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La Navigazione A Bordo Di Unità Militari Non Viene Riconsociuta Ai Fini Dei Titoli Professionali Per Il Diporto


Visitatore Marcuzzo

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Premessa

 

Come ben sapete l'Italia, in data 16/01/2008, ha recepito una normativa internazionale ai fini dei nuovi titoli professionali marittimi commerciali e per il diporto facendo di fatto scomparire il titolo di Capitano di Lungo Corso e l'obbligo del possesso del diploma dell'istituto nautico per il pesonale di coperta (introducendo dei corsi di formazione di 500 ore) introducendo nuove qualifiche, ed istituendo i titoli professionali per le unità da diporto e per unità adibite al noleggio.

Ne abbiamo parlato QUI per quantro concerne i titoli marittimi commerciali.

 

Nel 2006 è stata emanata una nuova normativa, sono stati istituiti i titoli professionali per il diporto, inteso per il settore degli armatori di unità private che si affidano a terzi per la conduzione del proprio mezzo. Il legislatore ha deliberato che, per l'accesso agli esami di ufficiale del diporto (il titolo base per poter fare carriera nel settore) occorrono almeno 36 mesi di navigazione effettiva di cui 24 esclusivamente a bordo di unità da diporto (come se le navigazioni in altri settori abbiano differenza ai fini della conduzione :s68: ), e non valgono le navigazioni su unità estere in quanto è già complicato riscattare le navigazioni su unità commerciali straniere per cui per quelle effettuate nel settore diporto professionale non è stato emesso alcun regolamento.

Il risultato è che, in Italia, ci vorranno molti anni prima che si possa formare il personale per la navigazione da diporto.

_____________________________________________

 

Frequentando vari siti riunenti vare figure professionali marittime ed aspiranti tali mi sono imbattuto in due lettere di un Tenente di Vascello in congedo inviate al Minstero dei Trasporti e della Navigazione (dal quale non ha ricevuto risposta alcuna) facendo presente le lacune della nuova normativa correlate peraltro alla sua attività di skipper. Le lettere sono tratte dal sito Yachts.it

 

Tenente di Vascello? Per fare charter non basta!

Un titolo della Marina, 100.000 miglia navigate e 2 lauree non bastano per far carriera nel charter italiano!

 

Prima lettera:

 

Mittente

Giorgio Longato,

giorgio.longato@barca.it

giorgio.longato@motorvela.it

 

Tenente di vascello della Marina Militare Italiana in congedo proveniente dai Ruoli Normali dell’Accademia Navale di Livorno, laureato in Scienze Navali e Marittime presso l’università di Pisa e in Lettere Classiche presso l’università di Padova, di professione istruttore di vela e "skipper".

 

Data, 28/04/2006

 

Egregio Direttore Generale

Dott. Massimo PROVINCIALI

Viale dell’Arte 16 – 00144 Roma

telefono 0659084205/0659648276/0659648254 fax 0659084282

 

E per conoscenza a:

ISYBA - Massimo Revello – info@isyba.it

AMADI Adriatico - infoadriatico@amadi.org - diego.melas@poste.it

ASSONAUTICA Sede Nazionale: sede.nazionale@assonautica.it

UCINA. c.a. Ing. Lorenzo Pollicardo staff@ucina.net

YACHTS.IT Michele Costabile info@yachts.it

 

Egregio dottor Provinciali,

in data 21 ottobre 2005 ho inviato alla sua cortese attenzione un fax che non ha ottenuto alcun riscontro nel quale esprimevo alcune riflessioni personali sul D.M. 10 maggio 2005 n.121 relativo ai nuovi titoli professionali del diporto. Successivamente, alla luce delle polemiche e delle proteste che si sono innescate in proposito, ho avuto modo di constatare che certe mie osservazioni non erano del tutto peregrine.

 

Personalmente continuo a ritenere che le cosiddette "disposizioni transitorie"(art. 14 del suddetto decreto), che di fatto si atteggiano a una sorta di moratoria, si fondino su un infondato principio di esclusione che lascia spazio a poco auspicabili risvolti corporativistici. In particolare mi risulta difficile comprendere l’esagerata valorizzazione dello pseudo titolo professionale di "conduttore" e, per contro, l’ostinato rifiuto di concedere ai patentati navi da diporto successivamente al 10 maggio 2005 le stesse agevolazioni di quanti hanno sostenuto lo stesso esame in precedenza. Mi sembra veramente il trionfo della burocrazia sull’impegno!

 

Ma c’è un’altra cosa che non capisco e che riguarda chi, come il sottoscritto, ha trascorso una considerevole fetta di vita nella Marina Militare e che attualmente opera nel diporto.

Io ho frequentato i corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno, che è una delle università del mare più accreditate nel mondo, dal 1972 al 1976, classificandomi tra i primissimi del mio corso, con tanto di distintivo d’onore.

 

Promosso guardiamarina ho avuto il raro privilegio di imbarcare come ufficiale di rotta sulla "Stella Polare", un’autentica leggenda della vela d’altura internazionale, con la quale ho percorso 15000 miglia di navigazione quasi tutta oceanica. Successivamente, pur continuando a regatare su imbarcazioni della Marina, ho prestato servizio come ufficiale su varie unità di squadra, frequentando inoltre numerosi e impegnativi corsi di perfezionamento, fino al 1981 quando ho lasciato la Marina col grado di Tenente di Vascello per dedicarmi esclusivamente alla vela.

 

Da allora non ho mai smesso di navigare come skipper e istruttore superando l’ambito traguardo delle 100000 miglia percorse a vela in Atlantico, Mediterraneo ed Egeo.

Inoltre sono laureato in "Scienze navali" e in "Lettere classiche", sono "mediatore marittimo", posseggo il titolo di "conduttore" e quello di "esperto velista" della Lega Navale italiana, la patente per nave da diporto e sto conseguendo la certificazione IMO prevista dal decreto sui titoli, essendo iscritto alla Gente di Mare.

 

E, tuttavia, per diventare "ufficiale di navigazione " del diporto dovrò sostenere, a 52 anni, un ulteriore esame con la prospettiva per ora certa di non poter neppure aspirare al titolo successivo di "capitano" perché i miei anni d’imbarco, regolarmente certificati dal mio foglio matricolare, non vengono riconosciuti dall’Autorità Marittima in quanto non effettuati su unità da diporto adibite al noleggio, come recita letteralmente il decreto.

 

Ma vogliamo scherzare? Dopo aver svolto una professione altamente qualificata che ha richiesto impegno, dedizione, sacrificio e mi ha consentito di conseguire un livello di competenze tecniche e nautiche di qualità superiore, devo sentirmi dire che la mia professionalità, proprio perché maturata al servizio dello stato e non di un armatore privato, non conta nulla, non fa curriculum, non esiste! Tutto ciò è moralmente e giuridicamente inconcepibile.

 

E mi sorprende che nessuno degli ideatori del decreto in questione abbia previsto che, forse, qualcuno si sarebbe trovato nella mia situazione.

Perciò mi aspetto, e altri co

me me si aspettano, che lo stesso "qualcuno" legga con serietà queste righe, ne riconosca la legittimità e ne tragga le ovvie conseguenze. Vale a dire mi aspetto che venga emanata a breve una circolare applicativa (come altre volte è stato fatto) che preveda:

 

1. che agli ex ufficiali superiori di vascello pagati di comando su unità militari, laureati " in scienze navali" e in possesso di certificazione IMO, venga riconosciuto d’ufficio il titolo almeno di "capitano" del diporto;

2. che agli ex ufficiali di vascello non pagati di comando, ma in possesso di laurea in " scienze navali", di titolo di "conduttore" ovvero di patente nave da diporto e di certificazione IMO, venga concesso d’ufficio il titolo di "ufficiale di navigazione" e il riconoscimento come anzianità d’imbarco sia dei servizi svolti a bordo di unità militari, sia dei corsi di perfezionamento post Accademia, al fine di poter sostenere subito l’esame per "capitano";

3. che a tutti gli ex ufficiali di vascello venga riconosciuto d’ufficio il corso radar base, tra l’altro costosissimo, in virtù delle esperienze pregresse maturate in aula e sul campo.

 

Seconda lettera

 

Mittente

Giorgio Longato,

giorgio.longato@barca.it

giorgio.longato@motorvela.it

 

Tenente di vascello della Marina Militare Italiana in congedo proveniente dai Ruoli Normali dell’Accademia Navale di Livorno;

laureato in Scienze Navali e Marittime presso l’università di Pisa;

laureato in Lettere Classiche presso l’università di Padova;

Patente Nave da Diporto;

Mediatore Marittimo;

titolo di Conduttore di Imbarcazioni da Diporto adibite al Noleggio;

titolo di Ufficiale di Navigazione del Diporto;

di professione istruttore di vela e “skipper”.

 

Egregio

Direttore Generale

Dott. Massimo PROVINCIALI

Viale dell’Arte 16 – 00144 Roma

telefono 0659084205 / 0659648276 / 0659648254 fax 0659084282

 

E per conoscenza a:

ISYBA - Massimo Revello – info@isyba.it

AMADI Adriatico - infoadriatico@amadi.org - diego.melas@poste.it

ASSONAUTICA Sede Nazionale: sede.nazionale@assonautica.it

UCINA. c.a. Ing. Lorenzo Pollicardo staff@ucina.net

YACHTS.IT Michele Costabile info@yachts.it

 

Aprilia Marittima/La tisana, 04/07/2006

 

Egregio dottor Provinciali,

come certamente Lei non ricorderà altre volte mi sono permesso di sottoporre alla sua cortese attenzione alcune mie riflessioni relative ai nuovi titoli professionali del diporto, ben intuendo che non avrei ottenuto alcun riscontro.

 

Tuttavia lo spessore del nuovo regolamento, le sue implicazioni di carattere tecnico ed emotivo, e, soprattutto, le sue ripercussioni sulla mia attività professionale di “skipper” mi inducono a ripropormi, certo che la mia insistenza non Le parrà irriverente o provocatoria.

 

Nella mia ultima comunicazione scritta, datata 28/4/06, rilevavo con disappunto come il legislatore avesse escluso dal suddetto regolamento qualunque riconoscimento di meriti e di professionalità a quanti, come il sottoscritto, formatisi presso l’Accademia Navale di Livorno, abbiano poi prestato servizio come ufficiale a bordo di unità militari. E auspicavo, inoltre, una presa di posizione formale che colmasse nell’immediato questo intollerabile vuoto normativo.

 

D’altro canto, però, in attesa di percepire almeno un flatus vocis in merito, accantonando non senza fatica ogni forma di riserva e di orgoglio personale, ho sostenuto l’esame tuttaltro che semplice di “Ufficiale” del diporto presso la Direzione Marittima di Venezia, superandolo a pieni voti e con i complimenti formali della commissione.

 

Ora, però, dovrei accettare supinamente che il servizio da me prestato in Marina, supportato da un regolare contratto di lavoro con lo Stato italiano e dall’adempimento di tutti i relativi oneri fiscali, e regolarmente certificato dal mio foglio matricolare, non venga riconosciuto come anzianità di imbarco per ottenere il titolo successivo di “Capitano” del diporto al quale, credo a ragione, mi sento di aspirare. Ma, poiché, la mia indole mal si adatta a dare per scontato ciò che scontato non sembra affatto, gradirei che mi si chiarisse una volta per tutte, senza “se” e senza “ma”, alla luce del diritto, per quale insondabile mistero debbano valere soltanto gli imbarchi effettuati su navi da diporto!

 

Se, poi, come mi piace pensare, questa infondata restrizione fosse di natura esclusivamente espositiva, e non derivasse, invece, da una analisi volutamente riduttiva delle problematiche del diporto, come più di qualcuno autorevolmente sostiene, sono certo che si provvederà con sollecitudine a integrare opportunamente il testo in oggetto.

 

In attesa di un sicuro riscontro Le porgo i miei più cordiali saluti.

 

Giorgio Longato

 

PS: Ho sottoposto in via informale il problema a due Ufficiali superiori della CCPP: entrambi mi sono sembrati quantomeno perplessi!

 

Ad oggi il Ministero non ha dato risposta alcuna nè la normativa è stata dovutamente aggiornata riconsocendo a persone come il C.te Longato la navigazione in Marina documentata nel foglio matricolare. Nella stessa condizione si trova chiunque, a qualunque titolo, abbia navigato nella Marina mercantile, militare, e non ha imbarchi nel settore diporto.

 

Ho riportato questo post per coloro che volessero intraprendere la professione di charter in modo che abbia chiaro il quadro dell'attuale situazione. Chi volesse intraprendere tale carriera si metta l'anima in pace a cercre un imbarco nel settore diporto ai fini della maturazione dei periodi necessari al conseguimento dei titoli maritimmi di nuova generazione.

 

E pensare che una volta davano il titolo di "conduttore di unità adibite al noleggio" a chi aveva la patente nautica senza limiti da almeno 3 anni senza fare esami. Chi c'è entrato c'è entrato e gli altri fuori!!! :s68:

Modificato da Marcuzzo
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