Reinhard Hardegen Posted October 5, 2011 Report Share Posted October 5, 2011 Uploaded with ImageShack.us Titolo: Storia e Politica Navale dell'Età Contemporanea Autore: Alberto Santoni Casa editrice: Ufficio Storico Marina Militare Anno di edizione: 1993 Anno di riedizione: 2005 Pagine: 390 Prezzo originale: 24 euro Il libro è uno dei testi adottati in Accademia per il corso di Storia Navale, scritto da uno dei più importanti studiosi italiani della materia. Il periodo trattato va dalla battaglia di Lissa alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Complessivamente è un'ottima sintesi della Storia e della Politica Navale relativa al periodo in questione, tuttavia vi sono alcuni giudizi, a mio modestissimo parere, che non mi trovano completamente d'accordo con l'autore. Innanzitutto tutta la condotta della Prima Guerra Mondiale è analizzata in chiave un pò troppo antibritannica, soprattutto relativamente alla battaglia dello Jutland. Non è possibile, a mio avviso, affermare che a seguito del'esito dello scontro, la Royal Navy non fu in grado di poter effettuare il blocco ravvicinato delle basi nemiche, quando poche pagine prima si giustificava la dottrina del blocco a distanza in virtù delle accresciute minacce subacquee, che in ogni caso non sarebbero state ridimensionate da un eventuale diverso esito dello Jutland. Santoni poi pone l'accento sull'impossibilità da parte degli inglesi, a seguito dell'esito dello scontro, di forzare gli accessi al Mar Baltico. Non credo che la Marina britannica avesse mai preso in considerazione questa eventualità, che neanche ai tempi di Nelson fu seriamente perseguita. Nel 1916 gli stretti danesi si sarebbero potuti facilmente bloccare con naviglio sottile e silurante, imbottigliando la flotta ivi inviata. Non credo che nessuno a Londra, Churchill a parte, abbia mai preso realmente in considerazione l'idea (anche durante la Seconda Guerra Mondiale). Un'altra mia perplessità è poi l'eccessiva importanza data alla decrittazione (Room 40 e ULTRA), in molti degli episodi più significativi della guerra navale nei due conflitti mondali, probabilmente a causa del passato accademico dell'autore. Soprattutto relativamente alla Battaglia dell'Atlantico, Santoni trascura completamente il contributo del radar centimetrico alla lotta antisommergibile mettendo in primo piano il ruolo di ULTRA. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
de domenico Posted October 5, 2011 Report Share Posted October 5, 2011 Nel 1855-56 la Royal Navy inviò una squadra nel Baltico (guerra di Crimea) e altrettanto fece nel 1918-19 (intervento contro la Russia bolscevica: incrociatori leggeri, ct, sommergibili, CMBs) con basi nei paesi baltici e in Finlandia. Nei primi mesi di guerra (novembre-dicembre 1939) Churchill, tornato primo Lord, fece studiare un progetto di break-in nel Baltico con le vecchie corazzate classe R e i trasporti veloci classe BRECONSHIRE, con il pretesto di aiutare la Finlandia contro l'URSS, ma l'Ammiragliato ne dimostrò l'impraticabilità... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Reinhard Hardegen Posted October 5, 2011 Author Report Share Posted October 5, 2011 Ricordo bene il progetto di Churchill relativo al Baltico, infatti egli ne parla diffusamente nelle sue memorie della Seconda Guerra Mondiale. In ogni caso l'invio di una squadra navale in quelle acque sarebbe stata inutile senza un corpo di spedizione da far sbarcare sulle coste della Pomerania o dalle parti di San Pietroburgo, un rischio che i britannici non vollero mai correre, neanche nelle occasioni che giustamente mi facevi notare. Meglio il blocco a distanza oltre gli stretti danesi tenendo conto, tra l'altro, che i ghiacci impedivano i traffici commerciali nel golfo di Finlandia durante i mesi invernali... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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