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Navi E Quattrini - L'economia E La Marina Militare Italiana Fino Al Xxi Secolo - Enrico Cernuschi


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Titolo: Navi e quattrini - L'Economia e la Marina Militare italiana fino al XXI secolo
Autore: Enrico Cernuschi
Editore: inEdibus

Anno: 2013
Pagine: 244
Dimensioni: cm 13x18
Prezzo: €.18,00

Reperibilità: facilissima (in qualsiasi libreria online)

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In relazione al nuovo libro di Enrico Cernuschi pubblico la recensione a mia firma pubblicata sul numero di novembre della Rivista Marittima

Nel 1899 Domenico Bonamico, ne Il problema marittimo dell’Italia,precisamente al capitolo Marina e finanza, evidenziava che “Armi, politica e finanza costituiscono tre anelli della catena di stabilità”. Nel citato articolo si sottolineava la dipendenza dell’economia dall’efficienza della Marina e la necessità che questa (e quindi gli interessi nazionali) vedesse assicurato il proprio futuro da adeguati provvedimenti legislativi. Nel giugno del 1959 appariva su questa Rivista un articolo di Giorgio Giorgerini dal titolo Problematica e economia di un programma navale. Il tema dei rapporti tra Marina ed economia non era una novità nella pubblicistica navale. L’appello rimaneva inascoltato, né maggior fortuna aveva un volume pubblicato esattamente cinquant’anni fa: Il problema navale italiano, dell’ammiraglio Virgilio Spigai. L’autore, futuro C.S.M.M., nel consueto stile ironico e colloquiale richiamava l’attenzione sul fatto che il motivo d’essere della marineria – sommatoria delle flotte militare e mercantile e della cantieristica – è il benessere, anzi la sopravvivenza stessa della nazione. Auspicava quindi che il potere politico prendesse contezza della posta in gioco e provvedesse con urgenza al risanamento organico della flotta tramite una “Legge navale” (sic). Vana speranza, poiché con molto ritardo, solo dopo dodici anni, con la Legge navale del 1975 il Parlamento prendeva atto di ciò e garantiva alla Marina gli stanziamenti che da allora a oggi ne hanno garantito l’efficienza.

Mezzo secolo dopo la Marina si trova nuovamente nell’improcrastinabile esigenza di seri provvedimenti cui non può ovviare che la politica. Nel suo Navi e quattrini, primo volume della collana Navalia dell’editore in edibus, Enrico Cernuschi riprende il tema chiarendo che il benessere della Nazione dipende dalle navi che attraversano il Mediterraneo toccando i nostri porti, e che esso è oggi messo in discussione dal risorto problema militare della pirateria. Anche se l’opinione pubblica non vuol sentirselo dire, quella mossa al traffico mercantile è una vera e propria guerra. Il 90% del commercio globale viaggia per mare, con navi sempre più grandi e meno numerose, quindi più aggredibili. E se militare è la minaccia, tale dev’essere la risposta.

Occorre quindi che la Marina sia messa nelle condizioni di poter assolvere ai propri compiti e di rimanere quella “moneta navale” che è sempre stata. L’A. propone a tal fine, nel concreto, l’impostazione di nuove unità (i Navigatori II) che costituiscano la spina dorsale della Squadra in luogo delle classi Maestrale e Granatiere. Senza ripetere gli errori di concezione e progettuali delle LCS statunitensi, per garantire la tutela degli interessi nazionali nel c.d. “Mediterraneo allargato” queste unità “tuttofare” dovranno essere costruite in numero sufficiente (almeno una dozzina: “only numbers can annihilate”, ammoniva Nelson. E non solo in battaglia), e presentare alcuni standard minimi così individuati: dislocamento di 4.500 t, velocità 30 nodi, armamento di almeno 76 mm, oltre ad un’adeguata modularità per le diverse esigenze cui saranno chiamate.

L’A. dimostra inoltre come affidando progettazione e costruzione a imprese nazionali, e facendo ricorso ai fondi europei per la cantieristica, le spese per un well balanced ammodernamento della flotta sarebbero esigue (lo 0,06% del PIL, la metà al netto dei ritorni fiscali) a fronte degli incalcolabili benefici che - come in passato – ne deriverebbero alla sicurezza e all’economia; senza considerare che investire oculatamente denaro pubblico nella cantieristica ha un immediato ritorno in termini di aumento del PIL, di volano per l’economia tutta nei prossimi trent’anni e di garanzia di occupazione per i 135.419 lavoratori delle imprese interessate. Non solo: come le recenti operazioni in Libia hanno dimostrato, gli investimenti nella Marina garantiscono un rapporto costi/benefici che non trova eguali in alcuna altra Forza Armata.

La drastica alternativa a una Legge navale che preveda l’impostazione di simili unità, oltre alle necessarie provvidenze per numero e addestramento del personale, sarebbe avere l’onestà intellettuale di sciogliere la Marina, liquidare gli arsenali e congedare il personale: il che è già stato spiegato al Parlamento dal vertice della Forza Armata.

A dimostrazione della validità dei propri assunti l’A. conduce poi il lettore in un viaggio nella storia navale seguendo il fil rouge degli strettissimi rapporti tra economia, finanza e potere marittimo, secondo la tradizione di storici quali Lane, Braudel o Cipolla. Dagli albori dell’umanità a oggi, si dimostra come sempre le flotte - anche solo in being – abbiano svolto un ruolo primario, anche se spesso misconosciuto, nelle vicende sociali e politiche. Purché appunto i detentori del potere provvedessero a loro, e per tempo.

Scritto sulla scorta di dati statistici, aneddoti e precisi richiami al presente, nello stile ben noto ai lettori, il volume è di agevole lettura anche grazie a una veste editoriale elegante e accurata; si citino la qualità della stampa e la presenza delle note in calce a ogni pagina (croce, si sa, dell’impaginatore, ma delizia del lettore).

Navi e quattrini è quindi un volume non solo valido in ambito storico e scientifico, ma attualissimo per i temi che solleva e che, si spera, sia letto e compreso con profitto da chi di dovere. Poiché, come diceva Colbert, “la Marina è una questione di economia, ma l’economia è una questione di Marina”.

Aggiungo inoltre la scheda del volume nel sito dell'Editore: http://www.edibus.it/it/page/18/isbn-978-88-97221-14-2-di-e-cernuschi-in-edibus-244-pp.htm

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