Marco U-78 Scirè Posted October 16, 2002 Report Posted October 16, 2002 Prigionieri dell'oceano | 1ª ed. Donatello Bellomo Un tragico episodio della seconda guerra mondiale viene rievocato in questo volume, che affianca alla cronometrica ricostruzione documentale la viva voce di un testimone dell'evento. Nella notte del 12 settembre 1942, il transatlantico inglese 'Laconia', con a bordo tremila passeggeri, fra i quali numerose donne e bambini e oltre milleottocento prigionieri italiani che avevano combattuto a El Alamein, sta navigando al largo delle coste occidentali dell'Africa, diretto in Inghilterra. Intercettato dal sommergibile tedesco U156 del capitano di fregata Werner Hartenstein, viene silurato e comincia ad affondare. Hartenstein si avvicina ai rottami alla ricerca del comandante quando sente delle invocazioni di aiuto in italiano. Raccoglie due naufraghi e apprende che nelle stive del 'Laconia', chiusi in gabbie di ferro, sono stipati centinaia di uomini, molti dei quali, intrappolati lì dentro, sono finiti in fondo al mare. Sconvolto dalla dimensione della sciagura e dalla vista di tanti innocenti in balia delle onde, infestate dai pescicani, il comandante tedesco ne trae a bordo duecento, prende a traino le scialuppe di salvataggio e informa con un rapporto cifrato l'ammiraglio Karl Donitz al Comando di Parigi. Donitz dirotta sulla zona due U-boot, distanti oltre 700 miglia, il sommergibile italiano 'Cappellini' e ottiene che la Repubblica di Vichy invii tre navi alla fonda nel porto di Dakar. Ma il tempo stringe: ora dopo ora, i sopravvissuti muoiono a decine, annegati o divorati dagli squali. Hartenstein decide così di trasmettere un messaggio 'in chiaro' e in inglese, in cui precisa il punto dell'affondamento e dichiara che nessuna nave nemica disposta a prestare soccorso verràattaccata. Il 16 settembre, un quadrimotore americano bombarda l'U156, nonostante esponga sul ponte un'enorme bandiera della Croce Rossa: l'aggressione aerea danneggia gravemente il sommergibile, costringendolo a una rapida immersione e causando la morte di numerosi naufraghi. Gli Stati Uniti ammetteranno solo dopo molti anni di aver ordinato al pilota del Liberator di distruggere il sommergibile tedesco. Un libro avvincente e drammatico - arricchito da un inserto fotografico -, che all'incalzante sequenza dei fatti intreccia una vivida descrizione dei protagonisti: da Werner Hartenstein, che rischiò la propria vita per salvare altre vite, ai suoi commilitoni dei due U-boot, che non esitarono a raccogliere il suo appello dirigendo a tutta forza sul luogo dell'affondamento, al giovane ufficiale italiano imbarcato sul Cappellini, che s'innamorò di una ragazza miracolosamente sottratta all'oceano e agli squali e che qui è la voce narrante della vicenda. Una vicenda che in apparenza potrebbe assomigliare a tante altre accadute in quell'epoca cupa, ma che invece - provvidenzialmente portata alla luce dall'abilitàinvestigativa dell'Autore - offre, sessant'anni dopo, un valido e attuale motivo di riflessione sull'insensatezza della guerra e sulla relativitàdella veritàstorica 'ufficiale'. http://www.ita-bol.com/bol/main.jsp?action...an=978882003390 ...PER NON DIMENTICARE!! Quote
Keltos Posted October 17, 2002 Report Posted October 17, 2002 Grazie Scirè, conoscevo la storia tant'è che ho voluto prendere come numero di unitàproprio l'U-156. Alla faccia di chi dice che gli ufficiali tedeschi erano tutti dei fanatici carnefici!!! Comprerò il libro quanto prima :s02: :s01: Quote
Matteo U-458 Posted October 17, 2002 Report Posted October 17, 2002 L' U-156 è stato un grande sommergibile, comandato da un grande capitano e da un grande equipaggio. Purtroppo nessuno sopravvisse all'attacco portato da un Catalina americano (Sqdn VP-53/P-1) che attaccò il sommergibile con bombe di profonditàl'8 marzo 1943, al largo delle Barbados, causando la morte di tutto l'equipaggio (53 uomini). :s14: Invece il mio ha lasciato il suo scafo a Pantelleria (8 morti e 39 sopravvissuti, tra cui il comandante, Oblt. Kurt Diggins) Quote
Keltos Posted October 21, 2002 Report Posted October 21, 2002 Ieri in libreria ho trovato questo libro che mi guardava da uno scaffale, senza neanche aprirlo l'ho preso e sono andato verso la cassa. Adesso è nelle mie mani e pronto per essere letto avidamente!!! :s02: Quote
QuartoMoro Posted October 27, 2002 Report Posted October 27, 2002 La cosa mi intriga molto. Ma ho paura di trovarmi tra le mani nulla di più che un romanzo. Keltos, mi fai sapere se ne vale la pena? Quote
Marco U-78 Scirè Posted October 28, 2002 Author Report Posted October 28, 2002 Non è un romanzo, la vicenda viene narrata da uno imbarcato sul Cappellini. Mi è piaciuto molto! :s08: :s02: Quote
Keltos Posted October 28, 2002 Report Posted October 28, 2002 Ribadisco il commento di Scirè, è un libro veloce che in max due giorni si legge. Rende comunuqe l'idea di come andarono i fatti e che spesso la parte del cattivo non è sempre recitata dalle stesse persone. :s01: Quote
QuartoMoro Posted October 28, 2002 Report Posted October 28, 2002 Dunque maresciàvediamo un po': se al posto del caffè rifiliamo all'equipaggio un po' di sano surrogato, invece dei sigari toscani gli facciamo fumare per un paio di giorni le foglie di cicoria, il vino lo allunghiamo con l'acqua...sì... possiamo permettercelo. Ok si proceda con l'ordine di acquisto. Grazie ragazzi, il vostro parere mi convince più di qualsiasi recensione. Provvedo all'istante. Quote
Keltos Posted October 29, 2002 Report Posted October 29, 2002 Il bello di questo libro, a mio modesto parere, è che lascia molto spazio alle emozioni al di làdella narrazione asettica dei fatti. QM credimi, se ti interessa conoscere la storia dell'U-156 e del Comandante Werner Hartenstein, sono soldi spesi bene! :s01: :s02: :s01: Quote
Marco U-78 Scirè Posted October 29, 2002 Author Report Posted October 29, 2002 ...anche il trattamento ricevuto dai nostri......i polacchi hanno fatto una mattanza!! >:( Quote
Keltos Posted October 29, 2002 Report Posted October 29, 2002 Hai ragione Marco, ma la guerra è guerra; quando i fatti hanno girato a favore dei nostri, molti soldati italiani hanno restituito il favore! Quote
Marco U-78 Scirè Posted October 29, 2002 Author Report Posted October 29, 2002 tu vuoi mettere qualche bella legnata...con aver le mani tagliate perchè provi a sfondare le gabbie che ti preculdono la salvezza??? In gabbia nella pancia del Laconia che affonda...e le guardie non aprono???? Sicuramente nessuno ne parleràmai, chi vuoi che conosca questo martirio? Come sempre ci sono buoni e cattivi...non tutti sono uguali...quelle "guardie" non si comportarono con la dignita e il coraggio che ha sempre distinto l'esercito polacco... Quote
Keltos Posted October 29, 2002 Report Posted October 29, 2002 MArco, ripeto la guerra è guerra! Pensa sei i carcierieri fossero stati italiani e i prigionieri polacchi; nei momenti di follia collettiva che precedettero l'affondamento del Laconia pensi che i nostri avrebbero avuto un comportamento corretto? :s01: Questo non faccia pensare che voglio trovare un alibi al comportamento delle guardie polacche. Voglio solo sostenere che in momenti di paura collettiva e non controllata qualsiasi persona tira fuori il peggio (ma a volte anche il meglio) di se. :s01: :s01: Quote
Marco U-78 Scirè Posted October 29, 2002 Author Report Posted October 29, 2002 intuisco quello che mi vuoi dire....ma è sempre l'uomo che fàla differenza...non l'occasione più o meno positiva. S. Todaro che in emersione si fà4 giorni con naufraghi a rimorchio in zona di guerra.....non era ne matto ne santo.....era solo S.Todoro con i suoi ideali di cavalleria! :s02: Quote
Keltos Posted October 29, 2002 Report Posted October 29, 2002 per quanto riguarda "l'uomo" mi trovi d'accordo! :s01: :s01: Quote
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