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Magg. (Gn) Giulio Fenu, Direttore Dell'arsenale Di Betasom


Totiano

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Avevo promesso qualche nota sul Maggiore Fenu e ogni promessa è debito, però...
Mi sono imbattuto nella lettera che mi scrisse un reduce nel 1994 quando iniziai la ricerca sul Fenu; Il Sig. Bernacconi vive (spero sia ancora vivo) a Bordeaux ed è presidente del comitato italiani all'estero.
A monte di tutto e considerando le finalità del sito forse l'omaggio più bello è riportare il testo della lettera:
"...Ho domandato a qualche reduce di Betasom ancora vivente a Bordeaux, ma avuto soltanto qualche ricordo, vago e di poco rilievo.
Tutti ricordano che era un Ufficiale di grande valore ma non sono più capaci di scendere nei dettagli. Bisogna tener presente che si tratta di personale ausiliario, non navigante e che non ha avuto molti rapporti con l'ingegnere (ing Fenu, n.d.r.).
Personalmente sono stato molto in contatto con lui anche perchè era molto amico con mio fratello, Sergio Bernacconi, corrispondente di guerra, del quale Le unisco anche un suo libro dove parla molto di Betasom, in più ai rapporti professionali perchè ero il capo elettricista del sommergibile "Pietro Torelli" famoso per le sue avventure e per i suoi comandanti. L'ing. Fenu venne personalmente a Santander dove ci eravamo rifugiati in cattive condizioni dopo un accanito combattimento contro degli aerei inglesi. Durante queste missioni il Torelli si rese celebre per i bombardamenti subiti , rientrando in porto sempre miracolosamente per gravi danni subiti.
Di qui i frequenti contatti con l'ing., qualche volta vivaci perchè purtroppo era sempre l'impianto elettrico che subiva i danni più gravi. Era tradizionale che rientravamo sempre con le quattro batterie di accumulatori completamente distrutte. E rimettere in efficienza il battello non era cosa facile. Aveva stima di me, (sono fiero di farlo notare, venendo questa da un ufficiale di così alto valore. Mi permetto farle notare che fui promosso Tenente, per merito, dopo la guerra.)
Date le difficoltà di avere degli accumulatori di ricambio, arrivai a compiere le mie ultime due missioni con 4 sottobatterie di tipo e capacità differenti. Lei comprende le difficoltà di carica e scarica per avere un efficace rendimento. Con Fenu niente era impossibile, e quando tentai una piccola protesta mi rispose, sorridendo, che con me poteva anche rischiare. Un complimento che fatto da lui valeva una medaglia d'argento.
Dopo l'8 settembre, il C.te Grossi spesso assente, fu il maggiore Fenu, ormai tenente colonnello, che fu praticamente il comandante della base.
Sbarcato dal Torelli, in partenza per l'estremo oriente, date le mie precarie condizioni di salute, mi volle con lui come suo uomo di fiducia, ed ebbi ancora modo di apprezzarne tutte le qualità. E' difficile entrare nei minimi particolari ma il quadro sommario che le faccio le dara una idea esatta della sua personalità.
Ricordo la sua sofferenza quando furono fucilati tre marinai per diserzione: un triste episodio, una applicazione stretta e severa del regalamente delle navi armate in tempo di guerra. Non ne eravamo certamente responsabili e fece di tutto per evitarlo.
E dato che con me poteva rischiare mi mando anche a parigi per recuperare uomini e materiali del posto di tappa che era la stazione di Austerlitz, posto di passaggio per tutto il personale della base che si recava n Italia. ero accompagnato da due marinai del S.Marco. Non era certamente compito mio, ma come dire di no all'ing. Fenu. Così credo che fù l'ultimo automezzo della Marina Militare a compiere un così lungo viaggio attraverso la Francia e tutti i suoi partigiani. Si era nel 1944! e quando arrivai con camion, uomini e materiali mi sorrire e disse: "lo sapevo!".
Le assicuro che rimase al suo posto con una dignità ammirevole ci fu d'esempio, d'incoraggiamento e di conforto.
Ma dove l'ing. Fenu mostro le sue alte capacità fu nelle trasformazioni che apporto ai nostri sommergibili per aumentarne l'autonomia e modificarne la torretta, si da suscitare l'ammirazione dell'amm. DOENITZ. Con il Torelli siamo stati in mare per 70 giorni ed abbiamo affondato una petroliera davanti alla Guyana francese.
Finita la guerra montò, in collaborazione con un tecnico di garanzia della FIAT, un piccolo cantiere di riparazioni navali, ma restò poco.
Deluso, amareggiato, emigrò nell'america del sud. Non ho avuto più sue notizie, credo sia deceduto. Credo avesse un paio d'anni in più di me, che ne ho quasi 87.
(omissis)
Mi scusi se per legare i ricordi dell'ing Fenu sono stato costretto a parlarle molto anche di me, ma d'altra parte come dimenticare 12 anni di imbarco sui sommergibili? ero nel mar Rosso con il SOMM. GEMMA, per la guerra etiopica,in Spagna con il somm. OTARIA ed infine in Atlantico con Il TORELLI."

Ho sperato di conoscerlo quando nel 2000 andammo in GB per fare una campagna in nord europa col Marconi ma la sosta di Bordeaux fu annullata. Chissà quanti altri ricordi...

Spero che abbiate gradito Comandanti

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E' il più bel esempio delle qualità di noi Italiani. Dove scarseggia l'equipaggiamento sopperisce l'ingegno. Mente contro Materia.

E che ci provassero gli inglesi a condurre la guerra nelle nostre condizioni. Sarei stato a vedere che risultati avrebbero raccolto! :s05:

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L'ing. Fenu venne personalmente a Santander dove ci eravamo rifugiati in cattive condizioni dopo un accanito combattimento contro degli aerei inglesi. Durante queste missioni il Torelli si rese celebre per i bombardamenti subiti , rientrando in porto sempre miracolosamente per gravi danni subiti.


torelli_3.jpg
Il Torelli visibilmente sbandato nel porto di Aviles.
(Foto Elio Andò)

:s15: :s15: :s15:

Con il Torelli siamo stati in mare per 70 giorni ed abbiamo affondato una petroliera davanti alla Guyana francese.

torelli_4.jpg

L'Esso Copenhagen affonda di prua.
(Foto Elio Andò)

ANCORA GRAZIE!!!!!!!!!!

:s10: :s10:

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EccoVi la vita operativa del battello dopo l'8 sett. 43' :s02:

 

Notare quando si è arreso..... :s07:

 

scusatemi per l'inglese..... :s14:

 

8 September 1943: The Surrender of Italy:

After receiving the news of an armistice signed by the Italian government, Vice Admiral Hiraoka Kumeichi (former CO of HIEI), Commander of the 9th Base Unit at Sabang, orders Tenente Gropalli and his crew taken prisoner in Singapore. They are transferred to a camp where they join the crews of the AQUILA II (REGINALDO GIULIANI/later UIT-23) and the AQUILA III (COMANDANTE ALFREDO CAPPELLINI/later UIT-24/I-503)******.

 

10 September 1943:

The TORELLI is handed over to the Germans and commissioned in the Kriegsmarine as the UIT-25. The Germans assign the code name "Merkator" to all the ex-Italian boats. The UIT-25 is assigned to transport duty between Singapore and Japan.

 

23 September 1943:

Salò, Italy. Mussolini founds the new puppet "Repubblica Sociale Italiana (RSI)" regime controlled by the Germans. Later, some of the AQUILA VI's crewmen decide to fight alongside the Germans as part of the RSI.

 

6 December 1943:

Oberleutnant zur See (OL=LT(jg) Werner Striegler assumes command.

 

13 February 1944:

Penang. OL Striegler relinquishes command of the UIT-25 and immediately assumes command of the UIT-23 (ex-GIULIANI) whose Commanding Officer, FK Heinrich Schäfer, died on 8 January 1944.

 

14 February 1944:

Striegler leaves on patrol. The UIT-23 carries some survivors from the sunken German supply tanker BRAKE and the sunken raider (Hilfskreuzer IX, Schiff 28) MICHEL, but the UIT-23 is itself torpedoed by the submarine HMS TALLY HO!

 

OL Striegler and 13 survivors are rescued by two German Arado Ar-196A floatplanes (formerly of the MICHEL) of the MarineSonderFliegerKommando stationed at Penang. Five survivors at a time lash themselves to the planes' floats and are returned to Penang. That same day, Striegler again assumes command of the UIT-25.

 

February 1944-February 1945:

The UIT-25 is used for supply runs between Southeast Asia and Japan.

 

September 1944:

OL Herbert Schrein assumes acting command. OL Striegler is reassigned as the Commanding Officer of U-196 that is lost in the Sunda Strait on 30 Nov 44.

 

November 1944:

Incessant Allied air and submarine attacks render Penang untenable as an operational base for submarines. The German U-boats withdraw to Batavia (Jakarta) and the Japanese I-boats relocate to Surabaya, Java (Indonesia).

 

February 1945:

OL Alfred Meier (from U-183) assumes command of the UIT-25. That month, the UIT-25 departs Batavia for Kobe, Japan probably to have her battery cells replaced. Undoubtedly, she also carries personnel and war materials to Japan.******

 

17 March 1945:

Kobe undergoes an American bombing raid by USAAF Boeing B-29 "Superfortresses" of the 20th Air Force from Tinian. The Mitsubishi and Kawasaki shipyards are targeted. The I-158 and several cargo ships are damaged in the raid. One of the UIT-25's German ratings is killed.

 

10 May 1945: The Surrender of Germany:

Kobe. The UIT-25 is undergoing overhaul at Kawasaki's shipyard. She is taken over by the IJN, commissioned as the I-504 and assigned to the Kure Naval District, but no Japanese crew is assigned to her.

 

The I-504 and the I-503 are the only submarines to fly all three Axis powers' flags in World War II.

 

15 July 1945:

The I-504 is attached on paper to the Kure Naval District to protect the base in case of an Allied invasion, but the actual transfer is planned for later.

 

30 August 1945: The Surrender of Japan:

The I-504 is surrendered at Kobe.

 

30 November 1945:

Removed from the Navy List.

 

16 April 1946:

Scuttled by the American Navy in the Kii Suido.

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  • 1 month later...
  • 3 years later...

Salve sono nuovo e sono stato spinto in questo forum dalla curiosità di sapere notizie sull'ingeg. Fenu...sapete sono giovane e nel mio paese "Villanovaforru" mi raccontavano di un uomo da legenda che era stato protagonista nella 2 guerra mondiale nell'oceano atlantico, devo essere sincero pensavo fosse una legenda ed invece scopro che è esistito realmente ed in questo forum Totiano lo descrive come un mito!
Mi piacerebbe sapere notizie su Fenu, storie, anedotti se qualcuno sa qualcosa mi piacerebbe davvero conoscere le gesta di quest'uomo! Vi ringrazio

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quello che hai trovato sul forum è purtroppo tutto quanto mi è stato possibile reperire su questo uomo straordinario.

negli anni 90 mi ero intestardito nella ricerca di dati su questa figura che tutti coloro che sono stati a Bordeaux ricordano eccezionale ma di cui non esistono ricordi. Feci anche un appello su aria alla rapida!

L'unico a darmi qualche dato in più fu il sig. Bernacconi che lavorò alle dipendenza dell'ing. Fenu in qualità di sottufficiale elettricista. E' da anni che non mi scrive più e tempo che anche lui sia partito per l'ultima missione.

se però hai qualche notizia, anche indiretta, dal tua Paese, postacele!

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Ha di sicuro girato vari paesi, si dice (ma non so quanto sia veritiero) che ci sia una via a Cuba intestata a lui, comunque i paesi dove è stato dovrei scoprirli perchè mandava delle cartoline ai parenti. Nel paese si dice che abbia inventato qualcosa per i sommergibili di veramente importante a proposito di questo qualcuno sa qualcosa?non essendo un tecnico non posso essere preciso..forse una valvola che permetteva ai sommergibili di andare sotto una certa profondità!

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Ieri notte ho raccolto una testimonianza di un nipote, intorno al 1966 l'ing. Fenu tornò per qualche giorno nel suo paese natale Villanovaforru, venne con una grossa macchina una Cadillac, i paese in cui andò dopo la guerra furono tanti Nicaragua,Brasile,Cuba e Argentina. Nella stampa locale "L'unione Sarda" uscì una articolo (che purtroppo non si riesce a trovare) dove si elogiava una grande invenzione del Fenu relativamente a dei sommergibili (pare che andassero ad una profondità maggiore per non essere intercettatati) però per ora non so altro. Totiano tu sai se il Fenu fu protagonista di tale invenzione? o di qualcosa del genere?Sinceramente non ho capito che funzione avesse il Fenu a volte lo si cita come Maggiore altre come capo del genio civile altre come contrammiraglio. Attendo notizie, intanto continuo la mia ricerca!

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vado a rispolverare i documenti...

per quel che mi ricordo, intanto, Fenu fu il protagonista di tutte le modifiche applicate ai battelli atlantici per poter meglio svolgere la guerra sottomarina secondo le innovative teorie di doenitz.

Tra le sue modifiche ci furono il ridimensionamento delle torrette e l'eliminazione delle camicie dei periscopi e la trasformazione dei doppi fondi (le casse che servono per immergersi) in casse per il combustibile.

per fare ques'ultima modifica furo applicate delle valvole ideate dal'ing Fenu e forse è a questo che si riferiscono le "voci".

Questo sistema permetteva di prolungare l'autonomia, ovvero la permanenza in mare, dei sommergibili.

Su alcuni battelli riusci anche a intervenire su sfoghi aria e valvole di allagamento dei doppi fondi per aumentare la velocità di immersione.

A Betasom Fenu rivestina il grado di "Maggiore del genio navale". mi risulta si sia congedato con il grado di Tenente Colonnello subito dopo la guerra per cui il grado di ammiraglio non è mai stato vestito sotto la Marina Italiana.

All'estero sapevo che aveva aperto un cantiere navale in argentina, ma forse sulle sue esperienze post belliche puoi essere sicuramente più preciso tu.

Spero di farti cosa gradita nel pubblicare questa lettera del sig. Bernacconi

bern1zk0.th.jpg
bern2mt4.th.jpg

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Perdonate ,ma se era un Maggiore della Regia Marina e giro' le Americhe deve essersi messo in congedo ....o da militare e se non ha continuato la carriera militare perche? Ragioni politiche o un futuro da libero professionista,se ci fossero ulteriori informazioni ringrazierei.....indubbiamente una mente geniale.-

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Per il post guerra cercherò di avere informazioni, per ora mi sto basando su "'le voci" ma come ti ho detto il riscontro della corrispondenza permetterà di essere un po' più precisi. Di certo è che anche dopo la guerra il suo ingegno ha portato a delle opere importanti in SudAmerica.
Tutto quello che sai sul periodo Betasom su Fenu mi piacerebbe davvero sapere. Immagini ce ne sono? c'è qualche libro che si riferisca a lui?

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purtroppo solo pochi accenni, la storia la fà lo stato maggiore :s45:

comunque mi metto in caccia per tutto quello che trovo.

lancio ufficialmente una proposta: potremme ricordare questo mitico Ingegnere (io non lo sono, e nella lettera l'appellativo è usato dal Bernacconi come sinonimo di Direttore di Macchina) con un sub forum, come già fatto per il C.te Fraternale e capo Trentin. cosa ne pensi?

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Scusa mi sono dimenticato di ringraziarti per la lettera!straordinaria.!




di nulla, è un piacere e un onore ricordare questa persona che per me è da tempo un mito (avrai sicuramente notato la data della lettera del sig. Bernacconi...). appena hai un po di materiale mandami un pm che cominciamo ad organizzare il subforum.
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Certo che è utile, io ho diversi accenni all'ing. sul Libro di Mattesini "Betasom 1940-1943".

stò continuando a cercare...

conosci qualche parente, anche lontano? potrebbe richiedere un estratto del foglio matricolare. E' un documento che riporta le destinazioni, gli incarichi, le onorificenze e tutto quanto fa testo nella vita di un militare...

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No, è necessaria la sola domanda in carta semplice dove si richiede il foglio matricolare della persona che interessa dichiarando la propria parentela. Se non hanno cambiato di recente la stessa domanda vale come autocertificazione della paretela per cui non serve altro.

Purtroppo i tempi sono biblici (nell'ordine dei 3/6mesi), in parte divuti al recente trasloco dell'archivio...

per avere un'idea di cos'è un foglio matricolare puoi trovare un esempio a questo link

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=13214


se sei d'accordo, sentiamoci via pm per queste informazioni, che non sono di interesse per la comunità ma solo di servizio

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  • 8 years later...

Il direttore dell’arsenale di Betasom, presente dalla sua costituzione fino al fatidico 8 settembre e diretto collaboratore dell’Amm Parona nella scelta del sito di Bordeaux, fu il Magg. (GN) Giulio Fenu. Egli ristrutturò la base preesistente in brevissimo tempo rendendola adatta all’ormeggio, alla manutenzione dei nostri sommergibili atlantici e al ricovero degli equipaggi (vd relazione dei Servizi GN della base di Betasom relativa ai mesi di settembre e ottobre 1940, Ufficio storico della MM). Di Lui ci sono tante testimonianze (e decorazioni) che lo definiscono un Ufficiale di alta statura morale e tecnicamente molto professionale. Fu Lui che apportò le modifiche alle torrette dei nostri sommergibili tagliandone buona parte e rendendole più difficilmente individuabili dalle UU.NN di ricerca AS. Lui stesso, prima dell'inizio della guerra, era stato l’ideatore del cosiddetto “valvolone Fenu” ossia la particolare valvola di scarico dei gas combusti che permetteva una discesa più rapida e che gli era valsa la decorazione con medaglia d’argento di 1a classe (F.O. nr 151 del 2-3 luglio 1939). Nell’ultimo periodo prima dell’armistizio aveva modificato il Da Vinci con due grosse tenaglie magnetiche, atte a trattenere e rilasciare il mini-sommergibile C2 ("Caproni 2" – il C1 era andato perduto durante le prove, credo nel lago di Garda) alla foce dell’ Hudson in modo che questo, risalendo il fiume fino a NY, avrebbe effettuato un attacco “a casa loro” dando un poderoso colpo alla loro sicurezza interna. Gli eventi di quel frangente di guerra non permisero però tale audace impresa. Infatti il Da Vinci col suo equipaggio (Cte Gazzana Priaroggia) fu affondato durante una missione operativa mentre, probabilmente, provava anche la stabilità del battello in virtù di quest’ultima modifica che cambiava il profilo idrodinamico del battello. Giulio Fenu era certamente colui che in banchina aspettava trepidante i battelli e i cari camerati che talvolta, purtroppo, non rientravano alla base. Poi venne l’8 settembre…. ma questa è un’altra storia.

Edited by Atlantic
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Grazie Atlantic! nel 75° della Base Atlantica è bello ricordare una delle colonne portanti di betasom (e, personalmente, un mio mito)

 

Alcune osservazioni: il minisomemrgibile era il modello CA della Caproni, ed effettivamente era il secondo della serie. Escluderei, invece, che il DaVinci stesse facendo prove di stabilità o altro al momento dell'affondamento: era stato ripristinato in conformazione originaria ed aveva effettuato una lunga missione di guerra. (peraltro la sostituzione del cannone con le tenaglie avrebbe aumentato la stabilità). La perdita è perciò da addebitarsi alla unità britanniche Active e Ness, in un periodo in cui perfino Doenitz non faceva più uscire i propri battelli per le eccessive perdite.

 

Ne abbiamo parlato anche qui e, anzi, se concordi, unirei tutte le discussioni

 

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=1973

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=16237

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Il direttore dell’arsenale di Betasom, presente dalla sua costituzione fino al fatidico 8 settembre e diretto collaboratore dell’Amm Parona nella scelta del sito di La Pallice, fu il Magg. (GN) Giulio Fenu.

 

Penso che tu intenda il sito di Bordeaux. Il porto di La Pallice era un punto d'appoggio secondario rispetto alla base di Bordeaux, utilizzato qualche volta al rientro dalle missioni e/o nel caso in cui le prove in mare, all'uscita dall'estuario della Gironda, richiedessero degli interventi tecnici gestibili a La Pallice.

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Grazie Atlantic! nel 75° della Base Atlantica è bello ricordare una delle colonne portanti di betasom (e, personalmente, un mio mito)

 

Alcune osservazioni: il minisomemrgibile era il modello CA della Caproni, ed effettivamente era il secondo della serie. Escluderei, invece, che il DaVinci stesse facendo prove di stabilità o altro al momento dell'affondamento: era stato ripristinato in conformazione originaria ed aveva effettuato una lunga missione di guerra. (peraltro la sostituzione del cannone con le tenaglie avrebbe aumentato la stabilità). La perdita è perciò da addebitarsi alla unità britanniche Active e Ness, in un periodo in cui perfino Doenitz non faceva più uscire i propri battelli per le eccessive perdite.

 

Ne abbiamo parlato anche qui e, anzi, se concordi, unirei tutte le discussioni

 

 

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=1973

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=16237

grazie a te Totiano che mi hai dato la possibilità di ricordare nel tuo sito un nome che mi sta particolarmente a cuore. Giulio Fenu, nato il 29 ottobre 1906 a Villanovaforru (CA) ed entrato in Accademia nel 1924, fu sicuramente promosso Tenente Colonnello (era in avanzamento - F.O. del 5 gennaio 1943, in cui erano in elenco anche Carlo Fecia di Cossato e Livio Piomarta- ma non ho trovato traccia della sua promozione nei F.O. dell'epoca - dopo l'8 settembre sappiamo che le carte erano l'ultimo dei problemi). Due giorni dopo l'armistizio decise, come tanti altri, di restare a Bordeaux. Riuscì anche a sistemare il famoso CA2 su un vagone ferroviario ma non riuscì a spedirlo in Patria tanto che alla fine della guerra era ancora lì. Credo di aver letto da qualche parte che, lasciato Bordeaux quando l'avanzata anglo-americana era alle porte, vagò nel sud della Francia con un gruppo di commilitoni finchè non si consegnò ai partigiani francesi. Fino al termine della guerra si occupò della bonifica di vari porti francesi. Negli anni successivi utilizzò la Sua grande esperienza di Ingegnere Navale progettando e dirigendo la costruzione di grandi opere in Argentina, Nicaragua, Cuba, Brasile e Messico. Morì a Menton (Francia) all'età di 84 anni.

PS: sono certamente favorevole all'unione dei miei post alle precedenti discussioni. Grazie Totiano

Edited by Atlantic
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Penso che tu intenda il sito di Bordeaux. Il porto di La Pallice era un punto d'appoggio secondario rispetto alla base di Bordeaux, utilizzato qualche volta al rientro dalle missioni e/o nel caso in cui le prove in mare, all'uscita dall'estuario della Gironda, richiedessero degli interventi tecnici gestibili a La Pallice.

 

Scusa il malinteso, certamente il sito scelto era quello di Bordeaux ( erano state valutate oltre a Bordeaux e La Pallice anche Rochefort, La Rochelle e Pauillac. Con L'Amm Parona nell'Agosto del 1940 fecero il sopralluogo anche il Magg (GN) Fenu e il T.Col. (AN) Rosani. Grazie per la precisazione, ho apportato la modifica.

Edited by Atlantic
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  • 2 weeks later...

Grazie al nostro STV(CP) sono entrato in possesso di un articolo che tratta del nostro Direttore. Lo riporto integralmente, ripromettendomi di di riportare il titolo della rivista appena ne sarò a conoscenza. Sto usando un sistema OCR, chiedo scusa per gli errori di ortografia. All'autore va, invece, addebitato qualche errore sui dati, come ad esempio che i battelli oceanici non potessero risalire la Gironda. Lungi da me condannarlo, sono guà cosi poche le persone che si occupano dei nostri marinai...

 

 

Un sardo del secolo scorso, protagonista di mille peripezie: il capitano di vascello del Genio navale Giulio Fenu
LA VITA COME INTERMINABILE AVVENTURA
di Ernesto Curreli
Nato nel 1906 a Villanovalforru, frequentò I'Accademia di Livorno dove si laureò in ingegneria. Partecipò alla guerra dí Spagna e poi, a partíre dal 1940, svolse funzioni tecniche di pimo piano nella base deí sommergíbíli ítaliani a Bordeaux. Dopo l'armístizío, si schierò con la Repubblíca Sociale ltalíana; ma, dívenuto prigioníero, venne utilízzato anche daglí angloamertcani. Nonostante í suoí trascorsí, restò nei ranghi della Marina, che, peraltro, si astenne dall'ffidarglí qualsíasí íncarico. Una sítuazione anomala, che, tuttavía, gli permíse di lavorare lungamente nelle Ameríche merídíonale e centrale. Mori a Mentone nel l990
i sono uomini la cui vita avventurosa spesso ci stupisce e della quale non sappiamo nulla, anche se stanno dietro I'angolo di casa. È il caso del sardo Giulio Fenu, nato a Villanovaforru (Cagliari, oggi Medio Campidano) il 29 ottobre 1906. Nel 1923 si diplomò al Nautico di Cagliari e, appena compiuti i diciotto anni, vinse il concorso per entrare nella Regia Accademia Navale di Livorno, Corso Ufficiali Macchinisti. A ventiquattro anni aveva già conseguito la laurea in ingegneria navale.
Dopo numerosi imbarchi sui sommergibili, nel 1935 col "Finzi" Fenu, ormai capitano del Genio navale, prese parte alla Guerra di Spagna, dimostrando sempre notevole sangue freddo. Il 20 Giulio Fenu agosto 1937, davanti alla costa di Valenza, il battello in emersione si era scontrato con due "cacciatorpediniere rossi", come recita il suo foglio matricolare. Lanciati a vuoto i siluri, gli italiani tentarono I'immersione, ma incontrarono serie difficoltà perché il mezzo era stato danneggiato dal fuoco nemico. Fu solo
l'abilità del capitano Fenu, direttore di macchina, a salvare il sommergibile. L'azione gli valse la medaglia di bronzo al valor militare e l'autorizzazione a fregiarsi del nastrino, che commemorava le Operazioni Militari in Spagna. Due anni dopo - recita ancora il foglio matricolare - ebbe la medaglia d'argento di 1" classe" per aver ideato un valvolone per scarico di gas combusti dei motori termici",
In seguito, fu destinato a Roma - Comando superiore sommergibili (1938- '39); ma non essendo un ufficiale di "poltrona", vi rimase ben poco. Promosso nel frattempo maggiore del Genio navale, il 30 agosto 1940, in pieno conflitto, ebbe I'ordine di trasferirsi presso le forze subacquee italiane in Atlantico per guidare il Genio navale nella base italiana di Bordeaux (Betasom), che si stava allestendo in una zona del porto messa a disposizione dalla Kriegsmarine germanica.
Fenu fu tra i primissimi della Regia Marina a mettervi piede. Qui mise subito a frutto la sua inventiva. Fece sistemare generatori portati dall'Italia, collegò le tubature di acqua ed aria compressa, mise in piedi capannoni e alloggi.
Inoltre, dopo aver studiato il corso fluviale della Gironda, creò in località La Pallice, cinquanta miglia a nord rispetto all'estuario della Gironda, una base di emergenza più vicina al mare e adatta a ospitare i sommergibili oceanici italiani, troppo grandi per poter risalire i bassi fondali di quel fiume. Il porto di Bordeaux andava bene per gli U-boot tedeschi, più moderni e di minor tonnellaggio.
Fenu capì anche che i trentuno sommergibili italiani di stanza nella base francese erano inadeguati per le esigenze della guerra in Atlantico: oltre ad essere pesanti, avevano motori diesel troppo rumorosi e periscopi limitati. Comunque, sebbene una decina di sommergibili fossero stati richiamati nel
Mediterraneo, i nostri mezzi subacquei, partendo da Betasom, effettuarono in Atlantico 109 missioni di guerra e riuscirono ad affondare 593 mila tn. di naviglio nemico. Risultato ottenuto grazie all'ardimento dei nostri sommergibilisti, ma pagato con la perdita di numerosi battelli. Tra questi, il "Calvi", che, dopo uno scontro con navi britanniche all'altezza della Sierra Leone (12 luglio 1942), rifiutò la resa e si inabissò, portando con sé il comandante Primo Longobardo di La Maddalena cui verrà conferita la medaglia d'oro.
Intanto, sotto la direzione di Fenu, vari sommergibili "oceanici" subivano radicali modifiche in quanto, con la loro capacità di stivaggio, sarebbero stati più utili per trasportare dai territori in mano ai Giapponesi le materie prime di cui le forze dell'Asse erano sprovviste. L'instancabile ufficiale sardo fece anche parte del gruppo, formato da ingegneri di marina, che organizzò strutture e uomini per colpire gli inglesi a Gibilterra.
Al largo di Algesiras, gli italiani avevano ricavato sotto il galleggiamento di un nostro mercantile incagliato un ricovero per siluri a lenta corsa e mignatte.
Gli incursori della Marina se ne servirono ben otto volte e fecero saltare in aria complessivamente sessantaquattro mila tonnellate di naviglio ancorato nella base britannica. Gli incursori, divisi in due gruppi, giungevano sulla costa andalusa dopo varie peripezie. Un contingente passava lungo la Provenza, presidiata dalla Quarta armata italiana, e si dirigeva verso Bordeaux, dove prendeva contatto con Fenu, il quale, per poter fornire un supporto tecnico, più di una volta attraversò il territorio spagnolo fino a Gibilterra, nascosto dentro il cassone di un camion.
L'altro gruppo arrivava per mare a Barcellona, dove i "marinai" sbarcavano dai mercantili e si fingevano disertori. Quindi, con l'aiuto dei servizi segreti
della Marina, puntavano su Algesiras. Per quelle azioni nel 1942 Fenu divenne ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia. In quello stesso periodo il governo germanico gli conferì la Croce delI'Ordine dell'Aquila Germanica di II classe e l'anno successivo la Croce di Ferro di II classe "in riconoscimento di meriti nell'organizzazione della Base Forze navali italiane in Atlantico".
All'8 settembre 1943 il foglio matricolare riporta la solita frase riservata ai militari che avevano combattuto, fuori dai confini nazionali, per la Repubblica Sociale Italiana: "In territorio estero occupato dal nemico dal 9.9.1943 all'agosto 1944". La sera dell'armistizio da Roma il Comando marina comunicò a Betasom che il governo aveva firmato I'armistizio ed ordinò di affondare i sommergibili.
Dal canto loro, gli ufficiali "atlantici" avrebbero dovuto chiedere al comando germanico, come se nulla fosse accaduto, di mettere a disposizione vagoni
ferroviari per consentire ai nostri marinai di fare ritorno in Italia. Il comandante Enzo Grossi impose agli ufficiali di non diffondere quegli ordini: avrebbe parlato con la sua gente di lì a due giorni. In quelle ore arrivavano dall'Italia notizie terribili: i reparti dell'Esercito e della Marina erano in aperta ribellione e rifiutavano la resa, mentre altri obbedivano al re e si battevano contro i tedeschi in vari punti della penisola. C'era il caos più completo.
Il 10 Grossi tenne la prima riunione in un capannone; ma prima di cominciare fece chiudere il portone perché nessun estraneo potesse ascoltare. Parlò da un'improvvisata pedana:
prigionieri italiani.) Aveva in mano un cronometro e, senza altri commenti, diede ai marinai dieci minuti di tempo per compiere una scelta difficile.
Meno della metà dei presenti uscì dal capannone. La maggioranza rimase al suo posto per proseguire la lotta; gli altri furono trasferiti in treno a Colonia, dove vennero impiegati nella stazione ferroviaria per la manutenzione dei binari.
Gli uffìciali rimasti decisero la riorganizzazione delle forze. Alcune compagnie del San Marco e uomini di marina formarono un nuovo battaglione, che, in onore di Primo, denominarono "Longobardo". Poi raccolsero gli altri sbandati e crearono una nuova unità: la "Divisione Atlantica".
Frattanto, Fenu aveva modificato il ponte su uno dei sommergibili: eliminato il cannone di prora, era riuscito a ricavare una "culla" sulla quale alloggiare
un minisommergibile CA Caproni, fissato al ponte con due grandi tenaglie magnetiche. Secondo i piani, il mezzo, dopo essere stato rilasciato alla foce dell'Hudson, avrebbe risalito il fiume fino salito il fiume fino al porto di New York, dove gli incursori avrebbero sabotato le navi nemiche.Tuttavia, lo sbarco alleato in Provenza (15 agosto 1944) segnò la sorte di Betasom. Il comando germanico, infatti, diramò immediatamente alle unità I'ordine di sgombero lungo tutta la costa mediterranea e atlantica. Ma le truppe di presidio, composte da fanteria appiedata, rischiavano la cattura. L'Okw decise allora, con un ordine criticato dagli storici anglosassoni, ma non privo di logica, che i porti di Dunkerque,Calais, Boulogne, Le Havre, Saint-Malo, Brest, Lorient, Saint-Nazarie, La Rochelle e Royan fossero proclamati "piazzeforti" difese dai reparti appiedati. Ciò allo scopo di conservare le basi marittime dalle quali sarebbe ripartita la guerra sottomarina, una volta che i nuovi U-boot tipo XXI, molto insidiosi perché dotati di nuove tecnologie elettroniche, fossero stati messi in mare. Il giorno di ferragosto del 1944 tutto il Meridione francese era in movimento. Due armate tedesche, ritirate dalle coste,
convergevano sulla linea Orlèans- Clermont-Ferrand per assicurare una copertura ai siti di lancio dei missili V1 e V2. Sulle strade ancora libere si riversarono in poche ore verso Est oltre centomila militari: reparti combattenti, aviazione, marinai e ausiliarie dei servizi. Poiché la natura geografica di Bordeaux non ne consentiva la difesa, il 25 agosto il comando italo-tedesco decise che se ne potevano almeno distruggere le installazioni ed affidò I'opera di sabotaggio a Fenu, che, ancora una volta, mostrò la sua grande competenza. Di lui parla in termini lusinghieri, nelle sue Memorie, il Grande ammiraglio tedesco Karl Doenitz, che si riferisce ad un nuovo sistema escogitato dall'ufficiale sardo per la ricarica dei motori diesel in immersione:
Stima rimasta integra, come dimostra il fatto che poco dopo all'ingegnere navale di Villanovaforru vennero affìdati altri delicatissimi incarichi: far saltare le chiuse dei bacini fluviali, distruggere i ponti girevoli, le gru, le banchine. Infine, sabotato il porto, Fenu ostruì la Gironda per rendere impossibile la risalita del fiume.
Ultimata l'operazione,con gli altri soldati, abbandonò Bordeaux. Ma nelle tranquille campagne dell'Aquitania i reparti si divisero.l tedeschi decisero di
raggiungere la Germania lungo il corridoio verso Lione, mentre il reparto italiano, comandato da Fenu e che comprendeva marò, artiglieri e palombari, decise di consegnarsi alle truppe regolari della Francia Libera. Viaggiavano a bordo di automezzi tedeschi e molti di loro vestivano giubbe germaniche, poiché dall'Italia da molti mesi non giungeva più vestiario di ricambio. Girovagarono nella pianura per quattro giorni,alla vana ricerca delle truppe di Dé Gaulle o dei partigiani, i quali in diverse occasioni evitarono lo scontro con quegli strani "tedeschi".
Finché un giorno, privi di viveri e quasi alla disperazione, incontrarono un gruppo di maquisard, che però li trattarono bene. Dopo qualche giorno gli Alleati, informati del sabotaggio operato da Fenu, gli proposero di ripristinare le installazioni dello scalo di Bordeaux, che i loro tecnici consideravano un'impresa ardua. Gli angloamericani dovevano sbarcare materiali e uomini lungo la costa atlantica, ma le "piazzeforti" del Nord non volevano arrendersi. Il nostro conterraneo accettò, chiedendo però che fossero rilasciati i tecnici del Genio navale italiano finiti nelle loro mani. Insomma, sebbene prigioniero,l'ufficiale che lo aveva distrutto riportò a nuova vita il porto francese nell'arco di circà un anno. I lavori, infàtti, vennero ultimati nel luglio del 1945.Un altro successo di Fenu, che, non a caso, venne "assunto" dalla Grands Travaux de Marseille (GTM), che aveva ricevuto dalle nuove autorità francesi l'incarico di bonificare il territorio. Finalmente libero, nel 1946 poté tornare a Roma e ricongiungersi alla famiglia. Ma ripartì presto perché la GMT gli aveva offerto il posto di direttore generale del ramo aziendale che operava nelI'America Latina. Così, nei 1950 diresse i lavori portuali sul Rio Paranà in Argentina e cinque anni dopo scavò un grande tunnel sotto la baia dell'Avana (Cuba), per la cui realizzazione impiegò la tecnica basata su cassoni prefabbricati, simile a quella utilizzata nella costruzione dei sommergibili. Nel 1960 passò in Messico, dove la GTM partecipava alla costruzione della metropolitana di Mexico City poi in Nicaragua, dove la società marsigliese era impegnata in altri lavori. Avendo rinunciato all'avanzamento, il maggiore Fenu venne congedato nel dicembre 1948. Ma nel suo caso si trattò di un escamotage. Lui, infatti, a differenza dei militari che dopo l'8 settembre avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana, non fu radiato. Tuttavia, pur restando nei ranghi, la Marina rinunciò ai suoi servizi; ecco perché I'ufficiale sardo poté, come abbiamo appena visto, svolgere in Francia e Oltre Atlantico un'intensa attività come ingegnere. Comunque, nel 1957 divenne tenente colonnello e, più tardi (1971), in seguito alla riforma dei gradi del Genio navale, fu promosso capitano di vascello. Nel 1976 il collocamento a riposo. Questo conterraneo, passato attraverso un'infinità di esperienze, si spense a Mentone (Francia) nel 1990.
Edited by Totiano
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Bellissimo articolo! Il Magg. Fenu fece davvero grandi cose e grazie alla sua cooperazione con gli incursori nel ricovero dei siluri sotto la linea di galleggiamento di un nostro mercantile fuori Algeciras e all'allestimento di una culla per rilasciare il CA2, lavori sicuramente ad alto grado di segretezza, si può immaginare che, nonostante avesse di fatto aderito alla RSI, non fu perseguito e restò nei ranghi della MM perchè custode di importanti segreti militari.

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Bellissimo articolo! Il Magg. Fenu fece davvero grandi cose e grazie alla sua cooperazione con gli incursori nel ricovero dei siluri sotto la linea di galleggiamento di un nostro mercantile fuori Algeciras e all'allestimento di una culla per rilasciare il CA2, lavori sicuramente ad alto grado di segretezza, si può immaginare che, nonostante avesse di fatto aderito alla RSI, non fu perseguito e restò nei ranghi della MM perchè custode di importanti segreti militari.

 

il mercantile in argomento è l'Olterra e non era solo un ricovero per siluri, ma una vera e propria base che, unita all'"osservatorio" di villa Carmela inflisse danni ingenti agli Alleati

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Lo riporto integralmente, ripromettendomi di di riportare il titolo della rivista appena ne sarò a conoscenza.

 

Mi dispiace, ignoro il nome della pubblicazione. Era uno di quei giornali che distribuiscono negli alberghi per pubblicizzare la regione o la città. ....

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La pubblicazione potrebbe essere questa ? http://www.vicosanlucifero.it/excal/ex60spec.html dove compare un altro articolo dello stesso autore, Ernesto Currieli. Per chi fosse interessato ad approfondire l'avventurosa odissea del maggiore Fenu, le coordinate del dott. Currieli sono facilmente reperibili in Internet ...

Personalmente avrei visto la sua ideale collocazione nella Micoperi, assieme ai Nino Buttazzoni, Marceglia ed agli altri grandi dell'ingegneria subacquea italiana. Chissà se mai vi furono dei contatti...

Dall'articolo sopra citato riporto la foto del giovanissimo ufficiale.

 

P1552Z.jpg

 

 

.

 

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La pubblicazione potrebbe essere questa ? http://www.vicosanlucifero.it/excal/ex60spec.html dove compare un altro articolo dello stesso autore, Ernesto Currieli. Per chi fosse interessato ad approfondire l'avventurosa odissea del maggiore Fenu, le coordinate del dott. Currieli sono facilmente reperibili in Internet ...

Personalmente avrei visto la sua ideale collocazione nella Micoperi, assieme ai Nino Buttazzoni, Marceglia ed agli altri grandi dell'ingegneria subacquea italiana. Chissà se mai vi furono dei contatti...

Dall'articolo sopra citato riporto la foto del giovanissimo ufficiale.

 

P1552Z.jpg

 

 

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Non mi sembra..... Era più una rivista a favore dei turisti.....

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lo stesso autore scrisse un simile articolo sul mensile "storia del 900" di cui ho una fotocopia mal riuscita. Se qualcuno è interessato gliela posso inviare. Ho cercato di rintracciare l'articolo su internet ma ho trovato solo la conferma che è stato inserito in un numero antecedente il mese di gennaio 2010.

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