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Cavalleggeri-vecchie Foto


Red

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Bellissime foto, Gianni. La caserma l'ignoro; a prima vista, il cavaliere mi pare essere un ufficiale dei Lancieri, e pertanto potrebbe appartenere ai Reggimenti: Novara (5°), Aosta (6°), Milano (7°), Montebello (8°), Firenze (9°), Vittorio Emanuele (10°), Mantova (25°) e Vercelli (26°).

Modificato da brin
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Osservando la "U" sulla sella credo si tratti del 23°Reggimento Cavalleria "Umberto I°".

La località forse S.Maria Capua Vetere (Salerno) dove era di stanza con i suoi 5 Squadroni.

Il Reggimento fu costituito nel 1887 e disciolto 1919.

Le sue tradizioni passarono al 13°Reggimento Cavalleria Monferrato di stanza a Piacenza-

Gli alamari erano di colore azzurro su bianco;la stelletta sull'azzurro.

Il motto: "Tanto nomine vinces"

Sembra non abbia avuta nessuna decorazione benchè abbia preso parte alla Battaglia di Pozzuolo

del Friuli ed abbia fatto da retroguardia nella ritirata di Caporetto!!!

Ciò però mi sembra un pò strano !!

 

Il Reggimento Lancieri "Novara" fu chiamato dei "Bianchi" per via dei suoi alamari.

 

Queste ed altre notizie le puoi trovare sul sito Internet :Cavalleria.

 

Grazie Luca

Gianni.

Modificato da Red
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Ma niente, Gianni. E' sempre un piacere poter vedere, analizzare e identificare queste foto.

 

Osservando la "U" sulla sella credo si tratti del 23°Reggimento Cavalleria "Umberto I°".

 

Il fregio sul berretto mi pare essere costituito da due lance incrociate, che fanno presemure che si tratti di un lanciere non di un cavalleggero, mentre la U per me è lo stemma del Reggimento, non l'iniziale del suo nome. In ogni caso, è un ufficiale.

 

luca

Modificato da brin
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Sul berretto il fregio mi sembra sia un'aquila

 

Si,senz'altro è un ufficiale.

 

Non è di sicuro appartenente ad uno dei quattro Reggimenti di cavalleria pesante che portavano ancora l'elmo, deve essere per forza o un lanciere, che avevano per fregio le lance incrociate, od un cavalleggero, che avevano per fregio uno tromba sormontata da una corona.

 

Su questo non ci sono dubbi.

 

luca

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  • 1 month later...

La "U" sul coprisella sormontata dalla corona, potrebbero essere le cifre reali di re Umberto I°.La "U" sul berretto da piccola montura era il fregio della cavalleria generico. Poi le lance incrociate e la fiamma dritta hanno sostituito questo tipo di fregio. Inizialmente credevo fosse un ferro di cavallo. Ma sono propenso a credere che fossero le cifre reali di Umberto. Il tipo di divisa era del suo periodo(fine 800').

Non sono un esperto. Ho visto altre foto di cavalieri del tempo. Anche nelle altre cavallerie si usava mettere le cifre reali negli angoli della coperta da sella. :s32:

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Caro Fuoriservizio,

tu confermi quello che all'inizio della discussione

sostenevo io.

Anch'io però non sono un esperto.

Potrei sapere dove hai viste le foto?

Una la puoi vedere digitando su Internet "Cavalleria Umberto I°".

Le divise sono proprio uguali!

Ottimo sarebbe sapere come riconoscere il numero del Reggimento,

probabilmente dai colori della divisa o da quello della coperta della sella oppure di entrambi.

Non sarebbe neanche male riuscire a trovare qualche libro nel quale vengono riportati i

colori delle divise della Cavalleria ottocentesca italiana,specialmente quella del periodo umbertino.

Una risposta potrebbe darla chi è esperto in vecchie divise o forse anche chi partecipa a celebrazioni

storiche giacchè questi tengono molto all'originalità di divise ed armi che talvolta confezionano e costruiscono

loro stessi.

Grazie tante comunque per la precisazione.

Non sei iscritto all'A.N.M.I ?

La cerimonia dell'ultimo ammaina bandiera della nave "CARABINIERE" avverrà

il giorno 30 Settembre 2008 a La Spezia.

Per altre informazioni puoi andare su Internet digitando"Ammaina bandiera nave Carabiniere";troverai anche

una bellissima foto della stessa nave!

Grazie.

Un salutone

Red

Modificato da Red
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Le divise della cavalleria del periodo umbertino erano uguali.

Ciò che variava e,quindi, dava modo di riconoscere un reggimento dall'altro, erano i

colori reggimentali: il colletto, i paramani delle maniche e le striscie dei pantaloni.Sto andando a memoria: mi pare che il giallo fosse il colore del 4°"Genova Cavalleria", il grigio il 5°"Lancieri di Novara", la mostrina a due punte nera su colletto rosso l'11°"Cavelleggeri di Foggia". La cavalleria italiana era divisa in:

-Cavalleria di linea: 4 rgt come il Genova Cav.;

-Lancieri; 5 rgt come il Novara cavalleria;

-Cavalleggeri; 8 rgt come il Foggia cavalleria.

La differenza tra le tre specialità oltre al colore del colletto, era che i cavalleggeri, avevano i colori reggimentali fatti a mostrina a due punte, invece del colletto di un solo colore.

La cavalleria di linea indossava il copricapo da corazziere con la croce bianca dei Savoia, i lancieri il colbacco con piumetto sopra le lance incrociate, i cavalleggeri avevano il cornetto sembre su un copricapo simile ad un colbacco, di diversa fogia rispetto ai lancieri.

Altra particolarità, le doppie striscie sui pantaloni da cavalleria erano nere, per tutta truppa e del colore reggimentale ,per gli ufficiali. I reggimenti di cavalleria avevano,quasi tutti, il nome di una città del regno.

I cavalieri della foto sono lancieri. Nel 1890, i reggimenti di lancieri erano:

5° Novara-6°Aosta-8°Montebello-9°Firenze-10°Vittoro Emanuele.

Se scopri il colore reggimentale.............. :s32:

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Scusa Red, i dati che ho riportato, li ho presi da "Militaria:storia,battaglie,armate" vol.2"Le armate e le potenze europee- da Carlo Magno al 1914", pubblicazione uscita in edicola, per i tipi del "Giornale". Vi sono riportati anche i colori reggimentali.Ma non so se è esaustivo, perchè è l'unica fonte che ho.

Riguardo a Nave Carabinere, il topic dell'ultimo ammaina-bandiera l'ho postato io, ma non sono stato capace d'inserire quella bellissima locandina ,che citavi anche tu. Visto l'interesse di alcuni per l'evento, ti sarei grato se riuscissi a postarlo tu. Se ci riesci, mi fai un regalo immenso.

 

nb: il mio "name" è Furiere di servizioe non FUORI SERVIZIO. Comunque è simpatico e potrei sempre utilizzarlo.. :s20:

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Visitatore luciano pietri

Salve

quelle due foto le ho viste tempo fa su un volume dal titolo " La cavalleria, la maremma ei suoi cavalli" edito in occasione di un raduno nazionale della cavalleria tenuto dalle nostre parti.

Non ricordo i riferimenti ma presto vi saprò dire il reggimento e dve sia quella caserma.

Intanto vi dò un piccolo anticipo

 

 

festa007vu7.jpg

festa022ql7.jpg

le due foto le ho scattate in occasione della Festadel Corpo Veterinario circa un mese fa.

 

fot1savoiadd1.png

Il Ten.Massimo Gotta su Palù in Russia. dal calendario 2008 del Savoia Cavalleria)

Il padre del Tenente, il famoso Salvator Gotta ha scritto un bellissimo articolo nel 1943 sul binomio della foto.

L'articolo è un pò lungo ma se interessa lo posso postare.

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Visitatore luciano pietri

.... e io posto!!!

 

Articolo di Salvator Gotta, giornalista e scrittore (1887 - 1980) da "La Gazzetta del Popolo" del 29 Agosto 1943.

 

Palù cavallo di squadrone

 

Questa è una storia destinata ai ragazzi ed ai grandi, a quei che giocano a fare il soldato e a quelliche lo fanno o lo hanno fatto sul serio, la storia di Palù, cavallo di squadrone.

Bisogna ch'io scriva; da un anno mi tenta e io la respingo per un senso quasi di pudore famigliare, perchè fu vissuta dal mo figliolo.

Ora mi si impone.Mi si impone Palù. E' soprattutto di lui che si tratta, lui che deve essere ricordato nell'anniversario della sua morte.

La casa piena di sue fotografie, piccole e grandi, ve ne sono, appese alle pareti, un pòin tutte le stanze: Palù alla stazione di Lonigo il giorno della sua partenza per la Russia, Palù che sale in un vagone ferroviario, Palù in un campo di girasoli in riva al Dniester, Palù che mostra la sua candida testa oltre il finestruolo di una isba nella tremenda invernata del 41, Palù che salta un ostacolo e vince il concorso ippico ad Adiewka, Palù durante lamarcia verso il Don.

Era un cavallo grigio, di linee eleganti, resistentissimo, con spiccate caratteristiche di saltatore.

Proveniva dall' 8° Reggimento Artiglieria, era stato assegnato al Savoia Cavalleria nel 1939: un vecchio cavallo ma che subito aveva appalesato qualità eccezionali, tanto che il colonnello Cadorna se l'era tenuto, l'aveva montato quattro mesi, gl si era affezionato ed infine, lasciando il Savoia perchè promosso generale, l'aveva affidato a mio figlio, tenente in qul reggimento, con queste parole: - E' il miglior cavallo di squadrone che io abbia mai montato ed anche il più misterioso: conoscerlo fino in fondo non è facile, a me non è riuscito; forse bisogna vivergli insieme a lungo, lavorare molto con esso volergli bene.

Il suo foglio di matricola diceva ce era figlio di N.N. e che proveniva dallallevamento di N.N. Niente razza dunque, niente passato. La nobiltà, l'elganza delle linee, la potente shiettezza dei suoi garretti, la fierezza, l'estrosità, la generosità del carattere, potevano far pensare ( e doveva essere così ) che nele sue vene corresse puro sangue. a non se ne sapeva nulla di certo, dietro di lui c'era l'ignoto. I suoi difetti non erano fissi, radicati ma a sbalzi: c'erano e non c'erano a seconda delle giornate. Inutile quindi di pensare di correggerli seguendo un criterio normale. Conveniva mostrare con esso l'energia, in certi casi l'inflessibilità, la forza virile, insomma, della volontà ma non la durezza. In generale diffidava degli uomini provando a tutta prima, verso di essi, una palese avversione che manifestava, non tanto scalciando o mordendo quanto arretrando se essi si avvicinavano e soprattutto fissandoliinquieto, sospettoso. In fondo a quei grandi occhi vivaci, tra lampi di fierezza, a guardarvi bene nelle ore di sosta dopo le grosse fatiche della guerra, stagnava una grande malinconia. Pareva parlassero di troppe dolorose esperienze passate, d'ingiustizie sofferte, soprattutto per quell'ncapacità che hanno gli uomini di comprendere gli animali.

Prima della partenza per la guerra il tenente lo andava a cercare nella scuderia della caserma, in ore diverse e perfino di notte, quand'era di picchetto, per un senso di amicizia che si andava via via radicando n lui verso l proprio cavallo. Ma essendo il tenente di carattere poco espansivo, anzi piuttosto rude nella manifestazione degli affetti, quegli incontri a tu per tu parvero lasciare indifferenti per parecchio tempo tanto l'uomo che il cavallo, nessuna carezza di quello, immobilità assoluta di qusto. Quasi uno studio reciproo. Ci vollero dei mesi prima che l'uomo e il cavallo osassero far capire di essersi capiti. Ciò avvenne in Jugoslavia marciando e marciando per tre mesi, nella primavera del 41, senza battaglie e quasi senza emozioni.Poi venne l'ordine di tornare rapidamente in

foto19librohm3.png

 

Italia e di partire per la Russia.

" Sai che andiamo in Russia Palù? – Così disse il tenente accostando la guancia alle froge del fiero animale, che a modo suo lo baciò, leccando un poco, con la punta della lingua. A quel tempo l’uomo e il cavallo erano già divenuti molto amici.

Ma che lungo viaggio! Otto giorni e otto notti in treno. Supplizio per Palù chiuso in un vagone ferroviario con sette altri cavalli, sempre in piedi.

Scesero dal treno alla base dei Carpazi in Ungheria ed ivi incominciò la gran marcia per migliaia di chilometri attraverso la Romania superiore, la Bessarabia, tutta l’Ucraina fino all’ansa del Don.

foto32librohr4.png

Classici fiumi: il Prut, il Dniester, il Bug, il Dnieper, il Don. Classiche steppe, desolate immensità di pianure, biondeggianti distese di girasoli a vista d’occhio, sterminate lande nevose. Al polverone soffocante della torrida estate succede il pantano del piovoso autunno, poi il tremendo rigore dell’inverno: uno degli inverni più freddi che ricordi la Russia: 45 gradi sotto lo zero. Vanno, vanno sempre gli squadroni, uno dietro l’altro, in quella terra senza fine, sotto cieli senza pace, incontrando tutte le desolazioni e le distruzioni della guerra.

Solo dopo mesi e mesi di cammino, cominciano a venire a contatto con il nemico, sono soprattutto azioni di pattuglia e di avanscoperta nell’immensità di un terreno fangoso o nevoso, ove l’impressione più normale è quella di essere perduti e perfino la micidiale presenza del nemico è preferibile alle ore diurne e notturne di ricerca, di solitudine.

Fu in quel gran camminare per migliaia di chilometri, d’estate, d’autunno e d’inverno e nelle fatiche del pattugliare, che la resistenza e la generosità di Palù apparvero eccezionali. Ora il suo tenente e lui formavano un’arma sola, comunicavano tra loro per vie misteriose dell’essere , ove non occorrono parole per l’espressione dei sentimenti. Non esistevano più, tra di loro, misteri.

foto27libroen3.png

Quanti bivacchi all’addiaccio durante i quali l’uomo dorme posando il capo sul collo dell’animale disteso in terra ed il respiro del gran corpo biancheggiante nella tenebra, ha un ritmo lieve di culla!

Quando l’inverno si fa più rigido, uomo e cavallo vivono nella stessa isba. Molti cavalli del reggimento non hanno sopportato il rigore di quell’invernata. Il vecchio Palù è di quelli che sopravvivono.

All’inizio della primavera del 42, trovandosi il reggimento a riposo ad Adiewka, nei pressi di Stalino, il tenente scrive a casa che stà bene ma Palù ha alquanto sofferto il freddo dell’inverno: prega di mandargli un determinato ricostituente per iniezioni, difficile a trovarsi. Finalmente lo si trova. Il tenente scrive che le iniezioni hanno fatto miracoli. Palù si è rimesso in salute tanto bene che ha vinto, montato da lui, un concorso ippico reggimentale organizzato in quel tempo di riposo, mentre si attendeva l’inizio della seconda campagna estiva. e questa non tardò a svilupparsi. In giugno il reggimento riprese la marcia verso est, fu il primo a raggiungere l’ansa del Don. La mattina del 24 agosto, nei pressi di Isbuschenskij avvenne la carica ormai leggendaria che di tanto glorioso valore fece rifulgere la cavalleria italiana e il nome di Savoia.

Dopo dodici giorni e dodici notti di spostamenti continui durante i quali i cavalli non furono mai dissellati ( avevano le piaghe sotto le selle e le cinghie delle bardature ) l’alba del 24 agosto, avendo atteso tutta la notte in formazione di quadrato, gli squadroni si slanciarono all’attacco dei nemici schierati su tre linee, nel folto dei girasoli.

foto29libroko9.png

Primo ad uscire fu il secondo squadrone, il quale, fatta una conversione sulla destra, penetrò al gran galoppo fra la seconda e la terza fila avversaria, destando nei nemici sorpresa, spavento e disorganizzazione. In testa a quei centauri scatenati c’era Palù. La carica passò due volte avanti e indietro sui russi che sparavano a bruciapelo decimando uomini e cavalli ma sbendo infine la sconfitta che li obbligò ad arrendersi.

Palù era rimasto ferito fin dal primo slancio: una raffica di mitragliatrice, presolo in pieno petto, aveva immerso nella viva carne i suoi proiettili, si che ad ogni contrazione dei muscoli nella corsa, dalla ferita sprizzavano lunghi zampilli ed il candido mantello dell’animale in pochi attimi diventa tutto lordo di sangue. Ma il cavallo non si arrende al dolore, anzi per esso centuplicò il proprio valore. Solo quando fu colpito al ventre, durante la seconda carica, uscito dalla mischia, fu tutto scosso da tremiti e parve cedere sulle zampe anteriori. Il tenente smontò di sella, lo tenne alla cavezza. Attimi. Palù pareva pazzo non di dolore ma di furore guerriero. Dette un nitrito, un violento strattone, sfuggì di mano all’ufficiale e galoppando, solo, torno verso la battaglia dove stramazzò.

Così fini Palù cavallo di squadrone

 

foto33libroer1.png

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Visitatore ERICH TOPP U-552

...."Fratellone"....io sono fermamente convinto che se fai una "girata" dove "sai tu" in quel della tua bella Città....vedrai come le notizie saltan fuori....più dei "funghi" !!.... :s43: :s02: :s10:

 

....ops....se dovessi incontrare la "Bella Caporale" (quella di Chieti per intenderci !! :s15: )....portale un "saluto dal mare" e chiedile quando mi porterà a fare un giro con "Olimpo" !!??.... :s68: :s03:

(scherzi a parte....se tutte le "Caporale" fossero come Lei....bellisscitte,farei di nuovo "domanda"....ma questa volta...."for ever" !!.... :s35:

 

 

 

:s67: Mau

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Visitatore luciano pietri
...."Fratellone"....io sono fermamente convinto che se fai una "girata" dove "sai tu" in quel della tua bella Città....vedrai come le notizie saltan fuori....più dei "funghi" !!.... :s43: :s02: :s10:

 

....ops....se dovessi incontrare la "Bella Caporale" (quella di Chieti per intenderci !! :s15: )....portale un "saluto dal mare" e chiedile quando mi porterà a fare un giro con "Olimpo" !!??.... :s68: :s03:

(scherzi a parte....se tutte le "Caporale" fossero come Lei....bellisscitte,farei di nuovo "domanda"....ma questa volta...."for ever" !!.... :s35:

 

 

 

:s67: Mau

Olimpico, Fratellone, olimpico non olimpo!!!!

Quando vado, molto presto te la saluto volentieri!!! Ma tu non fare ca##ate, ormai sei in Marina, anzi in Betasom

Ma guarda che ce ne sono diverse e tutte molto convinte e professionali nella loro attivita' militare

p5252695pr7.jpg

Modificato da luciano pietri
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Visitatore ERICH TOPP U-552
Olimpico, Fratellone, olimpico non olimpo!!!!

Quando vado, molto presto te la sluto volentieri!!! Ma tu non fare ca##ate, ormai sei in Marina, anzi in Betasom

 

:s68: ....porca paletta....è veroooo....OLIMPICO !!.... :s68:

 

....mi sa che a causa del "dragaggio" di ieri e con i 3 "siringoni" (sul tipo...."dose da cavalli") che mi hanno somministrato....sto "cioccando come una lama" (tradotto : "suonando di testa come battere su una lamiera") !!.... :s14:

 

....comunque sia....

 

....anche se in Betasom,sai com'è....il fascino della divisa....e poi....come si dice dalle mie parti....

 

...."tira più un pelo di mus.....a,che una mandria di buoi !!" (questa però non la traduco !! :s68: ).... :s03: :s11:

 

 

 

:s67: Mau

Modificato da ERICH TOPP U-552
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