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Cantiere di costruzione: ct Muavenet-i Milliye, 1915, autocostruz 1:350


marcellodandrea

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“Poi, con il permesso di Allah, li sconfissero. Dâvut (Davide) uccise Jalut (Golia), Dio gli diede sovranità e saggezza e gli insegnò molte cose che desiderava ". (Bakara suresi 251).

"(Davide) ...Prese invece il suo bastone, si scelse cinque lucidi ciottoli dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore e nella tasca; poi, con la sua fionda in mano, si avviò verso il Filisteo" (1Samuele, 17, 1-54).

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Nella notte tra il 12 ed il 13 maggio 1915, durante le operazioni franco-britanniche per la conquista di Gallipoli, il piccolo cacciatorpediniere Muavenet-i Milliye (74 mt di lunghezza e 765 ton di stazza) della marina turco-ottomana (ex torpedoboote S 165), attaccò e affondò con tre siluri la corazzata britannica HMS Goliath (131 mt per 13.141 ton), che stazionava in una baia all'estremità più occidentale dello stretto dei Dardanelli (Canakkale).

 

Il Muavenet effettuò l'attacco da solo, nell'oscurità della notte (secondo alcune fonti col favore della nebbia), costeggiando su fondali bassi la penisola a velocità ridottissima per non rendersi visibile con le scintille emesse dai fumaioli, con metà carico di carbone e petrolio e senza le scialuppe di salvataggio per ridurre il peso ed il pescaggio della nave, anche gli oblò verniciati di nero e armato solo di quattro siluri, tre nei lanciatori ed uno di riserva. L'equipaggio era in parte turco e in parte tedesco.

 

Il caccia effettuò l'ultimo avvicinamento per portarsi a ridosso della corazzata durante il cambio di turno dopo mezzanotte. Quando fu a breve distanza un bengala lo illuminò e dalla corazzata chiesero la parola d'ordine per tre volte. Erano le 01.15 del mattino. A circa 300 metri, il Muavenet lanciò tre siluri in rapida successione, centrando la corazzata in altrettanti punti lungo la fiancata.
 

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La Goliath affondò in pochi minuti trascinando con sé oltre 600 uomini di equipaggio. Mentre i cacciatorpediniere inglesi si precipitavano a soccorrere la nave e a cercare l'attaccante, il Muavenet scivolò via invertendo la rotta di 180 gradi e alle 02.00 del mattino raggiunse indenne il suo ancoraggio.
 

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Spero di aver reso, in breve, l'aura di "santità" (proprio così li chiamano: "santi") che circonda i marinai turchi e tedeschi che, a bordo del Muavenet-i Milliye, affondarono la Goliath. Le storie, più o meno vere o presunte, raccontate a proposito di quella vicenda, si ammantano di mistica e leggende varie, fino ai presagi sui nuovi "Davide" che armati solo di coraggio e poco più corrono ad abbattere i nuovi "Golia".

Chi vuole, e ha pazienza di tradurre con Google Chrome o coi traduttori i testi turchi, può facilmente rendersene conto da solo, per esempio leggendo questi documenti, oppure questi.

Un filmato (l'unico che esista, per quanto ne so) del Muavenet-i Milliye in navigazione di fronte al Bosforo, è a questo link di youtube.

La storia più completa di tutta l'operazione, con molte foto interessanti, è a questo link (sempre in turco).
 

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Una cartolina a colori illustrante un caccia della classe Muavenet-i Milliye (ma di solito celebrano quello, di 4 unità), è il seguente e vale anche per mostrare l'aspetto generale di queste navi meglio di quanto farebbero le poche foto in b/n d'epoca (che comunque vedremo in seguito).

 

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Il disegno di questa classe di navi (anche di queste parleremo in seguito) si trova, liberamente disponibile, su questo topic di un forum russo. Nel topic ci sono anche diverse foto interessanti di questa e di altre navi pariclasse.

 

 il Muavenet-i Milliye apparteneva ad un gruppo di 4 navi (che nella marina ottomana formarono una classe a sé stante) tutte provenienti dai cantieri navali Schichau-Werke di Elbing in Prussia orientale (oggi in Polonia).

La classe tedesca di provenienza era la S138 (65 navi, di cui 61 alla marina germanica), formata da battelli di varie dimensioni e diverse caratteristiche, compresi differenti apparati motore.

Le navi turche furono varate tutte nel 1908 e acquisite dalla marina ottomana nel 1909:

sigla tedesca:     nome turco:                          
S 165                 Muavenet-i Milliye
S 166                  Yadigar-i Millet
S 167                  Numune-i Hamiyet
S 168                  Gayret-i Vataniye


Nel caso delle navi turche, la propulsione era assicurata da 2 turbine a vapore. La velocità raggiungeva i 30-32 nodi. L'equipaggio era di 3 ufficiali e circa 80 uomini.

L'armamento (del Muavenet e del Gayret; sullo Yadigar, stando alle fotografie che ho [ma su una ho dei dubbi], mancavano i cannoncini da 37 mm; non ho foto, per il momento, del Numune sotto bandiera turca) era costituito da due cannoni da 88 mm SK L/35 sul castello di prua e all'estrema poppa, 2 cannoni da 37 mm a centro nave, 3 tubi lanciasiluri da 460 mm.

Un elenco completo di tutta la classe S138  si trova a questo link.

I cantieri tedeschi, a fine XIX secolo, erano diventati leader mondiali nella costruzione di naviglio leggero di questo tipo, torpediniere e cacciatorpediniere. Anche la Regia Marina italiana aveva acquisito, negli ultimi decenni del XIX secolo, 8 torpediniere appartenenti ad una classe "S" di cui solo una però, la 102 S, costruita nei cantieri Schichau di Elbing: si trattava comunque di unità diverse e più piccole, da non confondere con quelle di cui trattiamo qui. Ugualmente, ad esempio, i sei cacciatorpediniere della classe Lampo  (1899 - 1900) furono costruiti tutti nei cantieri Schichau.
 

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Una finestra su "Davide e Golia", con svariati passi del diario della missione scritto dall'ufficiale silurista tedesco imbarcato a bordo.

Un altro pdf abbastanza dettagliato sulla missione.

Un report piuttosto interessante (le prime due immagini della pagina) sulle associazioni che furono costituite in Turchia al fine di sovvenzionare la marina militare. Tra queste la "Osmanî Muavenet-i Milliye Cemiyeti" della Marina (19 luglio 1909-2 aprile 1919), per mezzo della quale furono acquistati molti cacciatorpediniere, compresi i 4 "Muavenet".


Le foto originali di questi 4 cacciatorpediniere in livrea turca sono oggettivamente poche e per la maggior parte hanno per soggetto il Muavenet: per fortuna, l'affondamento del Goliath lo ha reso improvvisamente famoso e perciò questa nave ha avuto un po' più attenzione, comprese alcune foto a bordo con l'equipaggio e altri personaggi che saranno senz'altro utili. Vedremo in seguito  il modo di identificarle stando al codice di segnalazione adottato dai turchi.

Non c'è, purtroppo, una "foto di riferimento" del Muavenet, a parte quelle prese a bordo, tutte le altre lo mostrano ad una certa distanza. Ci sono però diverse immagini molto chiare di queste navi nel 1908-1909, quando erano ancora sotto bandiera tedesca e a quelle farò riferimento, salvo diverse indicazioni.

Per fare un esempio, la foto qui sotto è  riportata come Muavenet (sono "tutti" Muavenet nei siti turchi ...), a volte come Yadigar. Ma dato l'aspetto generale delle costruzioni intorno, il colore nero della nave e l'albero di maestra (dietro) basso (in seguito sarà molto più alto), è una foto ripresa subito dopo il varo, nel 1908/09 in Germania. Queste navi erano nere in Germania. In Turchia, negli anni 1910-inizi 1915, furono ridipinte in grigio chiaro come le navi maggiori (così appare nelle foto b/n; in un forum inglese ho letto anche di un possibile color kaki...). Dal 1915 in poi, comunque, furono ridipinte in un colore scurissimo (sempre dalle foto) e l'albero di maestra (quello dietro) fu rialzato, rispetto a quello iniziale originale.

 

 

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Per finire questa lunga introduzione, per ora, alcune foto del modello iniziato. Lo scafo (lungo in scala 211 mm... o quasi) fatto con il mio solito sistema a strati sovrapposti di legno pressato.

 

 

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Prima le fiancate rivestite di plasticard...

 

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Poi il ponte di coperta. Il bordo tra ponte e fiancata, in queste navi, è arrotondato. Inserisco una strisciolina di milliput tra i due elementi e poi liscio fino ad ottenere il corretto bordo curvo.

 

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Lo stesso metodo applicato al castello.

 

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Per finire questi preliminari, lo scafo sostanzialmente completato e lisciato (con una passata di primer per verificare le eventuali imperfezioni) , con riportate a lapis le strutture principali.

 

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Un mio amico modellista, esperto del settore navale e con molte conoscenze in Germania mi ha fornito qui molti dettagli su alcuni particolari meno chiari del disegno che sto seguendo (disegno, per inciso, che ho sì trovato su un forum russo ma è tratto da una rivista di modellismo turca): questa immagine in particolare, tratta da un libro estremamente completo sulle torpediniere d'alto mare tedesche (Harald Fock: Schwarze Gesellen: Torpedoboote bis 1914, Koehler 1979):

 

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Il primo dubbio riguardava l'allestimento della sezione ai margini del castello, dove si trova la "cosa" indicata dalla freccia rossa. Il mio amico modellista mi spiega che si tratta di un volano a 6 raggi,, al centro del ponte, utilizzato per governare la nave con il timone di prora (che poteva essere abbassato all'occorrenza per ormeggiare in porto: si vede sotto la prua). Ai due lati c'erano due portelli arrotondati. Quello di sinistra (guardando verso proravia) serviva a far uscire il siluro, che veniva sollevato dal deposito, agganciato ad una rotaia sul soffitto del compartimento a livello della coperta, poi trasferito (freccia blu verso sinistra) fino al portello. Da lì veniva caricato su un carrello che scorreva sulle rotaie esterne e portato ai lanciasiluri.

 

Quindi il prossimo passo sarà di chiudere lo spazio sotto il castello e inserire questi dettagli. 🙂

 

Per ora è tutto. Ciao alla prossima. 🙂

 

 

 

Modificato da marcellodandrea
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  • 3 weeks later...

Due foto della paratia sotto il castello con i due portelli laterali (col primer sono quasi invisibili... e se poi diventa tutto grigio scuro / nero sarà ancora peggio, salvo che mi invento qualcosa per evidenziarli). Ma tenete presente che la paratia tutta intera è larga 16 mm. Sempre seguendo le preziose informazioni del mio amico modellista esperto di navi tedesche, i portelli veri erano larghi 85 cm, ed io ho trovato tra tutte le mie fotoincisioni questi due (provenienti da un vecchio set GMM della corazzata Yamato) che in scala sono esattamente di questa grandezza.

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La struttura centrale su cui sta la ruota del timone "di prua" è conica sia di profilo che frontalmente (qui è un tondino di plastica rastremato). La paratia sembra un po' interna, ma ho seguito le misure del disegno e la lunghezza della rotaia sul ponte, che finisce proprio lì (si intende decimo più, decimo meno).
 

Successivamente ho fatto gli oblò a prua. La fila inferiore è in corrispondenza degli alloggi degli equipaggi (gli oblò sono spostati molto in alto nelle pareti degli alloggi, sopra le cuccette e sono quasi a filo con il ponte di coperta (si veda l'ultimo disegno del post precedente).

 

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Ho poi cominciato a mettere le rotaie circolari dei lanciasiluri (listelli di plasticard): devo sistemarle prima di quelle rettilinee del carrello, a sinistra, perché le rotaie circolari passano sopra quelle lineari (presumo ci fosse un sistema per sollevarle, per far passare il carrello).   In questa foto di dettaglio proprio del Muavenet (una delle tante foto celebrative fatte dopo il siluramento del Goliath) si vede abbastanza bene.
 

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Immagino che ci fossero delle cerniere all'interno che permettevano di alzare tutta la parte esterna e permettere il passaggio del carrello portasiluri. Comunque sul modello questo dettaglio sarebbe invisibile e quindi passo oltre... 🙂 

 

Ho ritracciato i cerchi delle rotaie circolari a compasso ovviamente. Si noti che le prime due rotaie circolari si trovano al di sopra di quelle rettilinee sul fianco sinistro della nave (l'ultima no, perché le rotaie diritte finiscono prima).
 

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Seguono le rotaie diritte del carrello, ottenute riciclando, anche qui, alcuni resti del foglio GMM della Yamato (qui le rotaie di poppa per gli idrovolanti). A poppa ho cominciato a mettere anche i paraeliche.

 

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Lungo le fiancate della nave, al bordo inferiore del settore curvo laterale, corre una sorta di cordone metallico di rinforzo (forse una saldatura tra le murate e i ponti) che ho replicato con semplice sprue stirato.

 

L'anello sul tagliamare (la strisciolina bianca) è carta indurita con attack. Non avevo niente altro di abbastanza sottile. Dovrò forarlo con il trapanino a mano se è il caso, ma è davvero minuscolo.

 

 

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Per ora è tutto. Nel prossimo post parlerò di un problemino che è sorto relativo al castello e che forse dovrò correggere. 🙂

 

 

 

 

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  • 1 month later...
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Per simulare le lamiere sovrapposte sulle fiancate ho usato semplicemente due altre mani di primer, mascherando con nastro adesivo in carta.

 

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Ecco qui il risultato, a parte qualche lisciatura che devo fare. Ho sistemato anche il paraonde, che ho dovuto scomporre in 4 pezzi a causa della sua forma un po' serpentina. A prua ho messo i passacavi chiusi.

 

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Ho fatto i due compartimenti laterali del blocco della plancia. Il numero di porte presenti (vecchie fotoincisioni rimaste del foglio GMM per la Yamato) è quello riportato sui piani in visione in pianta, di cui dobbiamo fidarci qui perché è impossibile vedere alcunché là sotto tramite le foto disponibili. Si tratta di blocchettini di resina ricavati da materozze di vecchi figurini, che conservavo apposta per lavori del genere (la resina si lavora bene), rivestite di plasticard. La parete esterna dei compartimenti ha il profilo curvo sia verso prora che verso poppa, a differenza di quanto riportano i disegni (dove la parete a proravia è diritta e verticale). Nei compartimenti laterali c'erano le latrine, per gli ufficiali e per l'equipaggio. Il radiotelegrafista probabilmente era nel compartimento proprio sotto il ponte di comando, al centro, davanti alla cucina.

Ho sistemato anche la mastretta al termine del castello, questa in plasticard sottilissimo.

 

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Ho stuccato la parete laterale dei compartimenti per raccordarla alla parte curva laterale della coperta.

 

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Con lo stesso sistema della resina rivestita in plastica ho fatto anche la tuga di poppa. Non avevo però portelli con oblò, così ho dovuto farli in plasticard sottile. Cerniere e maniglie sono così minuscole che sarà più semplice dipingerle. Ovviamente sistemerò le battagliole a suo tempo, ma qui sorgerà un problema: come si accedeva alla plancetta sopra la tuga ? Lì c'era la bussola e si vedono foto con uomini sopra. Ma non c'è traccia di scalette, nei disegni o nelle foto...

 

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En passant, inserisco questo schema a cui ho aggiunto i colori, indica i codici di identificazione sui fumaioli delle 4 navi turche:

 

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Il Muavenet è quello che ci interessa e, nel 1915, portava una sola fascia gialla sul fumaiolo anteriore. Tenete presente che nello schema il colore generale dello scafo relativo alla prima colonna (1912-1915) è grigio (oppure kaki? non si sa bene) chiaro, per le altre due colonne è grigio scurissimo (o forse più probabilmente nero).

 

Andando avanti con la "decifrazione" delle foto storiche, emergono alcuni problemi che vanno chiariti. Soprattutto a causa del fatto che nel disegno in mio possesso ci sono un certo numero di dettagli che non tornano con le foto. Qui sotto una parte del disegno della rivista turca.

 

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In questo caso devo mettere le foto per intero. Ma per evitare problemi di copyright inserisco una linea bianca diagonale sulla foto per modificarla. Inoltre ci sono tutte le frecce colorate e i numeri che ho messo io. A numero uguale corrisponde il medesimo dettaglio.

 

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1 - Foto del Muavenet (dicono tutte le didascalie) subito dopo il siluramento del Goliath, celebrativa di nave ed equipaggio.
Il colore è molto scuro/nero, sul fumaiolo (2) c'è una sola fascia chiara: stando allo schema, è il Muavenet nel 1915 e la fascia è gialla.
Si noti: il bordo curvo della parete esterna del compartimento sx di plancia verso prora (1 - nel disegno quel bordo è verticale) ; la struttura traforata (3) sulla nave alle spalle; l'unico osteriggio centrale (4) all'interno della rotaia circolare del lanciasiluri (nel disegno ce ne sono due separati); la mancanza di passi uomo (5) o altri boccaporti (nel disegno ce ne sono tre); un boccaporto per carbonare (6) in posizione leggermente anteriore alle rotaie circolari; il trincarino (7) alla traforatura del quale i marinai si agganciavano quando operavano sul ponte in alto mare. Interessanti i salvagente a ciambella (credo di colore rosso o arancio) sulle ali di plancia e il rivestimento delle battagliole in canapa grossa.

 

 

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2 - foto del Muavenet nella stessa occasione. Lo è sicuramente, data la presenza sul retro della medesima nave, si noti la stessa struttura traforata (3). I dettagli 4 e 5 sono identici. Il lanciasiluri è in posizione neutra verso prora e si possono osservare i meccanismi dentati per la rotazione. Dettagli nuovi sono la manica a vento (9) con le masserizie sul ponte davanti, si noti anche appena accennata la curvatura della stessa (10). A sx della manica a vento un altro passo uomo (8) aperto. Sul ponte a sx delle rotaie circolari un'altra apertura circolare (11).

 

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3 - Altra foto nella medesima posizione e nello stesso momento. La nave dietro è sempre la stessa (dettaglio 3). Ugualmente identici sono i dettagli 4, 5, 8 (si notano le funi interne per la chiusura rapida del boccaporto), 9 (qui si vede meglio che è la manica a vento)  e 11. In primo piano il trincarino traforato. Le stesse masserizie sul ponte davanti alla manica a vento.

 

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4 - qui la faccenda si complica. Secondo la didascalia è sempre il Muavenet con l'ennesima foto celebrativa, in questo caso dell'ufficiale tedesco addetto ai siluri durante la missione. La posizione è diversa, si tratta del terzo lanciasiluri (ls)  a poppa. La prora è verso destra e si vede il secondo lanciasiluri (ls) e poi il secondo fumaiolo. Tuttavia non sono affatto sicuro che si tratti del Muavenet, anche se dovrebbe essere un caccia del medesimo tipo. Il problema è che non tornano le fasce colorate sui fumaioli (si noti che ci sono fasce colorate solo sul primo fumaiolo, il secondo è senza fasce). La fascia di questa nave è in fondo a destra (2) e sembra grigio chiaro (giallo?), ma sopra si direbbe che ce ne sia un'altra più scura. La nave dietro è un caccia identico, con una bella fascia molto chiara (bianca?) sul primo fumaiolo. La nave ancora dietro ha una fascia grigio medio (rossa?) e dovrebbe essere il Numune. Il colore di tutte le navi è scuro e dovremmo essere perciò oltre i primi del 1915: date le decorazioni degli uomini, dopo l'affondamento del Goliath (13 maggio 1915). Nel maggio-giugno 1915 però non dovrebbe esserci proprio un battello con una fascia bianca sul primo fumaiolo e questo mi lascia appunto il dubbio su quale delle due sia il Muavenet . Però, succede sempre in tutte le marine che il cambio dei colori e riverniciature varie non siano certo contemporanei nelle navi. Una possibile spiegazione è che il primo sia il Muavenet (fascia gialla), il secondo il Gayret (fascia bianca ancora come prima del 1915), il terzo il Numune (fascia rossa). Ma sono solo ipotesi e qui, appunto, non possiamo essere sicuri di come stiano realmente le cose.

 

Se confrontiamo col disegno turco (che secondo l'autore è riferito al 1910) vediamo che succede:

La zona azzurra è quella delle foto 1,2,3 - la zona gialla quella della foto 4

 

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I dettagli del disegno vanno tutti bene (a parte il bordo anteriore del compartimento basso della plancia (1) che qui nel disegno è diritto), ma all'interno delle rotaie circolari del primo lanciasiluri (foto 1,2,3) mancano i dettagli segnati in rosso, e i due osteriggi in realtà sono riuniti in un unico osteriggio sulla mezzeria. Dietro, sul terzo lanciasiluri (foto 4) i dettagli che si vedono vanno bene, quelle minuscole maniche a vento sono prese d'aria montate a terra e durante il carbonamento e si vedono anche nella foto 4 in primo piano. L'osteriggio interno alle rotaie è unico (o meglio, sono due accoppiati al centro).
Dunque questi, a prima vista, sembrano errori del disegno. Ovviamente da correggere.

 

Completo qui questa parte esplicativa, anche per mostrare un po' come procedo per quanto possibile, con una foto da sopra di un caccia del medesimo tipo presa in Prussia or. nel 1909. Fa parte di una serie di alcune foto riferite ai battelli S166 e S167 prima di essere trasferiti in Turchia. La foto è la medesima riportata all'inizio della discussione, qui con qualche indicazione in più.

 

(S 166, poi Yadigar 1909)

 

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La freccia rossa indica un boccaporto sul lato destro del primo lanciasiluri. Le frecce verdi con il numero 4 indicano il medesimo dettaglio 4 delle foto precedenti, cioè i due osteriggi accoppiati al centro davanti al lanciasiluri. Stando a questa immagine, su tutti e tre i lanciasiluri c'erano due osteriggi accoppiati al centro, e non osteriggi separati ai lati come nel disegno.

 

Ho segnato anche le due scialuppe (freccia gialla). La loro disposizione è discriminante per capire se una foto è diritta o ribaltata (succede con le vecchie lastre). L'imbarcazione più grande sta a dx, quella più piccola alzata sul fianco a sx, più o meno come la posizione delle  due grosse maniche a vento davanti al secondo fumaiolo: la più grossa delle due sta sempre, nelle foto delle navi turche, a sx come nella foto sopra dello S166 e NON a dx come si vede anche nel ritaglio del disegno qui sopra. L'unica foto che possiedo dove la manica a vento più grande si trova a destra è una cartolina celebrativa del Muavenet (sempre che sia davvero il Muavenet... ), ma la scialuppa piccola sollevata si trova a dx e quindi la foto è ribaltata (ho trovato anche la foto originale, diritta).

 

Ecco, questi sono alcuni problemi a cui mi trovo a dover dare risposta. In effetti un'idea ce l'ho del motivo di queste differenze, ma la vediamo per esteso più avanti.

 

 

Ho messo i vari boccaporti laterali lungo tutto lo scafo, sia i passi uomo (con le cerniere di sprue stirato) sia le prese d'aria. Ogni cerchietto è ricavato da tondini di plastica, tagliati e poi spianati con carta abrasiva (tutti assieme, fissati su nastro biadesivo)

 

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Lungo la fiancata corre il trincarino traforato, come abbiamo visto nelle foto sopra. La sua altezza, tuttavia, è di ca. 20 cm, che in scala 350 fa 57 decimi di millimetro. Troppo poco per farlo così come era. Mi sono limitato perciò a simularlo con sprue filato a caldo lungo i bordi di tutti i ponti. Nella stessa posizione, più o meno, ci vanno anche le battagliole, per cui poi alla fine si vedrà poco.

Sulla prua, in corrispondenza delle ancore (i triangoli segnati a lapis) il trincarino dovrà essere tolto per fare posto alle attrezzature per l'ancora (ma era utile montarlo tutto unito, per mantenere l'allineamento).
 

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La nave aveva due coppie di grosse bitte a poppa e altrettante a prua, per i cavi di ormeggio (ma non ho ancora visto dove stanno i relativi passacavi...). Ho utilizzato dei tondini in plastica di dimensione adeguata; una volta asciutti e incollati, ho realizzato le teste schiacciate a caldo e poi ho ripulito con carta abrasiva. Le bitte non sono esattamente verticali rispetto alla nave, in quella posizione il ponte è leggermente curvo, anche a prua.
 

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La prua più dettagliata. Ho aggiunto il verricello doppio centrale, gli scivoli delle ancore, molti fori di areazione, due scatolati dietro il paraonde che non so che funzione avessero (forse il più grande era una riserva di munizioni per il cannone). I due cilindretti all'estremità posteriore del castello sono asimmetrici, quello di sx è più distante dalla mezzeria e purtroppo ignoro la loro funzione.

 

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Le linee rosse qui sotto corrispondono all'andamento di due cavi che, probabilmente, servivano a movimentare le ancore. I cavi uscivano da un pozzo (quello a dx), scorrevano verso prua su un terzetto di bitte e, cambiando direzione (lì accanto al verricello doppio), andavano fino a prua. Date le foto, sospetto che passassero dai fori proprio a prua che io interpretavo come passacavi chiusi (ma allora sarebbero occhi di cubia) e da lì tornassero indietro, i cavi stessi oppure due pezzi terminali di catena come ugualmente si vede in alcune foto, fino alle ancore. L'ipotesi è che la gruetta, che devo ancora fare (e data la delicatezza metterò alla fine) forse servisse a sollevare le ancore e riportarle in posto sugli scivoli (anche se sembra delicatina...).

 

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Si noti le catene delle ancore in questo ritaglio di foto della V 180.

 

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Ho utilizzato un altro pezzettino di materozza in resina per il compartimento centrale inferiore sotto la plancia, qui rivestito di plastica e montato. Il compartimento dovrebbe contenere la cucina. Nel disegno (si confronti sopra) compare un rettangolo con 6 cerchietti simile a prima vista ad una serie di osteriggi, solo più grandi. Ho chiesto lumi, tramite Bussolino (presente anche su questo forum), ai suoi amici modellisti tedeschi e mi dicono che si tratta dei fornelli di una cucina, appunto.
 

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Per ora è tutto. Sistemerò poi i fumaioli , che sono leggermente diversi: il primo è poco più lungo per chiglia: in pratica è oblungo, probabilmente per alloggiare, davanti ma all'interno del fumaiolo stesso, il camino della cucina.

 

ciao e buona Pasqua a tutti  🙂

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Ho fatto il timone a poppa. Il disegno qui sotto mostra alcuni dettagli, come la piattaforma sopra la barra del timone (freccia verde, che nel disegno è aperta sui lati e intera sopra), e poi i dettagli n. 9 (la timoneria ausiliaria di poppa, dove arrivano i cavi che, scorrendo a lato, vanno al n. 11 e poi, tramite catene, fino alla barra del timone. I rettangolini con le "x" n. 10 sono scatolati.

 

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Seguendo il disegno ho fatto questo, con la barra spostata a sinistra per una virata verso destra. In realtà poi lì sotto non si vede niente, era solo per provare.

 

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Ecco la situazione nella foto della S 166 a Pillau nel 1909, che in pratica sta diventando la mia foto di riferimento. Ingrandite la foto e si noterà (da sinistra a destra) che: 1) la piattaforma è suddivisa in numerosi pezzi di paiolato smontabili ed è parzialmente chiusa ai lati (e lo è davanti: questo ho potuto vedere in altre foto); 2) i "cavi" posteriori sono grosse catene (attenti a non confonderle con il trincarino traforato, che si vede a poppa); 3) dal livello della coppia di bitte in poi proseguono dentro grossi tubi metallici e arrivano alla timoneria

 

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Adesso ho cominciato a pensare ai fumaioli. Il primo, anteriore, è leggermente più grande in senso anteroposteriore, per chiglia. Sul davanti, infatti, contiene il camino della cucina (che si trova sotto la plancia). Il camino in alcune foto è più basso, il altre è molto più alto, come se fosse possibile alzarlo o abbassarlo (pura ipotesi).

 

(dettaglio della S166, poi Yadigar-i Millyet, a Pillau, 1909))

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(forse Yadigar-i Millyet, 1911-12 circa ; si noti il colore grigio - o forse kaki - chiaro delle torpediniere turche prima della guerra mondiale)

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Nel frattempo ecco la piattaforma sopra il timone. Non ho assolutamente una retina così fitta da simulare il paiolato a questa scala, mi limiterò a dipingere le varie parti in cui è suddiviso.

 

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Ho poi cominciato a fare i fumaioli. Date le lievi differenze tra i due, ho usato il solito sistema con la carta arrotolata ad un tondino, indurita con attack e poi lisciata. Per il fumaiolo anteriore (più spesso per chiglia)  ho inspessito un bordo con due striscioline ulteriori di carta prima di rivestire. Sul ponte a poppa ho aggiunto due portelli coperti (frecce rosse).

 

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Il fumaiolo posteriore sulla sua base. L'inclinazione dei due fumaioli è regolata con una dima. Il bordo superiore è fatto con un filo di sprue stirato.
 

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Per fare le basi slargate non ho trovato niente di meglio che modellarle con il milliput su una basetta di plastica, come nella foto sopra. Al fumaiolo anteriore ho aggiunto la "mensola" anteriore dove alloggia il camino della cucina.

Qui i fumaioli sono appoggiati al ponte.

 

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Ho provato con Photoshop a "spostare" un fumaiolo sopra l'altro per controllare l'inclinazione, che è sostanzialmente identica.

 

Se poi si fotografa con una angolazione diversa, le inclinazioni dei fumaioli sembrano diverse, ma è solo un effetto ottico. Ho compartimentato i due fumaioli con una paratia trasversale, seguendo la suddivisione relativa alle due caldaie presenti per ognuno.
 

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L'attrezzatura sulla sinistra del primo fumaiolo è un segnalatore acustico per la nebbia. Nella foto qui sotto (del Muavenet), la sirena a vapore è indicata con freccia gialla; il "fischietto" (sempre a vapore) con freccia rossa e anche la tubatura del vapore al di sotto. Si notano i cavi per manovrare l'apertura del vapore, che scendono verso la battagliola della plancia.

 

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Sono poi passato al ponte di comando, ma ho lasciato perdere quasi subito l'idea di fare la parte anteriore in acetato (per via delle finestrature) , perché continuava a sporcarsi qualunque cosa facessi. Così sono tornato al solito sistema di simulare le finestre con decals o pittura. D'altra parte sono abbastanza minuscole. Ho fatto tutto in plasticard.

 

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Una foto del ponte di comando. Manca il timone ma lo metto prima di chiudere.  Avevo ordinato diverso tempo fa un foglietto di ruote di timone in 1/350, ma ci vorrà tempo prima che arrivi, e comunque probabilmente qui non sarebbe stato necessario. 

La struttura dietro va rifilata in alto (l'inclinazione posteriore invece va bene, è la parte adiacente al fumaiolo). Si notano il telegrafo di macchina. il blocco che sostiene il timone, la bussola anteriore e i tubi portavoce ai lati.

 

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Il ponte di comando più o meno finito e in posizione, con gli alloggiamenti per le luci laterali.

 

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Ho aggiunto le tre bitte nel percorso dei cavi che manovrano le ancore.

 

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e infine ho modificato il profilo sul lato sinistro della tuga di poppa, che nelle navi turche è, ora posso dire tipicamente,  arrotondato.

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Quest'ultima cosa necessita di un chiarimento generale sull'aspetto della serie di 4 navi cedute alla Turchia, lo metterò con calma nel prossimo post in modo da fare una trattazione organica di tutta la questione.

 

ciao alla prossima 🙂

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E ora veniamo alla questione che dicevo prima,  le differenze tra le navi turche (come il Muavenet) e quelle tedesche.

 

Intanto comincio ad esporre il problema, che è un po' lunghetto, quindi continuerò in post successivi se è necessario. Ci ho messo un po' a definire la cosa, perché all'inizio pensavo ad errori dei disegni e basta.


Facciamo il punto.  Nel 1909 la Germania costruì e subito cedette alla marina turca le 4 torpediniere S165,166,167,168 (S per “cantieri Schichau”, in Prussia orientale). Poco dopo, nel 1910, la Germania costruì altre 4 torpediniere per la propria marina denominandole ugualmente S165-168 a sostituzione delle prime quattro. Non so perché furono assegnati gli stessi codici,  ma insomma questo ha creato confusione nell'identificazione tra i due lotti di navi.

 

Per aumentare la confusione, la propaganda ci ha messo del suo. La scritta qui sotto dice in sintesi: "S165 poi Muavenet... che nel maggio 1915 ha affondato ai Dardanelli la HMS Goliath etc. ".

 

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Ho avuto di recente una versione ad alta definizione di questa foto e si tratta certamente della S 165 (si vede molto bene il codice piccolo a prua), MA non è la nave della prima serie ceduta ai turchi (cioè non è il Muavenet) e NON è neppure la versione originaria della nave della seconda serie rimasta ai tedeschi. Si tratta in effetti della S 165 ricostruita durante la guerra mondiale con modifiche importanti, tra cui l'innalzamento del ponte di comando e del primo fumaiolo (tanto che a prima vista l'avevo presa per una nave diversa, la S65).


Fatto questo preambolo, non sto a farvi tutta la storia dei miei ragionamenti, ma vengo alle conclusioni (che ho via via condiviso con Reiner, Ingo e Wolfgang, ottimi modellisti tedeschi che fanno modelli dinamici a grande scala e sono abbastanza forniti di piani originali delle navi - e che mi hanno aiutato con le loro opinioni a chiarire le cose; molto bello anche il forum dove si "riuniscono", https://www.arbeitskreis-historischer-schiffbau.de/ ).
 
Allora, come ho anticipato, secondo me il primo lotto di 4 navi siglate S165-168 e cedute alla Turchia NON era identico al secondo lotto (sempre S165-168) rimasto in Germania. Questa può sembrare una affermazione banale (lo so anche io che le navi "gemelle" non esistono...) ma è una questione mai definita prima e che ha portato  fin'ora a riprodurre una nave (il Muavenet-i MIlliye) con alcune fattezze che non le sono proprie (con l'aspetto delle navi tedesche e non turche), e quindi tanto vale puntualizzarle.
 
Intanto i disegni. Quello tratto dai disegni originali si trova nel libro di Harald Fock: Schwarze Gesellen vol. 2  Zerstörer bis 1914, Koehler Verlag 1981.

Fock era capitano di fregata e insegnava alla "Deutsche Marineschule Flensburg-Mürwik"; purtroppo è deceduto nel 2015 per quanto ne so... (altrimenti sarebbe stato facile chiarire tutti questi punti).

 

Quello che ho trovato io inizialmente, qui sotto,  riferito al Muavenet, è ripreso – con qualche errore ed omissione , manca ad esempio tutto lo spaccato interno – dal libro precedente.

 

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Nel libro di Fock NON si parla di differenze tra le navi vendute alla Turchia e quelle rimaste in Germania, e di conseguenza non è specificato (altro elemento di confusione)  a quali navi si riferisca il disegno originale.

 

Ho ricevuto nel frattempo anche alcune parti di un ulteriore disegno originale di cantiere, quello delle modifiche effettuate sulle navi tedesche durante la guerra (come dicevo sopra a proposito della cartolina propagandistica della S 165: innalzamento del ponte di comando, del fumaiolo etc.); modifiche a parte è uguale per il resto, quindi ho dato per acquisito che il libro di Fock illustrasse senz'altro l'aspetto delle navi del secondo lotto, rimaste in Germania.

 

 

Tutte le foto di modelli che ho visto, in Germania o in Turchia, in realtà rappresentano tutti la medesima nave (mi viene da pensare: all’insaputa dei modellisti), appunto quella a cui si riferiscono i disegni originali, cioè la versione tedesca.
 
Ora non esistono, purtroppo, foto di navi tedesche del secondo lotto dove si possano osservare chiaramente TUTTI (alcuni sì) i dettagli a cui mi riferisco: sono perciò costretto a considerare i disegni di cantiere come rappresentativi delle navi tedesche, ma comunque con il sostegno di alcune foto.

 

Ma esistono, per fortuna, molte foto di navi già sotto bandiera turca (del primo lotto)  ed una piccola serie, però importante, di foto di navi sempre del primo lotto ripresa a Pillau nel 1909, prima della loro consegna alla Turchia, dove questi dettagli sono abbastanza visibili e chiari. 

 

Ora è tardi. Nel prossimo post farò un elenco dei dettagli diversi con disegni e foto a dimostrazione.

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I dettagli esterni diversi tra le navi della prima serie S 165-168 venduta alla Turchia e quelle della seconda serie S 165-168 rimaste alla Germania sono i seguenti, per quanto posso ovviamente capire dai disegni di cantiere (relativi, ripeto,  a mio giudizio solo alla seconda serie costruttiva) e foto:

 

1) scala inclinata di accesso al castello di prua sul lato sinistro della nave ( e non a destra come nei piani di cantiere)

 

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La scaletta è (una volta tanto...) perfettamente visibile nella foto celebrativa dell'equipaggio del Muavenet dopo l'affondamento del Goliath nel 1915 (la foto NON è ribaltata, la sirena per la nebbia compare sul fumaiolo correttamente sul lato sinistro):

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 La scaletta si vede anche (con qualche difficoltà, va dedotta dai dettagli visibili ma il corrimano inclinato è chiaro) ingrandendo la foto dello S 167 prima serie (poi Numune) a Pillau nel 1909

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Ignoro il motivo del cambiamento (da sinistra a destra) nella seconda serie, ma a sinistra c'è il portello per il trasporto dei siluri e forse volevano evitare intralci.

 

2) assenza della sbarra di rinforzo orizzontale tra ponte di comando e bordo del castello di prua (presente nelle navi tedesche).

S 166 prima serie  (poi Yadigar) alle prove in mare

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S 166 della seconda serie tedesca (le navi inquadrate nella flotta tedesca hannoi codici numerici grandi sulla fiancata).

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Continuo più tardi 🙂

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3) molte disposizioni diverse sul ponte di coperta come segue:

 

(per le lettere confronta l'elenco più avanti -   credo sia più semplice ed economico riunire qui in un unico punto relativo, tutto, al ponte di coperta - inoltre molti dettagli sono visibili tutti assieme in un'unica foto)

 

 

(prua a destra)

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3/a) due osteriggi riuniti sulla mezzeria di tutte e tre le piazzole dei lanciasiluri (nelle navi tedesche solo sul terzo)

3/b) oblò degli osteriggi allineati (nelle navi tedesche disposti a triangolo)

3/c, d, e, g, h) diverse disposizioni di alcuni boccaporti e areatori

3/f) manica a vento più grande a centro nave a sinistra (nelle navi tedesche a destra)

 

 

La foto della S 166 prima serie (poi Yadigar) a Pillau nel 1909 mostra molti dei dettagli elencati sopra.

 

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Gli osteriggi riuniti sulla mezzeria si vedono (guardando con attenzione) anche nella foto dell' S 167 prima serie (poi Numune) a Pillau nel 1909

 

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e infine sono chiari sulle foto celebrative dell'equipaggio del Muavenet nel 1915 (si noti l'assenza di boccaporti "e")

 

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In questa foto, che mostra lo stesso lanciasiluri di quella precedente, si vede bene anche  la disposizione allineata degli oblò degli osteriggi (dettaglio "b" del disegno precedente)

 

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Le maniche a vento più grandi a sinistra nelle navi turche ("f") sono evidenti in tutte le foto, sia quelle prese a Pillau prima della consegna (come le due in alto), sia quelle posteriori, sotto bandiera turca. Ad esempio (non sto a metterle tutte):

 

Muavenet nel 1913-14, ancora in colorazione chiara

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Muavenet e Yadigar nel 1915 a Istinye

 

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Gayret nel 1916 (stando alla didascalia da forum russo)

 

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C'è una sola immagine di navi turche, che io sappia,  dove la manica a vento grande si trova a destra, ma è RIBALTATA. In questa cartolina celebrativa del Muavenet si noti la sirena della nebbia erroneamente sul lato destro del fumaiolo e la scialuppa piccola posta in verticale ugualmente sul lato destro, mentre in realtà si trovano entrambe a sinistra. Essendo ribaltata, anche la manica a vento grande compare a destra.

 

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Nelle navi tedesche, di contro, la manica a vento grande è sempre a destra.

 

(S 166 seconda serie)

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(S 168 seconda serie, nel canale di Kiel)

 

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4)  bordo posteriore sinistro della tuga di poppa arrotondato ???  (nelle navi tedesche angolato); si noti i tre oblò allineati anche negli osteriggi di poppa (dettaglio "b")

 

Questa è l'unica foto dove si vede questo dettaglio e sembrerebbe abbastanza chiaro. Ma confesso che, pur avendolo fatto nel modellino, sono perplesso.

 

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In questa foto dei Bundesarchiv, una stampa diversa da quella utilizzata qui sopra, c'è qualcosa di strano

 

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a forte ingrandimento l'effetto "arrotondato" scompare e si vedono invece quelli che sembrano gli angoli del ponte in basso e della battagliola in alto.

 

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Sono incerto, e per quanto abbia fatto il bordo sinistro arrotondato, ammetto che a mio parere c'è una probabilità che possa trattarsi di un effetto ottico

 

 

Per le navi tedesche, ho soltanto l'evidenza dei disegni di cantiere:

 

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Ecco, questo è tutto al momento.

 

E adesso procediamo con la nave. Non tutto è chiaro. La questione delle scalette di accesso alla piattaforma del proiettore e alla tuga di poppa, per esempio, ancora non è risolta. E poi bisognerà vedere quale alberatura fare, perché cambia in funzione degli anni (e della disponibilità della radio).

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  • 3 weeks later...

Ho una precisazione da fare in merito al dettaglio n. 2 (vedi sopra: assenza della sbarra di rinforzo tra ponte di comando e castello di prua).

 

S166 tedesca

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S166 turca (Yadigar-i Millet)

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Uno dei modellisti tedeschi con cui sono in contatto mi dice che, dopo aver confrontato molte foto, è giunto alla conclusione che non si tratta di una sbarra di rinforzo (perché sarebbe troppo debole), bensì di un sostegno per un tubo portavoce dalla plancia al cannone anteriore. Sembra che in alcune foto, che però io non ho visto, il tubo penzoli liberamente dalla plancia al castello, senza sbarra di sostegno rigida. Se ne può vedere un esempio nella foto qui sotto, della torpediniera S 33.

 

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L'assenza della sbarra rigida era visibile solo in una foto delle navi turche, in effetti l'unica foto dove si vede quella parte chiaramente. Stando così le cose, è possibile che il tubo sia stato montato successivamente e fosse presente anche nei battelli turchi, data l'ovvia necessità di comunicare con il cannone anteriore.

 

 

PS -  a proposito, ho chiesto ad una conoscente di tradurmi cortesemente le scritte sotto le molte foto che ho di queste navi e degli equipaggi con le didascalie arabe d'epoca. Io pensavo che la lingua fosse turco, per quanto scritto in arabo (l'alfabeto arabo fu abbandonato dopo la rivoluzione di Ataturk). Invece, dice lei, la lingua in cui sono scritte le didascalie è persiano; secondo lei era normale. Nel caso della foto qui sopra non dice niente di speciale, semplicemente che il caccia "Memoria della Nazione" (cioè lo Yadigar-i Millet) sta facendo le prove iniziali di velocità.

 

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Qualche aggiornamento sul modello:

 

Il camino della cucina, con la copertura che mi sembra di intuire dalla foto di riferimento. Ogni altra foto che ho è meno chiara...  Davanti c'è una manica a vento che qui è solo appoggiata, altrimenti non posso dipingere in quella zona (le maniche a vento sono tondini di plastica piegati a caldo e poi rifiniti).

 

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Nelle maniche a vento di centro nave ho sistemato quella indicata dalla freccia, e la presa d'aria proprio davanti, sul lato destro degli osteriggi. Nel disegno originale sono a sinistra, ma sempre dalla foto di riferimento mi sembrano decisamente a destra.

 

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Ho sistemato poi le due paratie laterali alla plancia.

 

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Ho messo poi intorno ai fumaioli una serie di contenitori (dalle foto direi non rigidi)  per le cinture di salvataggio. Sul disegno originale sono pochini, ma nelle foto delle navi turche invece sono molti e disposti su più file sovrapposte (nelle navi tedesche furono comunque aumentati in vista della guerra).

 

(davanti il Muavenet riconoscibile dalla singola fascia gialla sul primo fumaiolo, dietro il Numune nel 1915-16, in carbonamento)

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Ecco montati i contenitori intorno ai fumaioli e le botti dell'acqua potabile (a centro nave), accanto al nuovo cesto per i cordami che ho sistemato al centro. L'ho cambiato perché nel frattempo mi è arrivata una informazione dalla Germania con le misure in altezza (non oltre i 50-60 cm) e, mentre cercavo un po' per il web, ho trovato casualmente questo sito e questo bellissimo modello della torpediniera V 186 (apritelo con Chrome - ricordo che "V" sta per cantieri Vulcan; la "S" della mia sta per cantieri Schicau - era normale a quei tempi identificare così le torpediniere, anche quelle italiane avevano un sistema simile; più avanti tutte le torpediniere tedesche presero il codice "T") dove, andando a guardare tute le foto, si trova anche un cesto per i cordami del tutto simile a centro nave.

 

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Quello indicato qui sotto è un tavolino da lavoro, con una morsa (va beh... la morsa la immaginiamo. Forse riesco a metterci una levetta, comunque, ci provo).

 

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Una vista d'insieme del modello. Ho aggiunto anche il dettaglio circolare davanti all'ultima postazione dei siluri. Rispetto alla linea di mezzeria non è perfettamente al centro, ma un po' spostato a sinistra. Non so cosa sia e nel disegno originale, per le torpediniere tedesche, non c'è. Ma è presente sulla S166 a Pillau nel 1909 (cioè la foto di riferimento), quella poi venduta alla Turchia, mi sono limitato a riprodurlo come mi pare che sia dalla foto e a metterlo dove mi sembra che sia, niente di più (neppure i miei amici tedeschi sanno cosa sia).

 

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E infine la poppa, dove ho messo una serie di contenitori (cassette rigide), ma non so dire cosa contenessero (salvagente o munizioni) e la bussola sopra la tuga. La testa sferica è un pallino da caccia (comprati anni fa per utilizzarli con i modellini). Ora la lascio per un po' e vediamo se mi soddisfa, se no la modifico...


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Sirene per la nebbia sul lato sx del fumaiolo. Mancano per ora i cavi per azionare le sirene, che scendevano alla battagliola.
 

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Ho fatto i lanciasiluri, tondini da 1,5 mm e sprue stirato.  La parte inferiore è regolarmente sagomata.

 

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Ho montato i lanciasiluri in posizione di attacco verso destra. Alla fine ho scelto una situazione semplice in alto mare,  lasciando porti, barche, vele etc,. al prossimo progetto.

A differenza di quanto illustrato nei disegni (vedi in testa al wip; sia quelli della seconda serie nel libro di Fock, sia quelli di cantiere relativi alle modifiche di metà guerra) le culatte dei lanciasiluri non sporgono in modo significativo dalla rotaia centrale delle piazzole, ma anzi terminano a filo. Così anche io li ho fatti più corti di quanto indicato nei disegni. Nella foto qui sotto si può utilizzare la gamba dell'ufficiale a destra come limite per capire dove arriva il lanciasiluri (non tenete conto delle frecce colorate, indicano altre cose).

 

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La nave mentre compie una virata verso destra, pronta a lanciare i siluri. Queste navi hanno combattuto in molte azioni e ho preferito scegliere una situazione generica. Se avessi optato per l'azione di siluramento del Goliath, avrei dovuto tenere conto di una serie di diari e resoconti nei quali viene descritto l'allestimento del Muavenet con accorgimenti particolari per ridurre il peso ed  il pescaggio della nave, quali lo sbarco delle scialuppe e altro. La velocità era, pare, ridottissima per evitare schiume e scintille dai fumaioli che sarebbero risultati visibili in piena notte. Complicato da rendere in un diorama statico (per far capire che l'azione si svolgeva dopo mezzanotte...).

 

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A questo punto mancano poche cose, tutto sommato: alberi (da discutere), scalette (da discutere parecchio...), battagliole, scialuppe, cannoni vari, ancore, gru di prua. Manca soprattutto la basetta e la bacheca, che sto facendo fare ora, perché la bacheca va fatta prima di sistemare la nave e presto dovrò sistemarla per metterla al sicuro prima di montare cose troppo delicate.

Nel frattempo vedremo un po' qualche problema dei dettagli elencati sopra, in particolare scalette e alberatura.

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Ora sì che lo posso apprezzare in tutta la sua completezza!

Ho seguito silente il tuo lavoro in ogni sua fase, ma ora posso dire che il colpo d'occhio complessivo è ottimo.

Non ci stai consegnando solo un piccolo modello ricchissimo di particolari perfettamente dettagliati, ma anche la certezza che ciascuno di questi dettagli è stato accuratamente studiato in merito alla sua funzione reale e alla sua fedeltà storica.

Ecco il vero valore dei tuoi modelli, Marcel. :smiley19:

 

Ora proseguo a seguirti in silenzio, non potendo fornirti info specifiche su questo tema.

Resto in attesa, come sempre, dell'immancabile foto finale in b/n seppiato, dove è sempre difficilissimo dire che si tratta del modello e non del soggetto reale! :thumbsup:

 

Ciao, alla via così...

 

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Grazie, ci provo a fare modelli gradevoli e anche accurati per quanto posso  🙂

 

4 giorni fa, il 13 maggio, era l'anniversario dell'affondamento dello HMS Goliath da parte del Muavenet, così ho pensato di dare un'occhiata su FB per vedere se c'erano nuovi post e magari qualche foto nuova. Sono stato fortunato a metà, nel senso che ho trovato 5 foto nuove ma tutte del Gayret-i Vataniye (una delle altre 3 navi sorelle del Muavenet).

Comunque non mi lamento, infatti ho potuto almeno verificare ulteriormente la presenza di alcuni elementi che già consideravo tipici della serie delle navi turche (e non di quelle tedesche).

In particolare il più interessante è l'assenza della scaletta di accesso a destra al castello di prua. Nelle navi turche dovrebbe essere solo a sinistra (ho foto per il Muavenet e lo Yadigar), in quelle tedesche a destra. Qui nel Gayret a destra non c'è (mentre si vede la scaletta di accesso al ponte di comando), uniformandosi alle altre navi turche: mi manca una prova diretta solo per il Numune, e penso quindi che a questo punto si possa affermare che tutte e 4 le navi avevano la scaletta solo a sinistra.


Gayret-i Vataniye affondato (nel 1916, a Varna): foto ripresa nel 1919.

 

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freccia rossa: assenza della scaletta al castello
freccia gialla: presenza della scaletta a destra al ponte di comando
freccia azzurra. assenza della scaletta verticale a destra per la piattaforma del proiettore (quindi dovrebbe stare a sinistra, questo è un grosso problema che spiegherò nel prossimo post).

 


Altri dettagli per i quali non sto a mettere le foto (tutte relative al relitto del Gayret fotografato nel 1919) riguardano: la presenza dei due osteriggi accoppiati al centro davanti ai lanciasiluri, la forma della copertura del camino della cucina, infine il numero esatto di gradini della scaletta di accesso al ponte di comando (7 gradini).

In un'altra foto sempre del relitto si vedono, sul lato destro della piazzola del secondo lanciasiluri, due boccaporti circolari (uno più piccolo, penso sia un areatore) che invece non sono presenti (o almeno non si vedono) nella foto dello S 166 (Yadigar) a Pillau nel 1909.

 

NO DEVO CORREGGERE QUANTO SCRITTO SOPRA.  La piazzola è del PRIMO  lanciasiluri, non del secondo, perché tra le persone fotografate si vede, verso poppa, la base del secondo fumaiolo. Quindi i boccaporti corrispondono a quelli visibili sulla parte destra della prima piazzola lanciasiluri nella foto del S 166 (poi Yadigar) a Pillau nel 1909. Quindi non ci sono differenze tra le due sistemazioni.



Infine, una foto del primo (o secondo, sicuramente uno dei due, perché è subito dietro un fumaiolo) lanciasiluri del Gayret fotografato nel, direi, 1914 (perché il colore è grigio chiaro, foto celebrativa del silurista che ha affondato una nave russa a Odessa) dove ugualmente si vedono i due osteriggi appaiati al centro davanti al lanciasiluri.
 

E ora aspettiamo che arrivi la bacheca, così posso andare avanti col modello...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Su twitter ho trovato una descrizione più accurata della foto con il silurista del Gayret, così metto la foto e la descrizione:

Il testo dice, più o meno:

"Il cannoniere della nostra nave Gayret-i Vatâniye, Göreleli Yusuf Onbaşı, che affondò la nave russa a Odessa, e un siluro nel 1914"

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Bene ho azzeccato l'anno giusto :-)

La bombolona sopra il lanciasiluri dovrebbe essere l'aria compressa.

 

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Oggi ho guardato ancora sui vari social e ho trovato un'altra foto del Gayret, interessante anche questa.

1227064902_Gayret-iVataniye1914dicembre26IstinyecantiereperriparareidanniaincrYavuz.thumb.jpg.f35aeea4f6d2740cd398d0f9a3ff9349.jpg:

 

La didascalia su FB dice che si tratta del cantiere a Istiniye per riparare i danno all'incrociatore Yavuz, il 26 dicembre 1914. Dietro un caccia della classe del Muavenet.

Stando alle due bande rosse (direi) sul primo fumaiolo, è il "solito" Gayret-i Vataniye di tutte le ultime foto che ho trovato.  E' interessante perché al dicembre 1914 il Gayret evidentemente (nella foto sopra) era ancora verniciato in grigio chiaro, mentre nel maggio 1915 il Muavenet era già in grigio scurissimo/nero. Quindi il cambio di colore è situato proprio a cavallo del 1914-1915 (mese più mese meno a seconda delle navi, immagino che non le abbiano riverniciate tutte assieme contemporaneamente).

 

En passant, ingrandendo la foto, anche qui non si notano scalette sulla parte destra del castello, né una eventuale salita alla controplancia del proiettore. Si vede, invece, la scaletta inclinata di salita dalla coperta alla plancia.

A proposito, il vetraio mi dice che la bacheca è pronta. Finalmente! Domani vado a prenderla :-)

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Curiosità. Un modellino in scala 1/1250 del caccia Yadigar-i Millet della ditta tedesca Argos. Peccato che si tratti, come al solito, di un modello della serie tedesca e non di una delle navi turche, con la manica a vento grande a centro nave sul lato destro.
 

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Un primo abbozzo del mare, fatto semplicemente con das, lavorato con le dita, sulla basetta di legno mdf.

Il gel per le scie e il cotone idrofilo per la schiuma seguiranno alla fine. La nave sta virando stretta verso destra.

Il das si raccorda a filo con la parete di legno della base: normalmente dipingo una parte delle pareti verticali con lo stesso colore del mare ma più chiaro, per dare una sensazione di trasparenza e profondità.

Ho fatto l'alberatura principale con tondini di acciaio di due diversi diametri. L'altezza è la maggiore, quella dell'allestimento con l'alberetto di poppa (che ancora non c'è). Gli alberi sono solo infilati nelle scasse.

 

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ciao alla prossima 🙂

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Seguo con interesse l’esecuzione del mare, cosa che personalmente non sono mai stato capace di fare con sufficiente realismo...

 

Th devo fare una domanda sulla disposizione della nave, che lascia molto spazio libero alla sua dritta.
Capisco che vuoi lasciare ampio margine per la scia, che in virata si estende molto da quella parte. Però magari vuoi anche riprodurre un siluro appena lanciato, visto che i lanciasiluri sono brandeggiati da quella parte?

 

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Diciamo che ho scelto la situazione più che altro per rendere dinamico e un pochino più interessante un modellino abbastanza minuscolo (21 cm tutto intero) 🙂

 

Veniamo ora a due problemi che si sono evidenziati in corso d'opera e che temo saranno complicatini da risolvere.

 

1) la presenza/assenza di scalette verticali di accesso alla controplancia del proiettore (sopra il ponte di comando) e alla piattaforma della bussola sopra la tuga di poppa;

 

2) la posizione dell'alberetto adiacente alla tuga di poppa (e delle sue strutture ausiliarie, diciamo così) che, a partire dal 1913-14, è presente sulle navi turche (e solo su quelle) per sostenere le antenne filari del radiotelegrafo (montato nel 1912-13, non so i mesi esatti,  con impianti tedeschi Telefunken e con antenne di tipo tedesco per il primo anno, poi modificati).

 

Sono attualmente in contatto con il museo del Comando navale di Istambul  (Istambul Deniz Muzesi Iletisim) e cerco di capire se hanno qualche foto a documentazione di queste strutture, a con scarsi o nulli risultati. Comunque non ho ancor avuto risposta alle ultime domande.

 

Nel prossimo post parlerò della questione delle scalette, davvero misteriosa. 

 

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Dunque, il primo problema riguarda, come dicevo sopra, l'accesso : 1) alla controplancia con la piattaforma circolare del proiettore; 2) alla plancetta con la bussola sopra la tuga di poppa. L'ovvia domanda infatti è: come facevano a salirci sopra?

 

 

S 166 seconda serie, flotta germanica

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Nei disegni della rivista turca utilizzati all'inizio di questo wip e poi in quelli del libro di Fock: "Schwarze Gesellen"  (che sono quelli originali da cui sono tratti i disegni turchi) , le scalette in questione NON ci sono. Ricordo che questi disegni, a mio parere (ma ormai con diverse prove documentali direi), si riferiscono tutti alla configurazione iniziale (o quasi: in effetti l'alberatura non è quella iniziale senza antenne  del radiotelegrafo del 1908-10 e che si può vedere anche nella foto qui sopra, ma quella con le antenne filari del tipo montato in Germania nel 1912-13, appunto) della seconda serie S 165-168, quella rimasta in Germania (perché le navi andate in Turchia erano leggermente diverse in una serie di dettagli a prescindere dalle antenne radio, come abbiamo visto sopra).

 

Molto perplesso ho controllato meglio e chiesto informazioni, ai forum tedeschi di modellismo storico, ai miei amici modellisti tedeschi, al Museo turco citato sopra, e ovviamente alle foto di cui disponevo.

 

Da un contatto di un forum tedesco mi sono arrivati i disegni originali di cantiere di queste navi nella configurazione finale operata a metà guerra mondiale, dopo l'innalzamento della plancia e del primo fumaiolo (e altre modifiche relative all'utilizzo come posamine). Le scalette, ugualmente, NON ci sono.

 

Dai modellisti tedeschi, che hanno fatto tutti modelli (statici o per lo più dinamici) della seconda serie di navi sotto bandiera tedesca (ignorando che la prima serie fosse diversa comunque), ugualmente non ho avuto notizie, perché mancando le scalette sui disegni originali non le hanno messe neppure loro (ma ho creato un po' di scompiglio perché anche loro a quel punto hanno cominciato a chiedersi come diavolo ci salivano sopra...).

 

I modelli turchi sono basati sui disegni tedeschi, quindi ugualmente non hanno le scalette (e sono infatti riproduzioni delle navi della seconda serie tedesca e non della prima turca...).

 

Il museo della marina turca non ha foto che mostrino quelle parti e dove si vedano le scalette (ha foto d'epoca, anche che io non ho visto, per esempio alcune del Muavenet nel periodo 1919-1953 quando era utilizzato come deposito galleggiante, ma non ci sono inquadrature nelle parti interessate).

 

A questo punto ho pensato che le scalette non ci fossero  perché forse non c'erano mai in nessun tipo di torpediniera o, almeno, in quelle Schichau (S). Quelle strutture sono molto basse e si può salire sopra anche sfruttando le battagliole rigide metalliche (sulla plancia) e qualche scatolato a poppa (la tuga di poppa è alta “soltanto” circa 157 cm perché ha il pavimento interno più basso del ponte di circa 30 cm, si vede chiaramente nei disegni e dunque un marinaio all'interno sta comunque in piedi).

 

Errore purtroppo. Le scalette ci sono sempre, si vedono in molte foto e in altri disegni, su tutti i tipi di torpediniere (B Blohm und Voss, G German, V Vulkan). Ci sono ANCHE in quelle S, vedi la foto sotto della S 177 (una serie costruita immediatamente dopo la S 165-168). Nella plancia sono tutte allo stesso posto, sul fianco sinistro della parete esterna della sala delle carte nautiche, proprio dietro il ponte di comando; nella tuga di poppa possono essere a destra o sinistra, sotto forma di scalette o ramponi, ma comunque ci sono (e nei modelli sono regolarmente presenti, ovviamente).

 

S 177 plancia, da collezione privata  (l'ho tagliata un po' oltre che modificarla)

 

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A questo punto avrei messo tranquillamente anche io le scalette, sia davanti che dietro, nelle medesime posizioni delle altre navi, dal momento che sulle foto disponibili delle navi turche questi spazi non sono mai chiaramente visibili salvo in un caso.

 

MA, per l’appunto, nell’unica foto dove quel settore della plancia si vede chiaramente, l’arcinota foto dell’equipaggio del Muavenet nel 1915, le scalette - apparentemente -  NON ci sono.

 

Foto equipaggio Muavenet

 

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Nella posizione indicata dalla freccia rossa non c'è, chiaramente,  alcuna scaletta.

 

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Un dubbio rimane, eventualmente, per la struttura indicata dalle frecce verdi.  Non si notano pioli e sembra che si prolunghi in alto oltre la battagliola del proiettore, come se fossero antenne (ce n'erano alcune, si vedono anche a sinistra, servivano a sostenere i teli paraonde), ma è pur vero che assomiglia ad una scaletta. MA c'è il grosso problema che in quella posizione, proprio tra i piedi del personale del ponte di comando, non esiste in nessun'altra torpediniera (che io sappia - ma certo non è detto).

 

 

A questo punto, pur rifiutandomi dentro di me di credere che non ci fossero scale per salire sopra, sono costretto a non mettere le scalette, perché là dove dovrei mettere quella della plancia stando alla consuetudine di tutte le altre navi, nella foto sopra chiaramente NON c’è nulla.

 

Al momento questo problema è senza soluzione e devo perciò, malvolentieri, uniformarmi a quanto fatto negli altri modelli che si vedono in giro.

 

 

Nel prossimo post parlerò invece dell'alberetto supplementare di poppa a sostegno delle antenne filari del radiotelegrafo, un problema che, a quanto pare, potrebbe avere  invece un esito positivo. 🙂

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  • 2 weeks later...

E veniamo ora all'alberetto supplementare a poppa. Intanto comincio a parlarne, eventualmente lo finirò successivamente.

 

In effetti mi manca un ultimo elemento, una eventuale risposta dal museo turco a cui ho chiesto notizie anche su questo (nella domanda precedente, relativa alle scalette, mi hanno risposto che le loro foto non inquadrano le due zone interessate, la plancia e la tuga di poppa, e quindi no ho avuto niente di conclusivo - le misteriose scalette restano tali). Ma ormai ho scritto da molto tempo e comincio a temere che non ci sarà alcuna risposta.


Riguardo l'alberetto,  mi limito a mostrare cosa so al momento attuale.


1) le torpediniere classe Muavenet, nel 1913, istallarono un radiotelegrafo Telefunken e le relative antenne filari sugli alberi (che vennero appositamente elevati in altezza), nello stesso identico modo delle navi tedesche; lo potete vedere nel disegno della nave che compare in cima a questo wip.

2) le navi turche, poco tempo dopo, per ragioni che non conosco, ampliarono il sistema di antenne alzando ulteriormente gli alberi e aggiungendo un piccolo albero supplementare a poppa.

3) la foto qui sotto mostra il piccolo albero sul Muavenet nel 1913-14. Osservando la netta asimmetria del pennone, si è spinti a pensare che l'albero si trovi a destra rispetto alla mezzeria e poco dietro, o forse sopra, la tuga di poppa.

Piazzare un alberetto da quelle parti e trovare lo spazio non è impresa da poco. Lì è pieno di roba, tutta relativa alla timoneria ausiliaria; dietro inoltre c'è il cannone.

 

(tutte le foto ritagliate e inserite a scopo discussione modellistica)

Muavenet a inizi 1913 circa, foto tratta da Morskaya kampaniya 03, 2019 - ho potuto consultare di recente grazie ad un amico questa rivista russa con un articolo sulle torpediniere turche; l'articolo non dice niente di speciale, salvo un lungo elenco delle azioni militari delle navi, ma alcune foto sono a risoluzione discreta)

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4) la foto seguente mostra l’alberetto sul Gayret, in una foto relativa all'arrivo a Istanbul dell'equipaggio dello Emden il 23 maggio 1915. La foto è tratta da questo sito: mostra chiaramente le sartie che stabilizzano l'albero ed è a risoluzione più alta di quella che avevo prima (dove invece le sartie non si vedevano).

Gayret maggio 1915

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Dalla foto non si capisce se l'albero sia a sinistra della mezzeria o a destra (non può stare al centro, c'è tutta la timoneria); la presenza delle sartie suggerisce che l'albero probabilmente non sta sopra la tuga (dove sarebbe fissato alla coperta e stabilizzato dal pavimento della controplancia) ma dietro. 

La foto seguente mostra sempre il Gayret in navigazione, si nota l'albero con l'asimmetria del pennone che suggerisce una posizione a sinistra (opposta a quella del Muavenet).

 

Gayret 1916
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5) Come erano gli alberetti nelle altre due torpediniere? Ho solo due foto dello Yadigar dove è visibile l'alberetto e il pennone. In una, trovata nei Bundesarchiv e databile al periodo 1915 - 1917 (nel luglio è affondato) il pennone sembra spostato verso destra, e quindi l'alberetto sarebbe a sinistra.
 

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L'altra è una bella foto trovata su facebook, cercando non per le torpediniere in questione, ma per altre navi turche, nella speranza che, insieme, fossero fotografate anche le torpediniere. E infatti, cercando "incrociatore Midilli", ho trovato questa foto.

 

La foto non è datata, ma sulla base di quello che si sa è databile al periodo primavera 1915 - estate 1916 (le navi sono verniciate di nero, e sono ancora tutte e 4).

 

Mostra l'incrociatore Midilli dietro alle 4 torpediniere (da centro della foto verso destra, le 4 navi con le 4 grandi bandiere turche. A sinistra altre torpediniere minori.

 

Questo qui sotto è un ingrandimento. La foto è complessa ma ci si può orientare. I numeri 1-4 indicano le poppe delle 4 navi, da sinistra a destra in base alle fasce colorate sui fumaioli ci sono Numune, Gayret, Yadigar e Muavenet.

 

Lo Yadigar è il numero 3. Si vedono bene i due fumaioli collegati da una freccia orizzontale (lettera Y, a sinistra qui sotto), il primo fumaiolo con due bande gialle. La freccia grande sopra con il numero 3 indica l'alberetto di poppa accanto alla tuga. Se si scende verso il basso, si nota che l'alberetto apparentemente finisce a destra della tuga. Il pennone, d'altra parte, è asimmetrico in modo coerente con la posizione a destra (è più lungo a sinistra). Quindi ci sarebbe contraddizione tra la prima foto e la seconda; o forse no, dal momento che la foto dei Bundesarchiv non è molto chiara mentre quella sotto non lascia molti dubbi.

 

Tolgo subito il dubbio che la foto qui sotto sia ribaltata e ciò che è a destra sia a sinistra e viceversa. Sul lato sinistro di tutti i primi fumaioli (quelli con le bande colorate) si vede un "blocco" che non può essere altro che il complesso delle sirene antinebbia. Quindi la foto è diritta.

 

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6) Del Numune non ho alcuna foto purtroppo.  Comunque, il filmato a questo link  mostra una nave sconosciuta (apparentemente senza bande colorate sui fumaioli)  al tempo 01.00 con l'alberetto sull'altro lato della tuga (cioè a destra come nel Muavenet) e, subito dietro, il Muavenet (al tempo 01.15) chiaramente identificato (nel periodo 1912 - 1915)  dalle due bande bianche sui fumaioli.

Per esclusione allora, la prima nave "potrebbe" essere il Numune (la banda sul primo fumaiolo dovrebbe essere rossa ed è possibile che sia poco visibile nel film). Un fotogramma preso dal sito della British Pathé e tratto da questo film mostra più chiaramente l'alberetto "scendere" dalla parte opposta della tuga a livello del blocco esterno della timoneria.

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Apparentemente perciò,  per motivi misteriosi o forse solo di immediata utilità, l'alberetto era montato a destra sul Muavenet, Numune e Yadigar, , a sinistra sul Gayret. Ma naturalmente è solo una ipotesi di lavoro.  Anche nel caso delle navi dove il pennone è chiaramente visibile (tutte meno il Numune), la posizione dell'albero - per quanto logica - è dedotta e non ci sono foto dirette.

 

 

7) Guardando meglio la prima foto, quella del Muavenet, si nota sul lato destro dell’alberetto una struttura, una specie di colonnina con una punta sopra, dove  finiscono i fili dell'antenna. Dovrebbe essere una isolatore (si chiama così?) per le antenne radio.

 

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😎 Guardando meglio anche la seconda foto, quella del Gayret con l'equipaggio dello Emden, si nota la stessa struttura a punta, sempre sul lato destro.

 

 

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9) Infine, osservando l'interessantissimo filmato che uno dei modellisti tedeschi con cui sono in contatto mi ha trovato (relativo proprio all'arrivo a Istanbul dell'equipaggio dello Emden a bordo del Gayret, il 23 maggio 1915) , al tempo 01.16.02 e seguenti, si vede benissimo che l’alberetto del Gayret  è dietro la tuga e separato da essa (ecco perché sono necessarie le sartie). Cioè, per la precisione, NON si trova sopra la tuga (altra ipotesi accettabile in mancanza). Siccome è dietro, può stare solo a sinistra oppure a destra, perché nel mezzo c'è il cospicuo blocco della timoneria ausiliaria.  Si vede anche l'isolatore, sul lato destro.

 

 

 

Conclusioni

A mio parere, perciò, la situazione è molto simile (non posso esserne certo al 100%) a quella che mostro nel disegno qui sotto. Ma la discussione è ancora aperta ovviamente, e qualunque idea o contributo è bene accetto.
 

A sinistra l'alberetto del Gayret (G), a destra quello del Muavenet (M). Ancora più a destra la colonnina dell'isolatore che, per motivi relativi al funzionamento dell'antenna radio, potrebbe anche essere a distanza diversa nei due casi (più lontano a destra nel caso del Muavenet).

 

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Per completezza, aggiungo questo disegno parziale. E' tratto dalla medesima pubbicazione russa citata sopra sulle torpediniere turche. Nei disegni è mostrato l’alberetto a poppa, qui collegato alla tuga. Ma, come ci dimostra il filmato del Gayret con l'equipaggio dello Emden, l'albero in realtà è separato dalla tuga. 

Questo disegno è comunque la sola ricostruzione che ho trovato fino ad oggi dove si vede la manica a vento grande di centro nave correttamente disegnata sul lato sinistro. Ma come dicevo prima, nell'articolo non si parla affatto di questo, si fa solo un riassunto delle operazioni militari di queste navi.

 

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Per ora è tutto. ciao 🙂

 

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  • 1 month later...

Ed ora, siccome questo topic è già durato a lungo, vediamo di concludere.

 

Un problema ulteriore è dato dalla disposizione delle battagliole. Nelle torpediniere italiane spesso venivano tolte del tutto in azione, i ponti erano sgombri. Ma i disegni di cantiere per fortuna riportano ciò che veniva tolto e ciò che restava in posto in queste torpediniere. Ad esempio, in questo:

 

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la parte tratteggiata delle battagliole è ciò che veniva tolto in azione. Qui a prua per lo più le battagliole venivano abbassate per metà. A centro nave quelle ai lati dei lanciasiluri venivano abbattute, ma altri settori rimanevano in piedi. Foto alla mano, sia di navi tedesche che turche, mostrano che nelle parti ai lati dei lanciasiluri, dove le battagliole erano del tutto abbassate, venivano tesi dei cavi che potremmo chiamare "di sicurezza" e che probabilmente servivano a evitare cadute in mare. I tubi dei lanciasiluri scorrevano al di sotto di questi cavi.

 

Per le battagliole ho utilizzato perciò quanto rimaneva di un foglio giapponese a due draglie, montandole alzate o abbassate seguendo i disegni originali.

 

Qui a centro nave ho montato anche le scialuppe, ricavate da pezzettini di materozza in resina. Si notano le battagliole alzate in piccoli settori e quelle abbattute ai lati dei lanciasiluri.

 

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La nave con le battagliole montate e dipinta in grigio scurissimo (ocean grey e nero tamiya) un po' schiarito ai lati e con nero puro sulle parti più alte e i fumaioli. Le vetrature e la fascia gialla sul fumaiolo sono vecchie decals di aeroplanini, riciclate al bisogno.

 

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Mancano ancora i cavi di sicurezza tesi lungo i settori abbattuti, ai lati dei lanciasiluri.

 

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La nave nel diorama, ho cominciato a fare le scie utilizzando gel acrilico Pebeo.

 

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Più o meno la stessa inquadratura dopo aver terminato la pittura del mare. Ai lati della nave ho utilizzato cotone idrofilo per dare più volume agli spruzzi d'acqua. Tutto il mare è coperto con alcune mani di vernidas.

 

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Ed ecco alcune foto del modellino terminato. Come già detto, la nave sta compiendo una virata stretta a destra andando a tutta velocità ed ha le armi puntate verso un obbiettivo ben oltre il limite del diorama. NON si tratta comunque dell'azione del siluramento del Goliath, perché in quel caso la nave era molto alleggerita per pescare meno (dati i bassi fondali), mancava perciò di diverse attrezzature comprese le due scialuppe, e viaggiava a velocità molto bassa per evitare scie e scintille dai fumaioli. Ho aggiunto dei munuscoli cannoni (Elswick da 75 mm) a prua e poppa e due altrettanto minuscoli cannoncini (Elswick da 57 mm) ai lati del secondo fumaiolo. Ora ci sono i cavi di sicurezza ai lati dei lanciasiluri e anche alcuni piccoli "omini" di equipaggio (L'Arsenal in resina) , il minimo indispensabile a manovrare le armi (2-3 per pezzo), più un paio in plancia.

 

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La bandiera turca è in carta, dipinta a mano libera.

 

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Ho fatto il proiettore coperto da un telo cerato, come si vede sempre in tutte le foto storiche nelle navi in navigazione (ovviamente lo avranno pure usato ogni tanto, ma l'azione qui è di siluramento e così ho risparmiato un pochino di tempo).

 

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Le catene delle ancore sono prodotti di oreficeria in rame (ricordo che le catene arrivavano fino all'occhio di cubia; lì erano agganciate a cavi di acciaio che, dagli occhi di cubia, tornavano indietro all'argano e al pozzo; sono i cavi che si notano scorrere accanto alla gruetta sul ponte).

 

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Qui si vedono meglio i cavi di sicurezza ai lati dei lanciasiluri. I tubi scorrono al di sotto.

 

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Ecco, questo è tutto, per il momento.

 

Ma considero questo modellino niente più che un prototipo. Ha molte correzioni in itinere, anche troppe, dovute però ad una oggettiva difficoltà a "decifrare" la nave. Inoltre, come legge di Murphy vuole, alcuni altri dettagli eventualmente da correggere sono emersi a montaggio completato. In breve, per valorizzare la ricerca storica effettuata, non è escluso che decida di rifare la nave considerando che, eliminando il tempo per la ricerca che ormai è già stata fatta, quello per il montaggio si ridurrebbe probabilmente a poche settimane. Ci sto pensando, vedremo a breve 🙂

 

Per finire grazie a tutti quelli che hanno seguito il wip, e un grazie doveroso anche agli amici modellisti tedeschi che mi hanno aiutato se non altro con il loro materiale e discutendo con me su molti punti ostici della nave.

 

Ciao alla prossima 🙂

Modificato da marcellodandrea
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  • 4 weeks later...

Grazie a tutti, come sempre 🙂

 

Tuttavia, come avevo anticipato in precedenza, il modellino appena terminato ha dei problemi, dovuti in parte al fatto di aver subìto  molte correzioni in itinere, in parte al fatto che proprio in ultima battuta sono emersi alcuni dettagli nuovi che, infine, mi hanno indotto a ricostruire la nave nel tentativo di farne una versione corretta il più possibile.

 

Ecco perciò il secondo Muavenet, con le correzioni necessarie. Naturalmente la parte "teorica", almeno per la maggior parte delle cose, è stata già svolta. La costruzione perciò sarà molto veloce. Inserirò solo la documentazione per le correzioni effettuate.

 

 

Alcune  foto a pura dimostrazione che si tratta di una seconda versione :-)
A volte, con angoli di ripresa accentuati delle foto, la prua è deformata e sembra molto più inclinata del reale.
 

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La prima correzione riguarda la forma del castello, che adesso è leggermente più arcuata rispetto a prima.   Alcuni pareri che ho chiesto (ero poco convinto) mi hanno indotto ad accentuare un pochino il cavallino per avvicinare la forma all'impressione che si ha dalle foto, a prescindere dal disegno nudo e crudo.

 

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Questa seconda parte del wip sarà breve, perché, appunto, quasi tutta la ricerca teorica è giù stata fatta.  

 

Lo scafo è lungo 212 mm e qualche decimo, esattamente come il precedente; sembra più lungo nelle foto comparative con il vecchio modello perché è più vicino all'obbiettivo e il macro distorce la prospettiva.


Il blocco della timoneria di prua non è di forma conica come l'ho fatto nel precedente modello, ma esattamente come tutti gli altri (delle altre navi intendo dire) di forma squadrata. La forma conica è una impressione errata suscitata dal disegno, che mostra (si veda nel disegno) la scaletta inclinata di salita sul lato destro del castello (per le navi tedesche). La forma inclinata è la scaletta, non il blocco del timone di prua.

Non ho una foto diretta di questo particolare sulle navi turche, ma ho i disegni di cantiere delle navi tedesche della seconda serie ed hanno tutte il blocco squadrato (anche altre navi di serie diverse). Non c'è ragione di pensare che fosse diverso e di forma così inusuale (conica) soltanto sulle navi turche.

 

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Gli alloggi delle latrine, ai due lati della struttura della plancia, sono stati allungati di circa 2 mm verso poppa, modificando il disegno. Ricordo che il disegno è riferito alle navi tedesche della seconda serie. In questo caso - a differenza di quanto argomentato per la timoneria poco sopra - ho una prova chiara che lì qualcosa deve essere modificato.

 

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Qui le latrine hanno applicata anche la parete esterna con i bordi stondati. Si nota che è leggermente più lunga rispetto al modello precedente e rispetto al disegno per le navi tedesche. Siccome gli oblò, dalle foto storiche, sembrano comunque simmetrici, sposterò verso poppa il secondo oblò in modo da mantenere la simmetria.

 

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Il motivo è il seguente:

1) il Gayret-i Vataniye nel 1915, mentre sbarca l'equipaggio dello Emden. Si noti il bordo diritto delle ali di plancia, ai due lati del primo fumaiolo.

 

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2) lo stesso per il Muavenet-i Milliye ugualmente nel 1915

 

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Un dettaglio macroscopico che mi era completamente sfuggito (a volte succede per quelli molto grossi...). Si confronti il disegno qui sotto per le navi tedesche, la parte rosa è quella a mio parere da aggiungere, come unica soluzione per ottenere il bordo posteriore delle ali di plancia diritto. Non è possibile la soluzione contraria (cioè un accorciamento della parte sporgente) perché altrimenti si tagliano via i portelli di accesso della sala delle carte, dietro la plancia, indicati dalle frecce rosse. Si nota abbastanza bene dalle foto che il bordo posteriore arriva a filo con il fumaiolo. Il blocco della timoneria di prua è in verde.

 

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Per avere il bordo posteriore delle ali di plancia rettilineo, anche la struttura sottostante (le latrine) doveva essere leggermente più lunga verso poppa.
 

 

Il solito ponte di comando con timone, telegrafo di macchina, bussola e tubi portavoce... di cui non si vedrà quasi nulla poi, ovviamente.  Si noti comunque il bordo posteriore delle ali di plancia rettilineo.

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La plancia terminata. Qui, a causa della macro, dell'angolazione e delle rispettive posizioni (quella dietro è anche più in basso) la nave sembra molto più lunga della precedente, ma ripeto sono assolutamente uguali.

 

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Questa è l'ultima modifica sostanziale fatta in questo nuovo modello, rispetto al primo.
La forma della tuga di poppa è "ritornata" quella standard presente in tutte le altre navi e nei piani. Ricorderete che ero dubbioso già nel primo modello. Mi sono convinto, alla fine, che la forma fosse questa e non quella, con il lato sinistro arrotondato, apparentemente suggerita dalla famosa foto della S166 a Ebling nel 1909 (vedi sotto).

 

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Chi ha seguito il wip ricorda senz'altro questa foto, da cui traggo il dettaglio della tuga. Il primo indizio che ci sia qualcosa che non va nell'apparente forma curva del lato sinistro è indicato dalla freccia 1: lì c'è un angolo della battagliola, esattamente uguale a quello presente sul lato destro e che segue la forma squadrata del blocco della timoneria ausuliaria di poppa.

Se si osserva anche le frecce 2, si coglie il profilo del blocco squadrato, simile a quello sul lato destro.

Qui la decisione non era facile. Il profilo curvo poteva essere effettivamente quello della tuga, oppure di qualcosa posto immediatamente dietro che, casualmente, andava a raccordarsi col profilo della tuga.

 

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Ho controllato allora meglio le immagini dove si vede quella zona e che mi avevano messo qualche sospetto già in precedenza. Non sono molte, solo due.

Il Numune (presumo per esclusione - vd. sopra nel wip - comunque si tratta di uno dei 4 caccia di questa classe) che transita a Costantinopoli nel 1913-14. La freccia 1 indica l'alberetto di poppa e serve più che altro a identificare la posizione del resto. La freccia 2 infatti indica la copertura del cilindro esterno della timoneria. La freccia 3 indica l'angolo dove finisce la tuga e comincia il blocco dei meccanismi della timoneria. In altre parole, quello non è un profilo curvo della parete, ma due volumi separati.

 

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In questa foto i 4 caccia sono impacchettati davanti all'incrociatore Midilli, a Istiniye nel 1915-16. La struttura indicata dalle frecce appartiene allo Yadigar, identificato dalle due fasce gialle sul primo fumaiolo. A destra c'è proprio il Muavenet, ma la tuga di poppa è coperta.

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La freccia 1 indica come al solito l'alberetto di poppa dell'impianto radio. Se si scende giù, si incontra con la freccia 2 la sagoma inconfondibile della bussola sopra la tuga di poppa. Proprio sotto, frecce 3, la netta separazione (angolazione) tra la tuga e il blocco della timoneria, marcato anche dall'ombra verticale molto netta.

Non ci sono altre foto dove si vede questo settore nelle navi turche. Ma ho comunque deciso per mantenere l'angolazione, anche per la situazione effettivamente ambigua della prima foto (della S166 nel 1909).


Tutto il resto, scalette, osteriggi, alberi etc. sono identici alla nave della prima versione. Da qui in poi perciò procedo a mon tare e verniciare. Inserirò nel prossimo post le foto del modello in via di completamento.

 

Modificato da marcellodandrea
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Gli alberi sono diversi rispetto alla versione precedente, quelli erano tondini di acciaio ma troppo spessi (0,7 - 0,5mm). Ho chiesto ad un mio amico orafo di procurami qualche pezzettino di tondino in ottone più sottile, (0,5 - 0,4 - 0,3mm). L'aspetto finale è migliore anche se sono delicatini...

La banda grigia sono tre mani di primer dato prima di quello generale, per aumentare lo spessore di quella fascia intorno alla nave.

 

Le battagliole seguono una disposizione identica a quelle del primo modello e derivata direttamente dai disegni tedeschi, dal momento che le foto delle navi turche le mostrano in posizione o abbassate come nei disegni. I piccoli pezzettini abbattuti sono i candelieri dei settori smontati. Non ho messo il piccolo settore di battagliola appena a poppavia delle latrine, che compare nei disegni tedeschi ma è assente sulle navi turche. La ormai famosa foto del Muavenet con tutto l'equipaggio schierato mostra infatti il cavo di sicurezza sul lato sinistro del primo lanciasiluri arrivare fino alla latrina (e presumo perciò che fosse lo stesso a destra).

 

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L'alberetto della radio a poppa, posto qui nel Muavenet a destra della tuga ... (anche in questo caso, per tutta la parte "teorica" rimando alla parte precedente relativa alla prima nave). Manca ancora l'isolatore a destra dell'alberetto.

 

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Una mano di primer opaco (antiruggine grigio) prima della verniciatura finale.

 

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La nave pronta per essere sistemata nella sua basetta. Confesso che non ho avuto molta fantasia e ho fatto una scena simile alla precedente. L'altra nave ha già preso la via dello studio di un parente, e comunque l'idea della nave in azione con la virata stretta mi sembrava valida ugualmente.


I colori finali sono Tamiya ad aerografo, il "nero" è un grigio scuro (nero+fiel blue+grigio chiaro), schiarito con grigio chiaro e scurito con nero puro.


Rispetto alla precedente, nella verniciatura ho aggiunto l'opera viva in rosso scuro. In precedenza non me ne ero preoccupato, ma questa volta non voglio mettere troppa schiuma intorno e quindi voglio lasciar visibile una parte del bordo rosso, mi sembra meglio...

Ho cercato di fare tutto o quasi, ma lascio i fili a dopo il fissaggio sulla basetta per evitare di rompere tutto maneggiandola.

 

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Una modifica minima ma corretta, i cavi di sicurezza a lato del primo lanciasiluri partono dalle latrine e non da una sezione di battagliola subito dopo le latrine. La battagliola c'è sulle navi tedeche ed è prevista infatti anche nei disegni. Ma nella foto dell'equipaggio del Muavenet (non sto a rimetterla, l'ho citata più volte) il cavo di sinistra parte chiaramente dalla latrina (altro dettaglio tipico delle navi turche che mi era sfuggito). Per chi non avesse seguito, specifico che non ci sono scalette di accesso al proiettore sopra la plancia e neppure alla bussola sopra la tuga di poppa: anche qui, per la parte "teorica", rimando alla ricerca sul modello precedente.

I candelieri delle battagliole sono abbassati lungo le parti di bordo libero (sono i pezzettini inclinati in avanti all'esterno del trincarino). I teli di copertura delle battagliole sulle ali di plancia sopno neri e cerati davanti. Ma dietro erano di canapa grossa scura (vedi la solita foto dell'equipaggio del Muavenet), così li ho fatti marroni.

 

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A destra dell'alberetto c'è l'isolatore a colonnina:  il "fuso" in cima è di elementare fattura, un perno metallico e una goccia di vinavil alla base.
La piattaforma sopra il timone era paiolata, ma in queste dimensioni non ho trovato assolutamente nulla di utilizzabile decorosamente e così, come nella nave precedente, mi sono limitato a simulare la struttura portante con linee più chiare.

 

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La nave nella nuova basetta, con le onde rifatte in gel acrilico. Una volta asciutto si vernicia. A poppa c'è solo la luce di posizione, non vedo nelle foto di navi in navigazione l'alberetto per la bandiera. Ma le navi turche la portavano comunque di preferenza all'albero di maestra.

Come dicevo la situazione e la disposizione è simile a quella della nave precedente. L'azione è meno avanzata, il terzo lanciasiluri è ancora in posizione neutra, ma metterò degli omini ad armeggiarci intorno. Il cannone di poppa invece è avvolto nel suo telo.

Manca ancora il pennone basso (il più grande e ingombrante) dell'albero di maestra.

 

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Mi ero già un po' avvantaggiato, e quindi ecco la conclusione con le foto finali del nuovo (secondo) modellino del Muavenet-i Milliye. La situazione in cui è ambientato  è molto simile a quella del primo modellino (nella prima parte di questo wip)  ma complessivamente questo è più corretto (ed è anche fatto meglio a mio parere).

La prima foto mostra il mare ancora nudo e crudo, verniciato ad acrilico ma senza ulteriori interventi con gel, cotone e vernidas

 

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E il modellino con il mare completato

 

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La bandiera è carta dipinta a pennello, come al solito.
 

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Alla base dell'albero di trinchetto si notano due rinforzi posteriori. Nel primo modellino non li avevo messi, ma c'erano su tutte queste navi e perciò qui li ho aggiunti.

 

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Le fiancate della nave con mare grosso erano sicuramente molto bagnate, ho simulato l'acqua che cola con vernice semilucida in strie verticali.

 

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Per la schiuma e le scie ho utilizzato complessivamente molto meno cotone della scena precedente, lasciando maggiormente libero il bordo della nave. In effetti così mi piace di più.

 

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E così questo è davvero tutto. Ringrazio di nuovo ancora una volta tutti quelli che sono intervenuti nel corso di questo lungo cantiere aiutandomi nella parte "teorica" e anche gli amici modellisti tedeschi che mi hanno ugualmente aiutato a chiarire le idee su queste navi. Speriamo di trovarci ancora con un'altra nave, magari un veliero, su queste pagine. Grazie e ciao a tutti  :-):-):-)

Modificato da marcellodandrea
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Eccole, eccole!

Le meravigliose foto in b/n anticato!

Non osavo chiederle per non apparire troppo ripetitivo (te le cerco ad ogni tuo nuovo modello...).

Comunque le hai postate e come al solito l’effetto è splendido: sfido chiunque  a dire che in queste foto non è raffigurata l’unità reale ma un modello, la verosimiglianza è impressionante.

E questo penso sia il miglior complimento che si possa fare al tuo lavoro.

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  • 1 month later...

Ieri bighellonando su FB ho trovato un filmato turco, schedato dall'Imperial War Museum. Il titolo è "rare immagini della prima guerra mondiale 1915".  A metà filmato (marce di truppe turche nel deserto con ufficiali tedeschi), compare uno spezzone del Bosforo, con pochi secondi di questa immagine molto sovraesposta (l'ho contrastata io).

 

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Stando ai colori e alle bande colorate sui fumaioli, è proprio il Muavenet nel 1913-14.    Il filmato dice che sarebbe il 1915, ma il colore della nave è grigio chiaro e quindi siamo un po' prima. Purtroppo non si vede quasi nulla di distinguibile, salvo il profilo dello scafo che la identifica senz'altro come uno dei nostri caccia.

 

 

 

 

 

 

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  • 2 weeks later...

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