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Ricordi


capo napoli

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Come promesso,rieccomi a voi,appena potrò manderò un pò di foto sicuramente inedite,purtroppo il sistema non accetta allegati quindi devo attendere che mi venga reso lo scanner che è in assistenza per garanzia.

Questo che riferisco è un ricordo più diretto in quanto narratomi dopo la visione di un documentario sui fatti di Cefalonia che provocò una veemente reazione verbale da parte di mio padre nei confronti dei tedeschi. Ciò mi stupì in quanto in genere aveva espresso stima ed ammirazione nei confronti degli ex alleati; a seguito delle mie insistenze mi fu chiarito che la stima era riservata ai colleghi sommergibilisti e non a tutto il resto dell'apparato !

Poi mi citò un episodio di incontro ravvicinato,vissuto personalmente con i tedeschi, credo tra la fine del '41 e l'inizio del '42 quando il Mocenigo era rientrato in Mediterraneo e fu utilizzato per trasportare benzina ed altro tra l'Italia e la Libia.

"A Bengasi era un inferno,c'era da carsi sotto con tutta quella benzina a bordo,in navigazione epeggio ancora in porto,fermi come anatre zoppe,si cercava di scaricare di corsa,ma era un casino fare uscire tutta quella roba dai portelli con quei bastardi arabi (manovalanza coscritta?) che non volevano fare niente; tutte le armi erano puntate al cielo,chi non aiutava a scaricare era di vedetta,appena si sentiva il ronzio di un aereo veniva di farsela sotto ed ogni tanto partiva qualche scarica di mitraglia per puro nervosismo! Al suono di una sirena d'allarme,poi rivelatosi fasullo,........un comune di Torre del Greco si è gettato in mare,risalito a bordo il comandante gli ha fatto un tale cazziatone che non si capiva se grondava acqua o lacrime!

Finalmente scarichi,quando il comandante aveva già ordinato:molla ,arriva sul molo un motociclistabgridando ferma,ferma.

Subito salta a bordo e consegna un foglio al comandante che diventa scuro in volto,poi vediamo giungere un bedford catturato con le bandierine italiane dipinte sui parafanghi scortato da una 1100 coloniale e da due motociclisti.

Scende un ufficiale,fa aprire il telone del camion e scendono 7 (?) ufficiali inglesi prigionieri che dobbiamo trasferire a Napoli.Un marziale scambio di saluti e gli inglesi salgono disciplinatamente a bordo.Il Mocenigo salpa e la stazione radio di Roma a cui notifico la partenza manda un cifrato che ci ordina di andare a Suda per rifornimento.

Nel corso della navigazione durata più a lungo del previsto a causa di un attacco aereo e conseguente attesa della notte,nasce un rapporto con i prigionieri in quanto sia il comandante che altri parlavano o parlacchiavano l'inglese; in breve perdono la loro tipica rigidità e flemma,vengono fuori le foto delle famiglie,si maledice la guerra e chi l'ha iniziata,si mangia insieme e si cedono le cuccette in quanto avevano dato la parola d'onore che non avrebbero interferito con le attività di bordo. Giunti a Suda il Mocenigo si affianca ad una grossa petroliera semiaffondata e,tramite una bettolina munita di pompe si succhia la preziosa nafta,ma nel corso dell'operazione vediamo giungere un grosso motoscafo con bandiera tedesca che si appoggia alla nostra fiancata ;sale a bordo un maggiore che ingiunge al comandante di consegnarli i prigionieri,questi rifiuta recisamente dicendo che ha altri ordini. Il maggiore si irrigidisce ed abbaia qualcosa,i tedeschi puntano i mitra,la nostra antiaera punta su di loro,scattano gli otturatori,tensione alle stelle.......il maggiore sbraita qualcosa e riguadagna il motoscafo. Tutte le armi sono puntate e nessuno sa che fare finchè dopo pochi minuti giunge una schnellboot (o qualcosa di simile) con a bordo un ufficiale superiore italiano che ordina al nostro comandante di consegnare gli inglesi. Quando costoro compresero che dovevamo consegnarli ai tedeschi ci furono scene terribili,un tenente si era aggrappato con tanta forza ad un manettino che ci vollero tre uomini per staccarlo,gridavano che erano stati fatti prigionieri dagli italiani e non dai tedeschi. Da sotto poi,udimmo distinatamente il suono di un ceffone e di percosse accompagnate da urla in tedesco. Nulla ci fu dato di sapere circa la sorte di quei militari,uno dei quali di origine ebrea,con i quali avevamo quasi fraternizzato,ma certo il loro terrore di finire in mani tedesche era giustificato".

Quanto così narrato chiarì il motivo della reazione di mio padre.

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