek il seguente messaggio:

[A seguito tua comunicazione ...] Non ho dormito stanotte.

Partiti in mare con la nebbia.

Rientrati con lo scirocco.

Freddo cane, però con l'animo allegro ed il cuore colmo di gioia.

Relitto: larghezza 6 m, lunghezza oltre 26 m. Lamiere saldate. Confermo il Romital

Gli Inglesi hanno scritto bene il loro rapporto!

Danijel

 

Danilo Pellegrini

 

Note:

 

(1) Associazione Italiana di Documentazione Marittima e Navale.

(2) Navi militati perdute, USMM, Roma, 1965, pag. 152 da cui si evince che "il rimorchiatore N 90, fra l'11 e il 16 settembre, non è noto

      se a Pola od a Fiume fu catturato dai tedeschi in circostanze non note. Risulta affondato a Capo Salvore per urto contro una mina nel

      febbraio 1944". Il rimorchiatore N. 90 altri non era che l'ex rimorchiatore austroungarico T 106, costruito a Trieste dallo Stabilimento Tecnico Triestino-Cantiere San Marco.

(3) cfr https://www.youtube.com/watch?v=e4VigSxnEdM  e   https://www.youtube.com/watch?v=KWJryTYzE8EwAAACH5BAEKAAAALAAAAAABAAEAAAICRAEAOw==

(4) Tra i vari siti che riportano la medesima versione circa la perdita del Romital  cfr. http://www.carbonaio.it/cantiere navale felszegi di muggia - trieste.htm

      e  https://www.naviearmatori.net. 

(5) Crediti immagine di copertina: cantiere Felszegy-Muggia.

 

 

Modificato da danilo43
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