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L’osmosi E Sua Prevenzione


Visitatore Marcuzzo

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L'osmosi, è un fenomeno di diffusione tra due liquidi miscibili, di diversa densità che penetrano e si infiltrano attraverso membrane semimpermeabili (la membrana semimpermeabile, in questo caso, è proprio il gel-coat e il laminato della nostra barca), e il liquido più denso si trova nello stratificato della nostra barca come effetto di cattiva lavorazione o catalizzazione, quello più fluido è l’acqua in cui navighiamo. L'osmosi, si manifesta soprattutto in carena perché l’opera viva, a continuo contatto con l’acqua ne assorbe una quantità che va sciogliere residui instabili e idrosolubili del procedimento dì lavorazione formando sostanze liquide molto dense. In alcuni casi, particelle dì liquido denso sono già presenti nello stratificato, come risultato dì non buona stratificazione della costruzione. I fattori che determinano le malformazioni interne allo stratificato della vetroresina durante la lavorazione iniziale sono molteplici, tra cui la mancanza della giusta temperatura, l'umidità di lavorazione, le bolle d'aria intrappolate, il basso standard dei materiali impiegati, la qualità e lo stoccaggio delle materie prime. Attraverso microporosità del gel-coat, incrinature, colpiture o altro, l'acqua in cui navighiamo, essendo più fluida del liquido che si trova nello stratificato, tende a penetrare, andare dove c'è questa piccola concentrazione densa per diluirla e portarla alla stessa densità; questo comporta un aumento di liquido, quindi di volume e sì manifesta ai nostri occhi come una piccola protuberanza sulla levigatura della carena. L’osmosi si manifesta più facilmente in acqua dolce e calde perché hanno maggiore fluidità, quindi un ormeggio vicino ad uno scarico dì acqua calda evidenzierà prima il problema. A prima vista si presenta come piccoli rigonfiamenti, come chicchi di riso in rilievo, simili alla buccia di un’ arancia. Con il passare del tempo diventano più grandi, aumentano dì volume (perché aumenta la pressione interna) e dì numero (quelli impercettibili cominciano ad acquistare volume) indebolendo la stratificazione. Le vie di accesso all'umidità, oltre alla non perfetta impermeabilità del gel-coat, sono anche gli stress e le colpiture che subisce la carena, le prese a mare e gli scarichi sotto la linea dì galleggiamento che in molti casi sono protetti solo da un rigo di silicone e non sigillati per testa. Inoltre, una volta che l’acqua è entrata, il continuo movimento della barca all’ormeggio o in navigazione, rende mobile queste microscopiche goccioline d’acqua. Anche la vetroresina, ha bisogno di cure per mantenere nel tempo la sua bellezza, funzionalità e sicurezza. E’ possibile prevenire l’osmosi applicando una specifica protezione che deve essere eseguita in modo particolarmente accurato. L’osmosi ha un andamento subdolo e i suoi effetti più appariscenti (le bolle) appaiono solo a malattia molto avanzata. Il trattamento preventivo antiosmosi che crea praticamente una seconda pelle protettiva attorno al gel-coat va effettuato, su barche dove o comunque sicuramente non sono state ancora intaccate dall'osmosi. Soprattutto in quest’ultimo caso, è opportuno accertarsi, attraverso un rilevatore dì umidità, di non intrappolare all’interno della barriera protettiva molecole d’acqua. Queste ultime premerebbero contro la barriera protettiva provocando microfessure, e dì conseguenza l'assorbimento d’acqua. Effettuate questo controllo anche nel caso in cui vi sembri di aver carteggiato eccessivamente il gel-coat durante il rifacimento della carena.

 

Il ciclo dì prevenzione è il seguente:

 

1) Carteggiare superficialmente il gel-coat con carta nr° 60;

 

2) Sgrassate il gel-coat lavorandolo con spugne abrasive;

 

3) Applicate due mani di un rivestimento epossidico senza solvente (a pennello, a rullo di gommapiuma o a pelo corto) intervallate da un minimo di 16 e un massimo dì 48 ore con spessore di 400 micron;

 

4) Dopo una settimana (comunque assolutamente non prima dì 48-72 ore A 20° C) applicate una mano a pennello di un aggrappante per antivegetativa;

 

5) Dopo un minimo di sei ore (non c’è limite massimo dì tempo) ricoprire con due mani di antivegetativo.

 

 

Tratto da Grupposiluro.it

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