malaparte* Posted December 23, 2019 Report Share Posted December 23, 2019 Qualche tempo fa su Fb è comparso un bel saggio sul tema. Mi sono parecchio arrabbiata, perché 1: io non ne sapevo nulla, colpa mia, ma forse dei media: dei boat people sapevano tutti, dell'intervento della MM italiana forse no. 2- sono perfettamente consapevole che, a differenza di quanto si crede, quel che è postato su FB ( a meno che non siano gattini o simili) sparisce nell'etere. Infatti, sono andata a cercarlo di nuovo, senza risultato. Ho trovato però questo articolo del Sole 24 ore https://www.ilsole24ore.com/art/missione-vietnam-40-anni-fa-salvataggio-boat-people-ACaW2uV All'epoca ero una giovane donna, tutti sapevano dei boat people in fuga dal Vietnam, con rischi decisamente maggiori di quanto avviene ora in Mediterraneo. Giulio Andreotti mandò Vittorio Veneto, Andrea Doria e Stromboli di corsa a fare quel che poteva essere fatto. Il Vaticano mise a disposizione interpreti. In cauda venenum: mai saputo di razzismo verso vietnamiti o asiatici in generale. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
lugher* Posted February 18, 2020 Report Share Posted February 18, 2020 In allegato un breve scritto/intervista del nostro Socio Roberto Vivaldi all'epoca Pilota di AB212 realizzato nel 2013. La testimonianza di chi era presente ed ha potuto vedere e toccare con mano. Ciao Vivaldi_Vietnam Articolo di Fabio Cormio su VFR Magazine.pdf Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaparte* Posted February 18, 2020 Author Report Share Posted February 18, 2020 Ecco, appunto. Queste informazioni dovrebbero essere più conosciute, a parer mio. Da quanto capisco, si tratta di uno dei primi interventi che potremmo definire "dual use", giusto? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
lugher* Posted February 18, 2020 Report Share Posted February 18, 2020 il primo in assoluto!!!!! Hanno attrezzato gli hangar per ospitare persone....non avevano idea di cosa trovassero!! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Totiano* Posted February 18, 2020 Report Share Posted February 18, 2020 In effetti non è il primo "dual use", ad esempio nel terremoto di Ancona di qualche anno prima Nave Bafile era punto di appoggio di tutta la città, non solo dei militari. Ma è sicuramente stata un'esperienza nuova... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Tochiro_BS Posted February 18, 2020 Report Share Posted February 18, 2020 Una buona notizia sull'argomento: lunedì prossimo, 21:40 su History Channel (Sky) ci sarà un documentario dedicato alla missione in Vietnam. In pratica sarà una specie di 5^ puntata della serie "L'Italia delle Navi" (posso garantire, dal punto di vista storico è la migliore delle puntate). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
fanghino Posted February 19, 2020 Report Share Posted February 19, 2020 C'è da essere orgogliosi e fieri. Non riesco neppure ad immaginare la complessità di una simile missione. Prima ancora che le navi siano preparate con le specifiche e attrezzate per la missione prevede un lavorio diplomatico per ottenere la concessione ad operare nelle varie acque territoriali, rifornimenti,ecc. Non so a livello internazionale quanti altri precedenti possa aver avuto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Tochiro_BS Posted February 20, 2020 Report Share Posted February 20, 2020 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
sandrored Posted October 25, 2020 Report Share Posted October 25, 2020 un mio ricordo: non ero mai stato così lontano da casa. Mai militari Italiani erano andati a portare serenità a profughi cosí lontano. Parlo di una delle tante missioni semi-dimenticate delle Forze Armate italiane. Nel 1979, una squadra navale rischierata a 6.500 miglia dalle basi di partenza, si concluse con il salvataggio di quasi mille boat people vietnamiti abbandonati alla deriva nel Mar della Cina Meridionale. L’anno seguente sarebbe toccato alla AMI, stavolta sotto le insegne della Croce Rossa Internazionale, un memorabile ponte aereo umanitario tra Bangkok e Phnom Penh nel pieno della spaventosa guerra civile che stava insanguinando la Cambogia. Mappe e cartine alla mano (possinammazzalli erano tutte in inglese), ci saremmo trovati in un contesto ambientale complesso. Il mio lavoro si sarebbe snodato al di fuori del tradizionale sistema di comando, il fatto stesso di dovermi integrare con Marina, Cri, ecc. spostava ancora piú in su la soglia critica. Quanto al tempo a disposizione per poter raccogliere ed elaborare le informazioni essenziali circa la effettiva situazione del "profugo", meglio sorvolare. L’unica sicurezza erano i 40° ed il 90% di umidità.. “sempre”.. La “nostra” crociera iniziò il 4 luglio del 1979 (mia e del geniere Daniele Hang di Bologna) raggiungendo Singapore, senza alcuno scalo il 21 di luglio. Una volta arrivato ci scontrammo con la vera verità: Il capitolo VII della Carta dell’ONU sanciva e sancisce che i militari delle operazioni potranno adottare ogni misura ritenuta idonea - ivi compreso il ricorso all’uso della forza - per attuare l’insieme dei compiti loro assegnati. La squadra navale composta dalle navi Vittorio Veneto, Andrea Doria e Stromboli si avvicina di nuovo alla costa e ora si dondola pigramente sull’oceano mantenendosi alla solita distanza di sicurezza di circa due chilometri, la bocca spalancata del bacino di poppa che sembra voler dire «andiamo». Tra le onde sono riapparse pure le sagome delle imbarcazioni che prelevano i profughi, i quali se ne stanno accovacciati in ordine lungo la spiaggia. Quando la prima lancia butta giú la rampa sulla battigia, un lagunare lí vicino si inginocchia nella sabbia e rimane assorto per qualche secondo con il volto rivolto verso la striscia di palme. Poi si rialza, e senza piú voltarsi, sale a bordo insieme ai suoi compagni. Tutti si lasciano dietro un ricordo praticamente irripetibile: una missione intera "tirata via" dall’inizio alla fine con lo stesso gruppo tattico e senza mai un rimpiazzo. E una lapide di marmo nero piantata nel giardino di quella che, per tutto questo tempo, ha fatto da casa e da caserma insieme. Prima di andarcene, però, demmo vita ancora una volta a un’azione assai poco militaresca. Quintali di panini e di farina preparati e sbarcati dallo Stromboli e consegnati nelle mani delle impareggiabili "suorine" . Sono proprio queste le ultime persone viste su quella spiaggia. L’ultimo a imbarcarsi è il Colonnello. Una suorina, si avvicina al barcone che sembra non voler piú lasciare l’arenile. Si porta due dita alla bocca, le appoggia sulla fiancata del mezzo da sbarco e si fa il segno della croce. II Colonnello la raggiunge e la bacia sulle guance dicendole: «Questo bacio è per tutte voi». Quindi, arretra di qualche passo. E rivolgendosi al pilota della lancia, con un groppo alla gola che gli strozza la voce, fa: «Vai, maledizione. Vai». Il 20 agosto, dopo 47 giorni, dopo aver raccolto 900 profughi vietnamiti, rientrammo nel porto di Venezia visto che la cosa "doveva" passare quasi in sordina, altro non ricevemmo che un "Cavalierato della Repubblica" p.s. il video mi ha lasciato l'amaro in bocca, (perdonate il guastatore che è in me) sono state dimenticate tutte le altre specialità che vennero imbarcate per l'occasione... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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