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Notizie Su Due Navi Statunitensi


Urso de Segestro

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Negli anni '60 due navi statunitensi visitarono la rada di Sestri Levante vi rimasero ancorate diversi giorni, ricordo le motolance che facevano la spola tra le navi e il porticciolo di Sestri per portare i marinai a terra.Ricordo che le due navi si chiamavano "Bailey" e "Farragut" a me sembravano due cacciatorpediniere o no?C'è qualcuno che mi saprebbe dare notizie su queste navi? Saluto e ringrazio

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Il FARRAGUT (DDG 6) era un grosso ct. della cl. COONTZ, una classe di 10 unità varate intorno alla fine degli anni "50".

 

Non riesco a trovare, invece, notizie del BAILEY...Potrebbe essere il BAGLEY (FFG 1069)? In tal caso sarebbe una fregata della cl. KNOX. Il punto è che il "JANE'S" lo dà come varato nel Aprile 1971: troppo tardi rispetto alle date da te indicate.

 

Vedo, però che in quegli anni era in servizio una fregata della cl. EVANS di nome DEALEY (FF 1006).

 

Sull' ottimo sito NAVSOURCE si possono trovare notizie e foto in abbondanza su tali navi.

Modificato da Alfabravo 59
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Non riesco a trovare, invece, notizie del BAILEY...

Si tratta del DD-713 Kenneth D. Bailey, della classe "Gearing", anch'esso ben descritto su Navsource ( http://www.navsource.org/archives/05/713.htm ).

La "entry" di Navsource per il Farragut (DLG-6, poi DDG-37) è questa: http://www.navsource.org/archives/05/0206.htm

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Domanda sicuramente interessante.

Dallo stretto punto di vista della comparazione dell'armamento, in effetti, la corrispondenza tra San Giorgio e San Marco rimodernati da una parte e i caccia statunitensi della classe "Gearing" (cui apparteneva il Kenneth D. Bailey) e i precedenti "Allen M. Sumner", di poco più piccoli, è considerevole. Difatti, sia le unità italiane sia quelle americane imbarcavano in origine tre impianti binati da 127/38 e varie mitragliere da 40/56, tutti del medesimo modello.
Tuttavia, a mio avviso, le somiglianze terminano qui.

I "Capitani Romani" della Regia Marina - classe cui in origine appartenevano San Giorgio e San Marco (ex-Pompeo Magno ed ex-Giulio Germanico rispettivamente) nacquero come grossi esploratori - o "supercaccia" - sul finire degli anni Trenta, con dislocamento a p.c. superiore alle 5.000 t, diretta evoluzione del Tashkent costruito dalla OTO di Livorno per la Marina dell'URSS . L'impiego che ne venne originariamente prefigurato era quello del contrasto di superficie e dell'esplorazione a largo raggio e, se costruiti per tempo nel numero previsto (dodici unità), avrebbero sicuramente ben figurato - come piccoli incrociatori leggeri - nella scorta ai convogli e in scontri con analoghi incrociatori leggeri e "supercaccia" britannici (i "Tribal" in particolare).
I cacciatorpediniere statunitensi delle classi "Sumner" e "Gearing" erano unità più piccole (circa 3.000 t a .p.c), derivate dagli ancor più piccoli "Fletcher" del 1940-42, e intesi - come in effetti avvenne nel periodo bellico - per una produzione "di massa" e la scorta antiaerei a gruppi operativi e a "task forces", per la guerra antisom e per altri impieghi di varia natura. Dei veri e propri "caccia di squadra" quindi, progettati e costruiti come tali e per l'impiego in una varietà di ruoli tipica dei cacciatorpediniere americani progettati e costruiti tra il 1940 e il 1945.
Nel dopoguerra, le unità americane continuarono ad essere impiegate in questi ruoli "tuttofare", e molte tra esse furono trasformate in picchetti radar (DDR), caccia di scorta (DDE) ecc; il loro mero numero ne consentì un vasto utilizzo, protrattosi sin oltre la fine degli anni Sessanta, e alcuni erano ancora in servizio sul finire degli anni Settanta. Moltissimi furono poi trasferiti a marine della NATO (Grecia, Turchia, Spagna) e ad altre Marine minori (in sud America e in Asia), ove prestarono servizio pe lunghi anni ancora.
La tipologia, le caratteristiche (e il minimo numero - due!) delle unità italiane ne precludevano un analogo impiego e, nella ridotta Marina Militare dei primi vent'anni del secondo dopoguerra, San Giorgio e San Marco giocarono un ruolo ben diverso, come conduttori di flottiglia, impiegati per crociere addestrative ecc. Quindi, quasi dei piccoli "incrociatori leggeri" in ragione delle ridotte potenzialità e disponibilità finanziarie della Marina italiana dell'epoca.
In effetti, sia le unità americane sia quelle italiane avevano insite nel loro progetto indubbie capacità di "crescita", come dimostrato - per i caccia "Sumner" e soprattutto "Gearing" dell'U.S. Navy - dal programma "FRAM" nel cui ambito furono ampiamente rimodernati per accrescerne l'elettronica e migliorarne l'armamento, soprattutto in funzione antisom.
San Giorgio e San Marco, invece, furono sempre delle piccole "capital ship" (fatte le debite proporzioni per la MMI, ovviamente) e come tali furono impiegate. Il San Giorgio, in particolare fu lungamente utilizzato sul finire della sua vita operativa come nave scuola per le classi superiori dell'Accademia Navale, visto che le sue grosse dimensioni consentivano di disporre a bordo di numerosi alloggi e locali ad uso degli Allievi. Inoltre, le misure e le caratteristiche del San Giorgio consentirono la sostituzione - nel 1963-65 - dell'originario apparato motore a vapore con un moderno sistema misto a turbine a gas e diesel (CODAG), cosa che - sulle più piccole unità americane - sarebbe stata di difficile realizzazione.

I "Sumner" e i "Gearing" consentirono all'U.S. Navy - per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta - di mantenere in servizio un grosso numero di cacciatorpediniere con funzioni soprattutto antisom e di bombardamento controcosta, e fu solo con la classe "Spruance" degli anni Settanta che l'U.S. Navy poté pensare con concretezza alla loro sostituzione anche (e sia pure parzialmente) dal punto di vista numerico.
Per la Marina Militare Italiana, San Giorgio e San Marco rappresentarono - per quanto ovvio dal solo punto di vista qualitativo - un elemento di maggior peso operativo, consentendo alla Forza Armata di fronteggiare in parte la carenza di unità maggiori e operando quindi in un ruolo diverso rispetto a quello previsto per i "Sumner" e i "Gearing" statunitensi.
In questo ambito, possiamo individuare nei "Battle" rimodernati della Royal Navy e nei "Surcouf" della marina francese gruppi di unità "intermedie" tra quelle italiane e quelle americane, con caratteristiche - a seconda dei casi - riconducibili ai numerosi caccia dell'U.S. Navy o ai due "conduttori" della Marina italiana.

Modificato da Alagi
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Bellissima analisi! Io ho sempre paragonato il concetto originale della classe "Capitani Romani" con quello dell'Incrociatore da Battaglia. Infatti l'alta velocità e l'armamento adeguato (8 pezzi da 135/45) a surclassare un Cacciatorpediniere gli avrebbe dovuto consentire degli attacchi "mordi e fuggi" contro il naviglio silurante e gli incrociatori leggeri, con la possibilità di rompere velocemente il contatto; adeguandosi anche a compiti di ricognizione e scoperta. Ovviamente, entrambi i concetti avevano dei limiti: per gli Incrociatori da Battaglia fu l'insufficiente corazzatura (come dimostrato allo Jutland) e la vulnerabilità agli attacchi aerei (cosa comune anche per le navi da battaglia); per questi grossi incrociatori invece il limite era la fragilità, in quanto si sacrificava il peso per aumentare la velocità. Anche una salva "a forcella" di medio calibro avrebbe provocato molti danni con le schegge...

Sicuramente il San Giorgio e il San Marco furono intelligentemente riutilizzati nella MMI, in quanto rappresentavano un compromesso tra l'incrociatore leggero e un caccia, e permettevano una maggiore flessibilità d'azione. Una Marina moderna, secondo me, deve sempre tenere conto della necessità di avere delle unità multimissione; senza però estremizzare il concetto, il che porterebbe da un lato una grande innovazione, dall'altro una grande inefficienza operativa.

Spero di non aver detto sciocchezze :happy:

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Proprio a dimostrazione del "potenziale di crescita" insito nei "Capitani Romani" e nei "Gearing", pubblico - di seguito - alcune fotografie che ritengo esplicative del concetto:

 

vsg0.jpg

ScipioneAfricano, 18 aprile 1943 - poco prima dell'e.i.s. (coll. E. Bagnasco)

 

ku4q.jpg

Chateaurenault (ex-Attilio Regolo), Tolone, 21 ottobre 1954 - con le modifiche apportate dopo l'immissione ins ervizio con la Marine Nationale. (Foto Marius Bar, coll. M. Brescia)

 

8br3.jpg

San Giorgio, dopo i lavori di ricostruzione del 1963-65. (Foto MAristat-UDAP, coll. M. Brescia)

 

-------

 

6uek.jpg

Un "Gearing" in versione originale: l'USS Charles S. Ware (DD-865) nei primi anni Cinquanta. (Navsource)

 

bcxl.jpg

La stessa unità nel 1964, dopo i lavori del programma FRAM. (Navsource)

Modificato da Alagi
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Belle Foto! Alagi non vorrei andare fuori tema ma per pura ipotesi, se a Pantelleria Da Zara al posto di Vivaldi e Malocello avesse avuto due Cap. Romani non pensi che per il convoglio inglese sarebbero stati dolori! Oppure durante la campagna di Grecia un paio dislocati a Lero.

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Belle Foto! Alagi non vorrei andare fuori tema ma per pura ipotesi, se a Pantelleria Da Zara al posto di Vivaldi e Malocello avesse avuto due Cap. Romani non pensi che per il convoglio inglese sarebbero stati dolori! Oppure durante la campagna di Grecia un paio dislocati a Lero.

Sinceramente non te lo so dire. :smile:

Per formazione professionale tendo a "non fare la storia con i se", perché - viceversa - ci si allontana dalla realtà dei fatti entrando nel campo delle ipotesi e delle ricostruzioni ipotetiche a posteriori, divergendo da una valutazione oggettiva della situazione tecnica, tattica e strategica di un'azione.

Preferisco basare i miei giudizi su fatti reali e avvenuti, ed è questo un campo molto vasto, in cui il rischio di dire fesserie è di per sé già molto alto... :biggrin::wink:

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Mi piglio la bacchettata....e mi ritiro mestamente nel castello di prua. :blush:

Ma non è assolutamente una bacchettata... E' chiaro che ho espresso un'opinione personale ma, dovendo analizzare con oggettività i fatti, non ci si può discosatre dalla loro realtà.

Grazie, anzi, per esserti registrato nel forum e per essere intervenuto con un paio di topic sicuramente interessanti e stimolanti per approfondimenti di vario tipo.

Come si dice in marina, ".. Via così!" :smiley19::Italy:

Modificato da Alagi
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Proprio a dimostrazione del "potenziale di crescita" insito nei "Capitani Romani" e nei "Gearing"...

 

vsg0.jpg

ScipioneAfricano, 18 aprile 1943 - poco prima dell'e.i.s. (coll. E. Bagnasco)

:smile: Piccolo O.T. NAVE STUPENDA! :rolleyes::wub:

 

Concordo col Frà sul conceto del "potenziale di crescita". Quel potenziale che dovrebbe esser previsto nella progettazione di ogni nave.

 

Per formazione professionale tendo a "non fare la storia con i se", perché - viceversa - ci si allontana dalla realtà dei fatti entrando nel campo delle ipotesi...

In riferimento ai mezzi disponibili, concordo col Frà, mentre penso che i "se" possano essere interessanti nel valutare i comportamenti delle persone.

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