Red* Inviato 24 Aprile, 2014 Segnala Share Inviato 24 Aprile, 2014 Traggo questo breve articolo da un vecchio fascicolo del 15 novembre 1926 della " Rivista di Macchine Marine e Tecnica Nautica " Era una pubblicazione mensile del " COLLEGIO dei MACCHINISTI NAVALI e PERITI MECCANICI NAVALI " di Napoli L'articolo tratta della prevenzione degli incendi causati dalla combustione spontanea del carbone sia sulle navi mercantili che su quelle militari. Mi sembra che forse più di una volta abbiamo fatto cenno a navi militari e mercantili a vapore perse a causa di incendi sviluppatesi a bordo per autocombustione ed è questo il motivo per il quale mi sono deciso a rendere noto questo vecchio articolo ! Spero che esso possa dare ancora oggi un contributo per una migliore conoscenza del " fenomeno" che portò alla perdita di molte navi nel mondo . COMBUSTIONE SPONTANEA DEL CARBONE NELLE CARBONAIE E' una questione importante che interessa tanto i Macchinisti che gli Armatori,perchè è un fenomeno che si verifica più frequentemente di quel che si creda. Le statistiche ci dicono che si verificano di tali casi in un numero di navi che varia da 50 a 100 annualmente;nella marina inglese e nella marina americana il numero di navi totalmente distrutte da quest'incendi supera le 60 l'anno. Tutti i carboni sono più o meno soggetti a combustione spontanea in certe condizioni. Il carbone grosso può andarvi soggetto meno del minuto. Quest'ultimo è più soggetto a combustione spontanea,specialmente se contiene impurità,come schisti,argille,pezzi di legno,corteccie,stracci,cotone o quando è molto umido. Siccome la qualità del carbone non è mai uniforme,anche se di una stessa miniera,non si possono dare norme esclusive per assicurare il carbone dalla combustione spontanea. Intanto si tenga presente che l'ossigeno dell'aria ossida naturalmente il carbone alla superficie,quindi se è minuto la superficie esposta è maggiore e l'azione è più energica; per conseguenza maggiore è la produzione di calore,che accelera l'assorbimento di ossigeno,cioè la combustione spontanea si rende sempre più attiva. Qualsiasi impedimento ad una naturale irradiazione di questo calore,concorre ad aumentare la temperatura della massa,sino a raggiungere il punto di ignizione,quando si manifesta allora l'incandescenza più o meno localizzata. Il cambiamento di temperatura ha anche un ulteriore effetto sul carbone,specialmente quando cresce rapidamente,perchè disgrega il carbone e provoca una più intensiva penetrazione dell'ossigeno dell'aria. L'acqua ha anche il medesimo effetto sul carbone già caldo. Molti incendi locali non vengono nemmeno rilevati e si percepiscono solo all'aspetto del carbone cokizzato. Sembrerebbe quindi che il rimedio contro il riscaldamento del carbone nelle carbonaie sia quello di bagnarlo. Le bagnature superficiali,specie sulle grandi masse di carbone,sono seguite da un innalzamento di temperatura della massa sottostante,per ovvie ragioni. Quindi la proporzione della carbonaia,specialmente l'altezza,che non dovrebbe mai superare i m.3,5,e il suo aereggiamento,impediscono l'elevamento della temperatura col diffondere all'esterno il calore a misura che si produce. La lettura periodica della temperatura è una salvaguardia contro le sorprese e permette prendere i provvedimenti opportuni. Queste dovrebbero essere rilevate a intervalli costanti e confrontate con le precedenti. Sempre che sia possibile conviene paleggiare subito il carbone che manifesta un progressivo innalzamento di temperatura o meglio servirsene subito. Questo sistema è più efficace di quello di innaffiarlo con una manichetta,a meno che si possa completamente allagare la carbonaia.Il carbone in combustione spontanea emana un gas pericoloso per la gente e per gli scoppi.Quindi adoperare sempre lampade di sicurezza. Riassumendo: la migliore precauzione è quella di preoccuparsi dei primi innalzamenti di temperatura e provvedere secondo le circostanze perché non si accentui. Non si concepirebbe un incendio spontaneo di carbone senza il precedente indizio di un lento e graduale elevamento di temperatura. FINE RED Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
bezukhov Inviato 24 Aprile, 2014 Segnala Share Inviato 24 Aprile, 2014 Grazie Red, era un argomento del quale avevo sentito parlare, ma non ho avuto mai modo di approfondire la questione. Molto interessante! Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
PELLICANO Inviato 24 Aprile, 2014 Segnala Share Inviato 24 Aprile, 2014 Era un fenomeno temuto, e noto nei suoi aspetti solo alla fine dell' era del carbone. Il caso piu' eclatante, risolto e riconosciuto solo dopo cent' anni e' quello della corazzata Maine all'Avana, scintilla e pretesto della guerra Hispano americana L' esplosione sul Maine, dovuta a cumulo di fattori ed errori nel carbonamento della nave ed al trattamento dei depositi, fu attribuita a mina od atto di sabotaggio, addebitandola alla Spagna, con le conseguenze che tutti sappiamo Oggi il fenomeno, ed i rischi relativi, riguarda i parchi carbone, a bocca di miniera, nei porti, negli utenti (acciierie e centrali elettriche) dove i cumuli devo o essere tentuti sotto certe altezze ( e pressioni specifiche alla base)' oltre ad adottare una serie di precauzioni per ridurre i rischi Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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