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La Ballata Del Vecchio Marinaio


malaparte

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AUTORE : Samuel T. Coleridge

TITOLO: La ballata del vecchio marinaio

EDITORE : Rizzoli

ANNO : 1973

Pagine 95

cm. 23 x 30

 

Reperibilità : difficile in questa edizione

facilissima in ed. più recenti

 

ballata1gf2.jpg

 

 

 

 

E’ uno dei testi più famosi della letteratura inglese, inserito nelle Lyrical Ballads di Worsworth e Coleridge, che viene considerato il testo fondatore del Romanticismo inglese. Io l’ho conosciuto a scuola,( e mi era piaciuto molto), ma a scriverne la recensione mi sembra d’essere o una prof, o una liceale…

Comunque.,in poche parole, illustra le vicende della nave del marinaio che, spintasifino all’Antartico, vi rimane intrappolata nei ghiacci. Il posarsi di un albatros sulla nave viene accolto come un presagio favorevole dall'equipaggio ormai disperato, che lo rifocilla. Improvvisamente però, il marinaio uccide l'uccello con un colpo di balestra, non potendone sopportare la vista in mezzo a quella desolata situazione. I compagni imprecano contro di lui per avere ucciso l’innocente albatros; quando però, poco dopo, le condizioni atmosferiche sembrano migliorare, liberando la nave, anche l'equipaggio pensa che l'uccisione possa essere stato un gesto portafortuna.

Ma improvvisamente, una lunghissima bonaccia sembra impantanare il veliero :

 

“In un cielo cocente, arso, di rame

Stava il sole sanguigno a mezzogiorno

A picco sopra l’albero e il sartiame…”

 

Nell’acqua vischiosa brulicano corpi informi…E non basta:

 

”fuochi fatui danzavano nella notte;

l’acqua simile all’olio delle streghe

bruciava tutta, verde azzurra e bianca.”

 

I marinai capiscono l’errore, e al colpevole viene appeso l'albatros morto al collo come segno della sua colpa. Ma appare una nave fantasma, con a bordo due passeggeri: Morte e Vita-Nella-Morte (Death e Life-in-Death), che, sul ponte, stanno giocandosi a dadi il destino dell'equipaggio. Duecento uomini muoiono immediatamente, maledicendo il marinaio per aver ucciso l'albatros; solo lui si salva, ma costretto a vivere un'esistenza allucinata, molto peggio della stessa morte, come premio di Vita-Nella-Morte.

Per sette giorni il marinaio rimane in compagnia dell'equipaggio annientato da Morte, tentando inutilmente di pregare: solo quando benedice tutte le creature del mare, anche i serpenti marini che si agitano nelle acque riesce a liberare la propria anima dalla colpa. I marinai morti diventano spiriti angelici che guidano la nave verso le coste, dove affonda.

Il marinaio sarà costretto a raccontare in eterno la sua avventura, come avvertimento all'umanità : occorre amare tutte le forme della natura.

 

La “morale” è magari un po’ forzata; il fascino è comunque nel senso di mistero, anche di orrore, del racconto. I versi che ho messo io sono della trad. di Mario Luzi, che essendo stato poeta anche lui non è magari, come dire, sempre affidabilissimo…per chi sa appena un po’ d’inglese, posso garantire che il linguaggio di Coleridge è assolutamente semplice, molto comprensibile (una catteristica del romanticismo era il linguaggio “popolare”, quotidiano). Tutte le edizioni che conosco hanno il testo originale a fronte.

 

Aggiungo questo : oggi la data di pubblicazione delle Lyrical Ballads è considerata la data di nascita del Romanticismo inglese, ma all’epoca quei pochi che lo lessero criticarono ferocemente soprattutto la Ballata, “rapsodia selvatica e incoerente”, “stravaganza da poeta tedesco e pazzo” “è un tentativo di raggiungere la sublimità tedesca, ma sembra il tentativo di un olandese”. Riuscì a vendere bene solo nei porti, dove molti naviganti credevano si trattasse di un libro di canzoni marinaresche , da cantare in coro… :s01:

 

Altra bellezza del libro sono le splendide, suggestive illustrazioni di Gustave Dorè. Ne posto qualcuna, ma sono tutte belle. Sono 42!! Io sono ben contenta di avere comprato il libro tanti anni fa in una libreria Remainder’s, nell’edizione 1973, in un formato bello grande. Anche se create quasi ottant’anni dopo la poesia, le illustrazioni di Dorè sono ormai considerate dagli editori imprescindibili dal testo. Ultimamente, ne sono uscite alcune edizioni (Newton Compton, Rizzoli, con ill del Dorè,, ma in formato tascabile…E’ tutt’un’altra cosa.

 

ballata2yp9.jpg

 

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Ogni tanto, mi capita di vedere l’edizione 1973 in qualche bancarella. DA NON PERDERE.

Modificato da malaparte
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Ce l'ho anch'io, in questa edizione...

E posso confermare: è davvero un bel libro!

 

Già...peccato non avere l'edizione originale di Dorè. :s02: A leggere l'introduzione, Dorè già faceva SEMPRE edzioni di lusso (ovviamente), ma quella volta è stata COSI' di lusso che ha fatto fatica a vendere, nonostante la sua fama!!

Pensavo...tra i regali di Natale... :s10:

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