Totiano* Posted May 6 Report Posted May 6 sta passando discretamente sotto silenzio un disegno di legge che, se approvato, sarà epocale. Vi riporto, per il momento, l'articolo del sole24 ore reperibile al link La proposta del Governo: la Marina può affondare chi minaccia i cavi sottomarini ma , per chi vuole studiarselo, può essere scaricato sul sito del senato al link senato.it/leg/19/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/59083.pdf, si tratta del Fascicolo Iter DDL S. 1462 "Disposizioni in materia di sicurezza delle attività subacquee" Epocale perché riconosce (finalmente) apertamente la fondamentale importanza delle infrastrutture sottomarine per la sopravvivenza del nostro paese (noi lo andiamo dicendo da un po' e l'apice credo sia stato il recente evento "Fischia Immersione!". Ma anche il cambio delle regole di ingaggio erano qualcosa che non si vedeva da decenni ed è quasi una rivoluzione. Di una agenzia che si occupasse del tema se ne parlava, invece, da tempo e le recenti leggi sul mare già la anticipavano, in qualche modo ma il fatto che dipenda direttamente dal Consiglio dei Ministri ne sancisce l'importanza. Non a caso gli abissi sono paragonati allo spazio, sono simili in molti modi e, forse, si sa di più dello Spazio che degli Abissi. Sapevate che non esiste un diritto marittimo degli abissi e che vi viene (forzatamente) adattato Montego Bay? Ma ecco l'articolo Citazione La proposta del Governo: la Marina può affondare chi minaccia i cavi sottomarini Un’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee, con sede a Roma e competenze trasversali, alle dipendenze, dal punto di vista funzionale, della Presidenza del Consiglio dei ministri. E con la missione di definire le misure necessarie a garantire la sicurezza fisica delle strutture subacquee nelle zone marittime sottoposte alla giurisdizione nazionale e, «limitatamente a quelle di interesse nazionale appartenenti a soggetti di nazionalità italiana», anche nell’alto mare. E nuove regole d’ingaggio per la Marina militare italiana, attraverso alcune modifiche al codice dell’ordinamento militare (dlgs 66/2010). In sostanza, per quanto riguarda la protezione dell’infrastruttura subacquea nazionale mediante l’uso della forza, viene previsto che «ferme restando le competenze del Corpo della Guardia di finanza, la Marina Militare può ordinare ed eseguire l’ingaggio, la disabilitazione, la distruzione, il sequestro o il dirottamento in un porto dello Stato di qualsiasi mezzo intento alla distruzione, danneggiamento o manomissione di conduttore e cavi sottomarini che approdono nel territorio nazionale o sono di interesse nazionale secondo la normativa vigente». Sono alcune delle novità introdotte dal disegno di legge numero 1462 (”disposizioni in materia di sicurezza delle attività subacquee”), di 35 articoli, depositato al Senato lo scorso 15 aprile dal presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e dal ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Musumeci. Dopo il via libera da parte del Governo di una bozza, ora il testo è giunto a Palazzo Madama. Sotto la lente il cosiddetto “underwater”: interviene sull’accesso agli spazi subacquei, la protezione delle infrastrutture subacquee di interesse, energetiche e di comunicazione, sulla regolamentazione dei mezzi sottomarini e dei lavori subacquei. Tra le soluzioni previste, una ha carattere sostanziale, soprattutto sul piano politico. Il disegno di legge di iniziativa governativa che dovrà ottenere il via libera del parlamento attribuisce infatti alla Presidenza del consiglio la responsabilità generale delle politiche della dimensione subacquea, al pari di quanto avviene per le politiche dello spazio. L’ambiente subacqueo sta infatti acquisendo una rilevanza crescente per la presenza di importanti infrastrutture di valenza strategica, in comparti quali quello energetico – gasdotti, oleodotti, elettrodotti – quello della comunicazione – cavi in fibra ottica che abilitano il 99% del traffico dati globale – dell’estrattivo e dello stoccaggio di anidride carbonica. Il Mediterraneo costituisce un importante crocevia d’infrastrutture critiche internazionali e nazionali. L’Italia, viene sottolineato nella relazione illustrativa al provvedimento, dipende dalle importazioni per oltre il 96% del gas consumato, corrispondenti a circa 70 miliardi di metri cubi annui, a fronte di una produzione nazionale approssimata in 3 miliardi di metri cubi. Allo stato attuale, circa il 49% del gas che entra in Italia transita attraverso gasdotti sottomarini, ripartiti rispettivamente al 32% dal TransMed, il quale trasporta circa 22,4 miliardi di metri cubi, al 13% dal TAP, con un volume di circa 9,1 miliardi di metri cubi di gas annui ed al 4% dal GreenStream, con circa 2,8 miliardi di metri cubi. Già il Piano del mare (legge 204 del 2022) ha previsto l’istituzione di un’autorità nazionale per il controllo delle attività subacquee. Allo stato attuale l’azione di controllo è svolta dalle Marine Militari nei confronti del solo traffico sottomarino militare. Da qui la scelta di puntare su un nuovo provvedimento per definire un sistema di regole per disciplinare le modalità e le azioni di controllo sulle altre attività, al fine di assicurare la sicurezza delle infrastrutture e degli operatori. Tra i compiti dell’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee (ASAS), l’autorizzare il passaggio inoffensivo di sommergibili in immersione nelle acque territoriali, definire regole tecniche per il comando e la conduzione dei mezzi subacquei e promuovere lo sviluppo della capacità nazionale di soccorso ed estrazione di persone da mezzi subacquei civili sinistrati. L’Agenzia deve inoltre coordinare la cooperazione internazionale ed europea nella materia subacquea in raccordo con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L’Agenzia cura i rapporti con i competenti organismi, istituzioni ed enti europei ed internazionali, ferme restando le competenze dei predetti Ministeri, nonché segue nelle competenti sedi istituzionali le tematiche della dimensione subacquea, limitatamente ai compiti alla stessa assegnati. E si avvarrà delle strutture di Marina militare, Capitanerie di porto-Guardia costiera e Guardia di finanza Intanto, scorrendo tra le righe del rapporto 2024 della Marina Militare vien fuori che sul piano operativo presso la Centrale operativa della Marina Militare è stata attivata la “Critical Underwater Infrastructure Security Center”. Si tratta, viene spiegato nel documento, di un “sistema di sistemi” in grado di integrare informazioni che provengono da più fonti: dai sensori delle unità navali, sottomarini, aeromobili, sistemi satellitari, fonti open source o commerciali alle centrali operative dei principali colossi nazionali che operano nella dimensione subacquea (Saipem, Eni, Tim Sparkle, Terna, etc.), che operano per il monitoraggio delle attività in prossimità delle infrastrutture critiche subacquee di interesse nazionale. La Marina, si legge ancora nel documento, «è molto impegnata nlell’ampliare lo spettro delle attività di cooperazione operativa e integrazione informativa con i big player anche non militari, e nel promuovere lo sforzo congiunto, con tutto l’ecosistema che opera nell’underwater, mirato alla ricerca e sperimentazione di soluzioni tecnologiche funzionali a intuatori cooperanti; in tale prospettiva, la nalzare le performance di mezzi e sensori». A livello di diritto internazionale la norma di riferimento è la “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare” o “UNCLOS”. La Convenzione, conclusa a Montego Bay il 10 dicembre 1982, prevede il diritto di passaggio inoffensivo attraverso il mare territoriale da parte delle navi di tutti gli Stati costieri o privi di litorale. Il passaggio deve essere continuo e rapido: consente tuttavia la fermata e l’ancoraggio, ma soltanto se questi costituiscono eventi ordinari di navigazione o sono resi necessari da forza maggiore o da condizioni di difficoltà, oppure sono finalizzati a prestare soccorso a persone, navi o aeromobili in pericolo o in difficoltà. Tra le ipotesi per le quali il passaggio di una nave straniera è considerato pregiudizievole per la pace, il buon ordine e la sicurezza dello Stato costiero c’è quella di una nave che nel mare territoriale effettua «atti diretti a interferire con i sistemi di comunicazione o con qualsiasi altra attrezzatura o installazione dello Stato costiero». Tra le materie nell’ambito delle quali lo Stato costiero può emanare leggi e regolamenti, conformemente alle disposizioni della Convenzione e ad altre norme del diritto internazionale, c’è anche la protezione di cavi e condotte. Quote
magico_8°/88* Posted May 7 Report Posted May 7 (edited) 19 ore fa, Totiano ha scritto: E nuove regole d’ingaggio per la Marina militare italiana, attraverso alcune modifiche al codice dell’ordinamento militare (dlgs 66/2010). In sostanza, per quanto riguarda la protezione dell’infrastruttura subacquea nazionale mediante l’uso della forza, viene previsto che «ferme restando le competenze del Corpo della Guardia di finanza, la Marina Militare può ordinare ed eseguire l’ingaggio, la disabilitazione, la distruzione, il sequestro o il dirottamento in un porto dello Stato di qualsiasi mezzo intento alla distruzione, danneggiamento o manomissione di conduttore e cavi sottomarini che approdono nel territorio nazionale o sono di interesse nazionale secondo la normativa vigente». Sicuramente un passo avanti notevole in merito alle regole d'ingaggio di cui sopra, si riconosce con ciò l'importanza della difesa delle informazioni (come sempre dev'essere...) oltre che alla più scontata protezione delle linee di comunicazione. Una cosa che non capisco è la prima, parte il rimando "ferme restando le competenze del Corpo della Guardia di Finanza"... e perchè non citare anche "Carabinieri" e tutte le altre forze di pubblica sicurezza? Edited May 7 by magico_8°/88 Quote
Totiano* Posted May 7 Author Report Posted May 7 5 ore fa, magico_8°/88 ha scritto: Una cosa che non capisco è la prima, parte il rimando "ferme restando le competenze del Corpo della Guardia di Finanza"... e perchè non citare anche "Carabinieri" e tutte le altre forze di pubblica sicurezza? Idrocarburi ed energia elettrica sono oggetto di tasse e accise, da qui l'intervento della Finanza. Personalmente lo ritengo poco opportuno anche di fronte a una buona regolamentazione dei rispettivi compiti ma , forse, sono eccessivo... Quote
Recommended Posts
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.