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Cantiere di costruzione nave da trasporto Verbano, 1911


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Ho sistemato le due scialuppe da 7 metri a poppa. Mi prendo la responsabilità :-)  di fare le scialuppe grigio scuro con l'opera viva nera anche se dalla foto di Taranto sembrano più, a prima vista, di colore uniforme grigio scuro. Tuttavia la foto non è chiarissima, ci sono delle "ombrature" che accennano ad un'opera viva più scura, così nell'incertezza ho preso la decisione, così come per le due imbarcazioni a centro nave. Ho fatto i remi bianchi con mezza pala nera, ma potevano essere anche color legno o grigio scuro, eventualmente le ricoloro è solo un minuscolo dettaglio.
Nella foto una vista del diorama come apparirà alla fine dei lavori... :-)

 

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Ho anche sistemato in testa all'albero centrale un altro fanale bianco (si vede nelle foto anche se non è menzionato nelle relazioni). Ugualmente si vede, nella foto di taranto, sopra il fanale, un'asta sottile che porta una piccola fiamma (una bamndiera lunga e stretta): potrebbe essere un parafulmine, verificherò...

 

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Ho fatto una foto ad un dettaglio del primo albero ma è venuta sfuocata: immagino si veda comunque il buttafuori sotto il fanale, ce n'è un altro sul lato opposto, ho chiesto lumi a Valerio Gai perchè immaginavo fossero relativi alle antenne della radio ma non avevo incontrato in precedenza sistemazioni a "V" (intendo senza buttafuori a poppa) anche Valerio mi ha espresso i suoi dubbi salvo ricordare sistemazioni simili sui sommergibili, tuttavia a poppa non si vede niente del genere e quindi potrebbe effettivamente essere una sistemazione a V. Dalla foto di Taranto si vedono anche due fili che scendono verso la plancia.

 

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Il parafulmine in testa d'albero al centro.  Valerio Gai mi ha gentilmente fornito una nota scritta dal padre, l'amm. Franco gai, a proposito dei parafulmini. Un Atto del 1883 (Rivista marittima 1883, pg. 700) stabiliva che tutte le regie navi dovevano essere munite di parafulmine stabilendone le caratteristiche. Nonostante queste disposizioni fossero seguite scrupolosamente, Valerio mi rammenta che il 28 luglio 1896 la vecchia corazzata Roma, ormai adibita a deposito munizioni a La Spezia, fu colpita da un fulmine incendiandosi e fu poi affondata per prevenire esplosioni.

 

 

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Edited by marcellodandrea
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Grazie ancora per l'apprezzamento.

 

 

Andando avanti, ho fatti le due piccole gru a mancina situate sulla piattaforma a poppavia del castello. La base è composta in plastica, i bracci sono di filo di ottone.

L'idea di partenza è quella di coprire in buona parte la base con un telo così come figura nelle foto, ma insomma qualche dettaglio ho cercato di metterlo seguendo le foto di vecchie gru a vapore dei primi del secolo.

 

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La posizione dei bracci è convergente, sempre come da foto. Mancano tutti i vari cordami, li metterò in seguito. Sulla plancia si notano 4 salvagente a ciambella (filo di ottone) appesi all'esterno della battagliola del primo livello: il colore in foto è più scuro del telo paravento, che era in canapa già scura di suo, probabilmente si tratta di arancione scuro o rosso.
 

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Ricordo una volta di più che il "mare" è ancora semplicemente abbozzato, quello che si vede non è l'aspetto finale.

 

Infine dovrò occuparmi dei picchi di carico, intanto quelli semplici... poi cercheremo di dare una soluzione decorosa alle manovre del picco da 12 ton a centro nave 83a.gif

 

 

 

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  • 2 weeks later...

Ciao, grazie mille...

 

Ho rallentato un po' per vedere se riesco a trovare risposte al problema delle manovre dall'argano salpaancore al picco di carico da 12 ton a centro nave così come documentato dalla relazione maricost del 1909-1910. Ho scritto ad un sacco di gente, musei, pure l'arsenale di La Spezia, ma per ora non ho risposte. Se non si fa vivo nessuno entro la prossima settimana vado avanti per come sembra plausibile a me e cioè: due cavi, uno per il pescante e uno per l'amantiglio, essendo in acciaio entrambi da tamburi interni (e non dalla campana esterna come mostra il disegno) dell'argano salpaancore, uno per lato, ognuo passante su un rullo basso simil-avvolgicavo per scavallare il bordo del castello, fino ad un rinvio/bozzello a piè d'albero a centro nave...

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  • 2 weeks later...

Beh, rieccomi... dopo un bel po' di tempo e molte ricerche. Comunque alla fine qualcosa ho chiarito. Valerio Gai mi ha gentilmente fornito la relazione Maricost del 1909-1910 dove si parla del Verbano e delle sue caratteristiche tecniche, così come due manuali di nautica (A. Baistrocchi, Elementi di arte navale, Tirrena ed. 1942; A. Mengoli, Corso di costruzioni navali mercantili, Briano ed., 1939) e ha controllato anche gentilmente all'Ufficio Storico della Marina ma senza trovare niente di significativo sulla Verbano. Ho potuto consultare un altro manuale rivolgendomi direttamente all'Arsenale militare di La Spezia (dove ho conosciuto un modellista carrarmataro perché dice, di navi ne vede tutti i giorni...): F. Cafiero, Manuale del tecnico navale, Moderna ed. terza ediz. del 1957 (la prima è del 1927). Nell'archivio disegni dell'Arsenale di La Spezia non risulta niente relativo al Verbano, mi sono fatto l'idea perciò che la discreta modifica del castello sia stata fatta in Inghilterra su specifica italiana e non in un arsenale italiano (la relazione Maricost la presenta già nel 1909, appena comprata la nave).
Ho chiesto anche ad alcuni esperti modellisti navali e ad un noto storico navale (che però non cito perché non gli ho chiesto se lo potevo fare). In precedenza avevo fatto il giro dei musei (Spezia, Napoli, Venezia) e chiesto su diverse pagine di FB dedicate. Come immaginerete, tutto ciò perché non riuscivo ad arrivare alla risoluzione di un problema preciso.

Spiego: intanto mi sono fatto un minimo di infarinatura su come funzonavano verricelli e picchi di carico nelle navi mercantili che utilizzavano i sistemi a vapore. Ho imparato perciò che per questi pesi , da 3 ton e oltre, i cavi di manovra per gli amantigli (che alzavano e abbassavano il picchi) e i pescanti (quelli che agganciavano il carico e lo tiravano su materialmente), erano sempre in acciaio zincato (quindi per me grigio scuro nel modello)

Poi ho imparato che i cavi di acciaio partivano sempre invariabilmente dai tamburi interni dei verricelli, a vapore o elettrici che fossero. Le campane esterne dei verricelli servivano per manovrare con i cavi in corda (gli ostini per spostare lateralmente i picchi, oppure qualsiasi altra cosa).

Qui mi sono scontrato con una particolarità del Verbano, che ignoro se fosse presente anche su altre navi (il Verbano è stato costurito in Scozia, forse su navi inglesi dei primi del secolo usava così ma non ho trovato niente). In breve, relazione Maricost alla mano, le manovre del picco centrale da 12 tonnellate erano asservite all'argano salpaancore a prua. Nessuno di quelli a cui mi sono rivolto aveva mai visto una situazione del genere ma la relazione Maricost è univoca. Il disegno di arsenale del Verbano mostra chiaramente i cavi da un GROSSO rullo a sx dell'argano salpaancore che vanno a poppavia verso il picco a centronave.

All'inizio avevo preso il grosso rullo per una campana cilindrica (ce ne sono, altre sono troncoconiche) e non riuscivo a conciliare il fatto che due cavi di acciaio potessero partire da una campana. Pensavo che ci fossero dei tamburi adiacenti alle ruote delle catene interni all'argano. Poi alla fine CREDO di aver capito che quel GROSSO rullo (molto più grande di ogni altra campana del disegno) in realtà era un tamburo, evidentemente suddiviso in due sezioni sganciabili l'una dall'altra e manovrabili sepratamente, da cui partivano l'amantiglio e il pescante di acciaio del picco da 12 ton.

E' sicuramente così? non lo so proprio, ma tutti quelli che ho sentito lo reputano plausibile.In mancaza di prove ulteriori, lo metterò così sul modello.

Guardando il disegno della nave di profilo, si nota che i suddetti cavi devono avere per forza un sistema per scavallare il bordo del castello, altrimenti ci finiscono addosso e distruggono tutto. Quale era? Mistero, forse un rullo simil-avvolgicavi, oppure due pastecche che rinviavano a basso. Nessuno lo sa e dovrò trovare una soluzione plausibile, ci torno più avanti.

Ho chiarito poi che "l'oggetto misterioso" a forma di cerchio con altri minuscoli cerchietti interni davanti al verricello del trinchetto (si vede in una vista in pianta che ho messo qui qualche post indietro a pg. 2, proprio davanti al verricello del trinchetto): è quasi sicuramente una flangia orizzontale per le tubolature del vapore del verricello medesimo. La monterò con il relativo tubo a "L" che esce dal ponte e entra nella parte anteriore del verricello.

Sto ancora cercando, invece, per capire:
1) come erano stivati i ganci dei pescanti quando i picchi erano abbassati sui ponti, come nel modello (li ho fatti così perchè la nave è in navigazione e in tutte e tre le foto i picchi sono abbassati; ma poi in realtà lo sono sempre nei mercantili quando non vengono usati nei porti). Forse erano fissati sui ponti ma non lo so ancora.
2) come erano stivati gli ostini (cioè i bracci laterali che spostavano i picchi) in corda, sempre con i picchi abbassati: impossibile che fossero abbandonati più o meno laschi sui ponti, devo chiarire.

P.S. nelle navi da guerra tutte queste cose non ci sono, devo farmi un po' di conoscenze sui mercantili...

Per finire qualche foto di alcuni avanzamenti, ho montato i picchi abbassati con amantigli "lenti" (sono lenti in tutte le foto, i picchi erano assicurati ai ponti su apposite selle o simili) e pescanti, ma ancora senza ganci. Ho finito di attrezzare le scialuppe a poppa e messo un paio di manovre alle gru di mancina, anche qui senza i ganci  dei pescanti per ora (non ho ancora coperto con i teli le basi, come nelle foto). Vi ricordo che il mare NON è definitivo, sarà un po' diverso alla fine. Manca poi la goletta, la finirò dopo la nave.

 

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Marcello, io il tuo incredibile equipaggio lo ricordo!

Nel cantiere della Stella Polare, molti anni fa: figurini realistici, nonostante la scala minima!

Ricordo anche la tua apprensione perché volevi fare anche i cani da slitta, ancora più piccoli degli uomini, in quella scala!

 

Sei incredibile.

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La nave è sostanzialmente terminata. Mancano solo le antenne radio filari, in cima agli alberi, che metterò proprio alla fine del diorama per evitare rotture.

Vedendo monata la soluzione con due cavi dall'argano salpaancore al picco centrale, rinviati da pastecche sul bordo del castello, non posso fare a meno di pensare che fosse una situazione abbastanza precaria, ma sono costretto ad arrendermi di fronte al testo della relazione Maricost che dice proprio questo, cioè che il picco da 12 ton era servito dall'argano salpaancore. Mah...

Ora manca la goletta, poi il mare e anche lo scarico a mare dell'acqua delle caldaie della nave, infine l'aquipaggio e, appunto, le antenne radio filari della nave.

Nelle uniche due foto della nave sotto bandiera italiana, guardando con attenzione, si vedono chiaramente le sartie di ogni albero con relative griselle. Per metterle ho usato i residui di un foglio GMM del Titanic/Lusitania (quelle nere a dx) e un foglietto della Atlantic model che avevo comprato per cose del genere.

 

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Grazie, sono contento che l'idea piaccia ma come sempre vi invito a non esagerare.  Penso che comunque ogni modello dovrebbe essere fatto due volte (a me è capitato e ho sempre migliorato parecchio il risultato) perché la prima soffre di tutte le incertezze della ricerca e della costruzione successiva. Ma insomma, pur con le incertezze etc,  grazie, per una nave semisconosciuta scomparsa sotto le onde nel novembre 1918, pochi giorni dopo la fine della guerra

Edited by marcellodandrea
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Vedi, caro Marcello, ho letto la tua reazione ai nostri commenti, in cui ci inviti a non esagerare.

Bene, allora invece di “esagerare”, io mi concentro soltanto su un piccolo dettaglio, che però la dice lunga sulle tue attenzioni nella costruzione.


infatti, in uno dei post precedenti avevo visto la goletta installata provvisoriamente sulla basetta, ma non verticale e un po’ sbandata a sinistra.
Possibile una disattenzione del genere?

Ora però ci mostri le vele e io capisco tutto: mure a dritta, quindi lo sbandamento è coerente col vento!

La cosa è voluta, giusto?

:thumbsup:

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La leggera inclinazione a sx è voluta, sì, anche la nave ha un po' di rollio, serve a rendere più realistico il "mare", cerco di fare sempre un minimo di correlazione tra vento, onde, natanti, eventuali virate (non in questo caso) etc

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Ed ecco terminato il diorama. non ho messo i teli parasole a poppa perché non ho la più pallida idea di dove sistemare i candelieri e dove attaccare i cavi per sostenerli (salvo vedere dalla foto che non coprivano gli osteriggi dietro il fumaiolo). Ho messo invece i cavi del radiotelegrafo che scendono dalle antenne filari (appena davanti al terzo albero)  in basso (questo è quanto si vede dalle foto) ... fino ho immaginato al primo livello della plancia dove probabilmente stava la stanza del radiotelegrafista). Un po' di foto... e grazie a tutti di aver seguito il wip fino in fondo 🙂

 

 

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Ciao a tutti e auguri di buon Anno nuovo 🙂

 

 

Edited by marcellodandrea
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Meraviglia.

Marcello, sei stato bravissimo, come sempre.

Ora che vedo il modello finito posso finalmente apprezzare tutti i dettagli che prima non coglievo: le onde del mare, la spuma (anche quella della pompa!), le bandiere che sventolano, i tuoi realistici e minuscoli figurini, oltre all'estremo realismo di entrambe le imbarcazioni.

Ci ringrazi di aver seguito il Work In Progress, ma è stato un vero piacere veder nascere dal nulla un modello così curato e supportato da una completa ricerca storica.

 

Ora torno a rimirare le tue foto, per lustrarmi ancora un po' gli occhi.

Ma ti posso avanzare la solita, sfacciata richiesta? :biggrin:

Come forse ricorderai, io sono entusiasta delle tue foto in b/n seppiato. L'hai fatta anche stavolta, vero?

Dai, mostraci una "cartolina" d'epoca... 

:thumbsup:

 

 

p.s. e Buon Anno anche a te, naturalmente!

 

Edited by Ocean's One
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