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Ancona - Scoperto Un Altro Giro Di Patenti Facili


Visitatore Marcuzzo

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Fonte: Udicer S.r.l.

 

SCOPERTO UN ALTRO GIRO DI PATENTI FACILI: il "patentificio express" era a Falconara Marittima, vicino ad Ancona. Una settantina, sembra siano al momento, i comandanti "fasulli". Ma il numero potrebbe crescere di parecchio.

 

Il “Libro nero delle patenti nautiche facili” (sottotitolo: comprate, false, truccate, “taroccate” e “tangentate”), si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta, il contributo “letterario” ci viene da Ancona. E più precisamente da Falconara Marittima, località balneare a pochi chilometri dal capoluogo marchigiano.

 

Dalle prime indiscrezioni, risulterebbe che non solo a Falconara venissero fornite, dietro pagamento e senza esame, patenti per imbarcazioni, ma anche per navi da diporto, cioè per unità di lunghezza superiore a 24 metri; a prezzi, tutto sommato, abbastanza “onesti”: 3 mila euro, più il conto del ristorante per festeggiare il nuovo patentato.

 

Sotto inchiesta è finito il presidente del Circolo Marinaro dell’Adriatico di Falconara - tradotto anche agli arresti domiciliari - accusato insieme ad alcuni sottufficiali della capitaneria di porto di Ancona di associazione per delinquere finalizzata a frodi, falsi e corruzione in un presunto giro di patenti nautiche false.

 

Per il momento le indagini riguardano una settantina di diportisti e tra questi spiccano i nomi di molti facoltosi imprenditori, sia marchigiani, sia extra regionali. E questo a sottolineare che in un certo ambiente la “strada facile” di Ancona per ottenere la patente era abbastanza nota.

 

L’inchiesta è partita da una verifica della Capitaneria di Ancona che ha avuto modo di rilevare forti incongruità tra il rilascio di talune patenti nautiche e i verbali d’esame, scoprendo firme false e documenti contraffatti.

 

Insomma, un giro di tangenti, di pubblici ufficiali corrotti e di “cittadini” corruttori, che andava avanti da tempo.

 

E al solito, chi voleva prendere la patente evitando di seguire un corso d’insegnamento (che, torniamo a dire, anche per la patente minore, entro 12 miglia, non può durare solo il tempo di qualche sparuta lezione), e l’incognita dell’esame, aveva modo di cavarsela a buon mercato e senza impicci.

 

“Una cosa è certa – ha tenuto a precisare il Comandante della Capitaneria di Porto di Ancona, l’ammiraglio Antonio Pasetti – quei diportisti che hanno scelto le vie sbrigative per quelle licenze, difficilmente ne torneranno in possesso un domani. Saremo molto duri, così come siamo stati attenti a mettere in moto questa macchina investigativa”.

 

“ Ottenere la patente nautica da diporto – continua l’ammiraglio Pasetti – sia quella entro un raggio di 12 miglia, sia per oltre, può essere complicato e richiede tempo e studi approfonditi. Qualcuno ha cercato delle scorciatoie, senza pensare che in mare bisogna essere preparati sotto vari profili perché ci va di mezzo la sicurezza delle persone. I candidati devono sapere recuperare persone in mare, calcolare rotte, distanze, tempi di percorrenza e soprattutto condurre in maniera ottimale un’imbarcazione”.

 

E noi ci permettiamo di aggiungere, in conclusione, che il codice penale, nel caso del reato di corruzione per atti d’ufficio (art. 318 e seguenti), stabilisce le stesse pene sia per il pubblico ufficiale corrotto, sia per il corruttore. Si tratta, tra l’altro, di un bel po’ di anni di galera.

 

 

Aggionamento:

 

Si allarga il “giro” delle patenti nautiche false ad Ancona

 

Delle patenti nautiche false ad Ancona, compare ancora la notizia sulla nostra "prima pagina". E seguendo questa bruttissima storia di corrotti e corruttori, forniamo un aggiornamento dell’ultima ora, consapevoli anche del fatto che sulla vicenda, in grande evoluzione, scriveremo altre puntate.

 

Del resto, il comandante della Capitaneria di Porto di Ancona, ammiraglio Antonio Pasetti, lo aveva promesso: “chi ha sbagliato pagherà. Le indagini sulle patenti nautiche false continueranno, in profondità, senza scrupoli e con determinazione; l’obiettivo è di fare una pulizia radicale e ripristinare la legalità”.

 

Così, subito dopo che il presidente del Circolo Marinaro di Falconara Marittima è tornato in libertà (per decorrenza dei termini degli arresti domiciliari) – gli inquirenti sostengono che questi abbia agito da “tramite” per le patenti false tra i corrotti della Capitaneria di Porto e la “utenza imbrogliona” – e già un sottufficiale della Guardia costiera si trova indagato a piede libero, spunta adesso il “terzo uomo”.

 

Un pezzo grosso della Capitaneria di Ancona, il presunto “elemento chiave” del giro di malaffare, nientemeno che l’ufficiale responsabile dell’ufficio patenti, tradotto agli arresti domiciliari per sospetto concorso in truffa, falso ideologico, corruzione e concussione.

 

Contestazioni che se venissero provate – è necessario sottolineare che siamo ancora nel campo delle ipotesi di reato – aprono a condanne di svariati anni di galera.

 

La Procura di Ancona ritiene che l’ufficiale indagato abbia “venduto” patenti nautiche ad un buon numero di candidati, facendo figurare, con la redazione di “falsi” verbali, il superamento degli esami di abilitazione, mai eseguiti e , precisando doverosamente per il versante “utenti”, per quelli che la patente se la sono di fatto comprata e cadendo dalle nuvole si dichiarano ora addirittura “raggirati” (forse perché, pur “garantiti”, sono stati pizzicati lo stesso dalla legge), nemmeno mai sostenuti.

 

Si pensi che era in vigore perfino un prezzario “ufficiale”della patente falsa, dove era previsto che l’abilitazione entro 12 miglia aveva un costo di 2 mila euro e quella senza limiti di 3 mila, tutto esentasse; per nave da diporto, la “tariffa” veniva definita di volta in volta.

 

I comandanti “fasulli”, individuati dalla magistratura - veri “capitani coraggiosi”, perché ci vuole veramente coraggio, Kipling consentendo, e una buona dose d’irresponsabilità nel prendere in mano una barca, condurla in alto mare, magari con la famiglia a bordo, senza capirne niente di navigazione, di meteo, di regole per la sicurezza; e ce ne vuole ancora di più, riferendoci a chi le patenti le ha fornite per soldi, a mandare allo sbaraglio in mare, a rischio della vita, persone impreparate – sono attualmente quasi un centinaio. Ma il numero è destinato a crescere e forse di molto, anche perché le indagini sono ancora in corso e riguardano al momento solo agli anni 2006-2007. Mancano poi all’appello il 2005 e precedenti e il 2008: viene quasi da dire di tenere gli occhi ben aperti quando si solcano le acque antistanti ad Ancona.

 

La procura sta indagando, ovviamente, anche sul fronte degli intermediari. Ad alimentare il giro delle “patenti veloci” forse c’è anche qualche titolare di agenzia nautica, non propriamente marchigiana, che unitamente al presidente del Circolo Marinaro di Falconara, avrebbe procacciato clienti da un po’ tutta Italia.

 

Non faremo mancare gli aggiornamenti sulla vicenda.

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