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Mario Calderara Aviatore E Inventore


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Titolo: MARIO CALDERARA Aviatore e Inventore

Autore: Ludovico Calderara, Attilio Marchetti

Casa editrice: LoGisma

Anno di edizione: 1999

Pagine: 320

Dimensioni: 24x17

Prezzo : --------

Reperibilita : Pubblicazione promossa dagli "Amici del Museo Gianni Caproni" di Trento

 

La storia del 1° PILOTA di Marina raccontata dal figlio Ludovico (conosciuto personalmente a Roma)

con tutti gli annessi e connessi della stupidita  di alcuni ufficiali della R. Marina che non credevano alle potenzialita  di questa nuovissima arma.

Il figlio di Calderara dono la Bandiera di Guerra alle forze aeree della Marina durante la Parata Navale a Napoli alla presenza di C.A. Ciampi.

 

 

Prefazione

 

Negli anni Ottanta, mentre ero in servizio alla Spezia, sorse in me la curiosita di conoscere la storia della presenza aeronautica nel golfo. Dall'idroscalo di Cadimare risalii a quello di Muggiano e, piu su, a quello primo in Italia, un hangar all'interno dell'Arsenale Militare, posizionato nella cosiddetta Baia di Assab.

La incontrai i due primi idrovolanti italiani, quello di Alessandro Guidoni e quello di Mario Calderara.

Risalii ancora e rimase solo un nome, quello del Sottotenente di Vascello Mario Calderara che, nel 1907, sempre alla Spezia, osava voler dimostrare che un idroveleggiatore al traino di una nave veloce era da preferirsi ai cervi volanti, ai palloni frenati, ai drachen ballon nella esplorazione strategica lontana, mentre covava in cuore il sogno di poter applicare a quella cellula biplana dei galleggianti e un motore cosi da ottenere un idrovolante.

Ne nacque il volume Il golfo degli idrovolanti che mi porto a Lodovico Calderara e a Maria Fede Caproni Armani. Sorse allora il proposito di questo libro, anche se è recente la fase attuativa, con una chiara divisione dei compiti: al figlio la vita del padre, e della famiglia, in un' ottica interna; a mela ricerca, il riscontro e la documentazione degli eventi aeronautici e militari.

Alla base, un Memorandum scritto da Mario Calderara a Parigi nel 1935, ove lavorava e viveva con la famiglia, su quanto egli ha fatto per 1' aviazione come ufficiale di marina, che copre il periodo dalla folgorazione per il volo, il 1901, fino al 1912, anno dopo il quale egli disse: "quello che ho fatto è banale e non vale la pena di essere ricordato ".

Apparira  chiaro al lettore che egli lo scrisse totalmente a memoria, avendo 1' archivio a Bagni di Lucca, come lo fu per me quando potei consultare gli incartamenti della famiglia e quelli dell'Archivio Storico della Marina. Apparira  altresi evidente che era ad uso personale e non per essere divulgato, contenendo interpretazioni, giudizi ed umori personali.

Egli, scrivendo per se, seguiva un filo mnemonico non necessariamente sequenziale: dipanarlo, chiarirlo, documentarlo è stata la mia parte di lavoro ed il mio contributo.

Non sempre mi sono stati di aiuto libri di storia dell'aeronautica ed articoli, passati e recenti, che di lui hanno parlato, perche spesso imprecisi. Cito ad esempio il "traino dal CT Lanciere", che viene generalmente fatto risalire agli anni 1904 o 1905 o 1906, mentre il cacciatorpediniere venne varato nel 1907; il primo volo di Gabriele D'Annunzio attribuito a Curtiss ed invece fatto con Calderara.

Fondamentali, naturalmente, sono stati gli archivi ed i riscontri sulla stampa dell'epoca. Sul piano umano, invece, sono stati preminenti l'affettuosa amicizia di Lodovico Calderara e di Maria Fede Caproni Armani e, nell'ambito familiare, la pazienza e le attenzioni dei miei.

Non mi sono intromesso con note nei capitoli riguardanti la famiglia Calderara; del pari ho omesso di intervenire in tutte quelle parti in cui Mario Calderara esprimeva giudizi su persone o interpretava i fatti della sua carriera militare, lasciandole al figlio perche solo lui, al di la  di quanto poteva emergere dalle carte, era in grado di ricrearne il vissuto familiare.

Calderara rivendico sempre con orgoglio cio che ha fatto in Marina per l'Aviazione in quanto, come ebbe a dire "ho fatto dell'aviazione perche amavo la marina ". Anche volendo sottovalutare che è stato il primo pilota e istruttore italiano, che ha, pioniere tra i pionieri, ideato, costruito e fatto volare un biplano terrestre ed un monoplano marino, che è stato l'unico italiano a volare e vincere al Circuito di Brescia, rimane nella Storia dell'Aviazione che egli è¨ stato il seme dell'idroaviazione italiana.

Il lettore scoprira che l'uomo era altrettanto interessante.

 

Attilio Marchetti

 

 

ad majora

 

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Modificato da Totiano
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Visitatore Kashin

"annessi e connessi della stupidita di alcuni ufficiali della R. Marina"

 

ci si potrebbe scrivere un opera a 12 tomi di 500 pagine cadauna....da far arrossire la "TRE CANI"

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