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Esamino Facile-facile


Visitatore Etna

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Visitatore Etna

@ PERLA

Ti chiedo scusa Perla per non aver risposto a tempo,ma rivedendo tutti i vari interventi solo ora mi sono accorto del tuo post.

Dunque SAFAR è per certo la casa costruttrice degli impianti Idrofonici.Probabilmente non sarà neanche l'unica in quanto ho constatato che gli appalti per le ditte variavano da cantiere a cantiere. Nulla esclude che possano aver costruito anche gli apparati Radiogoniometrici. Non ho trovato traccia nè di Rdg nè degli apparati radio,forse Kashin può essere sicuramente di aiuto per le radio.

R.Ferro Genova era una grossa azienda genovese.Credo che ancora oggi operi sul mercato navale ; quando navigavo ,etichette con il suo nome c'erano ancora. :s11:

ETNA

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Visitatore Kashin

La ditta SAFAR, Società Anonima Fabbricazione (più tardi Fabbrica) Apparecchi Radiofonici, nacque a Milano nel 1923 per produrre inizialmente solo cuffie radio e telefoniche, usate principalmente dalle Forze Armate italiane. Nel 1927 espanse la sua attività e contava all'epoca 375 dipendenti.

 

Nel 1931 iniziò la produzione radio in grande stile ed avendo ottenuti grandi ordinativi dall'Aeronautica e dalla Marina la ditta ampliò lo stabilimento.Nel 1933 la SAFAR produsse il "fonogoniometro a compensazione" che può essere considerato il primo ecogoniometro marino ad ultrasuoni.

 

Con l'occupazione dell'Etiopia la SAFAR fu incaricata di impiantare nuove stazioni radio ad Addis Abeba, Harrar, Mogadiscio; Asmara e Massaua. Una nuova specializzazione fu conseguita con la produzione di tubi a raggi catodici per tutti gli usi e di iconoscopi per le riprese televisive.

 

Dopo la guerra l'attività riprese per breve tempo nello stabilimento di Milano in Via Bassini 15, ove furono impegnati 12 ingegneri, 60 progettisti e 4.500 fra impiegati e operai.Dopo la cessazione dell'attività lo stabilimento passò alla LABEN Elettronica ed attualmente ospita la sede del CNR a Milano.

 

Nel 1946 i laboratori della televisione SAFAR erano già pronti per la produzione in grande serie di piccoli televisori commerciali, derivati direttamente dal ricevitore del radar "Gufo", con standard europeo a 625 righe. Purtroppo ancora una volta la SAFAR era troppo in anticipo sui tempi dato che in quegli anni in Italia la Televisione era l'ultima delle preoccupazioni.

 

Nell'estremo tentativo di diversificarsi la SAFAR arrivò addirittura a fabbricare un'autopista elettrica giocattolo! Si parla quindi di quasi 30 anni prima della famosa Polistil. Tutto ciò purtroppo non funzionò. Dopo aver rifiutato l'associazione con gruppi industriali stranieri la SAFAR, che aveva legato i suoi interessi al passato regime e aveva collaborato con la Germania, dovette cessare ogni attività nel 1948.

 

safar1bwtrasplj6.gif

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Visitatore Etna

Per la ditta Riccardo Ferro ecco una piccola mini-storia:

Produttore di Bussole e Strumenti nautici.

Mortaio in ottone; rosa dei venti in cartoncino, con rombi in inglese; Nord indicato da una stella contenente un’ancora;

sospensione cardanica e blocco in ottone; cassetta in mogano, con cerniere e gancio di chiusura in ottone.

La ditta “Riccardo Ferro - Strumenti Nautici - Genova†venne fondata nel 1828 dal macchinista navale Riccardo Ferro e rimase

sempre di proprietà della famiglia, per passare nel 1950 all’ingegner Sartorio, figlio di una Ferro. L’officina di produzione era

situata nei fondi di Santa Maria di Castello e vi rimase sino al 1968, per essere poi trasferita nel Palazzo Celario, in Via del

Campo n° 10. Il negozio era situato in Via San Lorenzo, all’angolo con la piazza omonima. Il retro veniva utilizzato come

laboratorio per la fabbricazione e la riparazione degli strumenti. Nello stesso ambiente si trovava anche un salottino dove si

incontravano per bere un tè gli ufficiali genovesi e stranieri in attesa di ricevere i loro strumenti. Era questa l’occasione per

portare alla voce i saluti di qualche collega incontrato in navigazione o in porti lontani. Fra gli strumenti in vendita, c’erano:

cronometri marini in cassetta, sestanti, barometri a mercurio o anaeroidi, orologi di bordo, barometri e bussole. Inoltre si

potevano acquistare carte nautiche, di produzione italiana e inglese, effemeridi, portolani e tutti gli strumenti da carteggio. Per

quanto riguarda la produzione di strumenti: bussole a liquido su colonnina in legno di teak e ottone, con tutti gli accessori per la

compensazione magnetica, telegrafi di macchina con trasmissione a catena e poi, a partire dal 1960, elettrica, apparati ottici a

proiezione o riflessione e doppia visione, solcometri meccanici ed elettrici, indicatori elettrici dell’angolo di barra, dei giri

dell’elica e dell’angolo di vento, manometri, vuotometri, anemometri, inclinometri, tachimetri e contagiri meccanici

ETNA

 

Grazie Gino.

Ci avrei scommesso qualunque cosa che trovavi le tracce di questa Ditta.Sei una fonte incredibile ! Meglio di un Data Base della Nasa. :s20:

Guglielmo IK1YPB/Etna

Modificato da Etna
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1) ROVETTO. Arbusto di dimensioni ridottissime noto anche come "littorico bonsai". Rigorosamente coltivato in patrie zolle, serviva a dare un tocco poetico e vezzoso all'interno del battello. Trattandosi pur sempre d'un simbolo per navi da battaglia, il vegetale era di specie solida e spinosa. Vigorosa ma armata. A tutela del prezioso arbusto, su alcuni mezzi era prevista la famigerata "scolta al rovetto", con ghette e paperina. Anche in battaglia.

 

2) Spada Ernesto, Spada Maurilio, Spada Angelo + una dozzina d'altri congiunti. Famiglia di Terebaseleghe (PD) famosa per aver dato i natali ad una dinastia di macchinisti tutti caratterizzati da forza prodigiosa ma lenti d'intelletto. Si mormora che uno Spada fosse in grado di forzare mandrini grandi come un femore umano o di abbattere a testate il boccaporto di un compartimento stagno. Si chiamava lo Spada (quello in dotazione al mezzo) solo in circostanze eccezzionali perche' era difficilissimo spiegargli cosa doveva fare, ma una volta indirizzato non lo si fermava piu'.

Spada Geronzio, in forza al Tazzoli, carico' da solo tre siluri in meno di 90 secondi. Lancio' l'ultimo in autonomia, con un pugno ciclopico sulla culatta, pare ringhiando una bestemmia. Affondo' una petroliera T3. Medaglia di bronzo al valor militare.

 

3) Facilissimo: c'era una grossa canna di bamboo, flessibile ai marosi ma resistente, molto piu' funzionale di un banalissimo tubo d'acciaio Krupp e soprattutto piu' economica. Al suo interno due scatolette di carne e un par di specchietti completavano l'opera. Un piccolo miracolo del genio italico. Spessissimo gli ufficiali di vedetta inglesi scambiavano i periscopi di un delfino in agguato per un innocuo relitto ligneo alla deriva.

 

4) L'antenna come scolapasta, ma solo a patto di usare rigatoni o pasta grossa. Il radiogoniometro poteva produrre musica primitiva ma dolce, forse monotematica, ma in un sommergibile ci si arrangia come si puo'. Pare che il primo flipper del pianeta sia dovuto all'intuizione geniale del ufficiale di macchine del sommergibile Perla: due spolette difettose, una molla e il plin plin contribuirono non poco al morale dei nostri nella difficile circumnavigazione dell'africa.

 

5) Trombini d'aspirazione. Questa e' forse la domanda piu' tosta, a trabocchetto, perche' e' facilissimo per un profano confondere i trombini d'aspirazione con gli aspiranti trombini (ATB, n.d.a.) che non sono esattamente la stessa cosa. Nella fattispecie "trombini d'aspirazione" e' una locuzione politicamente corretta per indicare i servizi igienici di bordo che anche nei sommergibili erano delle turche (trombini) dotate della classica turbina risucchiante (UUUSSSCCHHH-WWAASHHHH!), quella che se non stai attento ti incolla allo scafo. L'espressione era d'uso comune tra gli ufficiali della regia marina e solo col decadere dei costumi si passo' al piu' ruvido e borghese "cesso".

 

GM B8, piu' punito del 4° SM/L

Modestamente :-))))))

 

B8.

Modificato da Baule8
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Visitatore Perla
Molto interessante.......................Ma che dice il C.te ETNA ?????......................Conferma????? :s43:

 

.....quoto.....attendiamo ansiosi il la valutazione del C.te Etna :s33: ...... :s43:

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