Jump to content

Ancora Sulla Bismarck


Secondo Marchetti

Recommended Posts

Avendo un pò di tempo ed un pò di buona volontà che mi avanzavano, ho tradotto uno degli articoli di questo interessante volume da cui già trassi quello sui battelli classe K. In questo caso si tratta di un pezzo di grande interesse, a mio parere, perché attacca frontalmente il mito per eccellenza della storia della guerra sul mare, la corazzata Bismarck.

 

bism.jpg

 

Alla luce della straordinaria ammirazione per la Bismarck e la sua gemella Tirpitz, la loro inclusione nei ranghi delle peggiori navi da guerra della storia potrebbe sembrare eccentrica o perfino perversa. I fatti reali comunque puntano nella direzione opposta a quella della diffusa attitudine reverenziale verso ogni esempio di tecnologia tedesca, in modo particolare di quella dell'era hitleriana.

In un certo senso, la Royal Navy era da accusare tanto quanto i media e la propaganda nazista. Dopotutto, affondò l'orgoglio della Royal Navy, l'HMS Hood, e nessun appunto è permesso per la differenza di età e filosofia progettuale. La Marina ed il pubblico non sarebbero stati umani se non avessero ingigantito le capacità combattive della Bismarck, nello stesso modo in cui la Marina americana supponeva che i giapponesi avessero qualche metodo segreto per assicurarsi la superiorità progettuale. Nessuna delle ipotesi aveva molto fondamento negli effetti, ma ai giorni nostri il mito che “la Bismarck non fu affondata” sopraffà ogni asserzione obbiettiva.

 

In un altro senso la storia inizia nel 1919, quando la Flotta d'Alto Mare internata si autoaffondò ingloriosamente a Scapa Flow. La vergogna di Scapa Flow era profondamente radicata nell'ethos del corpo degli ufficiali della Reichsmarine postbellica, e questo condusse logicamente al sogno di una potente flotta di superficie capace di incontrare la Royal Navy e di sconfiggerla in battaglia, una versione aggiornata del sogno ante-1914 del Der Tag, una prova di forza contro la più grande marina del mondo. Ma la missione per le nuove navi maggiori prevista dal comandante in capo della Marina, Ammiraglio Erich Raeder, non era di ingaggiare il nucleo da battaglia, ma di operare nella guerra al traffico, disperdendo i convogli di mercantili per permettere agli U boote di attaccare da una posizione di vantaggio. La presenza di un'unità maggiore avrebbe anche allontanato la scorta e limitato la loro capacità di cacciare gli U Boote -questo perlomeno in teoria.

Hitler era impaziente di conquistare la lealtà delle forze armate e poco dopo la sua presa del potere nel 1933 furono finanziate le costruzioni delle corazzate F (Ersatz Hannover) e G (Ersatz Schleswig-Holstein), che dovevano esser progettate dal direttore del genio navale, Burkhardt.

Il lavoro di progettazione iniziò nel 1933 e fu completato nel 1936, seguito quasi immediatamente dall'impostazione di entrambe le navi. Il progetto era impressionante: il 79% dello scafo a ponte continuo era saldato, suddiviso in 22 compartimenti, con un doppio fondo lungo l'83% della carena. In parte per l'urgenza e in parte per la pausa di 22 anni da quando l'ultima corazzata era stata progettata, la Bayern del 1914 fu presa come base del nuovo progetto. Questo fatto doveva dimostrarsi molto significativo in seguito, come vedremo, e non può esser ignorato o sminuito.

Persino l'armamento principale era lo stesso delle Bayern: 4 torri binate da 38 cm, anche se le nuove navi avevano armi migliorate da 47 calibri. La differenza principale stava nell'armamento secondario di dodici cannoni da 15 cm, installati in torri binate al livello del ponte di coperta.

 

La prima nave, chiamata Bismarck al suo varo all'inizio del 1939, prese il mare nell'Aprile del 1940. La sorella Tirpitz fu varata nella primavera del 1939 e messa in servizio all'inizio del 1941. La prima cominciò quindi l'addestramento nel Baltico, in preparazione per una sortita contro i convogli nel Nord Atlantico in compagnia dell'incrociatore pesante Prinz Eugen. Il segreto totale fu imposto sull'Operazione Rheinubung per nascondere l'incursione agli inglesi, ma fu compromesso praticamente fin dall'inizio. L'addetto navale inglese nella neutrale Stoccolma, il Capitano Denham, fu avvisato da un ufficiale navale svedese simpatizzante (una rarità nella Svezia largamente a favore del nazismo), che gli disse che due grandi unità da guerra erano state avvistate dall'incrociatore svedese Gotland mentre facevano rotta per il Kattegat ed il mare aperto. Potevano essere solo la Bismarck ed il Prinz Eugen, e fu correttamente supposto che fossero dirette in Norvegia.

Immediatamente delle missioni di ricognizione aerea furono condotte su Bergen ed Oslo, ed alle 13:15 del 21 maggio uno Spitfire del Coastal Command in ricognizione fotografica avvistò le navi tedesche che si rifornivano nel Bergenfjord.

Gli inglesi erano ora consci della sortita in Atlantico, ed appena prima di mezzanotte la Hood e la Prince of Wales lasciarono Scapa Flow, dirette in Islanda, dove si sarebbero rifornite prima di prendere posizione a sud dell'Islanda. Da là avrebbero potuto coprire i passaggi fra l'Islanda e la Groenlandia e l'Islanda e le Faroer. Inoltre gli incrociatori pesanti Norfolk e Suffolk in pattuglia nello Stretto di Danimarca furono allertati.

Quel pomeriggio il Prinz Eugen si era rifornito a Kalvanes ma non la Bismarck, anche se aveva consumato più di 1000 tonnellate da quando aveva lasciato Gotenhafen. La ragione di questa apparente incompetenza era che la manichetta di rifornimento aveva ceduto, disperdendo una grande quantità di olio combustibile.

Non era un buon inizio per Rheinubung e non lasciava margini d'errore.

 

I dettagli dell'azione del 24 maggio sono già stati discussi (nell'articolo sull'HMS Hood, NDT) e non saranno ripetuti. Sul far del giorno la Bismarck ed il Prinz Eugen ingaggiarono ed affondarono l'ammiraglia inglese HMS Hood e quindi puntarono le loro armi sulla consorte, l'HMS Prince of Wales. Generalmente si crede che la seconda fase sia stata praticamente unilaterale, un rapporto tedesco parla della Cowardschiff (la nave vigliacca, NDT), a proposito del fatto che la Prince of Wales abbandonò l'area. Negli effetti la Prince of Wales rispose ed ottenne tre centri sulla Bismarck prima che il suo comandante ricevesse l'ordine di interrompere l'azione da un ufficiale superiore. Combatté bene contro le navi tedesche, ricevendo sette colpi da 38 e da 20,3 cm. Il danno maggiore venne da un colpo da 38 cm nella plancia di navigazione, che uccise o ferì tutti gli occupanti; il proiettile non esplose ma rimbalzò ed uscì sull'altro lato. Quando la Prince of Wales fu messa in bacino per le riparazioni, si scoprì che nessuno dei proiettili era esploso correttamente, cosa che lasciava credere che le spolette in uso nella Kriegsmarine non funzionassero come avrebbero dovuto. Quel che gli inglesi non sapevano era che uno dei colpi da 14 pollici della Prince of Wales aveva danneggiato una cassa combustibile, contaminando il carburante e riducendo ancora l'autonomia della Bismarck.

Quando la Prince of Wales e le sue scorte si disimpegnarono, gli incrociatori Norfolk e Suffolk ripresero l'inseguimento, col supporto della corazzata. Oltre ad essere un eco radar, la corazzata tedesca stava ora perdendo nafta ed una delle sue petroliere era stata eliminata. La sua sola speranza era di raggiungere Brest nel nord ovest della Francia, distante 600 miglia, dato che aveva poche possibilità di organizzare un rifornimento con una petroliera. La sera seguente l'ammiraglio Lutjens fece una puntata diversiva contro i suoi inseguitori per permettere al Prinz Eugen di far rotta diretta per Brest.

 

La Royal Navy stava mettendo in campo tutte le sue forze per impedire alla Bismarck di tornare in Germania o raggiungere la salvezza relativa di Brest. Fino a quando le unità da battaglia non sarebbero state disponibili la sola speranza di rallentarla era un attacco silurante. Il primo fu un'azione da parte di nove lenti biplani Swordfish e due Fulmar di scorta, decollati dal ponte della HMS Victorious.

Anche se l'attacco sembrava suicida, nessuno Swordfish venne abbattuto. Si ottenne un singolo centro, ma esplose vicino alla superficie contro la cintura corazzata, disperdendo molta della sua potenza verso l'alto invece che verso l'interno.

Poco dopo questo scampato pericolo la Bismarck ebbe un altro colpo di fortuna. L'incrociatore pesante Suffolk perse il contatto radar, un fatto di cui vennero a conoscenza i crittografi del B-dienst a terra, ma non lo stato maggiore di Lutjens. Questo fu il risultato di una combinazione di insufficienti informazioni sui radar della Royal Navy e dell'errore di ritenere che gli impulsi radar ricevuti avessero forza sufficiente per tornare all'antenna ricevente dell'HMS Suffolk.

Durante i tre giorni seguenti la corazzata tedesca venne attaccata due volte dalle portaerei. Il secondo attacco, lanciato dall'HMS Ark Royal, mise fuori uso il timone della Bismarck con un siluro, rendendola quasi ingovernabile. Respinse un attacco di cacciatorpediniere nella notte, ma gli incrociatori di guardia continuarono a mandare un fiume di rapporti, e all'alba del 27 maggio fu lasciata ai cannoni della Home Fleet, l'ammiraglia HMS King George V e la compagna HMS Rodney. La Bismarck fu ridotta al silenzio in mezz'ora, ma il relitto allagato non affondò fin quando non venne silurato dall'incrociatore pesante HMS Dorsetshire. Si portò con sé 1977 uomini, e poco più di 100 sopravvissuti vennero soccorsi.

 

Conclusione

I problemi della Bismarck erano da ascrivere a due fattori -difetti di progettazione ed errori tattici- che resero inevitabile la sua perdita. I tedeschi avevano tenuto uno stretto segreto sulla disposizione delle corazzature, ma dopo che la nave era affondata i soccorritori trovarono un gruppo di piantine nella tasca di un sottufficiale. Da quelle il gruppo di lavoro del genio navale (DNC) ricostruì la disposizione interna della Bismarck. Questo risolse un altro questito di importanza fondamentale: perché questa moderna unità maggiore smise di sparare dopo solo 20 minuti?

La classe Bismarck, così come gli Scharnhorst e gli incrociatori pesanti classe Admiral Hipper, erano deboli nelle strutture poppiere. Nel caso della Bismarck, l'esame del suo relitto con telecamere mostra che la poppa si separò dallo scafo. Quindi è chiaro che il siluro aviolanciato non aveva solo demolito il timone; anche senza di ciò il collasso della poppa l'avrebbe resa molto difficile da manovrare.

La ricostruzione del giugno 1941 della sua disposizione interna stupì il DNC ed il suo gruppo di lavoro quando videro che il ponte corazzato era molto in basso nello scafo, come sarebbe stato in una nave della Grande Guerra. In confronto, le corazzate contemporanee della Royal Navy e dell'US Navy avevano i loro ponti corazzati molto più in alto per aumentare il volume della zona protetta. Un'altra particolarità del progetto era l'installazione di una batteria terziaria antiaerea da 10,5 cm in aggiunta ad un armamento secondario di cannoni da 15 cm in torri binate. Questo armamento su tre livelli, in particolar modo le torri da 15 cm, comportava un grande svantaggio in termini di pesi. Nella Royal Navy e nell'US Navy la decisione di installare armi a doppio scopo era stata presa tempo prima, un considerevole risparmio in pesi e spazio occupato.

 

Ricercatori tedeschi hanno recentemente scoperto che i cannoni da 10,5 cm della Bismarck erano controllati da due differenti direzioni di tiro, una a prua ed una a poppa. Per complicare ancora le cose, il personale non era ben avvezzo all'uso di alcuno dei due sistemi. Il fallimento nell'ostacolare gli attacchi degli Albacore e degli Swordfish è spesso attribuita alla velocità degli aerei, troppo bassa per il limite inferiore dei calcolatori della precessione delle direzioni tiro; i nuovi dati dimostrano che le direzioni tiro erano inefficienti.

Una domanda cara alla scuola di pensiero della “Bismarck inaffondabile” è: fu affondata dal fuoco d'artiglieria, dai siluri o per autoaffondamento? Uno storico americano rispose una volta: “Sì! Autoaffondamento”. Le prove dell'autoaffondamento si basano su affermazioni dubbie sui media tedeschi di persone che affermavano di esser state a bordo e che le sale macchine erano “pronte per l'ispezione dell'Ammiraglio” ed un ordine di attivare le cariche di autoaffondamento seguì poco dopo. Purtroppo tutte queste quantomeno dubbie affermazioni ignorano le testimonianze dei sopravvissuti secondo le cui sulla nave c'era un inferno fra i ponti, e nessuno dai locali inferiori fu visto dopo che l'azione iniziò. Tutte le comunicazioni, forza elettrica, comandi dei motori e casse fumo delle caldaie erano sopra il basso ponte corazzato, ed il fuoco nemico aveva distrutto tutto tranne le macchine principali. Questo spiegherebbe perché nessun cannone stava sparando dopo 20 minuti.

 

La pretesa che “non un singolo colpo penetrò la corazzatura” è smentita dalle fotografie sottomarine che mostrarono circa 400 fori nello scafo. Testimoni oculari dicono che la Bismarck era un relitto allagato, ed è quasi certo che nelle fasi finali qualche proiettile passò attraverso porzioni non corazzate dello scafo, ma qualcosa ha fatto questi 400 fori, molti di essi colpi di grosso calibro che penetrarono la cintura. La salva di 4 siluri lanciati dall'HMS Dorsetshire affrettò senza dubbio la sua fine, ma era già stata allagata da migliaia di tonnellate d'acqua.

L'Ammiraglio Lutjens fece tre grossi errori tattici. Il primo fu di lasciare il Baltico durante il giorno, rendendo molto facile alla Royal Air Force il compito di scovarlo. Di gran lunga l'errore più madornale fu quello di prendere il mare dopo che una manichetta del carburante aveva ceduto mentre si riforniva nel Bergenfjord; la capacità mancante equivaleva ad un terzo del totale del combustibile. L'errore fu reso più grave del colpo sotto la linea d'acqua da parte dell'HMS Prince of Wales, che fece sì che l'acqua di mare contaminasse buona parte del combustibile restante. Gli analisti dell'US Navy corroborarono l'opinione della Royal Navy che l'errore più grande di Lutjens fu di cominciare la sortita in atlantico dopo aver perso così tanto combustibile. Apparentemente credeva nella propaganda su di lei che la dava per inaffondabile.

 

Non si nega che la Bismarck fosse una potente corazzata, ma non sembra che la Kriegsmarine abbia speso i suoi soldi nel miglior modo possibile. Comparazioni obbiettive possono essere fatte con la classe South Dakota della US Navy e con la cancellata classe Lion della Royal Navy, dal dislocamento di 40,000 tonnellate, armati con nove cannoni da 16 pollici e protetti da una cintura da 15 pollici ed un corrispondente robusto ponte corazzato. Il vero problema è che le qualità della Bismarck sono state magnificate, in gran parte per i motivi già menzionati. Io stesso ho sentito pretese che l'acciaio Wotan Hard fosse stato usato per rendere la cintura impenetrabile. Negli effetti fu un acciaio strutturale a prova di scheggia ad essere usato, col Wotan Soft usato dove non era necessario fermare schegge di proiettile.

La Bismarck incontrò la sua fine sotto una pioggia di cannonate, ma combatté finché poté ed i suoi ufficiali e marinai morirono coraggiosamente. E' un peccato che tale coraggio non fosse corroborato da buone tattiche e da una migliore progettazione della loro nave.

Edited by Secondo Marchetti
Link to comment
Share on other sites

:s01:

 

Rileggendolo nell'insieme c'è da dire che non è un pezzo impeccabile, si concentra sulla storia arcinota a tutti piuttosto che sui difetti della nave che dovrebbero essere al centro dell'analisi. Ha anche qualche svista: dice che Lutjens fece tre grossi errori, salvo elencarne due soli; il terzo allora penso che fosse quello di non cambiare rotta quando il Suffolk perse il contatto, ma aveva anche il vizio di mandare messaggi radio non strettamente necessari che favorivano la sua localizzazione, e l'ordine tassativo di non ingaggiare combattimento con forze da battaglia avversarie, che ignorò il mattino del 24. Per il lato tecnico, i difetti delle DT per i 105 non sono ascrivibili al progetto della nave, e se si vuole considerare tutto l'insieme avrebbe dovuto dire anche una parola sulle contraeree leggere, assolutamente insufficienti.

Link to comment
Share on other sites

da base artica, marco

come modello ee troppo inflazionato e come impegno troppo gravoso x costruirla, anche se sicuramente ee una nave che merita attenzione. :s01:

 

in merito alla letteratura, penso che col senno di poi....!

tecnicamente, difficile fare confronti poiche se vediamo lo sviluppo tecnico industriale dal 1936 al 1945 ee incredibile che il mondo sia ancora popolato da esseri umani, e non ritornato a uomini delle caverne.

sicuramente si puo dare ragione a tutti e allo stesso tempo criticare tutto, ma la storia va vissuta anche da parte ns, lasciando molto a noi i Se e i possibile. in ogni caso compliment a te SM, x traduzione e scritto :s20: , a volte pero noi umani abbiamo bisogno di miti per ...vari motivi.

salutoni e continua con ricerche, complimenti. marco

Edited by bussolino
Link to comment
Share on other sites

Grazie per aver proposto questo articolo illuminante e in qualche modo inusuale. Infatti capita più spesso di imbattersi in racconti in cui i mezzi sono descritti sempre come "particolarmente avanzati", la pianificazione strategica è sempre "lungimirante", la conduzione tattica sempre "sopraffina", l'addestramento sempre "eccellente" per cui alla fine non si capisce mai perchè i risultati siano stati miseri...

Link to comment
Share on other sites

Che dire caro Secondo... nel tuo scritto impeccabile hai finalmente messo in luce le carenze e le deficienze della "super-nave" tedesca che era a giusta ragione l'orgoglio della Kriegsmarine e della nazione germanica di allora.

 

Basti solo pensare che partì per la sua prima missione con alcuni operai e tecnici civili che avevano il compito della messa a punto dei vari sistemi di controllo sulle macchine e sulle telemetrie...

 

Questo la dice lunga sull'urgenza di impiegare un'unità simile in atlantico... anche se penso che ben si poteva aspettare ancora un mesetto per ll'impiego operativo..

 

Certo che se penso che una splendida corazzata come questa era destinata alla guerra corsara....Mah! lo trovo assurdo..(ma il parere è personale)

 

Grazie per la tua solerzia nell'aver postato un'articolone così..

ciao

marco

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Loading...
  • Forum Statistics

    • Total Topics
      45.2k
    • Total Posts
      523.9k
×
×
  • Create New...