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La Gloria è Il Sole Dei Morti


malaparte

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Massimo NAVA

La gloria è il sole dei morti

Milano, Ponte alle Grazie.

2009

302 p.: ill.; 21 cm.

€ 18,60

 

URL=http://img46.imageshack.us/i/navagloria.jpg/]navagloria.jpg[/url]

 

Qualche tempo fa, in altro topic, esprimevo le mie perplessità su Nino Bixio. Perplessità che confermo anche dopo questa lettura. E’ ovvio che chi scrive una biografia lo fa perché il personaggio di cui scrive gli piace. Ma l’importante è non fargli da tappetino. E qui non ci sono gran tappeti.

 

 

E’ la storia dei tre fratelli Bixio: Alessandro, Girolamo, Giuseppe (Girolamo era il “Nino”).

La forma è quella che dagli editori viene definita “romanzo”, per accattivare il lettore, ma che in realtà è il genere ibrido con cui attualmente si cerca di rendere “palatabile” il genere “saggio” (frattura delle categorie aristoteliche a livello maniacale – ergo: frenetico andirivieni spazio-temporale) , saltuario inserimento di dialoghi, approfondimento psicologico dei personaggi.,..). Il neo-romanzo storico.

Nava comunque si premura, e fa bene, di fornire una corposa bibliografia.

Alessandro/Alexandre divenne un elemento di spicco nella vita politica, intellettuale, finanziaria francese; Giuseppe, missionario gesuita, visse tra gli indigeni americani, fu coinvolto nella guerra di Secessione; poi, Nino, il centro del libro, il marinaio, soprattutto marinaio. Il testo ne presenta tutti gli imbarchi, spesso inserendoli nelle realtà contemporanee: storia, costumi portuali, innovazioni tecniche nautiche.

Sia chiaro che l’imbarco di Nino sul Lombardo è appena accennato (giustamente: la faccenda dei Mille è risolta con qualche ricordo, già troppi ne hanno parlato)); invece si parla approfonditamente degli altri vari – troppi- viaggi per mari di Nino “marinaio”: imbarcato a 13 anni per volontà familiare sul brigantino Pilade ed Oreste, poi per “salvare” il fratello Giuseppe con uno scambio di documenti sulla corvetta Aquila (con Giovanni Battista Millelire) poi l’Isabella, la George Fox…, et alia….et alia….et alia….tra debiti e lettere di credito.

Mi ero presa appunti, ma diventerebbe un elenco inutile. Fino al Maddaloni, da cui sperava (no, da come si erano messe le cose, non credo che ci sperasse, era solo un altro modo di rifiutare la realtà) di sistemare (sistemare?) le cose.

Si sa, morì di colera nelle Filippine.

Però l’autore, approfittando del fatto che fa il giornalista, ha trovato un bel po’ di notizie in giro per il mondo.

Edited by malaparte
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maddaloni1.jpg

 

maddaloni2.jpg

 

 

Il Maddaloni, ultima nave di Bixio.mercantile a vela e motore, 250 cavalli , chiglia in ferro, 4 alberi, due ponti, 50 uomini equipaggio, 2600 ton capacità di carico, 330 piedi lunghezza, 11 nodi; cantieri A.Leslie & CO, varo 21 giugno 1873; prima nave italiana a passare il canale di Suez.

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Mi piacciono due cose del Suo risvolto di copertina. La definizione del neo-romanzo storico, che é assai efficace. L'interpretazione della speranza, non come strumento di costruzione della realtà, ma come anestetico per sopirla. Sembra buttata lì da Sciascia.

Poi mi piace parecchio pure il profilo del Maddaloni.

E poi, avendo molte volte teorizzato che é lecito passare metà della propria vita nella puntigliosa preparazione dell'altra metà (pensando ai ragazzi che sgallinano di casa a trentasette anni) passerò le prossime settimane a chiedermi se non fossero di gran lunga più sensati i tempi che a tredici anni saltavi a bordo di un brigantino.

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Mi piacciono due cose del Suo risvolto di copertina. La definizione del neo-romanzo storico, che é assai efficace. L'interpretazione della speranza, non come strumento di costruzione della realtà, ma come anestetico per sopirla. Sembra buttata lì da Sciascia.

Poi mi piace parecchio pure il profilo del Maddaloni.

E poi, avendo molte volte teorizzato che é lecito passare metà della propria vita nella puntigliosa preparazione dell'altra metà (pensando ai ragazzi che sgallinano di casa a trentasette anni) passerò le prossime settimane a chiedermi se non fossero di gran lunga più sensati i tempi che a tredici anni saltavi a bordo di un brigantino.

 

da base artica, marco

concordo :s41:

marco

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visto che entriamo nel filosofico mi sembra che DeCarlo abbia detto una frase che esprime questo concetto:

la vita è qualcosa che si osserva attraverso un vetro, ho passato tre quarti della mia ad osservarla prima di capire che il vetro dovevo romperlo.

chissà cosa penserebbero di una frase del genere persone come Bixio

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  • 1 month later...
visto che entriamo nel filosofico mi sembra che DeCarlo abbia detto una frase che esprime questo concetto:

la vita è qualcosa che si osserva attraverso un vetro, ho passato tre quarti della mia ad osservarla prima di capire che il vetro dovevo romperlo.

chissà cosa penserebbero di una frase del genere persone come Bixio

 

 

 

Leggo ora,,,

A leggere il libro, FORSE, ( non sono mai stata capace di entrare nella testa degli altri) a leggere il libro pare cha magari il vetro sia stato rotto da altri, per suo conto, un po' troppo presto....D'accordo sui trentasettenni tardo-sgallinanti (magari non solo per colpa loro) , non d'accordo sui tredicenni a cui venne imposto (addirittura con falsi documernti) l'imbarco.

 

Bella la frase. Ohimè.

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non d'accordo sui tredicenni a cui venne imposto (addirittura con falsi documernti) l'imbarco.

 

 

Non é che mi mi piacciano i tredicenni che si imbarcano (anche se da oggi i quindicenni saranno per regio decreto autorizzati a farlo). E' che mi piacciono ancora meno i trentasettenni che restano a guardare la vita al di là dal vetro, e che per impercettibili ma ingovernabili mutazioni divengono quaranticinquenni al primo parto, sessantenni palestrati, settantenni viagrati (che venga fuso nella gloria del bronzo il nome di quel ministro che porterà la soglia della pensione di vecchiata a centoventanni).

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(che venga fuso nella gloria del bronzo il nome di quel ministro che porterà la soglia della pensione di vecchiata a centoventanni).

 

Caro Marat,

non credere di averla sparata grossa...se si va di questo passo, prima o poi ci arriveremo.

L'unica preoccupazione, è....se, e in che condizioni.

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