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Un Comandante Silenzioso - Emilio Roccavilla


GM Andrea

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Titolo: Un Comandante silenzioso
Autore: Guido Roccavilla
Editore: Trauben
Anno: 2013
Pagine: 57
Dimensioni: cm 20 x 15
Reperibilità: media

 

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Devo alla cortesia dell'Autore la scoperta di questo bel volumetto da lui dedicato al padre, capitano di fregata Emilio Roccavilla.

Il figlio Guido, pure lui ufficiale di Marina (anzi, capocorso in Accademia nei primi anni '50), ha voluto in modo succinto ma puntuale delineare la figura e la carriera del padre.

Emilio Roccavilla (Torino 1895-1983) entrò in Accademia Navale nel 1911, in un corso in cui i nomi celebri pullulano. Con la nave scuola Flavio Gioia prese parte da allievo alle operazioni nella guerra italo-turca, guadagnandosi giovanissimo il primo nastrino. Promosso Aspirante nell'aprile 1915, imbarcò sul Giulio Cesare in coincidenza con l'inizio della guerra. Dopo imbarchi sul Cavour e sull'Etna, Emilio - specializzatosi in artiglieria - fu destinato sull'esploratore Poerio, sul quale rimase fino al gennaio 1918. Dopo altre destinazioni, nel 1923 da tenente di vascello avrà il comando di sommergibili (F9, F18, H6 e H1), congedandosi infine nel 1927.

Negli anni '30 il capitano di corvetta Roccavilla fu più volte richiamato per esigenze di servizio, così come nel 1940 allo scoppio della guerra, col grado di capitano di fregata. Dapprima destinato al Comando Dofesa Traffico, nel 1942 fu nominato comandante dell'incrociatore ausiliario Caralis, col quale compì numerose missioni guadagnandosi una medaglia di bronzo al valore militare. L'unità fu poi affondata il 28.05.1943 da un bombardamento statunitense nel porto di Livorno, esplodendo con effetti devastanti per le strutture circostanti. Per sua fortuna tuttavai Roccavilla riuscì a salvarsi. Destinato al Comando Marina di Genova, sino all'armistizio.

Nel libro si accenna anche alla dolorosa vicenda che vide protagonista la moglie di Roccavilla, che lasciò la famiglia per un compagno di corso del marito, molto noto, del quale come nel libro ometto il nome.

Siccome il mondo è piccolo, aggiungo come nota di colore che nel dopoguerra Emilio Roccavilla visse in un appartamento torinese sotto al quale stava la famiglia di mia madre. La cosa buffa è che questo particolare l'ho scoperto dopo essermi interessato alla sua figura, parlandone distrattamente in famiglia.

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