Red* Inviato 2 Dicembre, 2008 Segnala Share Inviato 2 Dicembre, 2008 (modificato) UN NAUFRAGO POCO COMUNE Era l'alba di un tempestoso giorno di novembre 1860. In pieno golfo di Lione,tragicamente celebre nelle cronache dei naufragi,correva alla cappa un veliero che portava per nome la data gloriosa della repubblica romana:"9 Febbraio". L'uragano al colmo della violenza,urlava negli echi infiniti della morte esollevava il mare in montagne coronate di livida ira. -Capitan Marino-disse un dei marinai-ecco un temporale di nord-est che merita il suo brutto nome al "golfo di Lione". -Già-rispose il comandante armatore del "9 Febbraio" tutto intento a manovrare la nave,in modo da evitare le formidabili ondate. "" NON SIAMO PAZZI,,. Il capitano Marino Veppo,di Lerici,nel golfo di Spezia,era uno dei migliori naviganti della Liguria. Ardente patriota e amico di Mazzini ,più volte con la sua audacia e la sua abilità aveva giovato ai moti per l'indipendenza,recando armi e proclami rivoluzionari. Un giorno, nel porto di Palermo ,la sua nave era stata invasa dalla sbirraglia borbonica che sospettava fossero a bordo proclami e do- cumenti di grande importanza.Non trovò nulla. L'avveduto capitano ligure aveva fatto in tempo a distruggere ogni carta compremettente. Temprato perciò a tutte le insidie degli uomini e della natura,capitan Veppo reggeva gagliardo e sicuro al fortunale,quando allo schiarire scorse un'altra nave che gli parve subito in grave pericolo. Osservò con il cannocchiale,e vide un veliero che,devastato dall'ura- gano e molto sbandato,faceva disperatamente segnali di soccorso. -Naufraghi in vista !-gridò- Tutti al ponte;bisogna salvare quella gente. Con abile manovra diresse il "9 Febbraio" nelle acque del veliero pericolante;poi ordinò: -Una scialuppa in mare !...Dentro i più forti e i più coraggiosi. Nessuno si mosse. -Capitan Marino-disse uno per tutti-voi ci ordinate l'impossibile. Metterci in mare,con un tempo simile,vuol dire andare alla morte. Ma vi pare?....Non siamo pazzi noi. -Calate giù subito la lancia!-ripetè minaccioso il comandante- Siete un branco di vigliacchi.Andrò io,solo....io che pure ho quattro figli a casa ad aspettarmi.Tu vieni con me,eh,Giuseppe ? Giuseppe Tarabotto,un lericino anche lui,era suo nipote,giovanottone tutto muscoli,tutto cuore,tutto fegato. Ai vostri ordini,capitan Marino-rispose slanciandosi alla manovra. IL DIMENTICATO. L'esempio mutò di colpo gli animi;e fu allora una meravigliosa gara fra quei bravi figlioli,per aver il posto d'onore nella scialuppa di sal- vataggio.Vi scesero in cinque,il comandante,il nipote ed altri tre,de' più gagliardi. La barca si slanciò nel grande tumulto dei rabbiosi flutti, che ulula- vano infernalmente,tentando di sommergerla. I cinque uomini della forte Liguria lottavano come titani,con instan- cabile volontà di vincere,accesi dalla serena calma del capitano che, stretto al timone,guidava,evitando l'impeto funesto delle ondate più formidabili. A bordo del veliero naufragante,che batteva bandiera di Napoli,il capi- tano,sua moglie che difendeva al suo seno i due teneri figli,l'intero equi- paggio,gridavano e pregavano,fra l'ansia,il terrore e la speranza. Ad ogni istante la nave pareva capovolgersi e sparire negli abissi. Fu una lotta eroica di due ore.La scialuppa riuscì alfine a raggiungere i bordi del veliero sbandato e a raccogliere nel suo fragile scafo tutti i naufraghi. Già essa stava per riprendere la difficile via del ritorno,col suo prezioso carico di salvati,quando si udì a bordo della nave ormai deserta una voce tenua,sottile,lamentosa,che sembrava invocare un aiuto,nella sua angoscia senza parola. Chi poteva essere l'infelice dimenticato,nella terribile solitudine della morte imminente,inevitabile. -Il nostro gattino!-mormorò la moglie del capitano napoletano,con un senso di tenerezza pietosa-Povera bestiola !- La piccola voce inconsapevole continuava a protestare contro il fatale abbandono, a chiamare nel suo umile linguaggio la compagnia e la protezione di tutti i giorni, le consuete carezze umane.E intorno l'uragano imperversava ancora spaventosa- mente. L'ULTIMO SALVATAGGIO -Avvenga quel che vuol avvenire-gridò d'un tratto il marinaio Giuseppe Tarabotto, che si sentiva penetrar nel cuore,come una punta d'acciaio,quel lamento-io salto su a salvare anche il gatto.E prima che i compagni potessero impedirglielo,il robusto e audace giovinotto s'afferrò ai bordi del veliero,arrivò sulla tolda e scomparve. Un senso di profondo stupore e di angoscia strinse gli animi e ammutolì ogni labbro. Il veliero s'inchinava sempre più;pochi momenti ancora,e si sarebbe sommerso. Avrebbe la scialuppa potuto evitar di essere sbattuta ad infrangersi contro quello scafo invaso dall'acqua,o allontanarsi a tempo dal gorgo imminente ? Ad un tratto il marinaio lericino ricomparve:stringeva fra le braccia il gattino che più non piangeva.Con un aglile salto si gettò nel battello di salvataggio che subito si scostò, riuscendo poco dopo a raggiungere il"9 Febbraio" ove tutti risalirono sani e salvi. Per questo curioso ed eroico salvataggio il capitano Marino Veppo ebbe la medaglia d'oro al valor di marina,e adeguate ricompense i suoi valorosi compagni. Non firmato. Il capitano Marino Veppo- L'articolo è tratto da " La Domenica del Corriere"del 18 Febbraio 1923- Spero vi sia piaciuto. RED Modificato 3 Dicembre, 2008 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Visitatore Marcuzzo Inviato 3 Dicembre, 2008 Segnala Share Inviato 3 Dicembre, 2008 E' una storia molto interessante. Grazie per il post Red!!! :s20: :s20: :s20: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 3 Dicembre, 2008 Autore Segnala Share Inviato 3 Dicembre, 2008 Ciao Marcuzzo,ogni tanto cerco d'incrementare anche così questa tua Sezione. Certo,vecchie storie,ma che fanno conoscere episodi e personaggi. Spero che possano andarti bene. Grazie. Un caro saluto RED Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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