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Finalmente! Il Libro Dell'amm. Maugeri


GM Andrea

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Lo so, sono fissato con certi temi.

Uno è la figura dell'Amm. Franco Maugeri, capo del servizio segreto navale nell'ultimo periodo della guerra. Oggi mi è arrivata la copia del suo introvabile volume "From the ashes of disgrace" (Dalle ceneri della disgrazia), scritto in inglese nel 1948, pubblicato a New York e mai tradotto in Italia. Si tenga presente che l'autore (niente maiuscola, mi dispiace) all'epoca era Capo di Stato Maggiore della Marina.

Quando l'avrò letto metterò la recensione. Intanto, gustatevi qualche brano, e ditemi voi se è possibile arrivare a tanto. La traduzione è letterale. Gli omissis sono ininfluenti. A chi dubitasse son lieto di fornire l'originale.

 

Pag. 93:

L'inverno del 1942-43 trovò la maggiorparte di chi sperava in un'Italia libera di fronte a questa dura, amara, dolorosa verità : non ci saremmo potuti liberare dalle nostre catene in caso di vittoria dell'Asse. (...) Più amavamo la nostra patria, più dovevamo pregare per la sua sconfitta sul campo di battaglia. Gli italiani patriottici sapevano che la vittoria significava solo una peggiore schiavitù per l'Italia. (...) La nostra sola speranza di libertà  vittoriosa stava nel perdere la guerra.

 

Pagg. 240-241. Descrive Borghese come ufficiale intelligente e preparato. E poi:

Comunque, non lasciò il comando della X MAS. Era il suo cucciolo, la sua creatura. Solo che ora era divenuta uno strumento d'assalto di un genere diverso. Borghese la trasformò in una macchina assetata di sangue e spietata, devota al solo fine di contrastare, perseguitare e distruggere tutti coloro che rimasero leali al legittimo governo del Re d'Italia. Nessun crimine era troppo enorme, nessuna brutalità  troppo grande, nessun inganno troppo basso per raggiungere gli obiettivi che Borghese si era prefisso.

 

Di seguito, ecco che dice di Bardelli:

Il suo vice era il Maggiore Umberto Bardelli, degno sotto ogni punto di vista della nuova X MAS. Astuto, cinico, assolutamente senza scrupoli, era un filibustiere e un mercenario soggiogato dal fascino del Rinascimento.

 

A Pag. 242, ecco che dice dell'Amm. Legnani, morto in un incidente stradale alla fine del '43:

Mussolini nominò Sottosegretario alla Marina l'Ammiraglio Legnani, un cospiratore furbo e ambizioso, meglio noto alla maggiorparte di noi come il "Gatto Soriano" per la sua chioma a chiazze gialle e grigie. Ma il destino ha un suo modo di procedere in tali situazioni e di arrivare all'esito finale. (...) In ogni caso, poche settimane dopo la nomina a lungo bramata questo arrivista giunse finalmente alla sua conclusione. Rimase ucciso in un incidente stradale (...)

 

Ed ora, udite udite, la postfazione dell'editore (americano) che dopo un peana su Maugeri così conclude a pag. 366:

Lasciatemi, comunque, aggiungere una considerazione che prova come l'Ammiraglio Maugeri non fu e non potè essere un fascista: per essere nominato all'attuale carica di Capo di Stato Maggiore della Marina Italiana ha dovuto avere la benedizione e la piena approvazione dell'Alto Comando Alleato.

 

Per ora basta...son già abbastanza disgustato.

 

GM Andrea

Modificato da GM Andrea
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dal Sito della M.M.

 

Francesco Maugeri nacque a Gela il 14 ottobre 1898 ed entrò in Accademia nel novembre 1911; nominato guardiamarina il 14 ottobre 1915, fu promosso tenente di vascello nel 1918. Ufficiale superiore a partire dal 1927, Maugeri venne promosso capitano di fregata nel 1932 e capitano di vascello nel 1937. Con tale grado comandò gli incrociatori Giovanni dalle Bande Nere e Bolzano.

 

Nel 1941, promosso contrammiraglio, fu destinato allo Stato Maggiore della Marina, dove ricoprì l'incarico di Capo del Servizio Informazioni e Sicurezza (SIS). L'11 settembre 1943, in seguito allo scioglimento degli organi operativi della Marina, l'ammiraglio Maugeri rimase nella capitale, mantenendo ai suoi ordini un certo numero di ufficiali già appartenenti al SIS ed iniziando, in collegamento con l'organizzazione informativa della V Armata americana e con il Servizio Informazioni del Comando Supremo nazionale, un'attività clandestina che durerà fino alla liberazione di Roma (giugno '44).

 

Promosso ammiraglio di divisione all'inizio del '45, Francesco Maugeri ricoprì l'incarico di Comandante MM di La Spezia; assunse successivamente le funzioni ad interim di Comandante in Capo del Dipartimento MM dell'Alto Tirreno, e fu capo di Stato Maggiore della Marina dal 1° gennaio 1947 al 4 novembre 1948.

 

Tra gli incarichi ricoperti nel grado di ammiraglio di squadra, a partire dal 1947, sono da ricordare quelli di Comandante in Capo del Dipartimento MM del Basso Tirreno, di Vice Presidente della Sezione Marina del Consiglio Superiore delle Forze Armate e di Consigliere Militare presso la Rappresentanza Italiana al Consiglio Atlantico; Maugeri venne infine collocato in ausiliaria nell'aprile 1955.

 

Fra le decorazioni dell'ammiraglio Maugeri figurano 4 Medaglie d'Argento al Valor Militare, 4 Medaglie di Bronzo al Valor Militare, due Croci al Merito di Guerra e le insegne di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Grand'ufficiale della Corona d'Italia. Per i servizi resi alla V Armata americana , venne anche insignito della Legion of Merit.

 

L'ammiraglio Francesco Maugeri è morto a Torino l'8 settembre 1978.

 

 

......Vi farei notare la data della sua dipartita.....

 

VERGOGNA!!!!!!!!!!

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Tra l'altro a fine anni 70 Maugeri diede alle stampe per Mursia "Ricordi di un marinaio", la sua autobiografia che per buona parte ricalca "From the ashes of disgrace". Quest'ultimo volume (del 1948) non venne mai tradotto in italiano; il libro di memorie di trent'anni dopo è largamente emendato da frasi come quelle di cui sopra e da giudizi (a volte pettegolezzi) messi a bella posta per farsi bello con gli Alleati, ma che magari non stava bene rendere noti in Italia.

Un esempio?

Riscrivo la frase sull'Amm. Legnani, tradotta dall'originale inglese del 1948:

 

Mussolini nominò Sottosegretario alla Marina l'Ammiraglio Legnani, un cospiratore furbo e ambizioso, meglio noto alla maggiorparte di noi come il "Gatto Soriano" per la sua chioma a chiazze gialle e grigie. Ma il destino ha un suo modo di procedere in tali situazioni e di arrivare all'esito finale. (...) In ogni caso, poche settimane dopo la nomina a lungo bramata questo arrivista giunse finalmente alla sua conclusione. Rimase ucciso in un incidente stradale.

Faccio presente che usa il termine "arrivista" in italiano nel testo originale.

 

Liquidato così Legnani, ecco come in "Ricordi di un marinaio" Maugeri ribalta il concetto. Il sottolineato è mio.

 

L'ammiraglio Legnani fu nominato sottosegretario, ma poche settimane dopo fu vittima di un incidente automobilistico; lo sostituì l'ammiraglio Sparzani. Conoscevo bene sia l'uno che l'altro e sono sicuro che nessuno dei due cercò o accettò l'elevato incarico per ambizione ma perchè obbligati dalle circostanze; in ogni caso non esercitarono mai alcuna azione contro di noi, mentre so che protessero i marinai sbandati, o disertori, da rappresaglie.

 

Che squallore. L'ultimo dei serpanti ha più dignità dell'A.S. Franco Maugeri.

 

GM Andrea

Modificato da GM Andrea
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Visitatore Etna

L'immagine che ha postato il Cte Pesce Persico è l'unica risposta a tutto ciò.

Veramente da vomito nero !!

La figura del Cte Borghese, come quella di tante altre , meriterebbe ben altra considerazione.

Ma si torna sempre allo stesso punto : onore e gloria a chi ha buttato nell'infamia il paese e il popolo mentre

vergogna e biasimo a chi ne ha difeso l'onore.

La nostra amata patria non si smentisce mai , del resto è molto più facile e redditizio salire sul carro

di chi vince che rimanere a terra e senza scarpe. Tutto ciò assurge a maggior vergogna nei confronti di

chi ha dato consapevolmente la propria vita per il paese.

E il mio pensiero è sempre con loro,il mio cuore nello scafo dello Scirè sul fondo della baia di Haifa.

Saluti

Cte Etna

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:s06: ecco il vero traditore

 

 

il collaborazionista ...chissà quanti segretamente come lui, hanno tramato nell'ombra per ottenere qualcosa, che non hanno potuto meritare sul campo, pardon sul mare!!!!!! :s13:

Modificato da das boot
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Se mi assicurate che davvero quest'ammiraglio ha cospirato contro il regime e che ha avuto parole del genere verso personaggi del genere di levatura di Borghese e gli altri...lo quoto in pieno.

 

Non so se davvero Maugeri abbia cospirato quand'era capo del SIS; a onor del vero prove provate non ce ne sono, ma le sue stesse parole sono eloquenti.

Se così è stato, tuttavia, non mi pare che tale comportamento sia stato giustificabile con l'avversione al regime - dal quale peraltro l'ammiraglio si guardava bene dal dissentire.

Il punto è che Maugeri non era un esule perseguitato dal regime, ma il comandante di un incrociatore nei primi due anni di guerra e di poi il capo del servizio segreto navale. La sua "cospirazione", se c'è stata (e della quale comunque si vanta con gli Alleati), sarebbe quindi consistita alla fin fine nel cagionare deliberatamente la perdita di naviglio e vite italiane: di quegli stessi marinai cui dedicò il libro del 1948 (To my sailors).

Posso capire, Pietro, che le tue simpatie vadano a priori a chi si oppose al regime. Io sono piuttosto propenso a stimare le persone non in base alla parte da cui stanno, ma da come si comportano. Ebbene, ribadisco che le frasi scritte da Maugeri nulla hanno a che vedere con la dignità che ci si aspetterebbbe da un Ufficiale di Marina, per di più in guerra. Non gli andava il regime? Che emigrasse e si arruolasse nella Royal Navy.

E poi Pietro...ti ricordo che Maugeri nel suo libro di memorie pubblicato in Italia elogia con parole di stima i due Sottosegretari alla Marina della RSI (Legnani e Sparzani). Vero è che lo fa solo per far dimenticare la bestialità scritta trent'anni prima negli USA (="Legnani è morto in un incidente, tiè!, ben gli sta"). Eppure, una volta tanto nella sua vita, dice la verità: che i due non erano fanatici assetati di sangue, ma anzi encomiabili. Mi fai la cortesia, visto che quoti in pieno Maugeri, di dirmi se concordi con questa conclusione? O piuttosto con quella del 1948?

 

GM Andrea

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Come forse saprai ho avuto, in questi giorni, molte contestazioni riguardo ad alcuni miei post.

Non sono interessato a far divampare un secondo putiferio, ritenete dunque le mie opinioni personali, cosa che del resto esse sono.

 

Ti rispondo con molto piacere e ti ringrazio per la forma con cui mi poni la domanda, forma che credo rispecchi correttezza.

 

Io non conosco la figura di quest'ammiraglio, se non per quel che ho letto dai vostri post.

Non ho ragione di dubitare circa l'esattezza di quanto dite.

Credo che per esprimere un giudizio su una persona si debba conoscrela più a fondo di quanto io non conosca quest'ufficiale, la mia opinione vale dunque in riferimento ai soli fatti di cui sono a conoscenza.

 

In effetti ritengo che, in caso di avversione al regime, la cosa migliore da farsi non fosse emigrare.

Credo invece che ogni italiano abbia diritto alla legittima aspirazione di migliorare le condizioni di vita nel proprio paese. Secondo le proprie convinzioni.

Personalmente, ritengo che il regime fascista fu un'esperienza disastrosa.

Non vedo proprio come si potesse esprimere la propria perplessità riguardo l'andamento delle cose senza essere confinati o uccisi. Il regime non riconosceva libertà di parola.

Spero non serva che porti degli esempi, semplicemente credo si tratti di approvare o meno tali politiche.

Oltretutto, ben poco poteva fare un esule o un internato, perchè le cose cambiassero.

Occupando un posto di responsabilità le cose cambiavano.

La guerra comportò, per chiunque fosse contrario al regime, un'occasione insperata di cambiamento.

 

Ora, che cospirare volesse dire causare la morte di propri compatrioti è certamente vero.

Del resto, date le leggi promulgate dal fascismo, anche non far nulla significava procurare la morte di propri compatrioti: per esempio in relazione alla deportazione degli italiani di credo ebraico, o degli omosessuali, o dei comunisti e via dicendo.

La stessa resistenza, per quanto questo fenomeno si sviluppò in un genere di clandestinità diversa da quella intrinseca nel fare il doppio gioco in un posto di potere, altro non era che una guerra civile avente per nemici altri italiani, prima ancora che i tedeschi.

Credo si trattasse di scegliere tra le strade, in prospettiva, quella ritenuta migliore per in proprio paese.

 

L'idea stessa di dover uccidere per arrivare ad un cambiamento, in realtà, stona con la visione che io ho delle cose oggi. Tuttavia, non avrei saputo immaginare altra strada per liberarsi del regime, se la lotta armata.

Disse un tedesco che, quando si pialla, i trucioli cadono.

E' una frase apparentemente cinica, ma io credo che nel momento in cui la rete di oppositori presente in Italia decise di agire mise nel conto la morte di propri compatrioti.

Godendo delle libertà datemi da chi contro il fascismo cospirò non solo non posso, che poi è quel che conta, ma neppure voglio condannarli, tutt'altro.

La logica di guerra è spietata ma la dichiarazione non la firmarono certo i dissidenti.

 

In merito all'affermazione sulla morte del sottosegretario, se è stata tal quale a quella che mi dite, certo è inelegente.

Personalmente, sanguinario o no, ritengo ogni membro del governo di Salò collaboratore di un sistema criminale.

Comunque, ancora una volta, è una mia opinione.

 

Potrei capovolgere la domanda chiedendovi se, secondo voi, fosse giusto compiere le azioni più eroiche del mondo, da parte della nostra marina, se queste erano finalizzate alla conservazione ed al rafforzamento di uno stato quale quello fascista.

Mentre gli scafi partivano da betasom i treni partivano dalle stazioni italiane, per i lager, e la cosa si sapeva.

Con questo non lancio un'accusa di complicità a chiunque fosse un marinaio italiano in quegli anni, o anche solo un contribuente, o un cittadino. Il nesso però, a ben vedere, c'è.

 

Concludo dicendo che non credo fosse ritenuto onorevole, per un uomo, servire uno stato che sentiva nemico e fosse anzi sua convinzioe che solo capovolgendolo potesse esserci dll'onore in futuro.

 

P.S. I miei ragionamenti sono riferiti ovviamente più all'idea di cospirazioneche alla figura di un uomo che, ripeto, non conosco se non in piccola parte.

Vorrei aggiungere che la retorica dell'onore mi lascia in generale indifferente, soprattutto perchè trovo che le forze armate italiane l'avessero già perso in Spagna, Francia, Abissinia, Grecia e Russia.

L'idea che ho io dell'onore coincide col rispetto reciproco e con la solidarietà.

Sono opinioni personali sulle quali chiunque è libero di dissentire, e se è davvero fascista certo dissentirà seguendo la propria dottrina, ma che credo siano tutti tenui a ripettare, qui a betasom.

Davvero non vorrei generare un altro dibattito che sia la ripetizione dell'altro.

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Gentile Pietro,

pure io sto seguendo l'altra discussione, ma non sinora non vi ho partecipato poichè direi cose già dette e ridette in altra sede.

Nel caso di specie - e pure in generale, via - a me di fascismo o non fascismo, francamente, interessa punto.

Poichè però questo è un forum sulla storia della Marina, mi permetto di commentare questa tua frase:

 

Vorrei aggiungere che la retorica dell'onore mi lascia in generale indifferente, soprattutto perchè trovo che le forze armate italiane l'avessero già perso in Spagna, Francia, Abissinia, Grecia e Russia.

L'idea che ho io dell'onore coincide col rispetto reciproco e con la solidarietà.

 

Qui non ci siamo. Non so se tu abbia idea di cosa significasse il termine "onore" nella Regia Marina. Nulla di retorico, ma appunto rispetto reciproco, come dici, e solidarietà. Le storie personali dei Caduti che qui si ricordano non sono vicende di fanatici spacconi, ma di persone che hanno dato la vita per il prossimo, sia che si trattasse del popolo italiano, sia che si trattasse del marinaio cui hanno ceduto il salvagente.

Non so se tu sei un Ufficiale di Marina, ma non lo credo. Altrimenti sapresti che le frasi, e il comportamento, di Maugeri contravvengono in modo spudorato a quel codice etico proprio delle Marine di tutto il mondo.

Ripeto: ignoro se l'ammiraglio abbia venduto segreti al nemico. Ma con le sue frasi si è, quanto meno, dimostrato irrispettoso anzitutto verso chi è passato come lui per l'accademia e quel codice etico lo ha rispettato fino alla morte.

Morale: non rimprovero all'ammiraglio d'essere stato antifascista; peraltro stimo e ammiro molti oppositori al regime. Quel che da italiano e da marinaio non accetto è il suo comportamento da militare.

Non vorrei sembrare banale ricordando le parole di Fecia di Cossato a Longanesi Cattani nel 1940. Convinto sin dall'inizio della guerra della sua insensatezza e dell'esito fatale, affermò che comunque avrebbe combattuto sino all'ultimo. Questo è un Ufficiale di Marina. Maugeri se l'era dimenticato.

Ti ricordo poi che come te non la pensava il capo degli incursori della Royal Navy, Lionel Crabb, che nel maggio 1945 andò a Valdagno per convincere il Com.te Ferraro, già aderente alla RSI, per convincerlo a collaborare con gli Alleati contro i giapponesi. Ferraro cortesemente rifiutò, dicendo che lui combatteva da una parte sola. Crabb, tutt'altro che scontento, gli strinse la mano dicendo: "That's to behave like a man".

 

Mi spiace infine che sostieni che le forze armate hanno perso l'onore in Spagna, Abissinia etc...Forse possono averlo perso i politici (in Francia si può discutere, in Spagna proprio no). Dire che l'onore, inteso proprio come rispetto e solidarietà, è stato perso dalle nostre FF.AA. in guerra mi pare offensivo. Secondo te i nostri soldati (non il regime!!!) hanno perso l'onore in Russia e in Grecia? Spero che le tue frasi non siano lette da qualche reduce della ritirata di Russia...mi sa che ci resterebbe male.

 

GM Andrea

Modificato da GM Andrea
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Se a te del fascismo o del non fascismo interessa poco, io la penso in modo diametralmente opposto.

 

In quanto poi ai doveri di un ufficiale credo si possa discutere. Ci furono, tanto in Germania quanto in Italia, degli ufficiali rigorosissimi all'interno delle forze armate, che eseguirono gli ordini alla perfezione.

Gli veniva ordinato di deportare o di uccidere sul posto uomini, donne, vecchi e bambini, e loro eseguivano.

Non discuto che un tale drill sia impeccabile, ma io in certi casi tendo a non vedere come un pregio la capacità di fare tutto quel che viene chiesto. All'ufficiale, prefersico l'uomo; al contegno, l'insubodinazione.

Lo stesso vale per un ammiraglio.

Dal momento che anch'io, forse, in quegli anni avrei visto come nemico il mio stesso governo e non le nazioni a cui la guerra venne dichiarata, non ho biasimi da esternare.

 

In quanto al discorso dell'onore perduto sarò più chiaro.

Non credo si possano accusare i poveri soldati per la condotta di un esercito.

Tuttavia, non è solo da loro che ne derivano gli onori, anzi.

L'aver dato man forte in Spagna ad un regime orribile quanto il nostro, mi pare una cosa atroce.

L'aver invaso la Francia quando già qualcun altro l'aveva sconfitta, mi pare molto vigliacco.

Lo stesso si può dire della Russia, nella quale i tedeschi erano già ampiamente penetrati, e delle nostre azioni sulla Manica.

La Grecia, poi, è un caso limite. Noi fummo sconfitti. Sconfitti. E accettammo una vittoria mietuta da altri, applicando poi nel paese occupato, insieme ai tedeschi, il genere d'ordinamento che eravamo soliti portarci dietro.

E vi prego di non venirmi a dire che i tedeschi erano peggiori di noi, eravamo uguali tanto negli atti quanto nei pensieri.

Che poi vi fu qualche buon italiano che aiutò qualcuno bene, esistevno anche buoni tedeschi che aiutavano la gente.

Casi più pagina di cronaca che non di storia.

Anche nella "Tregua", di primo Levi, si parla di uomo con lui internato, di nazionalità greca.

L'Abissinia poi è un genere d'argomento nel quale neppure mi addentro.

 

In conclusione, ed è una mia opinione, non credo che il disonore fosse dovuto agli uomini.

La loro sorte, in quanto cittadini italiani, era cosa molto triste dato quel che l'Italia era.

Chiunque, contro quell'Italia, abbia cospirato credo l'abbia fatto anche per loro, più che per gli alberi e per le strade.

Neppure, però, capisco di che onore possa parlarsi in relazione a quegli anni.

 

Ribadisco che sono opinioni mie e che chiunque è liberissimo di dissociarsi dal concetto di democrazia e di antifascismo

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Io mi discosto dal concetto di onore/disonore che Pietro ha dei soldati italiani durante la seconda guerra.

 

Se una critica (ferocissima) si può, e si deve, muovere alle alte sfere politiche (che tutto sapevano e tutto hanno fatto) un discorso a parte va fatto per le truppe REGOLARI.

 

Io onestamente mi commuovo sempre quando leggo delle imprese dei nostri uomini in Africa (pure di Borghese e della Decima non crediate) o dei nostri sommergibili in Atlantico (Salvatore Todaro è la persona più simile ad un cavaliere di cui abbia mai letto). Qui si vede l'eroismo di uomini lanciati nella mischia che con pochi mezzi e armi interrompono le offensive avversarie a rischio della loro vita!

 

Mio nonno prima di essere partigiano qui a Cremona fu artigliere in Africa dove ad El Alamein fece funzionare la propria batteria da solo, visto che tutti i suoi commilitoni presenti sul posto erano morti in battaglia!

 

Bisogna sempre distinguere dalle contingenze e dalle ideologie, valutare caso per caso se necessario.

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Non mi pare proprio di aver dato la colpa di certe vergogne ai soldati italiani, la cui epopea è certo commovente.

Ma la pena, o in certi casi l'ammirazione, non possono farmi dimenticare il contesto all'interno del quale queste cose vanno considerate.

Quello di un guerra priva di rivendicazioni legittime, che erano invece state presenti nella prima guerra mondiale, portata avanti per mezzo di campagne generalmente poco onorevoli nella stessa loro concezione: quella di aggressioni a paesi già sconfitti.

La vittoria su stati perecedentemente piegati da altri non è cosa molto romantica e neppure cavalleresca.

Specie quando l'avanzata è bloccata sul nascere (Francia), o quando si viene quasi ributtati a mare (Grecia) da un paese attaccato perchè ritenuto inerme.

Vorrei ricordare che non esisteva una sostanzale differenza tra sfera politica e militare, in quegli anni.

Lo stesso mussolini aveva infatti ricoperto ininterrottamente la carica di ministro della guerra da molti anni a quella parte.

In oltre era il Primo Maresciallo dell'Impero.

 

Il coraggio personale lo riconosco anche alle divisioni corazzate SS, non è questo il punto.

Lo stesso Hitler fu un uomo coraggioso, meritò egli stesso una croce di ferro.

Tuttavia, a posteriori, la fazione che beneficiò di questo coraggio e lo spirito nel quale certe ezioni vennero compiute, non sono necessariamente condivisibili.

Modificato da PietroL-ITA
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Domanda...

 

Ma oltre al tuo spiccato interesse di fatti facilmente riconducibili a errori politici, hai qualche interesse nell'approfondimento di questo post?

 

Oppure, come mi sembra che tu stia facendo, ogni post è buon per non approfondire e per non permettere questo ad altri.

 

E' stata una settimana difficile in questa Sez. Ma una cosa l'ho capita, tu i Fascisti non li puoi vedere con tutti i relativi ecc. ecc. che tu non perdi mai di sottolineare.

 

Una cosa mi sfugge però.

Sei interessato alla figura dell'Amm. Maugeri, si o no?

Eri interessato a quanto scritto da Borghese, si o no?

 

La risposta la gradirei via IM, così evitiamo di portare anche in questo post quello che accade sul post Borghese.

 

Thx

 

:s10:

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All'ammiraglio sono interessato si e no. Ho postato un'opinione, mi è stato chiesto di precisare e l'ho fatto.

A Borghese sono più interessato, anche perchè lo conoscevo già, ma non necessariamente ci si interessa solo alle belle persone.

La sola cosa che si possa fare in un post è glorificare le persone? Io do la mia opinione, tutto qui.

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Quoto per intero l'ultimo post di Lupoz; è esattamente quel che volevo rispondere.

Per il resto, mi limito a ribadire che il personale biasimo all'Amm. Maugeri non è dettato dalla sua scelta politica. Vi furono fior di marinai che diedero la vita o comunque pagarono per la loro avversione ai tedeschi, e a loro vada sempiterna stima (uno per tutti: Alfeo Brandimarte).

Quel che che non mi va giù è la spudoratezza del personaggio. Non si possono provare "brividi di piacere" nel vedere garrire accanto il Tricolore e l'Union Jack (3 settembre 1943) quando per tre anni migliaia di marinai (e soldati) lasciarono la vita in quella guerra.

Guerra stupida fin che si vuole, ma i militari right or wrong quella devono fare, senza odio e senza riferimenti politici.

Forse sarebbe opportuno un approfondimento su quale fosse (ed è) l'etica militare, e marittima in particolare. Conoscendo quale fosse lo stato d'animo dell'Ufficiale di Marina medio all'inizio della guerra non si perverrebbe a certe conclusioni.

Quanto al paragone coi militari ottusi (e criminali) che commisero delitti giustificandoli come ordini superiori, non vedo l'attinenza. Il nostro Codice Penale Militare di Guerra (del 1942!) punisce drasticamente i crimini di guerra, e l'eventuale ordine superiore non è una causa di giustificazione valida a escludere l'antigiuridicità del fatto, tanto per parlare in giuridichese.

Consiglio comunque, per tagliare la testa al toro, di dare un'occhiata nella sezione Biblioteca alla recensione di "Buscando per mare con la X MAS". L'autore, Luciano Barca, da fiero antifascista si fece tre anni di guerra contro gli inglesi come Ufficiale di Marina. Fu poi per decenni senatore del PCI, mai rinnegando il valore civile della sua esperienza. Lui meglio di me spiega tante cose.

 

GM Andrea

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E' proprio vero l'Italia ha avuto momenti di nefandezza ed infamia ad EL ALAMEIN, CEFALONIA, RUSSIA ...

 

vorrei anche aggiungere qualcosa di personale:

mio nonno ha fatto la campagna d'africa nel genio ferrovieri, non ha sparato un sol colpo ad alcun, solo per mangiare Lui e i suoi compagni hanno ucciso qualche animale feroce , come diceva lui.

Ha fatto la guerra costruendo migliaia di km di ferrovie in Etiopia e quando non c'era acqua si sono filtrati le loro urine e le hanno bevute per non morire di sete.

Suo fratello è stato prigioniero degli inglesi ,invece, e ha passato 2 anni chiuso in una gabbia dentro una buca in Africa nutrito a scorze di patate ( ps era molto pericoloso essendo un bersagliere della fanfara, suonava la tromba).

il cugino invece era alpino in Albania ed è tornato dopo l'8 settembre , grazie a persone come il nostro prode Maugeri, a piedi fino a Verona attraversando tutta la Jugoslavia e non essendo molto istruito ha sbagliato strada allungando il giro fino alla Baviera per poi tornare dal Brennero.

Erano tutti e tre fascisti come lo erano tutti per lavorare , per mangiare , per vivere ,se volete per convenienza.

nella famiglia di mio nonno erano undici e facevano una frittata con un solo uovo!dopo il duce hanno cominciato a mangiare perchè mio nonno ha trovato lavoro in ferrovia e poi ha fatto lavorare con lui suo fratello.

non mi pare che gli italiani siano stati autori di queste feroci nefandezze o abbiano perso l'onore !!!chi le conosce si faccia avanti!!!

 

vorrei solo ricordare però il buon togliatti , lui che sapeva dei nostri alpini prigionieri in russia e rilasciati molti anni dopo la fine della guerra, dopo che molti di loro erano morti per il freddo, gli stenti e il trattamenti( gli ultimi sono tornati nel '54)

 

come si può sacrificare così la vita dei giovani , già provati dalla guerra , il cui unico disiderio era tornare a casa, tanto da tornarsene a piedi!!!

Modificato da das boot
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Io, fin dall'inizio, ho detto che non vorrei davvero dar vita ad un nuovo susseguirsi di post in cui si ripeta quando già detto altrove. Le mie sono opinioni, tutto qui.

 

In quanto ai disagi dei tuoi famigliari posso anche dispiacermene, del resto pare fossero estesi a molta gente, in quegli anni.

Personalmente, è anche per questo genere di sofferenze che mi permetto di pensar male del regime fascista.

Anche perchè furono in molti a doverle patire, ad esempio in Africa, senza che la cosa avesse utilità per il paese d'origine, se non quella di poterci far ostentare qualche possesso coloniale.

Colonie dalle quali non traemmo mai benefici economici, ma delle quali massacrammo comunque i popoli, come qualsiasi altra potenza coloniale.

Noi eravamo coloniali senza essere una potenza.

 

In quanto all'esempio russo conosco anch'io le voci secondo cui Togliatti si adoperò a sfavore dei soldati italiani fatti prigionieri, non so se siano vere ma non posso certo escluderlo.

Togliatti è, ai miei occhi, una di quelle figure la cui ambiguità sta nell'intrecciarsi di responsabilità di grande spessore con altre di una certa atrocità.

Tuttavia, per il caso degli italiani in russia, mi petrmetto di suggerire un'altra riflessione: tanto i nostri fanti quanto quelli tedeschi furono oggetto di un trattamento spietato, nella stragrande maggioranza dei casi.

C'è però una premessa dalla quale non si può prescindere.

La Russia venne attaccata a tradimento ed i soldati sovietici catturati non vennero inviati nel genere di campi destinati agli altri combattenti alleati, essi erano considerati di razza inferiore ed il loro cammino finiva spesso nei campi di sterminio.

Anche per quanto riguarda il trattamento destinato alla popolazione civile in russa il discorso si discosata di molto da quanto avveniva nel regime di cose, già brutale, al quale sottostarono, ad esempio, i francesi.

Ad onor del vero, gli stessi cittadini italiani e tedeschi non vivevano in libertà.

La mia impressione è, in generale, che finimmo col raccogliere quanto seminato, in quanto Asse. Al di la dei Togliatti.

 

Per quanto riguarda Cefalonia, al di la del trattamento a cui sottoponemmo in generale la popolazione greca, vorrei ricordare comunque uno dei primi episodi di resistenza italiana. Fatto a mio parere di una certa importanza. Importanza positiva, dal mio punto di vista.

 

Per concludere non metto in dubbio che la famiglia di dei tuoi nonni stette economicamente meglio sotto il regime che prima.

Anche la mia era una famiglia molto umile allora.

Terrei però a far notare che nei paesi europei nei quali, già a quei tempi, esisteva un sistema democratico (ad esempio Francia o Inghilterra) il tenore di vita era ben superiore al nostro e, cosa ancor più importante, i cittadini non dovevano vivere nel terrore delle violenze e non erano soggetti alle leggi razziali che prontamente noi applicammo.

La stessa Italia, dopo che il regime fascista cadde e venne sostituito da un sistema democratico, elevò di molto il proprio livello di benessere, per di più accompagnato da libertà molto maggiori.

Credo che l'evidenza dimostri che il fascismo fu in generale un freno economico, i cui interventi furono in generale al di sotto delle possibilità del paese, e spesso puramente propagandistici.

Per intenderci, il vecchio discorso del duce che fece anche cose buone mi convince poco: come disse Benigni, anche il mostro di Firenze avrà pur detto buongiorno ad una vecchietta, una volta o l'altra.

Modificato da PietroL-ITA
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Io mi discosto dal concetto di onore/disonore che Pietro ha dei soldati italiani durante la seconda guerra.

 

Se una critica (ferocissima) si può, e si deve, muovere alle alte sfere politiche (che tutto sapevano e tutto hanno fatto) un discorso a parte va fatto per le truppe REGOLARI.

 

Io onestamente mi commuovo sempre quando leggo delle imprese dei nostri uomini in Africa (pure di Borghese e della Decima non crediate) o dei nostri sommergibili in Atlantico (Salvatore Todaro è la persona più simile ad un cavaliere di cui abbia mai letto). Qui si vede l'eroismo di uomini lanciati nella mischia che con pochi mezzi e armi interrompono le offensive avversarie a rischio della loro vita!

 

Mio nonno prima di essere partigiano qui a Cremona fu artigliere in Africa dove ad El Alamein fece funzionare la propria batteria da solo, visto che tutti i suoi commilitoni presenti sul posto erano morti in battaglia!

 

Bisogna sempre distinguere dalle contingenze e dalle ideologie, valutare caso per caso se necessario.

 

Grandi parole Lupoz.

Condivido in tutto il tuo pensiero.

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Quoto in todo l'intervento di Lupoz, e volevo fare una piccola correzione storica, la Grecia fu invasa dalle truppe italiane stanziate in Albania prima dell'intervento tedesco, difatti Hitler dovette distaccare parte del contigente pronto per la Russia per intervenire in aiuto agli italiani. Poi è andata come è andata.

 

 

Ciao

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Infatti dmass, è proprio questo il punto: gli italiani vennero duramente sconfitti in Grecia, e ricacciati fino ed oltre il confine albanese.

Oltretutto era un'aggressione non motivata neppure da particolari esigenze strategiche, semplicemente ci si arrogava il diritto di un dominio sul Mediterraneo e la Grecia parve una facile preda, una terra di conquista per la guerra parallela.

Così non fu, grazia all'incapacità dei nostri starteghi ed al dilettantismo del nostro governo, e i tedeschi dovettero inviare un contingente che poi mise in rotta l'esercito greco e che invase il paese.

In seguito noi lo occupammo, chiaramente insieme ai tedeschi, fregiandoci di una vittoria non nostra.

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Visitatore Etna

Non vedo perchè temere il rischio di cadere in polemiche del tipo "fieri di essere italiani?"

Se è vero, come è vero che siamo una democrazia , abbiamo ogni diritto di esprimere le proprie idee e pretenderne il pieno rispetto.

Comunque desidero solo fare riferimento al post di PietroL di cui alcune cose sono tranquillamente condivisibili ad eccezione della sua considerazione di Cefalonia.

L'ho già scritto altrove e tengo a confermare la mia opinione .

Cefalonia fu un fatto esclusivamente militare e nulla ha a che vedere con la resistenza.

Quindi non ritengo corretto definirlo il primo episodio di resistenza ai tedeschi , almeno nel senso corrente di "resistenza" . Non vi fu nulla di politico dacchè la "resistenza" fu il braccio armato di partiti politici vari.

Potrei citare tanti storici, sicuramente ben più qualificati di me, che comunque sono di pari opinione.

In merito esiste una vastissima letteratura apolitica che fortunatamente mette le cose al posto giusto.

I morti meritano comunque rispetto , di qualunque parte siano.

Il difetto credo sia principalmente in un uso spregiudicato della retorica che per inciso è un "fatto" tutto

italiano.

Una considerazione su tutte : la guerra è una delle cose più atroci che l'uomo abbia partorito !

Spero che mai, nessuna delle future generazioni, abbia a vivere esperienze del genere , anche perchè sarebbe un massacro di proporzioni ben più vaste del passato. Altro che bombardamenti "chirurgici" !!

Nel contempo sento profonda stima e ammirazione per i nostri eroi di ogni tempo ed epoca.

ETNA

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Hai ragione, Etna, quando poni un distinguo tra i fatti di Cefalonia e la guerra di liberazione in Italia.

In effetti quella fu una vicenda generata più da una rapida (e non priva di responsabili) degenerazione degli eventi che non da una scelta ponderata.

Soprattutto mancò quello che si considera uno dei cardini della resistenza in Italia o altrove: la collaborazione della popolazione civile.

Tuttavia non fu neppure un episodio privo di peso: militari lo erano anche le operazioni delle formazioni partigiane come politiche erano, entro una certa misurae e in un'accezione alta del termine "politica", le scelte di uomini lasciati a se stessi e guidati dall'autodeterminazione piuttosto che da ordini superiori.

Che esista una vasta letteratura in materia e che questa tenda a considerare in modo molto distante i due episodi è certamente vero.

Tuttavia esiste oggi una rilettura di alcuni degli aspetti relativi i fatti di Cefalonia che porta ad alcune considerazioni ulteriori, quelle ad esempio espresse più volte da Capo dello Stato.

Che la guerra sia un abominio è certamente vero, sebbene si verifichino a volte sopprusi tali per cui un'azione violenta delle masse non è condannabile.

Il caso è raro ma su eventi del genere si fonda tanto la nascita dello stato di diritto (rivoluzioni americana e francese) che l'unità e la sovranità della nostra nazione (moti e guerre risorgimentali e guerra di liberazione).

Purtroppo si può constatare, in certi casi, anche un'amore per la guerra in se stessa.

Era quello cantato da tanti pulpiti fascisti e prima ancora futuristi e via dicendo.

Sono fenomeni che si speravano superati dopo l'ultima carneficina europea, ma che credo siano destinati a manifestarsi ciclicamente.

Penso infine che il rispetto dei morti dipenda dal giudizio delle loro azioni da vivi.

 

Dico tutto ciò a titolo di precisazione di quanto scritto da me in precedenza, non in contrapposizione a quanto da te risposto.

Condivido anzi molte delle tue parole.

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Non andiamo fuori discussione, che in questo post è Il Libro Dell'amm. Maugeri.

 

In caso contrario (senza nessuna polemica da parte mia) dividero i post non inerenti alla discussione, creando un post che possa ospitarli.

 

Grazie

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  • 2 years later...

Il comportamento dell' amm. maugeri è in netto contrasto con quello del Gen. G.N. Umberto Pugliese, l' inventore dei "cilindri assorbitori",che venne epurato in seguito alle assurde leggi razziali del 1938 perchè ebreo. Però, quando gli fu chiesto di collaborare al recupero della nb Cavour affondata a Taranto, Egli, che aquesto punto era legittimato a mandare a fan(CENSURA)tutti, andò e mi sembra di ricordare che non pretese compenso alcuno se non il rimborso del biglietto ferroviario. Questo è Amor di Patria. RIGHT OR WRONG, IT' S MY COUNTRY!

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