darth * Posted February 22, 2013 Report Share Posted February 22, 2013 (edited) Salve a tutti In rete ho trovato un vecchio articolo pubblicato sul sito del quotidiano online di Como "La Provincia" del 20 Novembre 2008 a firma Gianfranco Casnati di cui riporto sia li link che il testo integrale in questo post. Non so se questo era già stato segnalato nel forum. Link : http://www.laprovinc...ettacoli/42777/ Nell'articolo si parla del ritrovamento dei progetti per la costruzione degli MTM. Sarebbe interessante sapere che fine abbiamo fatto ??? Di seguito l'articolo, consiglio comunque di leggerlo sul link : Barchini esplosivi sul Lario Un dossier segreto in soffitta I "barchini esplosivi" (Foto by archivio) di Gianfranco Casnati La scoperta di un documento davvero "esplosivo" in una cassa abbandonata nella soffitta del Cantiere Navale "Cramar" di Cadenabbia, ha riaperto una interessante pagina di storia del nostro lago. Si tratta di un prospetto con tutte le misure e le coordinate per la costruzione dei famosi Mtm (Motoscafo Turismo Modificato), comunemente chiamati "barchini esplosivi", autentica spina nel fianco della Marina Britannica durante la Seconda Guerra Mondiale. L'idea di utilizzare i mezzi d'assalto prese corpo negli anni '30 ed il 6 luglio 1939 lo Stato Maggiore della Regia Marina affidò alla Flottiglia Mas di base a La Spezia la formazione di un gruppo di ufficiali in grado di utilizzare al momento opportuno questi mezzi speciali. Si iniziò quindi la produzione degli Mtm e degli Slc (Siluri a Lenta Corsa- meglio noti come "Maiali"). Dal marzo 1941, uomini e mezzi vennero raggruppati in un nuovo reparto organico denominato X Flottiglia Mas. L'armistizio dell'8 settembre 1943 colse di sorpresa quegli uomini, ormai arrivati al massimo della loro operatività. Al Nord proseguì la X Mas, con il comandante Junio Valerio Borghese, mentre al sud venne costituito Mariassalto (comandante Ernesto Forza). Sotto la Repubblica Sociale Italiana, la produzione degli Mtm passò tutta dai Cantieri Baglietto di Varazze nelle mani dei cantieri Cranchi del Lario e Feltrinelli del Garda, per sfuggire ai bombardamenti degli Alleati al mare. Così anche in questa drammatica situazione i costruttori lariani riuscirono a trasferire la loro grande esperienza maturata in campo motonautico, nelle unità da guerra ad opera di tecnici preparati e di mano d'opera abilissima. Nei cantieri della ex filanda di Brienno di Giovanni Cranchi (ora del figlio Cleto), in quelli di Alfredo di Nobiallo ed in quello di Antonio e Mario di Cadenabbia (ora Cramar di Giacinto, Ettore e Luigi Cranchi) ne furono costruiti oltre 150. Leggendarie divennero le imprese degli Mtm nelle incursioni alla baia di Suda all'isola di Creta, a Malta, a Gibilterra, ad Algeri, ad Alessandria. Famosa è l'incursione del 25-26 marzo 1941 nella base inglese di Suda (Creta) durante la quale gli Mtm distrussero l'incrociatore britannico York di 10 mila tonnellate ed una petroliera. Impiegati quali mezzi d'assalto di superficie, erano pilotati da uno o da due uomini. Questa la descrizione fatta da Junio Valerio Borghese nel suo libro Decima Flottiglia Mas: «Motoscafo a fondo piatto, largo m.1.90, lungo m.5.20; un motore Alfa Romeo 2500 gli assicura la velocità di 32 mg.; 5 ore di autonomia alla massima velocità. Il complesso elica – timone, costituente un blocco esterno allo scafo come in un fuori-bordo, è rotante; si solleva, cioè, con facile manovra, per passare a fior d'acqua sopra le ostruzioni senza intopparvi. Nella parte anteriore del motoscafo ha sede un barilotto contenente 300 kg. di esplosivo con sistema di scoppio ad urto o a pressione idrostatica. Un uomo solo lo pilota; superate cautamente le eventuali ostruzioni e le reti parasiluro, individua il bersaglio; lo punta con la prua del barchino: quando è in punteria, mette tutta la forza, blocca il timone, e subito si lancia in mare. Mentre il pilota, per non trovarsi in acqua al momento dell'esplosione, si issa rapidamente sul salvagente di legno che gli faceva da schienale e che si stacca da bordo un attimo prima del tuffo mediante la manovra di una leva, il barchino continuando la sua corsa investe il bersaglio: la parte poppiera si stacca da quella prodiera (per l'azione di una corona di carichette esplosive disposte tutt'attorno allo scafo che, all'urto, tranciano il barchino in due) e affonda rapidamente, mentre il barilotto con la carica, giunto alla quota prestabilita in base al pescaggio del bersaglio, esplode per pressione idrostatica, aprendogli una vasta falla nell'opera viva». Una volta ultimati gli scafi in legno, i barchini venivano trasportati a Sesto Calende nella fabbrica della Siai Marchetti per essere motorizzati e caricati di esplosivo. I motori erano entrofuoribordo Alfa Romeo, con piede poppiero Cattaneo, montati appunto dalla ditta Guido Cattaneo di Milano. L'impiego delle maestranze nei cantieri costituì una grande risorsa economica per le famiglie del nostro lago in quegli anni tragici. Gli operai addetti alla costruzione dei mezzi bellici, infatti, godevano della totale esenzione dal servizio militare. Proverò a scrivere all'autore dell'articolo, nella speranza di avere altre info, o se qualche amico della Base ha informazioni … Claudio / Darth Edited February 22, 2013 by darth Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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