Vai al contenuto

Fallisce La Ital Roro


Visitatore Marcuzzo

Messaggi raccomandati

Visitatore Marcuzzo

Dal sito del Corriere

 

Prigionieri» sulla nave in disarmo

L'armatore chiude. I marinai a bordo: freddo e poco cibo, ma restiamo qui

GENOVA — Tobia sul camiciotto bianco da cuoco ha messo un giaccone e si avventura nel buio della banchina: ha appuntamento con un amico che gli ha promesso le sigarette. «Me ne regala tre stecche — dice — così ce l'ho per tutti. Soprattutto per Cesare, che non può stare senza». Cesare è l'ufficiale di macchina, romeno, gran fumatore. L'amico di Tobia è un marittimo «più fortunato», perché ha l'imbarco sicuro e così dà una mano a quelli dell'Ital RoRo III°.

 

 

La nave cargo Ital RoRo

L'Ital RoRo è sotto sequestro perché l'armatore, la Navigazione Puglia, non ha retto la crisi finanziaria e ha gettato la spugna. Ha fermato la nave a Genova insieme alle gemelle, la Ital RoRo II° e la Ital RoRo I°, a Tolone e a Siracusa. In gergo si chiamano «navi abbandonate»: l'armatore in crisi le ferma e nei porti di tutto il mondo rimangono scafi sotto sequestro con un equipaggio che non vede lo stipendio da mesi. E si auto-imprigiona a bordo per non perdere la speranza di vedere qualcosa di quanto dovuto. Oppure, senza soldi e a migliaia di chilometri da casa resta a bordo perché almeno qualcosa da mangiare arriva sempre. A Tolone sono rimasti in tredici, compreso il capitano, l'equipaggio è diviso a metà tra italiani e filippini. Alla Ital RoRo di Genova erano in ventidue, dopo due mesi sono rimasti in quattro più il comandante appena arruolato in sostituzione del precedente, e il secondo ufficiale. Sei persone in tutto: cinque italiani e un romeno. A bordo c'è Tobia, il cuoco-cameriere-factotum, un genio della sopravvivenza.

 

Stasera cucinerà minestra con lenticchie: «Però per domani dovrei fare un colpo grosso, gli amici che vengono dalla Sardegna mi hanno promesso il maialino e i genovesi il basilico per il pesto». Amici, «napoletani, come me, ma anche molfettesi, camionisti sardi e camalli genovesi», Tobia fa l'elenco della sua «rete» che, ne è certo, farà passare a lui e ai suoi compagni un Natale almeno decente. Tobia agisce dal basso, il comandante Alfonso Auria dall'alto: «Soldi per la cambusa non ne ho praticamente più — dice — quindi ho chiesto un reintegro di cassa, aspettiamo e vediamo cosa arriva. Io sono responsabile del benessere dell'equipaggio, la legge mi dà il potere di vendermi anche pezzi di nave se è necessario per il sostentamento e per la sicurezza». Ma da vendere a bordo della Ital RoRo c'è ben poco. La stiva è vuota. Quasi una nave fantasma. «L'altro giorno — dice il secondo ufficiale Francesco Curreli — è venuto l'ufficiale giudiziario a fare un pignoramento e si è perso. Son dovuto andare a recuperarlo seguendo la voce che mi chiamava». Il secondo ufficiale porta il berretto di lana da marinaio e si scusa: «Sa, è per il freddo...». Il riscaldamento è già stato sacrificato: «Consumo una tonnellata di gasolio al giorno per l'elettricità — fa il conto il comandante — non ne posso usare un'altra per il riscaldamento. Se restiamo senza bunkeraggio andiamo in black out. Nelle cabine abbiamo messo delle stufette elettriche».

 

Al momento le stufette stanno asciugando il bucato, camicie e biancheria stese su una corda. Per fortuna Genova non ha un clima rigido. Sembra che quelli di Tolone se la passino peggio, fa molto freddo e con il gasolio sono agli sgoccioli. Cosa fare? «Aspettare». Quanto? Non si sa. La storia della Ital RoRo è meno peggio di altre. Qua gli armatori ci sono e stanno trattando con possibili acquirenti genovesi e olandesi: «Cercano una soluzione — dice il comandante —. Purtroppo sono incappati in questa crisi dei noli». In altri casi quando la nave è abbandonata e l'Itf, il sindacato internazionale, cerca l'armatore non trova più nulla: «Siamo stati in uffici in Grecia — dice l'ispettore dell'Itf, il capitano Piero Luigi Re — dove non c'era più neanche il filo del telefono. Scomparsi, unica traccia una casella postale alla isole Cayman». Adesso l'Itf teme una recrudescenza del fenomeno delle navi abbandonate. Remo Di Fiori, segretario Cisl marittimi e membro dell'Itf conferma: «Nei prossimi sei mesi potremmo trovarci decine di equipaggi sulle braccia». Gli equipaggi, i prigionieri volontari delle navi abbandonate. «Lo diceva anche Aristotele — chiude il comandante Auria —. Ci sono tre categorie di uomini: i morti, i vivi e i naviganti». Gli invisibili.

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,8k
×
×
  • Crea Nuovo...