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Parlando Di Piattaforme E Disastri


Totiano

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il recente disastro nel golfo del Messico ha fatto tornare alla mente, ai ravennati, un incidente nostrano: la piattaforma paguro. riporto la storia dal sito

http://www.associazionepaguro.org/

sperando che anche il disastro amercano possa trasformarsi in risorsa...

 

 

 

esplosione2.jpg

La storia del Paguro inizia con le prime perforazioni di pozzi per l’estrazione di metano che l’AGIP iniziò nell’off-shore ravennate nei primi anni 1960. L’Italia non possedeva piattaforme idonee alla perforazione in mare, per cui le stesse erano noleggiate da armatori esteri a costi elevatissimi. Su licenza americana furono quindi fatte costruire dall’AGIP le piattaforme mobili, self-elevating, Perro Negro e la gemella Paguro costruita, quest’ultima, nel 1962-63 a Porto Corsini (RA). Il Paguro prese subito il mare ed iniziò la propria attività. A metà del 1965, fu posizionato su un nuovo sito per perforare il pozzo PC7 (Porto Corsini 7) a circa 12 miglia dalla costa di fronte alla foce dei Fiumi Uniti.

 

Purtroppo, quando il 28 settembre 1965 la trivella raggiunse il giacimento gas a circa 2.900 metri di profondità, ci fu un’improvvisa eruzione di fluido. Era successo che, oltre al giacimento oggetto della perforazione, la trivella aveva intaccato anche un secondo giacimento sottostante, non previsto, che conteneva gas ad una pressione altissima.

 

Vennero immediatamente attivate le valvole di sicurezza di testa pozzo, che funzionarono perfettamente e tennero la pressione di testa. Purtroppo però, dopo poco, le pareti del pozzo cedettero e si sprigionò l’eruzione di gas, a quel punto non più controllabile. E fu la tragedia.

 

Il Paguro si trovò avvolto da acqua, gas e, poco dopo, anche dalle fiamme alimentate dal gas stesso, che fusero le parti metalliche che si trovavano sopra l’eruzione. Fu così che la piattaforma si inabissò il 29 settembre nel cratere formato nel fondale dallo stesso gas che continuava a fuoriuscire ad una pressione di circa 600 atmosfere.

 

Come quasi sempre avviene, anche questa tragedia scoppiò durante la notte e con condizioni meteomarine proibitive; morirono tre persone mentre le altre furono fortunosamente recuperate dal personale dei mezzi di soccorso, in mezzo a difficoltà sia operative, dovute alle condizioni ambientali, sia emotive, causa la tragedia che si stava lì consumando.

 

Il gas che continuava a fuoriuscire dal fondale e che mescolato a pulviscolo d’acqua raggiungeva un’altezza di oltre 50 metri, continuò a bruciare finché, dopo circa tre mesi, l’AGIP, con la perforazione ad alcune centinaia di metri di distanza di un pozzo deviato, riuscì a cementare il PC7.

 

Da quel lontano 1965 sono passati diversi anni. Negli anni 1990 sopra il relitto sono state posizionate diverse piccole strutture dismesse che lo hanno reso ancora più affascinante. La parte più alta del relitto si trova comunque sempre alla quota di -10 metri circa, mentre buona parte degli alloggi è ora crollata corrosa dall’ossido e dalle correnti galvaniche. Il cratere allora formatosi sul fondale è sempre presente e raggiunge i -33 metri circa.

 

Il Paguro da quell’evento disastroso iniziò la propria metamorfosi e sulle sue strutture, martoriate da quel tragico evento e teatro di morte, è pian piano esplosa una nuova Vita, quella stupenda e magica Vita che Dio ha voluto abitasse i fondali marini e che ci affascina ogni qualvolta ci immergiamo.

.....

Il Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali ha emanato il 21 luglio 1995 il Decreto "Istituzione della zona di tutela biologica nell’ambito del compartimento marittimo di Ravenna"

Edited by Totiano
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Ora però, il fondale è molto elevato ed in mare si riversano giornalmente quantità di petrolio enorme. Oltre alla difficoltà a fermare il flusso di petrolio, c'è la difficoltà a recuperare il greggio in mare, che raggiungendo le coste americane, causerebbero un disastro inimaginabile. Una cosa mai accaduta sino ad oggi.

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da base artica, marco

e si cominciassero a strizzare il tubo tanto per ridurre l´uscita del liquido ????

salutoni marco

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Ora però, il fondale è molto elevato ed in mare si riversano giornalmente quantità di petrolio enorme. Oltre alla difficoltà a fermare il flusso di petrolio, c'è la difficoltà a recuperare il greggio in mare, che raggiungendo le coste americane, causerebbero un disastro inimaginabile. Una cosa mai accaduta sino ad oggi.

 

 

da base artica, marco

e si cominciassero a strizzare il tubo tanto per ridurre l´uscita del liquido ????

salutoni marco

 

La piattaforma Deepwater Horizon operava a 50 km dalla costa su un fonfale tra i 1300 ed i 1500 metri.

Ci dovrebbero essere due rotture sulla conduttura oltre al terminale spezzato...

Un problema molto complesso da affrontare.

 

Lazer_ :s07: ne

 

 

Parrebbe che sia stata chiusa la prima falla (dal sito di Repubblica)

"

BP, chiusa minore delle tre falle

 

(Teleborsa) - Roma, 5 mag - BP è riuscita a chiudere una delle tre falle nella Deepwater Horizon. E' quanto annunciato dall'agenzia federale statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa).

Il petrolio continua tuttavia a riversarsi nel Golfo del Messico ad un ritmo di 5.000 barili al giorno, dato che la maggior parte della fuoriuscita proviene dalle altre due.

Purtroppo la tecnica usata dalla BP per chiudere la falla più piccola non potrà essere utilizzata per le altre, di cui una molto estesa.

"

 

Vengono fuori anche aspetti "interessanti":

 

"Venice, 3 maggio 2010 - Dalll’Iran giunge un’ inattesa offerta d’aiuto agli Stati Uniti. Teheran vorrebbe inviare i suoi tecnici per tentare di fermare la perdita di greggio nel Golfo del Messico, che, nè l’amministrazione Obama nè i tecnici della Bp, sono riusciti a fermare.

 

"I nostri specialisti di trivellazioni petrolifere - ha dichiarato Haidar Bahmani, direttore della National Iranian Drilling Company - possono intervenire per contenere la perdita e prevenire un disastro ecologico in quella regione".

"

Edited by lazer_one
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Mi colpisce che se ne sia parlato per qualche giorno come dell'arrivo dell'Apocalisse ed ora la notizia sia quasi sparita. Infatti ero, distrattamente, indotto a pansare che il problema fosse superato.

Intanto certe conseguenze dell'incidente della Exxon Valdez, infinitamente minore come quantità se non capisco male, perdurano anche a distanza di vent'anni.

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  • 2 weeks later...

Seguo con apprensione la questione del golfo del Messico. Anche se, come sempre succede, dopo lo scoop iniziale, le notizie si diradano fino a scomparire. Non riesco nemmeno a immaginare come si possa fare per otturare quelle falle, di certo è una operazione difficilissima. Da profano mi chiedo, ma se non ce la facessero....e il giacimento fosse immenso, la fuoriuscita potrebbe continuare per mesi, anni ?? :s06: :s06:

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In Italia non se ne parla tantissimo (devo dire che l'ANSA continua ad aggiornare) ma all'estero è ancora, giustamente, riportato costantemente.

Non so se avete letto il consiglio Russo per risolvere il problema (credo fosse sul corriere di inizio settimana).

Loro consigliano la detonazione di una carica nucleare non ricordo da quanti Kilotoni per tappare il buco, tecnica usata ben 5 volte da loro per questo tipo di problema; i Russi usano il nucleare anche per scavare...

La dottrina sfrutta l'onda d'urto generata dall'esplosione per far collassare la struttura del foro chiudendo la falla.

Anche per spegnere gli incendi dei pozzi usano l'esplosivo (non so se ricordate quel glorioso film di cui non ricordo il nome, dove la società in questione gira per il mondo a spegnere pozzi), anche se l'obiettivo li è levare ossigeno alla combustione.

Ho letto che il flow della fuoriuscita è 10 volte quello stimato dal governo US, è stato calcolato da uno studioso usando programmi di velocimetria di particelle per immagini che consiste nell'analisi visiva del flusso al fine di calcolare i volumi in fuoriuscita.

Chissà quanti e quali ROV sono al lavoro in questo momento su quel fondale, ora mi informo...

Comunque, spero risolvano il problema al più presto, sono particolarmente sensibile ai problemi del mare.

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In effetti oggi alle 13 un telegiornale qualche notizia è stata data.

Ma ho appreso (non lo sapevo) che ci sono molte richieste per poter trivellare davanti alle coste della Puglia.

Non voglio nemmeno pensare alle conseguenze di un disastro simile nei nostri mari.

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E' davvero incredibile che non se ne parli da noi (ma in effetti l'episodio non riguarda il nostro giardino e nemmeno ci sono vittime umane, per cui non fa audience), considerato che si stima una fuoriuscita pari a quella della Exxon Valdez ogni 4 giorni.

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Qualche video dei ROV all'opera:

 

 

 

I ROV usati dovrebbero essere di questo tipo:

 

http://www.chouest.com/EmploymentOpportunities/rov_tech.html

 

http://www.schilling.com/index.php

 

Questo invece è il sito che ha messo su BP per raccogliere suggerimenti per arginare il problema:

 

http://www.deepwaterhorizonresponse.com/go/site/2931/

Edited by Lefa
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Questo schema su Time n. 19 del 17 maggio mi pare chiarisca bene anche cosa si sta cercando di fare:

 

pozzoi.jpg

 

 

Sotto il fondo del mare, a 5,5 Km, c’è la riserva di petrolio, raggiunta dalla tubazione nera, che si è rotta;

il quadratino nero sul fondo marino rappresenta il tentativo di usare robot per chiudere la valvola;

tra superficie e fondo c’è la famosa “campana” che ha fallito;

in grigio a SX si vede il condotto che sta cercando di raggiungere la riserva e bloccare la perdita “da sotto” iniettando materiali pesanti, cemento ecc.

 

 

I bolli neri in basso a DX sono un diagramma degli incidenti analoghi; impressionante quello del’Ixtoc I, sempre Golfo del Messico, 1979, 530 milioni di litri! In confronto, quello dell’ Exon Valdez sembra …”piccolo”

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  • 1 month later...
  • 1 month later...

Queste credo possano interessarvi (da Time August 2, 2010):

 

bp1r.jpg

 

bp2h.jpg

 

1 : piattaforma Q 4000; può raccogliere e bruciare circa 8000 barili al giorno

 

2 : la Discoverer Enterprise è stata la prima nave a raccogliere petrolio, da 10.000 a 15.000 barili al giorno

 

3, 4, 5 : queste navi dirigono i ROV (Remote Operated Vehicles), cioè i robot sottomarini che si occupano della maggior parte delle procedure sul pozzo.

 

6: un altro battello per ROV; si occupa di trasmettere e registrare immagini dal pozzo. Inoltre, rilascia dispersivi chimici in profondità.

 

7 : l'Helix Producer può raccogliere da 20.000 a 25.000 barili al giorno, e rimane in attesa quando il pozzo resta incappucciato.

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  • 6 years later...

Solo ora vedo delle foto sul disastro della Deepwater Horizon Golfo del Messico apparse sul Nouvel Observateur del 28 luglio-3 agosto 2016. Sono un reportage del 2010 di Daniel Beltrà, da un idrovolante a 3000 piedi d'altezza. Impressionanti, ma suggestive. Vale la pena di farvele vedere:

 

335fa07.jpg

pozs8.jpg

2iuokea.jpg

jgqnvn.jpg

25f5axc.jpg

116jdiq.jpg

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