Vai al contenuto

La Legione M Guardia Del Duce


Messaggi raccomandati

Titolo: La Legione M Guardia del Duce nel diario del suo ultimo Comandate il Ten. Col. Attilio Jaculli

Autore: Marco Carducci

Casa editrice: RITTER

Anno di edizione: 2005

Pagine: 87

Dimensioni: 17x24

Prezzo: euro 18

Reperibilita: buona

 

Copertina.jpg

 

Recensione:

a cura di Marco Carducci

 

In questi ultimi anni, la storiografia sviluppatasi intorno alle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, ha portato alla luce fatti d'arme, vita quotidiana e memorie prossime all'oblio.

 

Questa triste sorte è per molti versi l'ineluttabile processo dei nostri tempi, dove persone, luoghi e fatti vengono a volte frettolosamente e sommariamente sepolti. Ci viene in soccorso, tra le altre memorie, il diario del Ten. Col. Attilio Jaculli, ultimo Comandante della Guardia personale di Mussolini.

 

Ma per spiegare cosa sia in realta  questa preziosa testimonianza, dovremmo fare un passo indietro, fino al Settembre 1943, data di costituzione del reparto. Dopo la liberazione, da parte di unita  speciali tedesche, e la successiva permanenza a Monaco, Mussolini torna in Italia per dar vita al programma enunciato alla radio pochi giorni prima. Alla Rocca delle Caminate (Forlì), viene accolto dai militi della Guardia del Duce, composta da elementi della disciolta MVSN e volontari accorsi alla notizia del ritorno del Capo del Fascismo. La risposta immediata delle vecchie camice nere delle Legioni, permette già nei primi filmati Luce che riprendono la presentazione dei Ministri, di notare reparti Italiani in armi affianco all'alleato tedesco. La sicurezza del Duce, in accordo con il Comandante della GNR Gen. Ricci, viene affidata alla Legione "M" comandata dal Col. Fortunato Albonetti ed reparti della "SS-Leibstandarte Adolf Hitler", quest'ultimi custodi di Hitler in Germania.

 

Organizzata in due battaglioni e quattro compagnie, rimase nella zona di Forlì sino all'Ottobre 1943, dove ebbe duri e sanguinosi scontri contro formazioni partigiane, preludio a quelli in Val d'Ossola e Valtellina. Con il cambio di sede del Governo, la Legione viene dislocata dove è il cuore della vita privata e pubblica di Mussolini: Salò; qui viene acquartierato il Comando Legione, presso la ex casa del Fascio, mentre la caserma fu individuata in palazzo Magnolini a Bogliacco. Vista la particolare e delicata mansione di servizi di sicurezza, vengono presi in forza del reparto le seguenti 5 compagnie autonome: IV Cmp. "Atene", Cmp. Confinaria "Guardia del Duce", Cmp. Forestale, Cmp. "Pesaro" (ex 647° Compagnia "OP" Pesaro), Drappello Gnr Stradale, portando il numero degli effettivi a circa 950.

 

I legionari equipaggiati con mab 38A, si distinguevano per il fez e le "M" rosse (altri reparti si fregiarono di tale ricompensa: Legione "Tagliamento", 29° battaglione CC.NN., battaglione ciclisti "Venezia Giulia" e "Leonessa") che venivano portate sul bavero della giacca. A tal riguardo teniamo a sottolineare questo particolare che dovette esser disciplinato dalle circolari del 28/04/1944 e 12/09/1944, dove veniva espressamente regolamentato l'uso della medesima: "la "M" rossa doveva essere portata sul taschino sinistro della giubba, per lasciare il posto alla mostreggiatura regolamentare con gladio ed alloro (ad eccezione della sola Guardia del Duce)".

 

La scelta dei legionari, come è facile intuire, veniva fatta direttamente dal Capo di Stato e si basava principalmente su valori d'integrità fisica e morale non comuni. Nell' Agosto 1944, dopo esser stato ferito in combattimento, il Colonnello Albonetti lascia il comando al Ten. Col. Jaculli, combattente in Africa e in Europa. Da questo momento in avanti, la raccolta di alcune memorie scritte nel 1947, dal nuovo Comandante, appaiono come istantanee, scattate da un "fotografo" non professionista. La narrazione vede protagonista Mussolini e la sua famiglia, Ministri, legionari e la non facile atmosfera del periodo.

 

L'umanità  che traspare da queste memorie, è raccontata con grande eleganza, quasi con mitezza dal Comandante Jaculli, cosa insolita per un uomo che ha votato la sua vita all'impegno militare. Evidentemente abbagliato dallo statista, con il quale convisse quegli ultimi tempi gomito a gomito, assorbendone l'immensa umanità.

 

Di assoluta rilevanza alcuni passi delle memorie che riguardano in special modo il rapporto con la popolazione, "l'oro di Dongo" ed il Ridotto Alpino Repubblicano.

 

Un libro al di fuori degli schemi resistenziali, delle tessere sindacali o di partito, al di fuori delle logiche "buoniste" e del "male assoluto". La salvaguardia della memoria e la ricerca, a tutti i costi, della verità , sono le sane radici di una moderna civilta, che non puo rinnegare e che in nessun caso potra  mai dimenticare.

 

 

Recensione a cura di:

Nuovo Fronte.

Numero di Gennaio/Febbraio 2006

 

L'Autore è il pronipote del Ten. col. Attilio Jaculli e con quest' opera ha inteso onorare sia la memoria del Col. Jaculli sia gli appartenenti a questo reparto, spesso sottovalutato, formato da tanti giovani credenti nei destini della Patria.

 

Sono trascorsi sessant'anni dalle vicissitudini della Legione "M" Guardia del Duce, preposta alla difesa ed sicurezza del Capo della RSI, eppure i luoghi, i fatti e gli avvenimenti sembrano attuali tanto grande è, nell'immaginario collettivo, tutto cio che riguarda Benito Mussolini. La prosa semplice e stringata, come si addice ad un diario, ci introduce come testimoni invisibili nell'ambiente di villa Feltrinelli ed in tutti quei luoghi che ospitarono il Capo del Governo Repubblicano, dove prese le decisioni piu importanti o apprese le notizie piu sconfortanti.

 

Mussolini appariva come indurito dalle vicessitudini degli ultimi mesi, eppure sprazzi di distensione tradivano il Suo sguardo che indicava la sofferenza per la situazione in cui si trovava l'Italia, per la presenza continua e l'ingerenza dei tedeschi giustificata dalla protezione ch'essi fornivano.

Mussolini si preoccupava per tutto ciò che poteva scalfire il buon nome del fascismo, ed interveniva personalmente per punire gli abusi che potevano esser fatti nei confronti della popolazione, sottoposta ai bombardamenti, alla guerra civile, alle rappresaglie germaniche. Era Sua continua preoccupazione assicurare le migliori condizioni di vita al popolo. Non ultime le vicende personali e familiari che spesso s'intersecavano nell'attivita  quotidiana, contribuendo ad aggravare le condizioni d'affaticamento. In queste poche pagine del diario c'è tutto il microcosmo osservato da posizione privilegiata che non ricorre ai "si dice", ma con discrezione e tatto riesce a rendere vivo l'ambiente.

 

Donna Rachele, i figli di Mussolini, la Petacci, i Ministri ed i vari personaggi che appaiono o scompaiono sono lo sfondo e l'oggetto dell'osservazione dell'Autore.

La lettura di questo testo è opportuna per avere l'esatta percezione di un'epoca che ha segnato la storia d'italia.

 

Il libro è corredato da molte fotografie e dall'elenco completo degli appartenenti alla Legione.

 

 

 

E' il mio libro.... :s11: :s11: :s11:

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...