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Storia Sui Mari


Visitatore giovannibandenere

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PEARL HARBOR 07.12.1941-07.12.2010

 

Gli antefatti.

Per poter proseguire nella sua campagna espansionista il Giappone aveva assoluto bisogno delle riserve minerarie e petrolifere delle Indie Olandesi e del sud asiatico; ma sapeva anche che gli Usa non avrebbero più accettato variazioni allo statu-quo.

Iniziarono quindi trattative diplomatiche con gli Usa anche se con scarsa convinzione e parimenti si fecero preparativi serrati per una penetrazione nel sud e isole e per la guerra contro Usa, data per quasi certa. Il governo era nelle mani dell' Esercito, e il gen Tojo non voleva sentire ragioni. La Marina Imperiale era più ragionevole; ragionevole su tutto il quadro politico-militare e non solo nei confronti della competizione con Usa, ma non aveva peso politico decisivo nel governo delle cose. Cercò anche, tempi addietro, di contrastare o almeno condizionare il patto anticomintern con la Germania.

Senza troppo entrare in questo merito che però ci riguarda, l' Esercito aveva mire espansionistiche continentali segnatamente in Manchukuo, naturale evolversi territoriale della Corea. Ma non gradiva la presenza russa al confine sovieto-mancese, c'era stato anche qualche scontro di frontiera; per questo Tojo cercava un accordo con la Germnia hitleriana. Marina Imperiale riteneva di nulla importanza una penetrazione in Manciuria e considerava invece prioritario e inderogabile il contenimento e contrasto della Royal Navy di cui conosceva la temibilità. E se proprio si doveva espandere, molto meglio i mari e le isole del sud asiatico. La Marina non riuscì nell'intento però riuscì a coinvolgere nell'anticomintern il Regno d' Italia perchè, sempre nell'ottica del contrasto verso Gran Breatagna, la Marina Regia italiana, pur dall'altra parte del mondo, avrebbe tenuto in ostaggio, sotto scacco, la temibile Royal Navy.

Fu così che nel 1937 entrammo nel patto tripartito anticomintern, subito ribattezzato Roberto nel linguaggio corrente degli italiani.

Ritornando alla eventuale guerra contro Usa, l' Amm. Yamamoto comandante in capo la Flotta, dichiarò e più volte ripetè che la Flotta avrebbe garantito la sicurezza dei mari per 6 mesi, al massimo 12; dopodichè Yamamoto declinò qualsiasi responsabilità sua personale e di tutta la Marina per quello che sarebbe potuto succedere dopo il primo anno di guerra contro gli Usa.

 

Il 06.09.41 gli SS.MM riuniti Esercito e Marina conclusero il piano definitivo, così articolato:

-Prima Parte:

attacco di sorpresa contro la flotta del Pacifico di base a Pearl Harbor; affidato alla Marina;

sbarchi simultanei nelle Filippine (Luzon), Guam, HongKong, Borneo (Miri) e Malesia.

-Seconda fase:

Estensione delle conquiste verso Manila e Mindanao, Wake, Singapore e occupazione del Siam;

Conquista delle Indie Olandesi: Giava e Sumatra;

Offensiva generale in Cina;

Attacco della Birmania e occupazione delle Andamane.

 

Era il materializzarsi dello spirito egemonico Yamato.

 

L'attacco di sorpresa su Pealr Harbor fu idea concepita da Yamamoto alla fine del '40; pur restando contrarissimo a quella guerra, se proprio la si doveva fare tanto valeva partire da una posizione di forza. Concepita quindi in questo senso e non per smanie espansioniste.

La Gran Bretagna, sollecitata dagli Usa ma molto a malincuore inviò nel sudest asiatico due reggimenti fanteria, hms Prince of Wales e hms Repulse che giunsero a Singapore pochi giorni prima dell'attacco a Pearl Harbour. Mentre nelle Filippine il gen Douglas MacArthur aveva riorganizzato in qualche modo l'esercito filippino.

Forte delle sue certezze, l'America metropolitana si sentiva sicura in casa sua.

 

(coming soon)

 

(mappa da motore di ricerca)

o7sfiv.jpg

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Al fallimento delle trattative Giappone-Usa, l'Amm Nagumo Com.te in Capo l' operazione, ne viene convenzionalmente informato e conseguentemente la predisposta operazione d'attacco deve essere effettuata il giorno 08.12, giorno 07.12 alle Hawaii; domenica, scelta deliberata e non casuale. Fu un tripudio collettivo al grido Banzai.

Nagumo già dal 22 novembre si trovava con le sue navi alla baia Tankan, isole Curili. Furono adottate notevoli misure di sicurezza per la segretezza, Tankan stessa fu scelta dopo lunghe discussioni, perchè era la più al riparo da incontri non graditi I sommergibili svolgevano compiti di esplorazione. Grazie al suo ottimo servizio informazioni, Tokio era costantemente informata della esatta situazione della base; le ultime informazioni davano le nnpa assenti. In silenzio radio la flotta nipponica si diresse quindi verso Oahu.

La flotta diNagumo era suddivisa in 4 gruppi: attacco, scorta, appoggio e rifornimento; una pattuglia avanzata composta da 31 smg; e due caccia come "forza di neutralizzazione":

 

-Il gruppo d'attacco (Nagumo), a sua volta suddiviso in divisioni nnpa 1°, 2° e 5° per un totale complessivo di 392 aerei era formato da nnpa: ammiraglia Akagi, Kaga, Zuikaku, Shokaku, Hiryu, Soryu.

-Il gruppo scorta (Omori) era formato da:cl/ca Abukuma e 1° squadriglia caccia: Tanikaze, Urakaze, Isokaze, Hamakaze, Kasumi, Arare, Kagero, Shiranuhi, Akigumo.

-Gruppo appoggio (Mikawa): bb Hiei, bb Kirishima, cl/ca Tone, cl/ca Chikuma.

-Pattuglia avanzata (cv Imaizumi): 3 smg da crociera: I.19, I.21, I.23; 28 smg da esplorazione.

-Forza di neutralizzazione (cv Konishi): ct Akebono, ct Ushio.

-Gruppo rifornimento: 6 unità fra appoggio e petroliere.

 

Alle ore 06 del 07 dicembre ora locale, l'ammiraglia Akagi emanò ordine di decollo.Comandava la prima ondata volo, 183 aerei, cf Mitsuo Fuchida; quando questi intravide l'estremo nord di Oahu il Com.te ordinò formazione di combattimento e attacco.Successivamente col codice Tora, Fuchida comunicò che l'attacco stava iniziando.

 

Sono noti tutti gli avvenimenti ma sarebbe immeritorio non ricordarli sia pure in sintesi.

 

Us Navy si stava preparando per l'alza bandiera. Alle ore 07.55 il vecchio Oglala, viste le insegne degli arei, fu il primo a dare ordine di combattimento.I bombardieri in picchiata a ondate successive distrussero gli impianti. Gli aerosiluranti sfiorarono gli alberi per prendere di mira Utha, Raleigh e Detroit; quest'ultimo scampò per caso fortunato. In successione, un siluro passò sotto Oglala e si schiantò in pieno su Helena, Oglala fu tuttavia squassato dall'esplosione di Helena. Arizona fu colpita da siluro di aereo che sorvolando Nevada ne mitragliò l'equipaggio durante l'alzabandiera. Molti credevano che si trattasse di una esercitazione di quelle fatte all'improvviso per renderle più realistiche. Passarono alcuni minuti dall'inizio dell'attacco prima che Amm. Kimmel desse l'allarme reale specificando "...e questa volta non si tratta di un'esercitazione!"

Subito dopo furono silurate Oklahoma e WestVirginia mentre Arizona ne prese altri due, al pari di California poco oltre; scamparono Maryland e Tennessee perchè coperte da Oklahoma e WestVirginia. Uno stormo si accanì su Oklahoma centrandola quattro volte.

All'aeroporto stavano aspettando i B.17 e invece videro arrivare strani aerei monomotore che in pochi minuti devastarono tutto. Liberatisi dei carichi esplosivi gli aerei passarono e ripassarono mitragliando tutto. La base aerea dell'Esercito fu devastata da bombardieri in picchiata. Ondate successive continuarono ad abbattersi sulle corazzate colpendole e mitragliandole più volte. Arizona era allo stremo e bastò una bomba aerea a scatenare il finimondo; l'esplosione di Arizona fu tale da danneggiare le unità circostanti e causare circa 1.000 morti. Le navi ancora in grado di muoversi forzarono le macchine per uscire da quell'inferno ma soltanto Helm riuscì a farcela.

Quando giunsero i 12 bombardieri strategici B.17, furono subito circondati e attaccati dai caccia giapponesi; incredibilmente con grande perizia riuscirono ad atterrare in quello che restava dell'aeroporto; alcuni con danni gravi, altri meno ma ce la fecero; soltanto due furono irreparabili. I campi d'aviazione erano distrutti, gli aerei in fiamme e gli impianti non esistevano più.

I giapponesivanno vanno via; ma è la prima ondata.

 

(sosta)

 

BB36 Nevada in una foto ristampata del 1935 ed in mio possesso.

2v337d2.jpg

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Alle ore 07.15 decolla la 2^ ondata, 170 aerei fra bombardieri in picchiata, in quota e cacciatori al comando di cc Shigekazu Shimazaki; alle 08.55 circa il Com.te ordina l'attacco.

Essa completò l'opera della 1^ ondata bombardando e mitragliando tutto quel che era rimasto.

Alcuni P.40 usa cercarono di levarsi in volo ma i loro tentativi furono presto vanificati. Per quanto questa volta la difesa c/a fosse più efficace fino ad inliggere danni ai giapponesi, questi riuscirono a bombardare in picchiata Pennsylvania causandole gravissimi danni che si estesero anche a Cassin e Downes; SaintLouis e Honolulu riuscirono a salpare e salvarsi mentre Shaw fu colpito in pieno ed esplose. Dopo aver abbondantemente bombardato e mitragliato quello che restava delle installazioni terrestri, compiuto il suo lavoro Shimazaki fece rotta di ritorno.

Cv Lexington e cv Enterprise con varie navi scorta si trovavano in missione in mare.

Terminata l'operazione Fuchida insistette presso Nagumo perchè lo autorizzasse ad una 3^ ondata e perchè si avviasse la ricerca in mare delle nnpa; Nagumo respinse la prima richiesta e pur avendo la possibilità di distruggere anche la squadra nnpa preferì rinunciare; per non perdere l'appuntamento coi rifornitori in mare, oppure perchè si riteneva ampiamente soddisfatto; o più probabilmente

-e secondo me- perchè una volta stabilito un piano erano, Nagumo come altri, incapaci o restii ad apportarvi ritocchi in funzione della situazione.

 

Dopo diversi giorni dopo fu possibile fare un bilancio dell'attacco giapponese.

Arizona, Oklahoma, Utah, Oglala, affondate.

California, West Virginia e Nevada gravemente danneggiate e poggiate sul fondo, riparabili.

Maryland, Tennessee e Pennsylvania; Helena, Raleigh e Honolulu; Cassin, Downes e Shaw; Vestal e Curtiss danneggiate in modo grave.

La forza volo non esisteva più. Gli impianti a terra erano tutti distrutti.

Circa 2.400 fra caduti e periti in seguito per le ferite riportate.

Le perdide nipponiche furono minime e accettabilissime: 29 aerei e 5 smg tascabili per un totale di 70 caduti.

 

Fu un colpo bruttissimo per gli americani ma questi ne uscirono con uno spirito ed una volontà di riscossa tali da consentire pochi anni dopo a Douglas MacArthur, a bordo della Missouri, di ricevere la resa formale del Giappone, caduto in un abisso incommensurabile.

Le varie commissioni d'inchiesta su Pearl Harbor giunsero tutte alle stesse conclusioni, secondo le quali si attribuiva ai vertici militari la responsabilità prima e ultima del disastro. Però cominciarono a emergere dubbi e incertezze che permangono tuttora. A monte del disastro ci sarebbe stata una premeditata e ben congegnata strategia della politica interventista per portare gli Usa alla guerra. In effetti qualche dubbio può essere credibile, i giapponesi non potevano non lasciare tracce delle loro intenzioni e del loro passaggio. E a guardar bene, di tracce ce ne erano. Comunque l'operazione fu ideata, progettata, condotta e portata a termine in maniera tecnicamente ineccepibile.

La flotta nipponica rientrò alle basi e il 23.12 gettò le ancore in rada ad Hashirajima. Germania e Italia dichiararono la guerra agli Usa.

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Viene domandarsi fra i tanti interrogativi, cosa sarebbe potuto succedere nel breve e medio termine se Nagumo avesse attaccato e distrutto la squadra delle nnpa usa.

Secondo me non ci sarebbe stata Doolittle e non ci sarebbe stata neanche Coral Sea con gravi conseguenze sul fronte australiano prossimo venturo; Midway probabilmente sarebbe andata buca. Un bel disastro.

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Fonti di prevalente riferimento:

"La guerra del Pacifico" - Bernard Millot - Arnoldo Mondadori Editore, ed.1972.

"La Marina giapponese dal patto anti-komintern alla guerra contro gli Stati Uniti: un approfondimento documentario" - Valdo Ferretti - Storia Contemporanea n°3, giugno 1990 - Il Mulino.

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  • 3 weeks later...
Visitatore giovannibandenere

OPERAZIONE CHROMITE

"Il meglio che posso dirvi è che Inchon non è impossibile". Contrammiraglio James H: Doyle.

"Ammiraglio, in tutti i miei anni di servizio militare, questo è il miglior rapporto che io abbia mai ricevuto". Douglas MacArthur.

 

Con queste simboliche parole si conclusero le animate discussioni a Stati Maggiori riunuti circa l'esecuzione di uno sbarco anfibio in località Inchon; l'Operazione Chromite avrebbe fatto vincere la guerra agli Stati Uniti. Fu una decisione sofferta e combattuta, l '8^ armata del Gen Walker si era abbastanza consolidata nel perimetro di Pusan e con l'ausilio delle truppe destinate ad Inchon avrebbe potuto respingere i Nordcoreani; UsNavy e UsMc, tutti veterani degli sbarchi nel Pacifico e memori di Anzio, erano contrari o almeno molto scettici. Inltre gli Usa non avevano alcuna conoscenza del territorio, ma in questo furono prontamente aiutati dagli archivi nipponici contenenti minuziose informazioni, quasi metro per metro, scoglio per scoglio, su tutto il territorio coreano.

Inchon fu ritenuta l'area meno inappropriata per uno sbarco anfibio. La Marina reduce di recenti dirette esperienze aveva assoluto bisogno di conoscere tutte le sfumature delle maree, i gradienti delle spiagge, le capacità di scarico, i piani precisissimi per il fuoco d'appoggio. Uno sbarco anfibio non è una pazziella, direbbe il DeCurtis.

Con sommo gaudio si fa per dire della UsNavy, il dislivello fra maree ad Inchon era uno dei più alti del mondo, arrivava quasi a 10 metri; soltanto in tre date, 15 sett - 17 sett - 11 ott e per un tempo massimo di 3 ore la marea sarebbe stata abbastanza alta per tentare uno sbarco; in tempi rapidissimi perchè scaduto il tempo la marea sarebbe precipitata per dare luogo a un mare di fango. Poi le correnti, poi l'imminente stagione dei tifoni, poi i bassi fondali che si estendevano fino a km 5. Il tutto imponeva che gli sbarchi avvenissero di sera lasciando agli attaccanti solo due ore di luce per stabilire e consolidare una testa di ponte. MacArthur affidò il comando delle operazioni di terra al Gen Edward Almond neo costituito X° corpo d'armata; la scelta di Almond suscitò qualche controversia. Gli Stati Maggiori a Washington, ad ogni buon conto si fecero controfirmare l'okay dal Presidente Usa.

Con ogni probabilità lo sbarco non era troppo indispensabile dal punto di vista delle operazioni militari; l'esercito di Kim Il Sung era allo stremo delle sue già esigue possibilità e Walker avrebbe potuto facilmente ricacciarlo oltre il 38°, gli alleati avevano il dominio assoluto dell'aria e del mare, la superiorità di fuoco era schiacciante. Per quanto l'operazione fosse un colabrodo di informazioni, i nordisti erano gli unici a non sapere nè immaginare nulla.

Ma Chromite sta a dimostrare quanto in quei tempi l'America e l'occidente in genere avessero bisogno di conferme, di certezze, di sapersi ancora i più forti. RoyalNavy a scopo diversivo effettuò bombardamenti contro costa in zona Chinnampo mentre RoyalCommandos furono sbarcati in zona Kunsan.

Il giorno 5 settembre la flotta d'invasione, 260 unità al comando dell' Ammiraglio Struble, cominciò a salpare da Yokohama rotta Inchon.

 

" Genarale, la Marina la porterà ad Inchon " Ammiraglio Doyle

 

./.. coming asap

 

Mappa digitalizzata da testo indicato in fonte.

k36lp0.jpg

 

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Le opinioni espresse dallo scrivente sono non-necessariamente coincidenti con la fonte di riferimento.

Fonte di riferimento: Max Hastings - "La Guerra di Corea 1950-1953" - Edizioni Rizzoli 1990.

 

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Visitatore giovannibandenere

./.. « NOI SBARCHEREMO AD INCHON ED IO LI SCHIACCERO' »

Douglas MacArthur

 

Per la verità quella flotta non aveva molto di maestoso, le navi erano quasi tutte reduci della guerra, un pò malmesse ed in parte con equipaggi giapponesi; infatti alcune di esse erano state cedute al Giappone per essere poi riprese in servizio, equipaggi compresi. MacArthur era imbarcato sulla Mount McKinley e restò chiuso nella sua cabina per tutta la navigazione; quella però era la cabina del Comandante che dovette trovarsi una sistemazione in plancia.

Il Gen Almond era nervoso perchè, causa silenzio radio, non poteva ricevere messaggi dal fronte. Il Gen Smith com.te la 1^ Divisione Marines riuscì a costringere Almond ad accettare di occupare preventivamente l'isola Wolmi-do, prospicente Inchon, prima stabilire una testa di ponte sul continente; Almond temeva in questo modo di compromettere l'effetto sorpresa. Walmi-do fu sottoposta a 5 giorni di bombardamenti aeronavali, infine il 5° UsMc sbarcò sull'isola e in un'ora fece piazza pulita di quel poco che c'era, ma quei pochi che c'erano erano ostinati e non vollero arrendersi per nessun motivo. Nel frattempo i mezzi da sbarco carichi di Marines giravano in tondo perchè si formassero le ondate; alle 16.45 il primo mezzo si staccò dai trasporti, alle 17.31 i primi Marines presero terra. Protette da uno spaventoso fuoco di interdizione aeronavale, si succedettero le ondate di sbarco mentre le grosse navi da carico filavano al largo nel rispetto dei ristretti tempi concessi dalla marea. Soldati e Marines sbarcati sulla Blue Beach ebbero subito violenti scontri a fuoco con isolate e atterrite sacche di resistenza nordista; simultaneamente navi LST sbarcarono un torrente di carri, mezzi, artiglierie e rifornimenti sulla Red Beach; quando la marea si ritirò, alcune LST rimasero immerse nel fango.Il primo obiettivo raggiunto fu l'ex consolato britannico.

La sera del 15 settembre la testa di ponte era stabilita e consolidata. Vari interpreti coreani accompagnavano gli americani nelle operazioni di terra, ma non tutti gli interpreti parlavano inglese. UsMc e UsArmy trascorsero le ore di buio nella testa di ponte per poi riprendere l'avanzata l'indomani, direzione Seoul.

Ci furono molte e vivaci incomprensioni tra Marines e Army, erano evidentemente due diverse filosofie spesso inconciliabili. Del tipo: "I Marines sono addestrati e indottrinati a spostarsi dalla nave alla spiaggia e continuare ad andare avanti..."; viceversa: "Se chi comanda un inseguimento pretende di avere sempre le sue forze schierate in ordine, farebbe bene a non cominciare nemmeno".

Nel complesso Chromite non fu un capolavoro di ingegneria anfibia, decisamente niente a che vedere con la grande capacità strutturale degli sbarchi nel Pacifico.

Max Hastings: "...lo sbarco sulla costa occidentale della Corea fu all'insegna dell'improvvisazione, dilettantesco rispetto a quelli del 1944 o del 1945...".

Viene da domandarsi cosa sarebbe successo se ad aspettarli avessero trovato la Hermann Göring Panzer Division.

Il resto sono tutte operazioni di terra che porteranno la 1^ Marines fino al massimo nord della Corea e coinvolgeranno la Cina.

 

- «Hey, diddle diddle, right up the middle»

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Le seguenti foto sono tratte dalla rete:

Lo sbarco

1548rgh.jpg

 

The Statue of Brothers in Seoul.

eap9wg.jpg

 

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Le opinioni espresse dallo scrivente sono non-necessariamente coincidenti con la fonte di riferimento.

Fonte di riferimento: Max Hastings - "La Guerra di Corea 1950-1953" - Edizioni Rizzoli 1990.

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