Totiano* Posted October 13 Report Share Posted October 13 Dice Wikipedia e per una volta in maniera insindacabile: Virginio Cavallini (Fornacette, 20 febbraio 1875 – Camaiore, 30 gennaio 1944) è stato un militare e ingegnere italiano, fu un progettista di sommergibili di fama internazionale. Tra le unità da lui progettate si ricordano i sommergibili classe Settembrini e classe R per la marina italiana, e classe Tarantinos per quella argentina. Il Cavallini Frequentò la facoltà di ingegneria di Pisa, dove fu allievo di Antonio Pacinotti, conseguendo la laurea in ingegneria meccanica, poi si trasferisce a Torino per conseguire la laurea in ingegneria elettrotecnica e quindi a Napoli per laurearsi nel 1899 in ingegneria navale. Nel 1897 svolge la leva nel Regio Esercito salendo fini al gradi di sottotenente di complemento del Genio militare nel 2º Reggimento genio minatori ma nel febbraio 1899 si dimette perchè vince il concorso per la nomina ad ingegnere di 2ª classe nel Corpo del Genio Navale della Regia Marina. I sommergibili sono decisamente la sua passione e collabora con il magg GN Laurenti per la costruzione dei Glauco nell'Arsenale di Venezia tra il 103 e il 1909. Sono denominati Cavallini, anche se la collaborazione con l'ing Laurenti è ancora presente i 6 sommergibili della classe Micca e i 54 della classe Barbarigo. Sarà anche imbarcato sui sommergibili partecipando alla grande Guerra sul Pietro Micca e sull'Evangelista Torricelli per poi essere impiegato presso gli Arsenali della Spezia e Taranto nell'ambito delle costruzioni militari. Tra il 1919 e il 1920 prestò servizio all’Ispettorato sommergibili presso il Ministero della Marina, e dopo una breve permanenza a Pola, a La Spezia e a Taranto, andò nuovamente alla direzione delle costruzioni navali. Per la sua attività nel 1920 fu insignito della Medaglia d'oro di prima classe per i benemeriti in scienze navali e, successivamente, fu nominato membro "ad honorem" del Reale Istituto degli architetti navali d'Inghilterra. Nell’aprile 1922 lascia la Marina per continuare a lavorare come progettista e consulente presso i cantieri navali Franco Tosi di Taranto. Per costruire battelli in grado di raggiungere quote operative di 100 m (con grado sicurezza 3) Cavallini adottò uno scafo resistente a sezioni circolari attorno al quale applicò, per quasi tutta la lunghezza, due grosse controcarene contenenti l’acqua di zavorra e il combustibile: sarà il suo "marchio distintivo" denominato anche doppio scafo parziale. Primo battello realizzato secondo tale concezione fu il posamine Pietro Micca da lui progettato nel 1931, cui seguirono i due sommergibili oceanici classe Settembrini per la marina italiana, e i tre classe Salta (noti come "Tarantinos") per la marina argentina. Seguiranno altri battelli tra i cui i riusciti Brin e i batteli da trasporto classe "R". Ritiratosi a vita privata durante il corso della seconda guerra mondiale, si spense a Camaiore (Lucca) il 30 gennaio 1944. Questa la storia in breve, ma dietro alla parte ufficiale c'è molto altro. Grazie alla collaborazione con il canale youtube Italian Military Archives ho conosciuto il nipote dell'ing Cavallini e ho potuto visitare la casa dove si trasferi per gli ultimi anni della sua vita (da dove ancora collaborava con i cantieri Tosi) In questa bella tenuta in prossimità di Camaiore, in una località nota come "Cavallini" non a caso, il nipote Alessandro ci ha introdotto prima nella "sacrestia" dove conserva alcuni cimeli poi in una sala dove aveva approntato un paio di valigie da cui è emerso un tesoretto da far luccicare gli occhi tra disegni noti ma con la sua firma (non so perche ma il forum la pubblica a rovescio) Tra i tanti disegni interessantissimi, con idee spesso innovative, sono emersi anche diversi documenti tra cui un probabile concorrente del lanciafiamme Girosi o l'appllcazione al Fieramosca dell'apparecchio ML, ovvero lo snorkel italiano che Ferretti ha inventato primo al mondo Già questo la dice lunga su quanto trovato ma vi è un battello davvero particolare e per certi versi estremamente innovativo e credo che la mia espressione la dica lunga Chiudo, per ora, ringraziando di tutto cuore, anche a nome della base, Alessandro Cavallini che ci ha ospitato e Giulio Poggiaroni di Italian Military Archives Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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