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Giubbotti Di Salvataggio Nella Regia Marina


topazio

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Raccolgo cimeli storici della Regia Marina da molto tempo ed il mio interesse riguarda, nei limiti del collezionabile, tutto ciò che ad essa è appartenuto, soprattutto in riferimento ai periodi storici

della prima e seconda guerra mondiale. Ho quindi raccolto, negli anni, divise, copricapi, elmetti, strumentazioni e documenti, cercando di rappresentare, nella collezione, l’intero arco temporale

che va dal 1900 al 1945.

Quello che vorrei proporvi oggi però è uno di quegli oggetti che, pure avendo rivestito un ruolo di importanza “vitale” in tutti i combattimenti navali della prima e seconda guerra mondiale, considero

tra quelli “dimenticati” e non solo dal mondo collezionistico: il salvagente

Come tutti sanno si tratta di un fondamentale equipaggiamento destinato alla sicurezza degli equipaggi, un elemento, insomma, a cui tantissimi marinai devono la propria vita.

Poteva mancare nella mia collezione?

Mi sono però scontrato prima con la mancanza di informazioni sulle varie tipologie impiegate e successivamente con l’estrema difficoltà a reperirne uno nel “mercato collezionistico”.

La risposta standard alle mie richieste era “…mai visti!”

Ho iniziato così una ricerca a “tappeto” per scoprire modelli, tipologie ecc., sfogliati decine di volumi ed osservate centinaia di immagini della prima e seconda guerra mondiale ed infine sono riuscito

ad avere qualche informazione e due magnifici esemplari per la collezione.

Dico subito che i modelli di salvagente impiegati dalla Regia Marina sono solamente due e che, contrariamente a quanto pensavo, già durante la grande guerra erano in dotazione i salvagente.

Questi salvagente che chiameremo “ primo tipo” e che vediamo nelle immagini successive, erano composti da dieci “salsicciotti” in robusta tela che contenevano sughero macinato.

Erano sostenuti all’altezza della vita, da due bretelle in canapa che andavano ad incrociarsi sulla schiena ed erano chiusi frontalmente da una lunga cinghia in robusta canapa.

 

ww1salv4.jpg

 

ww1salv1.jpg

 

ww1salv2.jpg

 

ww1salv3.jpg

 

Questo oramai classico salvagente della Regia Marina rimase in uso negli anni successivi alla guerra, per tutti gli anni 20, 30 ed al momento dello scoppio del secondo conflitto, era ancora

l’unico modello in uso. Durante la seconda guerra mondiale l’impiego fu massiccio su tutte le unità navali, dalle corazzate ai mas. Non aveva alcun sostegno per il capo ed a causa del suo

sviluppo circolare ed uniforme intorno alla vita, credo che potesse creare problemi di stabilità nel caso di un naufrago privo di sensi (forse anche il capovolgimento, ma questa è solo una

mia idea, i vostri pareri saranno ben accetti) ed anche di visibilità, visto che la tela era di un colore grigio chiaro, difficilmente avvistabiile in mare aperto...

Di seguito alcune immagini del “primo tipo” che ho in collezione:

 

Vista d’insieme con i 10 “salsicciotti:

 

26211256.jpg

 

Vista frontale con il sistema di chiusura tramite una robusta cinghia in canapa:

 

52240684.jpg

 

Vista posteriore con le bretelle che si incrociano ad X sulla schiena

 

96436523.jpg

 

Qualche immagine d’epoca, una “Domenica del corriere” del 1940/41, sulla cui copertina, illustrata fedelmente da Achille Beltrame, si notano marinai, sulla coperta di un nostro

sommergibile, che indossano il salvagente primo tipo:

 

salva7.jpg

 

Equipaggio di un MAS:

 

salva8.jpg

 

Foto di gruppo sulla poppa di una torpediniera :

 

ww2salv1.jpg

 

Marinaio addetto alla mitragliera antiaerea di una unità navale:

 

salva5.jpg

 

Come già scritto, forse a causa anche dei presunti problemi di stabilità e visibilità, la Regia Marina, probabilmente nel corso del primo semestre del 1942, adottò un nuovo

salvagente il “secondo tipo”.

Si trattava di un oggetto concettualmente rivoluzionario rispetto al precedente e davvero all’avanguardia per l’epoca. Nelle forme ricordava i giubbotti di salvataggio in uso

ai piloti della Regia Aeronautica e delle altre aviazioni belligeranti. Il colore, poi, era di un vivo arancione/rosso, ben visibile anche in mare aperto. Il corpetto fasciava l’intero

torace e la vita e superiormente era munito di sostegno per il capo; sul davanti era chiuso da tre cinghie in robusta canapa ed alla vita era presente un ulteriore cinghia che

in uno dei terminali era munita di un grande gancio in alluminio che permetteva l’aggancio allo stesso battello di salvataggio o ad altri naufraghi.

Sulla parte destra del petto, era inoltre presente una piccola tasca chiusa da un bottone in osso, destinata a contenere (credo) qualche genere di conforto o sanitario

(viveri e medicinali?); sull’altro lato del petto una lunga tasca atta a contenere una borraccia o thermos che, vista la capienza della tasca stessa, non doveva essere inferiore

ad un litro/ litro e mezzo, in cima all’apertura due cordicelle per fissare la borraccia. Il salvagente era fabbricato con robusta tela arancione e la galleggiabilità era garantita

dal sughero macinato contenuto nei numerosi “salsicciotti”, anche se su di un libro ho letto di kapac, materiale che avrebbe sostituito il sughero, ma che francamente non

conosco, (anche in questo caso i vostri pareri saranno graditi).

 

Vista frontale del salvagente “secondo tipo” che ci permette di apprezzate, oltre al colore brillante, l’intero corpetto che avvolgeva tutto il busto di chi lo indossava, il

reggi nuca ed il sistema di chiusura con tre cinghie in canapa:

 

73641130.jpg

 

Dettaglio frontale che evidenzia a sinistra la tasca con chiusura tramite e bottone ed a destra la lunga tasca per la borraccia/thermos con le cordicelle per il fissaggio

della stessa:

 

73607619.jpg

 

Vista posteriore:

 

99721515.jpg

 

Ed una vista laterale destra:

 

85739708.jpg

 

Il grosso gancio in alluminio presente all’estremità della lunga cinghia all’altezza della vita:

 

30638242.jpg

 

Immagine d’epoca che ci mostra alcuni marinai intenti nell’operazione di messa in mare di mine antinave, faccio notare il gancio in alluminio

sulla destra della foto, fissato su di un passante per non intralciare l’operazione:

 

salva2.jpg

 

Altra immagine (l’unica del genere da me reperita in un giornale d’epoca) nella quale si può vedere il lungo thermos all’interno della tasca pettorale destra:

 

salva.jpg

 

Per concludere la copertina della rivista “Prore Armate” del 1943, eccezionalmente a colori che mostra il vivo colore arancione/rosso del salvagente.

 

copiadiprorearmate1943.jpg

 

Bene, spero che questo piccolo studio sia stato di vostro gradimento.Vi chiedo perdono per la lunghezza del topic, ma ci tenevo particolarmente a “rivalutare”, concedendogli la giusta importanza,

questo accessorio che per molti marinai ha significato la differenza tra la vita e la morte.

 

Saluti

 

Topazio

Modificato da topazio
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In effetti ha sorpreso anche me la modernità del disegno del "secondo tipo" che col regginuca è diventato praticamente uguale ai giubbotti che usiamo ancora oggi.

Il "kapok" con cui sarebbero riempiti è una fibra vegetale, vedi Wiki. A fine '800 era stato anche contemplato ed effettivamente sperimentato come riempimento per i cofferdams degli incrociatori protetti...

 

Per le curiosità: il MAS dovrebbe essere il '451 od il '452. La prima mitragliera dovrebbe essere una Vickers Terni da 40/39, per il caratteristico dispositivo di puntamento prismatico. La seconda è senza dubbio una Breda da 20/65 a libero puntamento, l'archetto la rende inconfondibile.

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Complimenti per la tua competenza sulle armi pesanti della R.M. :s20:

A proposito del Kapoc (erroneamente da me chiamato kapac :s68: ) puoi dirmi se può avere la stessa consistenza fisica del sughero macinato?

Chiedo questo perchè la sensazione che ho al tatto è la stessa del salvagente primo tipo (che aveva però sughero macinato), hai qualche altra informazione su questo materiale?

Grazie

Topazio

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