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Guerra In Cento Film


Alagi

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Trattandosi di un libro relativo alla filmografia bellica, penso che questa sezione sia la più adatta per la pubblicazione della recensione che segue... :s02:

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Titolo: GUERRA IN CENTO FILM

Autore: Claudio G. Fava

Editore: Le Mani, Recco (GE)

Anno:2010

Pagine: 236, 51 immagini a colori e 21 in b/n

Dimensioni: cm 14 x 21, brossura

Prezzo: Euro 18,00

reperibilità: facile

 

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Per la collana “Storia del Cinema”, il noto critico cinematografico e dirigente televisivo genovese Claudio G. Fava ha realizzato questo interessante volume relativo al “film di guerra”, sicuramente uno dei filoni tematici più importanti e interessanti dell’intera storia della cinematografia mondiale.

L’autore premette, sin dall’introduzione, che – come realizzato per gli altri volumi della collana – ha dovuto limitare la sua scelta a sole cento pellicole, lasciando quindi da parte opere comunque importanti e di pregio, e in accordo all’impostazione di fare riferimento a non più di un film per ciascun regista, al fine di ampliare quanto più possibile la visuale del suo lavoro.

Indipendentemente da ciò, Guerra in cento film, è un libro davvero godibile e ben fatto, ove la cinematografia bellica viene inquadrata non soltanto nello specifico campo tecnico-artistico, ma anche in relazione ai momenti storici e agli ambiti politici in cui le pellicole sono state realizzate: questa impostazione consente a Claudio G. Fava di fare dei film di guerra da lui commentati degli autentici testimoni dei propri tempi come – in effetti – deve essere uno dei fini ultimi di un’opera, al tempo stesso, cinematografica, storica e di rievocazione.

Da All’Ovest niente di nuovo (del 1930), sino al recentissimo The Hurt Locker (2008), cento anni di storia e battaglie del Novecento rivivono attraverso la descrizione e il commento di pellicole entrate ormai di diritto nella storia della cinematografia, come pure nell’ “immaginario collettivo” di appassionati e studiosi di storia, di fatti bellici, di combattimenti e delle vicende umane – spesso tragiche – ad essi collegate.

Destinazione Tokyo, I sacrificati di Bataan, La Grande Guerra, Tora Tora Tora, Patton generale d’acciaio e Apocalypse Now sono solo alcuni tra i più noti titoli descritti e commentati con “verve” giornalistica, precisione storica e ampia visione critica; tuttavia analoga attenzione viene dedicata dall’autore anche a pellicole meno note ma che, non per questo, possono venire anch’esse considerate importanti e significativi esempi dell’arte cinematografica rivolta a tematiche belliche e militari. Un unico appunto può essere mosso all’assenza – anche per sola citazione – de L’ammutinamento del Caine, un notevole film di ambito “navale”, già soggetto di un articolo pubblicato a suo tempo su "Storia militare" (M. Brescia, L’USS Caine è realmente esistito?, in “STORIA militare” n. 60 – sett. 1998), e presentato anche su Betasom al link http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=23665 .

In aggiunta al commento storico-critico, ogni film è corredato da note sul cast e da una breve trama (dovute a Massimo Marchelli); vanno rilevate, inoltre, la proprietà e la precisione di linguaggio – elementi spesso purtroppo sottovalutati anche in volumi dalla maggior valenza “tecnica” – che arrivano al punto di far notare le differenze terminologiche tra i gradi del personale appartenente a Forze Armate diverse e il loro utilizzo, più o meno corretto, in sede di doppiaggio.

Questo bel volume è infine completato da una valida iconografia, che abbina manifesti e cartelloni dei film più importanti (spesso autentiche opere d’arte grafica, perlomeno sino agli anni Cinquanta/Sessanta) a foto “di scena” dei principali attori protagonisti o comprimari.

Nulla sull’argomento era stato sin’ora pubblicato in italiano (ricordiamo solamente, in inglese, The Fleet’s in, un fascicolo di H. Beigel del 1994, limitato però ai soli film statunitensi di ambiente “navale”): Guerra in cento film riveste quindi notevole interesse non soltanto per gli appassionati di cinematografia, risultando altamente raccomandabile anche a tutti gli interessati ad una visione dinamica e “a tutto campo” della storia del ventesimo secolo.

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Un ricordo personale: durante un'assemblea di dirigenti RAI, molti anni fa, il buon Claudio G. Fava svolse un intervento in cui, tra l'altro, ci intrattenne sulla disputa se Waterloo era stata vinta dal duca di Wellington o dal feldmaresciallo Bluecher, senza annoiare affatto l'uditorio. Se pensate che un recente direttore generale di Telecom Italia (ora in Brasile, mi pare) ha svolto pochi mesi fa un non dimenticato intervento davanti ai dirigenti del gruppo in cui ha detto che "come Napoleone, anche noi possiamo vincere la nostra Waterloo" ...

Edited by de domenico
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