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I Due Nemici


caringello

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titolo: I Due Nemici

Regia: Guy Hamilton

CAST: Alberto Sordi, David Niven, Amedeo Nazzari

Anno: 1961

Nazione: Italia - GB

Produzione: Dino De Laurentiis

Durata: 104'

 

COLORE

 

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Trama

 

Siamo in Africa Orientale nel 1941. Le truppe italiane sono ormai in difficoltà, e sono braccate dall'imponente armata britannica, meglio organizzata e determinata. Il capitano Blasi, Alberto Sordi, sta andando in un villaggio a reclutare degli ascari affinché si aggreghino alle truppe italiane senza successo. Mentre è in groppa al suo mulo, viene sorvolato da un ricognitore inglese su cui viaggia il Maggiore Richardson, David Niven. Il Capitano Blasi torna al fortino con resto del suo reparto comandato dal Maggiore Fornari, Amedeo Nazzari, il quale rende noti gli ordini che sono di spostarsi ad un fortino più grande e meglio difendibile. Nella marcia di spostamento, il ricognitore inglese rispunta all'orizzonte e nel planare sulla colonna in marcia, va miseramente a precipitare per un imperizia del pilota così che il maggiore Richardson si trova prigioniero degli italiani. Mentre la colonna italiana marcia verso la sua meta con a suo seguito i prigionieri inglesi, in una sosta notturna viene fatta oggetto di un attacco degli inglesi che i nostri respingono. Una camionetta inglese fuori controllo investe il Maggiore Fornari uccidendolo così che Blasi, più alto in grado, si trovi al comando dell'intera colonna. In una sosta successiva Blasi matura la convinzione che per evitare perdite alla sua colonna a causa di altri attacchi inglesi, è necessario rilasciare i due prigionieri così che tornati al loro reparto riferiscano che si tratta solo di una colonna poco armata e per giunta in ritirata così da dissuadere il nemico a proseguirne la caccia. Furtivamente una notte, fa in modo che i due riescano a scappare. Dopo un'altra marcia la colonna italiana arriva al nuovo forte, la meta del suo spostamento, ma con amara sorpresa scopre che il forte è già stato abbandonato e non ci sono armi sufficienti per presidiarlo. Mentre senza ordini ci si interroga sul da farsi, una colonna motorizzata inglese cinge d'assedio il forte intimandone la resa. Una delegazione di ufficiali esce dal forte con la bandiera bianca per andare a parlare con gli ufficiali inglesi e il capitano Blasi nota con dispiacere che il comandante della colonna inglese è proprio il Richardson che lui stesso ha fatto scappare. Dopo uno scambio di frecciate e insulti, gli ufficiali ottengono un'ora di tempo per la resa. Allo scadere del termine il portone del forte si apre e una colonna di soldati si dirige verso gli inglesi. Richardson deve smorzare il suo entusiasmo per aver espugnato un forte all'arma bianca perché si accorge che i soldati che gli vanno incontro sono solo gli ascari metropolitani al seguito degli italiani, i quali da un portone secondario sono fuggiti esattamente un' ora prima guadagnando vantaggio sugli inglesi, inerpicandosi a piedi su scoscese montagne dove i motorizzati britannici possono fare ben poco. Dopo un inseguimento rocambolesco, le due colonne si incontreranno in una foresta dopo un incendio che ha distrutto completamente i mezzi inglesi, così che ora siano appiedato entrambe le colonne. Allora Blasi accetta la resa costringendo così gli inglesi a trasportare anche le armi italiane e a prestare assistenza ai feriti in osservanza della Convenzione di Ginevra cui l'Italia in quegli anni non aderiva. Dopo essersi messi in viaggio per il ritorno, stavolta sono gli italiani prigionieri inglesi, carcerati e carcerieri attraversano la regione dominata dalle armate di Ras Degeda. Sostano in un villaggio deserto, dove vengono accerchiati dall'astuto Ras. La situazione è affrontata con solidità dai due eserciti, accomunati nello sforzo della marcia forzata e dalle privazioni della guerra; tra i due avversari si sta ormai consolidando un rapporto di solidarietà e fratellanza d'armi fino al punto che ormai entrambi si aiutano a vicenda tentando di trovare una soluzione. Nonostante Blasi e Richardson continuino a punzecchiarsi l'un l'altro, in quel momento di pericolo si rendono conto di essere accomunati dal pensiero di una guerra sbagliata e dalla speranza che finisca al più presto. Si aiutano allora per scampare alla cattura, ma finiscono prigionieri di Ras Degeda insieme ai loro soldati. A tutti vengono tolte le armi e le scarpe, essendo così obbligati a marciare scalzi. Alla prima strada asfaltata esplode l'entusiasmo degli inglesi che si credono vicini alle proprie linee mentre tra gli italiani dilaga lo sconforto dell'avviamento alla prigionia. Nell'espletare un bisogno fisiologico dietro un cespuglio, il Capitano Blasi scorge una pietra miliare dell'ANAS che riporta in soli 10 Km la distanza da Addis Abeba. La situazione si capovolge radicalmente con le grida di gioia degli italiani e la disperazione degli inglesi. A quel punto le due colonne si dividono e gli italiani vanno contenti e fieri verso la capitale dell'impero al canto di Faccetta Nera. Gli inglesi che marciano in direzione opposta invece, sono scuri in volto e disperati; al passaggio di una colonna di camion si buttano ai margini della strada per non farsi scorgere ma sentono che i soldati che sono sui camion cantano in inglese. Sbigottito Richardson esce allo scoperto e parla con un sottufficiale che lo avverte che Addis Abeba è caduta e gli inglesi stanno occupando la città per la parata della vittoria. Pochi secondi dopo i camion raggiungono la colonna cantante di Blasi e li catturano tutti, stavolta definitivamente. Alla stazione di Addis Abeba, Blasi, la sua colonna e tutti gli altri italiani della zona sono incolonnati come prigionieri e stanno salendo sui treni che li condurranno ai campi di prigionia. Prima di salire sul vagone, il reparto di Richardson sugli attenti presenterà le armi agli sdruciti italiani che inorgogliti, ricambiano con larghi sorrisi e calorosi abbracci, prima di salire sul treno commossi, ricordando le ore trascorse insieme.

 

Curiosità e riflessioni.

 

 

 

Il film è interamente girato in Israele. Lo sforzo della produzione è stato davvero imponente, moltissime sono le comparse tutte rigorosamente in accurate uniformi coloniali sia inglesi che italiane. Per essere una commedia, notevole anche la ricostruzione di armamenti ed equipaggiamenti. Il Maggiore Fornari è Amedeo Nazzari, attore che dopo i fasti del cinema dei telefoni bianchi, torna a rivestire la divisa coloniale in un'epoca tutta diversa da quella della sua gioventù, dove aveva interpretato film di propaganda quali Giarabub e Bengasi. Questo film, il cui regista ha particolarmente caro il tema bellico, dimostra ancora una volta, come una commedia ben fatta, possa anche diventare storica e divulgativa (vedi La Grande Guerra di Monicelli che resta il miglio film in assoluto sulla prima guerra mondiale), come dimostra la struggente scena finale. Il regista è Guy Hamilton, che otto anni dopo dirigerà anche The Battle of Britain, tradotto in Italiano come I lunghi giorni delle Aquile, dove però stavolta, non terrà conto degli italiani ignorando completamente il Corpo di Spedizione Italiano nella Battaglia d'Inghilterra.

 

 

 

 

Modificato da caringello
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D'accprdo sull'apprezzamento per La Grande Guerra. E mi è sempre piaciuto moltissimo David Niven (americanissimo, ma che sempre è stato considerato simbolo dello humour britannico, vallo a capire...)

 

Un po' meno il personaggio di Alberto Sordi...sempre un po' troppo "becero", ...pure all'"onore delle armi" alla fine, ...sta sempre sul "casalingo"....

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(..) il personaggio di Alberto Sordi...sempre un po' troppo "becero", ...pure all'"onore delle armi" alla fine, ...sta sempre sul "casalingo"....

 

 

Beh forse come tutti i personaggi di Albertone anche il capitano Blasi è un italiano medio, un pò prepotente, un pò spaccone, che tenta di fare un pò il furbetto ma che se serve ci si mette d'impegno.. (vedi la non citata scena della costruzione delle latrine :s02: ). Quanto all'ultima scena beh, amen; in fin dei conti un ufficiale che viene condotto in prigionia, privato della pistola e quasi del grado, è difficile che indossi l'uniforme di gala bianca :s03:

Dopo tutto per essere un film prodotto dalla perfida Albione non è male neanche sul piano ideologico; il Ras che li cattura gli dice apertamente "Abbasso Re di Italia, Abbasso Re di Inghilterra! Andate a fare guerra casa vostra!". Poi per carità, sono opinioni personali, ma io ci ho trovato tanta umanità in quella risata liberatoria al presentat'arm... :s06:

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E mi è sempre piaciuto moltissimo David Niven (americanissimo, ma che sempre è stato considerato simbolo dello humour britannico, vallo a capire...)

 

o non era invece britannico a tutti gli effetti? :s12:

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:s68: :s68: :s68:

Mi urge nuovamente la faccina che scava un buco in terra e ci si nasconde... :s06:

Chissà dove diavolo mi sembrava di averlo letto, ricordo che era l'epoca dei suoi necrologi....

Fra l'altro, controllando (tardi :s06: ) la biografia ho scoperto che effettivamente era stato a Sandhurst e aveva partecipato allo sbarco in Normandia....

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